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Autore: My fair lady    30/12/2014    1 recensioni
1722: Quattro famiglie dotate di grandi poteri magici sanciscono tra loro un patto di alleanza reciproca, per far fronte ai cacciatori di streghe e gli spiriti malvagi.
Per garantire la pace e la serenità, fu stabilito che le quattro famiglie dovessero venire guidate da un'unica strega o stregone, che sarebbe stato scelto per capacità e volontà, tramite una serie di prove.
2014: I discendenti delle quattro famiglie hanno spezzato l’antico patto di alleanza da molto tempo, e ognuna vive per se. Solo una antica e potente minaccia potrà riunire di nuovo i discendenti sotto un’unica e forte autorità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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p>Erik rientrò in casa sperando che non ci fossero tutte le sue “donne”

Lui chiamava così la sua famiglia interamente al femminile.

Quando era adolescente gli pesava molto il fatto di essere l’unico maschio della famiglia. 

Eppure era cresciuto sano ed etero, non come Michael che invece era circondato da altri maschi in casa, pensò il ragazzo. 

Per tutto il tragitto verso casa Erik aveva formulato ipotesi e teorie, e aveva cercato indizi che potessero rivelare l’omosessualità dell’amico negli anni in cui erano stati più vicini, ma non ci era ancora arrivato.

Vide sul sofà due gatti. Uno fulvo e uno nero. Sorrise a quello fulvo – Ciao Nonna – 

La gatta gli strizzò l’occhio e poi tornò umana, rivelando una donna sui settanta anni dagli occhi azzurri brillanti e vivaci. I capelli rossi erano portati corti ed indossava un bel completo nero. II gatto nero si scompose appena, abituato com’era a scene del genere. 

Otter si alzò, si allungo per bene, e poi fece qualche salto per posizionarsi nel suo posto preferito. La spalla di Erik.

Erik lo accarezzò, mentre Agata Cromwell sbuffò – Questo gatto sembra più un pappagallo. Non è mica normale – 

Erik espanse la sua mente per capire se in casa c’era sua sorella, anche se nella frazione di qualche secondo capì che non aveva bisogno, quando sentì un gruppo di imprecazioni venire dalla stanza di Elettra.

Agata scosse la testa rassegnata – E’ di pessimo umore da stamattina. Non trova la sua giacca fortunata – 

Dei passi si udirono dalle scale, seguiti da qualche sbuffo e poi Elettra raggiunse il fratello nel salotto. Incrociò le braccia al petto, con fare quasi da bambina capricciosa – Detesto quando mamma mette mano sulle mie cose. Se non trovo quella giacca non posso fare il colloquio –

Agata sorrise dolcemente – Una strega non dovrebbe essere scaramantica. Vedrai che andrai benissimo anche senza –

Elettra fece un gesto scocciato con la mano destra e girò i tacchi, per tornare alla ricerca della giacca sbuffando – Non è mica una recita scolastica. E’ un colloquio per un giornale, nonna –

Mentre era a metà della scala si fermò come colta da una improvvisa illuminazione. Si girò verso il fratello e sorrise maliziosa – Tu nascondi qualcosa. Lo sento –

Erik iniziò ad agitarsi internamente, ma tentò di dissimulare come poteva – E tu sei pazza. Lo sento. Concentrati sulla giacca piuttosto. Inoltre sai che anche volendo, non potrei nasconderti nulla –

Elettra Cromwell si avvicinò al fratello e il suo tono si fece meno amichevole – Non costringermi ad usare i tarocchi –

Agata sospirò – Erik Cesar ed Elettra Chloe, non litigate –

Di solito chiamare i suoi nipoti con i loro nomi completi, aveva l’effetto di far cessare le “ostilità” tra i due, ma ciò che non calcolava Agata Cromwell, è che i suoi nipoti non erano più adolescenti, e ci voleva ben altro per farli stare buoni. 

Elettra cercava disperatamente una valvola di sfogo dallo stress e della frustrazione di non riuscire a trovare la sua giacca preferita, per questo cercava di distrarsi facendo un po’ di gossip, ma Erik resisteva tentando di schermare la sua mente come mai aveva fatto prima, per impedire che la sorella scoprisse troppo.

Non appena Elettra si accorse della resistenza di Erik sorrise ancora più determinata – Wow, deve essere roba grossa. E’ qualcosa che riguarda…te? – 

Erik scosse la testa.

Elettra proseguì con la sua ricerca, il tutto sotto gli occhi sconsolati di Agata Cromwell, che anche se sapeva che i due si volevano molto bene, e che non sarebbero mai riusciti a vivere l’uno lontana dall’altra, era anche abituata a questi scenari.

Lo scontro mentale durò per diversi minuti, e apparentemente i due non facevano altro che guardarsi negli occhi.

In effetti era così, dal momento che le loro menti erano talmente concentrate che non riuscivano a fare altro.

Erik provò a distrarre la sorella pronunciando un incantesimo, così tra le sue mani comparve la giacca della sorella.

Elettra la vide e perse immediatamente la concentrazione, allungando le mani per prenderla. Erik invece portò le mani dietro la schiena e sorrise – Se smetti di cercare qualunque cosa tu pensi che ci possa essere nella mia mente te la rido, okay? –

Elettra sbuffò, afferrando la giacca – Allora ce l’avevi tu?! Questo è un colpo basso. Sei infido fratellino, e anche noioso –

Erik sospirò – Ho imparato dalla migliore –

La ragazza dai capelli rossi salì verso la sua stanza. Si bloccò e minacciò il fratello – Se tocchi di nuovo la mia giacca, ti faccio diventare un eunuco – 

Non quella parola! Pensò Erik. La sua mente iniziò a fare una serie di associazioni pericolosa. 

Eunuco – Effeminato – Omosessuale – Mike. 

Riportò alla luce ciò che aveva visto e come si era sentito, ed Elettra approfittò di quel momento di debolezza. 

Entrò nella mente del fratello e dopo qualche secondo la sua bocca e i suoi occhi si spalancarono – Che cosa? Alex e Michael…insieme? Oh mio Dio!! Ma è assurdo!! – 

Erik si maledì per la sua debolezza e corse verso la sorella mettendole un dito davanti alla bocca – Ti prego, promettimi di non comportarti…da Elettra. E’ una cosa che non ti riguarda. Non riguardava neanche me in effetti, ma io mi sono ritrovato lì per caso –

Elettra sorrise, usò il suo potere per mandare il fratello nella sua stanza e scese le scale trotterellando dalla felicità, diretta verso casa di una persona che forse non era così noiosa come pensava.

 

**

 

E così… è successo. Devi credermi. Ho cercato di tenere la cosa per me... Ma… –

Michael sospirò – Non voglio sentire nessun MA. Voi non avevate il diritto di piombare in casa mia e dire quelle cose. E’ una cosa che riguarda me – 

Elettra sbuffò – E dai Michael, non è successo niente di grave. Dovresti ringraziarmi. Non fa bene vivere nella menzogna. E poi siete persone adulte. Non capisco perché nascondere una cosa simile? – 

Per tutto il tempo della conversazione, Michael aveva tenuto a freno la sua frustrazione, per evitare altre piccole scosse di terremoto, ma vedendo che Elettra Cromwell non era minimamente pentita, non riuscì più a trattenerla. Ringraziò chiunque gli avesse conferito il dono della telecinesi e la usò per aprire il cancello, spingere quei due ficcanaso fuori dalla sua proprietà e richiudere il cancello. 

Erik ed Elettra rimasero stupiti dall’abilità e dalla velocità di Michael nel reagire, ed ebbero per la prima volta in molti anni paura di lui. Michael si concentrò e fece crescere dei rovi intorno al cancello, tanto per scoraggiare qualsiasi tentativo di riavvicinamento. 

Elettra urlò – Michael! Smettila di comportarti come un ragazzino! Pensa piuttosto che hai mentito a tutte le persone che conosci, specialmente a mio fratello! Ha condiviso tanti momenti con te. Siete stati amici per tanti anni e anche se adesso vi siete allontanati, meritava di conoscere la verità! Dovevi parlargli! E se non l’hai fatto, forse è perché inconsciamente pensi che tra te e Alex non funzionerà! Pensi che si stancherà di te prima o poi, vero? – 

Le parole di Elettra fecero breccia in Michael, che si sentì impotente di fronte ad esse. Come diavolo faceva lei a sapere come si sentiva? 

Si rese conto che finora probabilmente l’aveva sottovalutata, ma questo non cambiava ciò che aveva fatto.

Si avvicinò e annuì in tono più calmo, che metteva quasi i brividi – Hai ragione. Davvero. O meglio, avresti ragione se non avessi appena privato della mia libertà. La libertà di decidere quando e come parlare di una cosa così importante alle persone che mi circondano –

Erik si sentiva ancora più colpevole e desiderò di non aver mai assistito a quella scena.

Michael chiese – Chi altro lo sa? – 

Elettra che stava cominciando a capire che il suo comportamento non era stato tra i più corretti rispose – Solo Brianna e Sarah – 

Michael si lasciò sfuggire un grande respiro di sollievo, dal momento che Brianna lo sapeva già e Sarah non l’avrebbe mai detto a Caleb.

Il suo cellulare squillò.

Dopo la successione di eventi di poco fa, se non altro aveva imparato una ottima lezione, quella di rispondere al telefono.

Il numero era proprio di Sarah.

Perfetto. Si preparò ad un discorso cuore a cuore, tipico della donna e accettò la chiamata.

Contrariamente a cio che si aspettava il tono di Sarah era preoccupato, molto distante al suo solito tono dolce e spensierato 

“Michael, ti prego, devi venire qui!”

“Sarah, cosa è successo?”

“Caleb e Alex… Non li ho mai visti litigare così. Stanno usando i loro poteri l’uno contro l’altro. Di questo passo si faranno molto male”

“Arrivo subito” 

Chiuse la chiamata, preoccupato. Per Alex e Caleb stuzzicare e litigare, anche a colpi di magia era la normalità, ma di solito smettevano sempre  prima di ferirsi. 

Era preoccupato per il suo ragazzo. E ora poteva dirlo ad alta voce.

Guardò in faccia Erik ed Elettra e mentre liberò il cancello dai rovi e lo aprì disse in modo serio – Sarete contenti. Alex e Caleb si stanno uccidendo a vicenda – 

Erik propose – Andiamo in macchina mia, arriveremo prima, forza – 

Così tutti e tre partirono in direzione della villa gotica dove abitavano i due fratelli.

Mentre Erik guidava, con il piede premuto sull’acceleratore, Elettra cercò di rassicurare Michael, e organizzare un piano – Come pensi di agire? –

Michael rispose – Risponderò al fuoco con il fuoco…Solo che non so ancora come –

Elettra prese la sua borsa e se la portò sulle ginocchia. Rovistò e tirò fuori un blocco note ed una penna. 

Scrisse qualcosa e poi strappò un foglio porgendolo a Michael – Potrebbe esserti utile. E’ un incantesimo che nostra nonna ha usato qualche volta su di noi –

Michael lesse la formula velocemente – I fratelli infuriati vanno ora fermati, Blocco il loro potere tramite il mio volere – 

Erik sorrise debolmente – Anche se le rime sono un po’ banali, è molto efficace. Praticamente blocca temporaneamente i poteri di due fratelli, in modo che non possano usarli tra di loro –

Michael mise il foglietto in tasca, sorridendo – Grazie. Lo apprezzo – 

Qualche minuto dopo la macchina si fermò, e i tre ragazzi scesero e corsero attraverso il vialetto diretti all’entrata principale.

Non dovettero neanche suonare il campanello, che arrivò Sarah ad aprire.

Sembrava scossa, ma quando vide il piccolo gruppo, un sorriso speranzoso fece strada nel suo volto. Guardò Michael e sorrise – Sono felice di vedervi. Cosa facciamo per salvare gli amori della nostra vita? - 

Michael annuì – Ho una idea – 

Non dovette neanche cercare il punto dello scontro, dati i forti rumori che venivano dal soggiorno. 

Timidamente si avvicinò sempre di più, e lo spettacolo che lo aspettava era tremendo. 

Tra elettrodomestici impazziti e il divano in fiamme, più che un salotto sembrava un campo di battaglia.

E infatti lo era. 

Una folgore lo centrò quasi, se non si fosse spostato verso destra. 

Dietro di lui c’erano Erik ed Elettra che aspettavano di essere utili. 

In quel momento tornò la sensazione che aveva vissuto quella sera, quando tutto il gruppo si era ritrovato sotto attacco del Golem. 

La sensazione di sapere esattamente cosa doveva fare, e una sicurezza si impadronì di lui. Guardò i due gemelli e spiegò in modo calmo ma assertivo – Erik, Elettra. Voi due uniti siete molto più potenti di me nell’uso dei poteri mentali. Usate la telecinesi e separate quei due. Dopodiché pronuncerò l’incantesimo – 

Senza ulteriori spiegazioni, i tre si resero visibili ai due fratelli.

Alex era avvolto da una aura incandescente. Caleb invece aveva la cornea azzurra, come anche gli occhi, nonostante solitamente erano scuri, e attorno a lui, tutti gli apparecchi elettronici sembravano impazzire. La televisione era in statico. L’impianto stereo sparava musica a tutto volume, cambiando traccia ogni secondo. 

Persino le macchinette elettriche di Dylan sfrecciavano per tutta la stanza.

Su entrambi i fratelli erano presenti bruciature, lividi e altri segni. 

Caleb rise – Finalmente è dei nostri anche l’amichetto. Certo che se proprio dovevi essere gay, potevi scegliertene uno meglio, fratello – 

Alex digrignò i denti rabbioso – Non osare parlare di lui in questo modo – 

E lanciò una sfera di fuoco al fratello, che la accusò, procurandosi un’altra bruciatura in faccia.

Erik ed Elettra si presero per mano, liberando i loro poteri congiunti, e i due fratelli si ritrovarono l’uno dalla parte opposta della stanza, e non solo, ma anche sospesi a un metro e mezzo da terra. 

Elettra ansimò – Non possiamo tenerli così per molto –

Michael alzò le mani, chiusi gli occhi e pronunciò solennemente – I fratelli infuriati vanno ora fermati. Blocco il loro potere tramite il mio volere – 

Non appena il bibliotecario terminò di recitare la formula gli occhi di Caleb tornarono normali e Alex non fu più avvolto dall’aura di fiamme.

Anche Michael subì un cambiamento. 

Sentì la sua parte autoritaria tornare da dove era venuta, un posto che ancora non conosceva.

Infatti trovò il coraggio di scherzare – E ora…lasciateli –

Erik ed Elettra mollarono la presa, facendo fare una bella caduta ai due fratelli.

Sarah fece capolino in soggiorno e vide che la situazione era tornata più o meno alla normalità. Chaise longue in fiamme a parte.

Michael uso il suo potere e il divano smise di bruciare. Del resto la terra soffocava il fuoco. Era una legge naturale.

Ora che l’ira dei due fratelli era stata sedata, cominciavano ad accusare tutti i colpi che si erano inflitti a vicenda.

Sarah assunse un tono di voce abbastanza freddo e arrabbiato e chiese – Come cazzo è iniziato questo gioco al massacro? Vi ho già visto litigare prima, e vi siete sempre fermati da soli prima di farvi del male…Stavolta no –

Caleb guardò le sue mani e poi il fratello e mormorò – Io…Non lo so. Avrei potuto ucciderti Alex. Volevo farlo... Non ho mai… –

Alex annuì – So cosa intendi. Non ho mai provato così tanto odio –

Michael raggiunse Alex e chiese solo – Come stai? –

Alex sospirò – Sopravvivrò – poi sorrise – Sei stato grande –

Elettra sorrise – Come siete carini –

Dopo averlo detto, la ragazza subì gli sguardi di tutte le persone presenti in quel luogo. 

Caleb e Alex andarono a farsi una doccia, nel frattempo Erik ed Elettra aiutarono Sarah a pulire l’inferno che si era sprigionato in quel soggiorno.

Michael invece aveva molte domande, che si erano aggiunte a quelle che già aveva, provocandogli un mal di testa cosmico.

Aveva assoluto bisogno di risposte, e di un cachet.

Fortunatamente fu Sarah a dargli sollievo per entrambe. 

Gli portò un analgesico e si sedette vicino a lui – Sei stato davvero grande. Questa settimana hai salvato la situazione già due volte…vuoi diventare per caso il Supremo? –

Michael chiese – Cos’è il supremo? –

Sarah lo guardò incuriosita – Cosa? Davvero non lo sai? Beh. E’ una cosa che risale al tempo del patto di alleanza. Dal momento che i membri delle quattro famiglie non riuscivano a mettersi d’accordo su nulla, decisero che a guidare tutti e quattro i clan sarebbe stata un’unica e forte autorità. Ogni famiglia scelse un rappresentante e i quattro si sottoposero a delle prove. Chi riusciva a dimostrare di possedere una forte volontà, arguzia, attitudine al comando e capacità di mantenere il sangue freddo di fronte alle situazioni più difficili passava alle prove successiva. Ma non bastava questo per garantirsi il successo. Un altro requisito fondamentale era quello di avere poteri multipli.  E’ una vecchia storia che mi raccontava mia nonna –

Michael aveva ascoltato rapito tutto ciò che aveva detto Sarah, e chiese desideroso di saperne di più – Poteri Multipli? –

Sarah rifletté per qualche secondo e poi rispose – Non ricordo più tanto bene, ma mia nonna da piccola mi diceva sempre che ogni strega o stregone nasce con un potere attivo. Può capitare che ci siano streghe di talento che arrivino fino a due – tre poteri. E poi c’è chi arriva a possedere almeno cinque forme di magia diverse. Queste persone vengono chiamate “Supremi” e vengono ritenuti delle guide –

Le speranze di Michael di trovare risposte vennero subito ridimensionate, dal momento che lui aveva solamente la capacità di controllare l’elemento terra e la telecinesi. Più l’abilità che aveva scoperto qualche giorno fa, ovvero quello di poter conoscere il contenuto dei libri senza doverli aprire. 

Sarah sorrise – Mi sembri quasi deluso. Sei ambizioso, eh? –

Michael era molto interessato alla storia, e inoltre Olenna Renard era una donna fonte di profonda saggezza. Forse sarebbe riuscito ad aiutarlo.

Anche se c’era il piccolo dettaglio che la matriarca della famiglia Renard era convinta che il sapere dovesse restare all’interno della famiglia, perciò non vedeva di buon occhio le persone esterne che cercavano di attingere a lei. Per questo Michael chiese alla donna vicino a se – Vorrei parlare con tua nonna di questo se è possibile. Puoi metterci una parola buona? –

Sarah annuì – Posso provarci. Del resto ti devo molto. Ora devo andare a prendere Dylan. E’ andato a giocare da un amichetto. Speriamo che non abbia teletrasportato niente a se. –

Michael sorrise. Almeno una cosa positiva era successa quel giorno. 

Il suo sguardo passò verso i gemelli stavano ultimando le pulizie e si ricordò del loro aiuto. 

Sentì che non provava più risentimento verso di loro. Anzi, una parte di se, cominciava a pensare che gli avessero fatto un favore.

Quasi.

Si ricordò dello sguardo di suo padre, e di come era “scappato” senza dire nulla. Provava un senso di colpa verso la sua famiglia ma non voleva tornare a casa. 

Non quella sera.

Alex apparve in soggiorno, con i capelli ancora bagnati, indossando una canotta e un paio di pantaloncini.

Raggiunse Michael che era seduto e poggiò la sua testa sulla spalla del suo ragazzo e sbuffò – Mi dispiace che tu abbia dovuto assistere a…questo. Non avrei mai voluto… – 

Il ragazzo ironizzò – Beh, vederti comparire così sexy ha aiutato. Comunque… Non volevo che succedesse tutto questo. So che volevi aspettare prima di dire a tutti di noi, e mi dispiace che questo non sia il momento giusto –

Alex si piegò e Michael appoggiò la sua testa sul suo sterno, poi sorrise – Non esiste il momento giusto. Certo, Erik poteva beccarci un giorno diverso. Tutto quello che avevo preparato per la cena è saltato in aria, e sono coperto di lividi. Dovrò rinunciare a tanti bei soldi – 

Il cuoco alzò il tono di voce e sorrise – Grazie Erik –

Erik agitò la scopa per aria e sbuffò – Vi ho già chiesto scusa venti volte ciascuno. Che altro devo fare? – 

Michael ironizzò – Rassegnati. Gli omosessuali portano rancore a lungo, peggio delle donne –

Nessuno osò replicare. Era la prima volta che Michael era riuscito ad ironizzare su se stesso. Su una delle parti di sé.

Evento più unico che raro, ma Michael sospettò che non sarebbe stata neanche l’ultima volta.

Poco dopo comparve nella sala anche Caleb, pure lui in abbigliamento abbastanza comodo.

Non era perfettamente a suo agio vedendo suo fratello in quella posizione con un altro uomo, ma decise di tenere per se questa cosa.

C’era già stata abbastanza tensione quel giorno.

Anche se non ricordava perfettamente come era iniziato il tutto. Per quanto si sforzasse non riusciva a trovare la causa scatenante del litigio furioso.

Non ricordò nemmeno come aveva fatto a scoprire del fratello. Sarah non gliel’aveva detto.

La sua dolce moglie arrivò con il piccolo Dylan, che come ogni bambino piccolo, si eccitò molto vedendo tante persone nella sua casa, che di solito era più vuota.

Sarah si tolse la sciarpa e indicò al figlio – Vai a salutare lo zio Alex e lo zio Michael –

Caleb emise qualche colpo di tosse, ma nessuno ci prestò attenzione, tranne Sarah che gli lanciò un’occhiata che lo gelò dentro, come neanche Brianna sarebbe riuscita a fare.

Dal momento che Alex aveva rinunciato al suo lavoro, tutto il gruppo aveva deciso di ordinare delle pizze e fare una serata diversa.

Molto diversa, dal momento che Caleb apriva la casa ad ospiti raramente. Perciò tutti semplicemente approfittarono di quel momento di debolezza per passare una serata insieme, e ovviamente anche Brianna fu resa partecipe, e portò con se anche Ramsey.

 

Brianna era in taxi insieme al suo fidanzato e dopo una telefonata di Elettra che gli aveva riassunto in “breve” ciò che era successo, si aspettava un clima non proprio leggero, ma la cosa importante è che ora Michael poteva vivere la sua vita liberamente sotto gli occhi delle persone che più gli erano vicine.

A cosa stai pensando? – chiese l’uomo dai capelli castano rossicci, dopo averle baciato la fronte.

Brianna assunse un’espressione enigmatica.

Stava pensando che forse anche per lei era arrivato il momento di “sbottonarsi” e rivelare un aspetto di se molto importante al suo futuro marito.

Cercava un modo per rendere il tutto più naturale possibile, ma non le veniva in mente nulla.

Ramsay sbuffò – Un penny per i tuoi pensieri? A proposito, non so se te l’ho detto, ma con i capelli sciolti sei ancora più bella… – 

Le labbra sottili di Brianna si allungarono per un sorriso. In effetti i suoi capelli di solito erano sempre trattenuti in una coda, con dei fermagli o in una lunga treccia che le scendeva dalla spalla. 

Gli unici momenti in cui scioglieva i capelli era quando lei e Ramsey vivevano la loro intimità.

“Ramsay, io sono una strega” No, troppo diretto. Non va bene, pensò la ragazza.

Forse era meglio qualcosa tipo “Hai mai notato fenomeni strani intorno a me? Come il fatto che posso stare in biancheria intima durante una nevicata e non sentire freddo? Come il fatto che quando bevo il caffè o la cioccolata calda si raffredda subito? Come le prime volte che facevamo l’amore e nevicava nella stanza? Forse non lo sai, ma volevo cambiare spesso posizione per evitare che sentissi la neve sulla schiena, non perché sono esigente” Ecco, questo potrebbe andare bene.

Il Taxi si fermò davanti la villa dalle finestre triangolari e il tetto scuro, che più che una abitazione rimandava ad una chiesa.

Ramsay fece per entrare, quando Brianna lo trattenne.

Lo guardò dolcemente e poi sospirò – C’è una cosa che non ti ho mai detto di me. E’ una cosa che…fa parte di me, che ti piaccia o no – 

Ramsay le accarezzò la guancia e sorrise – Sentiti libera di dirmi qualsiasi cosa –

Brianna cominciò ad avvertire  la tensione crescere. Improvvisamente ebbe l’idea. Perché dirglielo, quando avrebbe potuto mostrarglielo? 

Posizionò i palmi delle mani a poco distanza l’uno dall’altro e si concentrò. Nello spazio tra le mani si concentrò una sfera formata da cristalli di ghiaccio.

Ramsay la vide e indietreggiò di qualche centimetro, anche se la sua reazione non era propriamente sorpresa, e anche se Brianna era nervosa, lo notò. 

Sospirò – Magari te ne sarai già accorto qualche volta. Io sono una strega –

Ramsay fissava intensamente i cristalli di ghiacci che brillavano cangianti danzando nella mano di Brianna.

Uno spettacolo quasi ipnotico. 

Ramsay si portò una mano ai capelli e sospirò – Allora è vero? Nessun trucco? Sei davvero tu…a farlo? –

Brianna annuì e poi fece scomparire la sfera chiudendo le mani. Era orgogliosa di aver mantenuto un buon controllo nonostante la situazione la rendesse nervosa.

Ramsay sorrise – E’ bellissimo… E non cambia quello che provo per te. Voglio sposarti lo stesso. Sempre se tu mi vuoi ancora –

Brianna rise – Certo – 

Si baciarono e poi entrarono in casa.

Tutto il gruppo li accolse calorosamente, anche se nonostante il loro affetto non poté fare a meno di notare il disordine che c’era. Come se qualcosa si fosse bruciato e/o esplose.

Sicuramente c’erano di mezzo i due fratelli Gardner, ma quella ormai era una consuetudine. 

Andò diretta dal suo migliore amico e incrociando le braccia al petto sbuffò – La prossima volta impari a leggere i messaggi – 

Michael abbassò lo sguardo e annuì – Prometto che porterò sempre con me il cellulare d’ora in poi –

Ci fu una risata generale che riscaldò un po’ l’animo delle persone presenti.

Questo momento non ebbe lunga durata, dal momento che subito dopo Ramsay chiese – Anche voi siete…stregoni? –

Brianna fece spallucce e sorrise in modo nervoso – Ehm, ho parlato di me a Ramsay –

Caleb sbuffò e scosse la testa, lanciando una battuta degna dal più adulto del gruppo – Ma nessuno riesce più a tenersi nulla per se stesso? – 

Sarah sorrise al fidanzato di Brianna – Beh, in effetti sì. Spero però che tu capisca quanto è importante mantenere il silenzio – 

Ramsay annuì – Certo. Non dirò niente a nessuno. Anche perché probabilmente molti non mi crederebbero. Però io avevo già notato alcune cose che succedono intorno a Brianna. Ma la amo lo stesso e voglio sposarla comunque –

Brianna prese la mano di Ramsay nella sua con fare affettuoso e poi un pensiero la attraversò. Sospirò – A proposito di matrimonio. Ora che Michael e Alex sono una coppia ufficiale devo cambiare la sistemazione dei tavoli – 

Elettra sorrise – Colpa mia –

E così la cena trascorse tranquilla, con tutti i partecipanti presenti in quella villa vittoriana con il cuore un po’ più leggero. 

Una serata così semplice eppure così unica

  
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