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Autore: New Moon Black    01/01/2015    2 recensioni
Cosa succederebbe se ognuno di noi, avesse la possibilità d'incontrare il se stesso del passato?
---Storia scritta anche su Wattpad---
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Daijōbu Rinka (shira) Kika..




Ci sono volte in cui pensi che la vita sia una cosa meravigliosa e che non vada assolutamente sprecata, facendo il possibile che tu possa vivere ogni singolo momento della tua esistenza per poi ricordarla per tutta la vita.
Ma ci sono volte in cui pensi che tutto l’universo, compreso Dio, il creatore di noi esseri umani e di tutto il nostro mondo, è contro di te.
Con ciò, tormenti la tua povera anima e cerchi di capire quale crimine sei stato macchiato, quando in realtà non hai fatto assolutamente nulla.
Con il passare del tempo, più ricevi sentimenti negativi provocate dai tuoi coetanei, causando delle ferite quasi incurabili nel tuo animo, più cominci a capire che nessuno ti apprezza, in qualsiasi cosa tu stai facendo e cosa potresti fare in futuro.
Nonostante ci siano i tuoi amici e la tua famiglia a sostenerti, loro non possono sapere cosa provi realmente.
Solo allora cominci a cadere nell’oblio più profondo della tua immensa tristezza e disperazione per poi non riuscire più ad uscirne.
Un'agonia che non avrà mai fine.
La tua anima, un tempo piena di sogni, speranze e volontà, è diventata una lastra di ghiaccio spessa e dura da scalfire, protetto da un involucro scarlatto da vari fili rossi e blu ed è in grado di muovere il tuo corpo.
Quell’involucro chiamato da tutti “cuore”.
Consideri l’oscurità come il tuo “nido”, luogo ove sei protetto e nessuno ti farà del male.
Non vuoi che qualcuno varchi la sogna della tua dimora, non potresti assolutamente perdonarlo.
L’unica cosa che desideri per te stesso è la solitudine.
All’epoca pensavi che, il tempo sulla terra, scorreva troppo velocemente e desideravi che esistesse una clessidra dove potevi ritornare indietro del tempo quando volevi tu, per rivivere poi i più bei momenti che tu hai mai vissuto in tutta la tua vita.
Tuttavia, eri consapevole che questa cosa, era assolutamente impossibile, e ti faceva male sentirlo.


Questo Rinka lo sapeva bene ed aveva avuto il modo di capirlo tramite a sue spese sulla sua vita.
Ora che aveva compiuto diciotto anni ed era all’ultimo anno delle superiori, non sapeva assolutamente cosa lo attenderà là fuori.
Non aveva molti amici, ma aveva tre amiche fidate: Ariko, Nana e Ayako.
Due anni fa, Ariko perse la vita a causa di un incidente stradale.
Da allora, Rinka cominciò ad essere un po’ chiusa alle amicizie ma si fidava ciecamente di Nana ed Ayako.
Promise anche che non avrebbe mai dimenticato Ariko e la loro amicizia.
Oggi era il primo Gennaio del nuovo anno: 2015.
Era ritornata a casa tardi con la sua famiglia da un cenone della madonna dai suoi parenti ed era in procinto di mettersi il pigiama rosso con alcuni ghirigori bianchi, nonostante aveva ancora il trucco agli occhi.
Ma a questo, lei non gliene fotteva una minchia e si tolse le lentine a contatto.
Guardò di sfuggita il suo aspetto per poi rifugiarsi nelle calde lenzuola.
Era abbastanza alta, stava incominciando ad ingrassare ma faceva finta di niente, la pelle abbastanza pallida e le labbra un po’ troppo carnose per i suoi gusti.
Non si definiva proprio una bella ragazza, ma era carina.
Gli occhi marroni emotivi e con una luce particolare per come la si guardava, andava in contrasto con i capelli mori ricci e corti dal taglio asimmetrico: avanti erano un po’ lunghi mentre dietro si accorciavano fino a metà collottola.
Un tempo li aveva lunghi fino a metà del fondoschiena e ne andava particolarmente fiera, ma compiuto gli anni, aveva avuto il bisogno di cambiare aria.
Inoltre, aveva iniziato a sentirsi come una “bambina”.
Si posizionò meglio sul letto e come abbracciò il suo peluche del caporale Levi de “L’attacco dei Giganti”, chiuse gli occhi.
Quando li riaprì, si ritrovò in uno spazio bianco con alcuni microcristalli dalle sfumature azzurre a rendere vivo l’ambiente.
-Dove mi trovo?-
Si guardò e notò che aveva ancora il suo pigiama.
-Almeno sono coperta.-
In cuor suo, Rinka non sapeva cosa fare ma cominciò a camminare finché non vide qualcosa, anzi qualcuno.
Avanzò piano e riuscì a mettere a fuoco l’immagine.
Sembrava una ragazza, lo poteva notare dalla sua figura esile e i lunghi e ribelli capelli ricci mori che le copriva il volto e notò che indossava una specie di tuta blu cobalto.
Poi udì la sua voce e per un momento non gli si gelò il sangue.
Aveva lo stesso tono e suono della sua voce, solo che era lievemente infantile.
Questo suo pensiero venne infranto dai singhiozzi della piccola.
-“Perché?
Perché proprio a me.. cosa ho fatto di male?
Mi odiano tutti quanti e mi rinfacciano che sono una persona inutile.
Per quanti sforzi faccia per cambiare.. rimango sempre quella debole e fragile di cuore..
Sono una merda.”
Rinka s’inginocchiò alla sua altezza e cercò di consolarla.
-Hey va tutto bene?
Come ti chiami?-
Lei alzò di poco il capo ma la mora non riuscì a vedere i suoi occhi.
-“Se lo dico, mi prenderesti in giro..”
Ella inarcò un sopraciglio sorpresa e confusa.
Aveva l’impressione di aver già sentito quella frase.
-Non sono il tipo che prende in giro le persone per il nome di battesimo.-
Solo allora, la piccola mora alzò il capo e la vide.
Aveva le sue stesse iridi scure e la pelle era abbastanza pallida, doveva avere sui tredici o quattordici anni ma visto che Rinka aveva l’aspetto di una “ragazzina”, pensò che doveva avere al massimo quindici o sedici anni.
Ella si stupì di vedere una copia identica di se stessa da piccola.
“Questo è solo un sogno.. ma perché sembra così reale!?”
Dopo che passarono due minuti buoni, la moretta parlò, anche se sembrava di più un sussurro.
-“Rinkashirakika..”
Ci fu un lungo ed imbarazzante silenzio e nè l'una nè l'altra non sapevano su chi doveva rompere il ghiaccio.
Rinka rimase sconvolta non poco ma rimase lucida.
Si alzò piano e le tese la mano destra.
-Che ne dici se ti chiamo solo Kika?
E’ carino come diminutivo.-
La piccola annuì un po’ timorosa e al tempo stesso guardò quella strana ragazza.
-“Sei la prima che non mi ha giudicato per il mio nome.
Tu chi sei?”
-Se te lo dico, forse non ci crederesti.-
La piccola Kika la guardò interrogativa.
-“Perché?”
Con la mano sinistra, si toccò la nuca per quella situazione bizzarra ed imbarazzante.
-Forse sarà il karma.. ma anch’io ho quel nome.
Sono Rinkashirakika, ma se vuoi chiamami semplicemente Rinka.-
La moretta non capì molto per il suo discorso ma dopo un po’ sgranò gli occhi incredula.
-“Vuol dire che.. tu.. saresti la “me” del futuro?”
Kika tese la sua mano verso la mano di Rinka e la rialzò da terra.
-Mmm.. diciamo di si.-
Lei girò intorno a Rinka e si meravigliava per ogni cosa che vedeva in lei, ma poco dopo si fermò con uno sguardo cupo.
-“In confronto a te, sono solo un rifiuto umano.. chi mai vorrebbe stare con un annullità come me?”
La giovane mora prese le mani di Kika e la guardò negli occhi, senza fiatare.
Il suo tono cambiò completamente, divenne seria e schietta.
-Sei veramente sicura di essere una persona inutile?-
La moretta la guardò basita e non osò far uscire nessun suono dalla sua bocca.
-Proprio tu che hai fatto del bene agli altri con la tua bontà d’animo e la tua gentilezza.. nonostante gli altri ti hanno trattato una merda, tu che hai aiutato quell’amica nel momento del bisogno ed hai visto il suo animo risollevarsi grazie alle tue parole e ti sei rincuorata di essere stata utile per qualcuno..-
Kika strinse le sue mani, un po’ perché non riusciva a reggere quelle parole così dolci e belle nei suoi confronti e mentre dall’altro, stava scoppiando a piangere.
-“Intendi dire.. Ariko?”
La mora annuì comprensiva e fece un lungo respiro.
-E sei sempre tu che sprigioni quel sorriso dolce, timido ed insicuro ma nello stesso momento radioso, sincero e puro.-
Kika non ce la fece più e scoppiò a piangere.
-“Allora dimmi perché.. non riesco più ad essere me stessa!
Perché non ho potuto fare niente per lei!?”
Rinka vide la se stessa del passato, con lo sguardo implorante e con i lacrimoni agli occhi, bisognosi di sapere la tanto agognata risposta.
-Quel che è fatto, è fatto.. Kika.
E non si può tornare indietro, fa tutto parte del ciclo vitale del mondo.. tutti nasciamo, cresciamo, invecchiamo e moriamo.
Non possiamo sfuggire al destino, anche gl’imprevisti e i pericoli fanno parte del nostro ciclo vitale, solo che possono succedere in qualsiasi momento e ti ritroverai che, davanti alla tua morte, sarai impreparata.-
La giovane mora strinse la più piccola fra le sue braccia ancora in lacrime e non la lasciò andare, come se potesse sparire da un momento all’altro.
-Adesso capisci perché la vita sa essere crudele quanto spietata?-
Kika si calmò poco dopo e guardò la ragazza nelle sue stesse iridi scure con un barlume di speranza.
-“Quindi.. mi stai dicendo che non devo mollare?”
La maggiore la guardò un’altra volta e le sorrise felice.
-Assolutamente si!
Hai tutta la vita davanti, Kika.. e non puoi certo tirarti indietro per degli ostacoli come la paranoia, la depressione ed altre cazzate del genere, non credi?-
La piccola moretta era abbastanza titubante e sorrise impacciata, non sapendo quali parole utilizzare per esprimere la sua gratitudine.
-“R – Rinka, io.. ecco.. io non..”
La mora sorrise nuovamente e non le diede il tempo di terminare la frase che le parlò a sua volta.
-Non c’è bisogno che mi ringrazi, Kika.-
Lei la lasciò andare e fu tutto una cifra di secondi.
Nel momento in cui Rinka aveva sciolto delicatamente l'abbraccio, comparve una sottilissima linea bianca che le separò.
Kika voleva riabbracciare l’altra se stessa ma sentì le sue parole, piene d’incoraggiamento e di speranza.
-Non perdere la forza di volontà e vivi quando non ne avrai più abbastanza!-
Ancora dubbiosa, la piccola moretta la guardò intensamente negli occhi.
-“E se ho bisogno del tuo aiuto?
Cosa dovrei fare?”
Rinka sorrise comprensiva per la sua tenera ingenuità.
-Non devi far altro che chiamarmi e sarò lì con te.-
Solo allora, la piccola Kika sospirò di sollievo e come stava per ringraziarla per le sue parole, cominciò a sentire quella sensazione di sonno e le sue iridi scure si chiusero in un sonno profondo.
Prima che la sua anima ritornasse dal suo legittimo proprietario nel mondo dei sogni, sussurrò qualcosa.
Rinka riuscì a leggere il suo labiale e per poco non pianse per la troppa commozione.
-“Arigatou, onee-san.”
In quel momento, vide il suo corpo diventare sempre più evanescente.
Capì che il suo tempo era scaduto e che doveva ritornare nel suo presente.
Guardò per l’ultima volta la figura, ormai trasparente, di Kika e sorrise commossa.
Con entrambi le mani, la giovane mora sfiorò il suo petto, all’altezza del cuore, per poi chiudere gli occhi.
Consapevole che sarebbe ritornata nel suo mondo.
Ma soprattutto, non avrebbe certo dimenticato le parole di Kika.
-Non avere paura delle conseguenze, perché non sarai da sola.. piccola Kika.-
Il suo corpo divenne vapore acqueo e sparì silenziosamente, prima che sussurrasse una frase.
-Daijōbu.. Kika..
Sayonara.-


Angolo dell'otaku (?): ehm.. buonsalve gente ^^'
Vi starete chiedendo che cosa ha prodotto la mia mente "contorta" e "stramba"... giusto?
Bhè.. scientificamente parlando, diciamo che è una sorta di "colloquio" con il "noi" del presente/futuro con il "noi" del passato, ma per farla breve.. è un "viaggio" nel mondo parallelo basandosi sul nostro inconscio su come eravamo da piccoli.
L'avevo scritto così.. di getto.
Certo, l'originale era diverso ^^' (e non vorrei metterlo a scriverlo qui, sennò uscirei veramente matta da qui xD) ma l'ho ampliato come meglio credevo e penso di aver fatto un buon lavoro.
L'incontro delle due ragazze (Rinka e Kika) potete interpretarlo come meglio volete ^_^ e tengo a precisare che ho selezionato nomi e termini giapponesi perchè.. lei è una sorta di "otaku-dipendente" ù///ù
Detto questo.. vi lascio alcune traduzioni e.. spero che la mia one-shot vi sia piaciuta ^^'
Ci si vede! ;D
Baci,
Black-chan
P.s: Non studio il giapponese ma mi piacerebbe impararlo *^* però guardando anime e manga e "scoprendo" dei nuovi vocaboli, e come se lo stessi "studiando" ma in realtà non è vero ^^' (Dhà, come è dura da dirlo! T//T)

1. Arigatou, onee-san = Grazie, sorellona.

(Il "san" si usa in segno di rispetto verso chi è più grande di noi nell'età, ma si usa anche il "chan" per motivi scherzosi e/o teneri)

2. Daijōbu = Va tutto bene.
 (Ma significa anche "Va bene" - "Stai bene?", ma dipende tutto dalla frase.)

3. Sayonara = Arrivederci.

( Ha anche come significato "Addio" ma potete interpretarlo come meglio volete *^*)

 
   
 
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