Serie TV > Squadra Speciale Cobra 11
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Autore: sophie97    30/12/2014    6 recensioni
“Guardami.
No, aspetta. Continua a guardarmi.
Ti fidi di me?
Ehi... ti ho fatto una domanda, ti fidi di me? Rispondi!
No... non ti fidi.
Guardami.
Fidati.
Devi fidarti.
Perché io ti amo.”
Fiducia, amore, amicizia.
Questi i tre elementi di questa mia nuova storia, che nulla ha a che vedere con gli altri miei racconti conclusi o in corso in questa sezione.
Fiducia, amore, amicizia, e ovviamente un pizzico di azione alla Cobra 11 uniti ad una penna e a qualche foglio di carta... nient’altro.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Ben Jager, Hartmut Freund, Kim Kruger, Nuovo personaggio, Semir Gerkan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Non so se hai notato il suo sorriso, è così... solare!» fece Ben con espressione sognante, allacciandosi la cintura in vista dell’inseguimento che i due poliziotti si preparavano a compiere.
«Quella donna è pericolosa, credimi.» lo avvertì Semir entrando a tutta velocità in autostrada.
«Ma infatti, non mi interessa.».
«No, macché, hai soltanto gli occhi a cuoricino.» osservò il turco trattenendo a stento una risata.
«Socio, pensa a guidare.» ordinò il più giovane tentando di parlare con fare autoritario.
«La differenza tra me e te, Ben, è che io riesco a fare persino due cose contemporaneamente.».
«Anche io.» puntualizzò Ben «Infatti sono perfettamente concentrato sulla ricerca dei rapinatori che dobbiamo fermare.».
«Ah sì?» fece Semir alzando un sopracciglio «Strano allora che tu non ti sia accorto che un suv nero ci ha appena sorpassato da destra.».
L’ispettore più giovane lanciò un’occhiataccia verso l’amico «Te lo stavo giusto per dire, socio.».
Quindi afferrò la radio, provando a far finta di non vedere Semir che rideva di lui, divertito.
«Cobra 11 a comando, sono Ben.».
«Vai avanti Ben.» gracchiò la voce compita della segretaria attraverso la radio.
«Susanne, abbiamo raggiunto il suv, interveniamo.».
«Va bene, i rinforzi sono ancora qualche chilometro dietro di voi.».
Semir accelerò accostandosi all’auto scura dei malviventi e Ben tirò giù il finestrino intimando agli sconosciuti di fermarsi facendo loro cenno anche attraverso la paletta di segnalazione.
«Pensi davvero che possa servire?» domandò scettico il turco.
«Tu lasciami tentare, sia mai che riusciamo a concludere un’azione in autostrada senza distruggere nulla.».
Ma l’ispettore più giovane venne presto messo a tacere da uno dei passeggeri del suv, che abbassò il finestrino posteriore facendone uscire la canna di un’arma ingombrante, che Ben si ritrovò praticamente a qualche centimetro dalla testa.
«Mapporca!» gridò Semir frenando di colpo ed evitando così per un soffio che il colpo partito dall’arma da fuoco colpisse l’auto o, peggio, la testa dell’amico.
L’ispettore più giovane smise di trattenere il respiro e solo allora si accorse di essere rimasto per qualche istante in apnea, con il terrore negli occhi.
«Porca miseria socio, devo dire che hai ancora i riflessi pronti nonostante la vecchiaia incombente.».
«Brutto impertinente.» fece il turco riacquistando terreno e raggiungendo quindi nuovamente il suv nero.
Ben sorrise appena, estraendo la pistola e sporgendosi dal finestrino ma il collega lo tirò di nuovo dentro l’abitacolo per un lembo della giacca.
«Che hai intenzione di fare? Siamo in autostrada, se spari alle gomme adesso facciamo un disastro.».
«Hai un’idea migliore per caso?».
«Aspettiamo la cavalleria.» rispose Semir continuando a stare attaccato alla vettura dei malviventi.
Lo stesso uomo che aveva sparato rivolse però l’arma nuovamente verso di loro e cominciò a sparare.
«Semir, così questo ci ammazza.».
Il poliziotto sterzò a destra, poi a sinistra, mentre il collega tentava di reggersi e si preparava a rispondere al fuoco.
«Va bene, va bene, spara alle gomme.».
Ben si sporse ancora dal finestrino e cominciò a sparare.
Il vento causato dall’alta velocità gli faceva andare i capelli negli occhi e la guida spericolata dell’amico di certo non lo aiutava a prendere la mira.
«Semir, se guidi così non riesco a sparare.» gridò.
«Oh scusami tanto socio, se sto cercando di non farti finire affumicato.» ribatté l’ispettore più anziano sterzando di nuovo a destra.
Ben lanciò un’occhiataccia all’amico prima di tornare a sparare e colpire finalmente la ruota posteriore destra del suv, che perse inevitabilmente il controllo.
Senza che i due poliziotti nemmeno se ne potessero accorgere, la vettura nera aveva già scontrato il guardrail e lo aveva superato sfondandolo e volando giù dalla scarpata parallela alla carreggiata.
Semir frenò all’improvviso con un testacoda e alcune macchine dietro di loro fecero altrettanto andandosi ad accartocciare le une sulle altre, dando origine ad un vero e proprio incidente  a catena.
Ad un tratto si sentì un fragore proveniente dal fondo della scarpata, mentre in lontananza, le sirene della polizia cominciavano ad udirsi.

«Che macello!» esclamò Ben scavalcando ciò che rimaneva del guardrail con un salto e scendendo nella scarpata.
Semir lo seguì e si precipitò ad aprire le portiere anteriori del suv, che era quasi completamente distrutto.
Non appena aprì lo sportello dalla parte del guidatore, il corpo privo di sensi di uno dei malviventi gli piombò praticamente addosso. L’ispettore lo adagiò sul prato tastandogli il collo «È ancora vivo.».
«Quest’altro non ha più battito.» fece il più giovane con un sospiro «Ma quando arrivano i soccorsi?».
I due poliziotti estrassero i corpi inerti dei malviventi dal suv e li adagiarono sul prato mentre finalmente i soccorritori li raggiungevano muniti di barelle e di cassette di primo soccorso.
«Un momento... ma non erano quattro?» fece Semir guardandosi intorno.
Ben annuì corrucciando la fronte «Hai ragione... come è possibile? Ne abbiamo trovati tre, ma come ha fatto il quarto a scappare?».
«Non può essere andato lontano dopo il volo che ha fatto.» osservò il turco lanciando un’occhiata all’autostrada ora bloccata sopra di loro.
«Strano...».
Ben si accucciò accanto allo scheletro ormai immobile della vettura distrutta nel tentativo di trovare qualche traccia e, quando li vide in mezzo alla terra e all’erba  alta, non credette ai suoi occhi.

«Sì Ben, hai ragione.» fece Hartmut poco dopo, raggiungendo i due colleghi dell’autostradale, ora appoggiati in attesa al cofano dell’auto di Semir in cima alla scarpata.
Il tecnico della scientifica era in “tenuta da lavoro” e aveva appena finito di svolgere i primi esami sul campo.
Estrasse dalla tasca della tuta bianca una bustina sigillata che conteneva ciò che l’ispettore aveva trovato vicino all’auto.
«Direi che si tratta proprio di forme allotropiche di carbonio con struttura tetraedrica e...».
«“Allo” che cosa??».
«Diamanti, Semir.» spiegò il rosso alzando gli occhi al cielo.
«E ci voleva tanto? Forme allotropiche, ma quando mai!».
«Ragazzi, era una spiegazione perfettamente lineare: forme allotropiche di carbonio con struttura tetraedrica, ossia in cui gli atomi dell’elemento sono disposti in un reticolo cristallino che...».
«Einstein, ti prego!» lo interruppe Ben «Se Semir si mettesse a parlare in turco giuro che lo capirei meglio.».
«Sono perfettamente d’accordo.» asserì l’altro ispettore «Hartmut, sono diamanti, ne sei sicuro?».
«Controllerò in laboratorio ma ad un primo esame direi proprio di sì.».
«Ecco perché i nostri amici avevano tanta fretta.» commentò Semir annuendo.
«Già.» disse il collega «Einstein, dell’arma invece ci sai dire niente?».
Hartmut scosse il capo, dispiaciuto «No ragazzi, ma datemi un po’ di tempo, porto tutto in laboratorio e poi vi so dire.».
«Va bene Einstein.».

«Intanto uno ci ha rimesso la pelle.» commentò Semir quando il tecnico se ne fu andato, osservando il lenzuolo immacolato che era stato posto sopra ad uno dei quattro rapinatori, morto nell’incidente.
«Chissà cosa avevano in mente, ho paura che non si trattasse di una semplice rapina.» ipotizzò Ben alzando le spalle.
«Può darsi, aspettiamo che gli altri due si sveglino in ospedale... intanto da dove cominciamo, socio?» domandò il turco salendo in macchina.
«Dalla banca?».
«Giusto perché è vicino alla scuola di Aida e alla tua bella maestrina, no?» sorrise Semir mettendo in moto.
«Socio, ripeto... taci e guida!».

 

Buon martedì sera a tutti :)
Le indagini cominciano! Grazie a chi mi sta seguendo e grazie a chi recensisce, grazie, grazie, grazie.
Un bacione e buon anno!
Sophie :D

  
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