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Autore: ijustlovemyself    01/01/2015    1 recensioni
Tom ha avuto un incidente in auto, da mesi è in ospedale e Mark non riesce a farsene una ragione. Gli manca il suo migliore amico e quasi non ce la fa più a vivere così. In questa OS Mark, dopo l'ennesima visita al suo amico, aprirà gli occhi e ricomincerà a prendere in mano la sua vita.
"Vorrei solo potergli parlare e chiedergli se sta soffrendo, dirgli che siamo tutti in pensiero per lui da mesi a questa parte. Vorrei dirgli che tutte le nostre vite si sono fermate da quando è disteso in quel maledetto letto di ospedale." [...] "Ogni fottuta mattina la stessa storia. Appena apro gli occhi vorrei solo sentire la notizia più bella: che ti sei finalmente svegliato. Ma questo non succede mai e allora la mia giornata inizia tra lacrime, passeggiate in solitaria, abbracci con Skye e visite a te in ospedale."
|Mark/Tom|
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Mark Hoppus, Tom DeLonge
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Voglio pensare che ancora mi ascolti e che come allora sorridi...

 

Apro gli occhi controvoglia anche questa mattina, dopo una notte praticamente insonne, passata a pensare a vecchi ricordi dolorosi. Come al solito, il desiderio di restare a letto per il resto della mia vita si impossessa di me.

Da quando c'è stato quel fottuto incidente nulla è più come prima. Voglio solo che tutto questo dolore se ne vada e mi lasci riposare almeno una notte, senza avere in mente costantemente una sola preoccupazione.

Riuscirò mai a risentire la voce di Tom darmi del coglione? Riuscirò mai a scorgere nuovamente i suoi occhi da sognatore mentre mi osservano di nascosto? Riuscirò a rivedere quel suo sorriso da ebete che faceva tutte le volte che lo scoprivo a fissarmi?

Mi manca ogni piccolo particolare di quello che è stato il mio migliore amico per gli ultimi vent'anni, tra alti e bassi. Mi manca come non mai, mi manca avere qualcuno con cui confidarmi, mi mancano le sue battute spinte e i suoi giochi di parole osceni, mi mancano le ore passate a cercare di scrivere il testo di una canzone con lui, mi manca sentire la sua chitarra stonata prima delle prove...

Vorrei solo potergli parlare e chiedergli se sta soffrendo, dirgli che siamo tutti in pensiero per lui da mesi a questa parte. Vorrei dirgli che tutte le nostre vite si sono fermate da quando è disteso su quel maledetto letto di ospedale.

Aspettiamo il momento in cui ti sveglierai, Tom, e intanto piangiamo tutte le nostre lacrime ogni sera. Io quando vengo travolto dai ricordi della band, dai momenti passati insieme ancora dai tempi del liceo, Jen invece quando si distende su quel letto freddo e tu non sei lì con lei per abbracciarla a dirle che tutto andrà bene. Manchi ai tuoi figli che piangono come dei matti quando non ricevono il bacio della buonanotte e chiedono a loro madre quando tornerai.

Hai lasciato una voragine in tutti i nostri cuori. Io non mi sto prendendo cura di Skye e Jack e questo mi fa stare ancora più male. La verità è che non riesco più a fare nulla senza di te, senza il tuo supporto.

Skye sta soffrendo molto e fa di tutto per starmi accanto, ma certe volte finisco per trattarla con cattiveria e la ferisco. La amo troppo, ma non riesco più nemmeno a guardarla negli occhi sapendo cosa le sto facendo. Per fortuna nei momenti peggiori lei capisce e mi rassicura più che può, mi sta sempre accanto e la maggior parte delle volte ci ritroviamo a piangere l'uno nelle braccia dell'altra dimenticando tutte le litigate e chiudendoci in un abbraccio che prova a scacciare tutto il dolore che si è radicato nei nostri cuori da quando è iniziato questo casino.

Anche ora lei è qui distesa al mio fianco mentre ancora dorme, almeno lei ci riesce. La guardo e dentro di me so che ci sarà sempre per me e mi perdonerà questi comportamenti perché alla fine è questo l'amore.

Solo che ogni mattina mi ritrovo come ora a pensare a te, Tom, a chiedermi se riesci a sentirmi, se tutte le mie visite ti fanno piacere o se vorresti stare solo con te stesso.

Ogni fottuta mattina la stessa storia. Appena apro gli occhi vorrei solo sentire la notizia più bella: che ti sei finalmente svegliato. Ma questo non succede mai e allora la mia giornata inizia tra lacrime, passeggiate in solitaria, abbracci con Skye e visite a te in ospedale. Non faccio altro ormai. Non tocco il basso da mesi e vedo Travis solo per parlare di te. Non riesco più a fare nulla. Non riesco a vivere senza di te.

Mi alzo piano dal letto per non svegliare Skye e in fretta e furia sono pronto: prendo le chiavi dell'auto, cellulare, portafogli, lascio un biglietto a mia moglie in cui le spiego dove sto andando, anche se lo sa perfettamente, ed esco.

Salgo in macchina e corro verso l'ospedale, prima o poi lo farò io qualche incidente in questo modo. E’ che non voglio perdermi il primo orario di visita e quindi voglio fare presto per non sprecare nemmeno un secondo del tempo che posso condividere con te, Tom.

Arrivo all'ospedale, parcheggio e come ogni altro giorno cammino sicuro verso l'ascensore e poi percorro quel corridoio che porta a tante stanze e soprattutto alla tua, proprio lì dove termina, so di trovarti nella stessa posizione di ieri e del giorno prima.

Saluto gli infermieri che ormai mi conoscono bene e chiedo se ci sono novità, loro con sguardo triste mi fanno intendere che no, non ce ne sono e non ce ne saranno nemmeno oggi. Ormai qui mi conoscono tutti e sanno cosa sto passando, non vogliono illudermi. Ma io sono fiducioso e come ogni giorno vengo qui, parlo con Tom e spero, spero con tutto il cuore che apra gli occhi finalmente.

Mi avvicino piano alla porta della stanza di Tom e lo scruto attraverso il piccolo vetro sulla porta: avevo ragione, non è cambiato nulla. Spingo sulla maniglia e apro lentamente la porta, ti vedo lì dimagrito come non mai, c’è solo una parvenza del tuo corpo possente di qualche mese fa, Tom, sembri quasi il ragazzo che eri quando ti ho conosciuto, con quelle gambette da skater e il sorriso stampato in volto. Peccato che ora tu non sorrida e nemmeno io perché la vista di te attaccato a tutti quegli apparecchi, tutti quegli aghi che entrano dentro le tue braccia, mi fa stare davvero male e mi fa scendere la prima lacrima di oggi.

Faccio un altro passo avanti e mi avvicino al tuo letto, asciugandomi la lacrima ribelle, per non farti vedere che sto piangendo. Sono sicuro che tu in un modo o nell'altro sappia che sono qui e come sto, per questo non voglio arrendermi.

Ti guardo ancora un po' da lontano e poi finalmente riesco ad avvicinarmi del tutto. Sembri proprio un bambino, se non fosse per quel filo di barba che continua a crescerti nonostante tutto. Anche solo per sottolineare che ancora ci sei, che ancora sei vivo.

Ti scosto piano i capelli dalla fronte, ormai cresciuti dall'ultima volta che te li hanno accorciati, e ti do un piccolo bacio sulla fronte per dirti: “Eccomi Tom, sono qui anche oggi, sono arrivato”.

Sto lì in piedi per qualche altro minuto a studiare ogni minimo particolare di te carezzandoti il viso, sei sempre lo stesso, ma allo stesso tempo sei diverso: lì così disteso ti manca quella forza che avevi prima, MI manca. TU mi manchi cazzo, Tom.

Prima di mettermi a piangere di nuovo prendo velocemente la poltroncina che c'è li affianco e su cui ho passato molte notti le prime volte che era qui, e la trascino più vicina al letto. Mi ci siedo a peso morto e inizio a raccontargli qualcosa come al solito. A volte sono ricordi sui blink, altre volte gli racconto qualcosa che ho fatto di recente, altre semplicemente leggo un libro.

Mi rivolgo a Tom e inizio così: "Oggi ho voglia di raccontarti in breve una storia per bambini, che leggevo sempre a Jack: Era la sua preferita da piccolo!
Praticamente ci sono questi due amici che si vogliono un bene dell'anima, ma sono inseguiti da un mostro che li vuole uccidere entrambi. Quando la bestia riesce finalmente a raggiungerli afferra con i suoi artigli aguzzi uno dei due ragazzi, così l'altro prima che il suo amico venga ucciso dalla bestia cattura la sua attenzione trafiggendogli il corpo con la sua spada e facendosi prendere dal mostro che già sanguina. Beh devi sapere, Tom, che con quell'atto, il ragazzo ha salvato il suo amico e ucciso la bestia, ma purtroppo è stato comunque ferito gravemente. Non appena la bestia si accascia a terra, il ragazzo senza un graffio si avvicina a quello ferito e lo abbraccia e piange per l'azione che ha appena commesso per lui, prima che quello spiri tra le sue braccia.

Ora vedi, Tom... Io vorrei essere quel ragazzo, vorrei esserci stato in quel momento, vorrei essere stato io ad essere centrato da quel camion impazzito, così tu avresti potuto vedere crescere i tuoi figli, abbracciare tua moglie.

Non c'è giorno in cui non pensi che forse sarebbe stato meglio se ci fossi stato io in quel suv. E non passa giorno in cui non desideri che tu ti svegli.

"Ecco Tom, ora piango come un cretino, ma mi manchi cazzo, non riesco a vivere senza di te. Mi manchi ogni ora, ogni minuto, ogni secondo... Non so più cosa fare con la mia vita, con la band, con la mia famiglia... Eri tu la mia famiglia, eri mio fratello, il mio migliore amico cazzo, Tom, e ora stai qui per colpa di un cretino ubriaco e chissà se ti risveglierai mai!" dico ormai in preda ai singhiozzi di un pianto liberatorio, mentre ti abbraccio forte cercando di non staccare tutti i fili.

Non so per quanto rimango lì, ma non appena mi accorgo dello stato in cui sono mi ricompongo e sciolgo l'abbraccio.

So che non dovrei, ma lo faccio lo stesso, mi trovo un posticino accanto a te, alla tua sinistra, lì dove c’è ancora l’unica prova che sei vivo, lì dove batte il tuo cuore, in quel letto che sembra enorme per quanto sei magro, e sto lì, piangendo le mie ultime lacrime, sperando di sentire almeno un po' il calore flebile del tuo corpo contro il gelo della mia anima, standoti così vicino. In un modo o nell'altro chiudo gli occhi, un po' per la stanchezza, un po' per lo stress emotivo e sussurrando un ti voglio bene mi addormento praticamente addosso a te, aggrappandomi alla tua maglia. Non so quanto tempo passa e vorrei che questo momento non finisse più. Finalmente riesco a riposare e tu sei qui con me.

A svegliarmi è Skye che si è preoccupata non vedendomi tornare ed è passata a cercarmi qui. Appena i miei occhi la scorgono le chiedo scusa con tutto il mio cuore e lei capisce che mi riferisco a tutte le litigate e le parole che le ho urlato contro. Capisce che la amo e che non riesco più a farcela da solo. Capisce, perché lei mi ama.

Scendo lentamente dal letto di Tom e la abbraccio forte, mentre ora è lei a piangere e sfogarsi. Sembra così piccola e indifesa tra le mie braccia e ci rimango quando mi confida che Tom manca tanto anche a lei. A volte mi dimentico che non sono l'unico a soffrire per questa storia. Le asciugo le lacrime e ci voltiamo verso Tom, sperando entrambi che un giorno si svegli. Mi trascina per mano di nuovo verso Tom e gli lascia un bacio, come una madre, sulla fronte e poi mi invita a fare lo stesso.

Lo guardo per un'ultima volta prima di salutarlo e dirgli “Arrivederci a domani, amico mio”.

Prendo Skye per mano ed usciamo da quell'ospedale infernale. Da ora voglio smetterla di trattare male tutti, voglio stare accanto alla mia famiglia e a quella di Tom. Non esisto solo io e ora come ora è l'unica cosa che Tom vorrebbe che facessi per lui.



 



Grazie se siete arrivati fin qui, grazie.
Spero vi sia piaciuta e se vi è piaciuta, una recensioncina non mi dispiacerebbe!
Mi è venuta in mente questa mattina appena svegliata, ho avuto un flash e ho dovuto scriverla.
In più mi è venuta in mente questa canzone di Guccini che mi ha aiutato nell'immaginarmi il tutto, compreso il titolo. Se volete sentirla si intitola "Canzone per un'amica" e credo che ci stia in un modo o nell'altro con questa storia...
Grazie se vorrete dirmi cosa ne pensate. Veramente.
Alla prossima!

  
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