Darò
un’ultima chance a questa storia.
Con questi
ultimi due capitoli (il prossimo, conclusivo, è in arrivo) la chiuderò, per poi continuare il seguito con un’altra fanfic.
Per non
lasciare questa incompiuta, un
termine che odio, e dare un’altra possibilità alla trama che avevo
ideato quasi quattro anni fa.
Ma, ahimé,
non c’è nulla di certo.
Capitolo 17_
Ask me if you’re late.
Erano
passati due giorni da quando Tamao
aveva rivelato a Tsukay la sua scoperta, e nei
momenti di tregua dall’allenamento, la ragazza aveva passato la maggior parte
del suo tempo a chiedersi come la novizia del kokkuri avesse avuto accesso a
quelle informazioni. Trascorse quello che le rimaneva per fare ulteriori ricerche sui Tao, ma finì per ripassare le vecchie
nozioni.
« Niente. Niente
di niente. » sbuffò lasciando cadere sulla scrivania l’ennesimo antico volume
di famiglie sciamaniche.
« Nessuna
traccia, nessun indizio, nessun albero genealogico che ci porti a una conclusione decente… »
« Forse questi
libri sono troppo vecchi. » disse Tamao mentre ne sfogliava uno altrettanto massiccio.
« Non
credo, in questo ho trovato un albero che comprendeva anche Ren.
So che probabilmente “Kaori” è solo un nome falso, ma
non c’è nessuna ragazza che possa avere la sua età,
niente di niente. »
« Ehi, Ren aveva una sorella, giusto? »
« Sì, si è scontrata con Yoh tempo fa, me
l’hanno detto. »
Tsukay
rovistò tra i vecchi volumi sparsi sul tatami, e ne raccattò uno più grosso e
polveroso degli altri. Trovò immediatamente la pagina giusta.
« Eccolo, il
più completo albero genealogico della famiglia Tao che io abbia
rinvenuto. »
Studiò gli
ultimi rami.
« Umh, è lei. Jun Tao, una doshi. Dovrebbe avere circa diciassette
anni, non può essere lei. E comunque Yoh l’avrebbe riconosciuta. »
Lasciò
cadere il libro e si distese annoiata sul futon.
« Siamo ad
un punto morto, Tamao-chan. »
La
ragazzina parve esitare.
La guardò mordendosi il labbro inferiore, poi sospirò.
« Senti, io
studio kokkuri da molti anni ormai, eppure sono ancora una novizia…
Però, pensavo che…avresti potuto…provare…a
usarlo tu, il kokkuri. »
L’ultima
parte la pronunciò tutta d’un fiato. La sciamana si
voltò sorpresa.
« È una
cosa che si può fare? »
« Sì, ma
occorre molto potere. »
…che
dev’essere tutto ciò che a me manca.
« Ah…
Quindi, se ci provassi io, potrei ottenere altre informazioni? »
« Sì e no. »
Tamao
aprì la borsetta rosa che teneva costantemente a portata di mano, e ne estrasse un libricino del medesimo colore.
« Che significa “sì e no”? »
« Beh… Hai
mai usato il kokkuri? »
Un sorrisetto
fatale si delineò sulle labbra dell’altra.
« Hai
voglia di scherzare? Non so nemmeno cosa sia esattamente il kokkuri. »
« Okay…
Ehm… » la ragazzina si morse le labbra. « È una forma di divinazione che si
basa sulla raccolta psichica delle informazioni. »
« Oh. Ora si che è tutto chiaro. » commentò ironica Tsukay, deponendo il libro.
« Non so
come renderti l’idea, dovresti provare… »
« Bene,
proviamoci allora. »
Tamao
annuì. Sfilò un tappetino rosso dalla borsa e lo adagiò atterra,
attenta a non formare pieghe, scostando le pile di libri che invadevano il
pavimento. Poi vi adagiò sopra la borsa stessa.
« Io
funzionerò da catalizzatore… » mormorò, esitante. « Tu dovrai immergere la tua
mente nell’immagine di quella ragazza e io… io ti manderò nel mondo del
kokkuri. »
Tsukay
s’inginocchiò accanto a lei, cercando di fissarla negli occhi.
« Siamo
sicuri che non ci sia pericolo? »
« Tu
potresti riconoscere le informazioni che a me mancano. »
Evitava di
rispondere. Pessimo segno.
« Okay,
facciamolo! » esclamò la sciamana, tentando di infondersi un po’ di coraggio.
Non aveva
la minima idea di quello che stava per affrontare, e ciò la inquietava
lievemente.
...1000 years ago…
« Per
favore, mostrati! »
I grandi
occhi viola di Momoya erano dilatati dalla supplica e
dallo sforzo.
Inginocchiata
su una grossa pietra di fiume, davanti alla cascata, sporca e ferita, teneva le
mani giunte in segno di preghiera.
« Ti prego…
» mormorò rivolta alle grandi Niagara.
Per tutta
risposta, da una fessura nelle rocce si liberò un raggio di furyoku
che la colpì in pieno petto, scaraventandola nell’acqua.
La ragazza riemerse per l’ennesima volta tossendo, con qualche graffio
in più.
Non capiva.
Sul serio non capiva perché Spirit of Wind continuasse a respingerla in quel modo.
Era
abbastanza certa che la causa non fosse lo sterminio dei Fuochi Fatui che aveva
inconsapevolmente attuato la prima notte.
C’erano
momenti in cui non percepiva più se stessa, il mondo le vorticava
dolorosamente nella testa, e qualcos’altro s’impadroniva di lei.
Come quando
aveva recuperato il Quarto Sigillo, come quando aveva minacciato Mid Night, come quando aveva detto ad
Hao di conoscere il modo per aprire la Stella a
Cinque Punte.
Non era
stata lei.
Scosse la
testa e s’immerse nell’acqua fredda per scacciare quei pensieri.
Tutto
quello che poteva fare ora, era raggiungere il villaggio dei Pache con Spirit of Wind.
La
spiegazione più logica per cui lo spirito non
collaborava, era che non la ritenesse all’altezza di manovrarlo.
Ormai erano
già passati sette giorni. Non poteva permettersi di perdere altro tempo.
Si aggrappò
di nuovo alla pietra sulla quale era inginocchiata poco prima e riemerse.
Riprese in
mano la sfera che doveva fungere da veicolo e ricominciò la meditazione.
Spirit of
Wind sarebbe stato suo.
A qualsiasi
costo.
Non ho mai dubitato di farcela.
Sapevo qual era il mio destino.
Ti avrei raggiunto.
Sì…
L’avrei fatto.
*
Era come viaggiare nel mondo esterno abbandonando il proprio
corpo. Vedeva con gli occhi dell'anima e dello spirito, ogni cosa sfumata di un
azzurro leggero, e le informazioni che ricercava brillavano.
« Questo è il mondo del kokkuri. »
La voce di Tamao la raggiunse calda
nella mente.
« Dove sei? » chiese Tsukay, colpita.
« Sono collegata a te perché ti sto
tenendo la mano. Non puoi vedermi, ora. »
« Okay. Dimmi cosa devo fare. »
« Cercare informazioni sul passato di Kaori.
Da quello che sono riuscita a capire io, Kaori è il suo vero nome, mentre il cognome “Horaki” è fittizio. »
« Come avevi avuto accesso a quelle informazioni? »
La ragazzina esitò.
« Mi ero spinta troppo oltre, fino ai confini con la Cina. »
« Ehi, io sto facendo fatica adesso. E
non capisco nulla delle immagini che mi passano davanti. »
« È normale. »
« Allora perché non ci riprovi tu? »
« Quando l’ho fatto, stavo per perdere me
stessa. Ho avuto paura. »
« Ma allora è pericoloso! »
Le immagini, già scolorite e molto confuse, si mischiarono
ulteriormente negli occhi della sciamana.
« Non ti agitare! Bisogna restare calmi e avere fiducia in se
stessi. »
« È una parola. »
Cercò di mantenere ferme le iridi, e viaggiò in lungo e in largo
con il suo corpo privo di materia.
Si spingeva lentamente sempre più avanti.
« Stai andando benissimo! » la incitò Tamao,
sorridente.
Tsukay sorrise, o almeno credette di farlo.
Proseguì.
Tao. Kaori. Ren.
Queste erano le parole su cui si concentrava.
Parevano esserci un’infinità d’informazioni su “Tao” e “Ren”.
Nessuna su Kaori.
Poi, una luce prese a brillare di più.
Tsukay la seguì.
Kibya non aveva potuto seguirla nel mondo del
kokkuri, e senza di lei, le cose si rivelarono più difficili.
Ce la farò, si disse mentalmente.
Ma più si avvicinava a quella luce, più avanzare
le risultava pesante e difficile.
Finché non fu abbastanza vicina, e allora quella fonte
luminosa prese a tirarla a sé come una furia.
Cercò di resistere, presa dal timore.
« Tamao! »
Nessuna risposta.
« Tamao, dove diavolo sei finita?! »
Fu inutile.
Quella… cosa la
risucchiò dentro, in un vortice di emozioni orribili e
spaventose.
Tamao era stata sbalzata fuori dal
collegamento.
Quando si era risvegliata, stava ancora stringendo le
dita di Tsukay.
La castana, però, era stesa sul tatami, priva
di sensi.
Provò a chiamarla, ma quella non si mosse. Respirava appena.
Colta dal terrore, si fiondò di sotto a chiamare Anna e Yoh, prima di ricordarsi che quest’ultimo era stato
convocato per il suo ultimo incontro, e Anna non aveva voluto
restare a casa ad aspettarlo.
« Preferisco andarmene.
» aveva
detto, con la sua solita espressione scocciata.
Stranamente, nemmeno Pirica e Horo Horo
erano in casa.
« Che cosa faccio…? » biascicò,
scivolando a terra, presa dallo sconforto.
Aveva paura di aver condannato a morte l’amica.
Si trascinò fino al frigo, e ne trasse una bottiglia d’acqua
gelida, poi salì le scale, appesantita dal terrore di trovarla morta nella loro
stanza.
Tsukay non era morta, respirava
ancora.
Tamao le versò alcuni schizzi d’acqua sulle guance.
« Ti prego… ti prego, svegliati… »
gemette, cominciando a piangere.
Come se l’avesse sentita, la ragazza ritornò in sé di colpo,
sussultando e respirando affannosamente.
La più piccola sgranò i grandi occhi rosati, e passò qualche
secondo immobile prima di abbracciarla di slancio.
« Tsukay! Mi hai spaventato a morte! »
gridò, le guance rigate di lacrime.
La sciamana ci impiegò alcuni istanti
prima di mettere nuovamente a fuoco la situazione.
Sorrise appena.
« Credo… di essere stata nella mente di Kaori.
»
Tamao si staccò da lei e la fissò.
« Stai scherzando? »
L’altra scosse la testa.
« No. All’inizio mi respingeva, poi mi ha
risucchiato. È stato orribile. Non ho mai visto tanta tenebra. »
« Come hai fatto ad uscire? »
« Credo mi stessi spingendo troppo in là,
perché alla fine mi ha spinto fuori. »
Kibya comparve, fluttuando a pochi metri dal pavimento.
« Cos’hai saputo? »
Tsukay trasse un profondo respiro.
« Ren Tao e Kaori
sono cugini. »
*
« Ci si rivede. » disse Yoh, allegro.
« Già. Finalmente. » sibilò lo sciamano cinese, impugnando già
l’arma.
I due si fronteggiarono, ascoltando il frusciare del vento nella
foresta circostante.
Il sole stava tramontando, tingendo il cielo di un arancione
brillante e nostalgico.
« Sembra che alla fine, solo uno di noi due passerà alla fase
successiva. »
I profondi occhi gialli dell'avversario si fissarono sui suoi,
senza lasciargli possibilità si sfuggire a quello sguardo.
« Yoh Asakura.
Questa notte, qui, tu morirai. »
Altre iridi, arrossate da anni di agonizzante
dolore, seguivano l'incontro.
Vuote come quelle di un morto, trasparenti come
quelle di uno spirito.
…1000 years ago…
Nuda, infreddolita e stanca, Momoya
fissava la cascata, decisa.
Nelle sue orecchie, il rumore assordante di acqua
che incontrava altra acqua.
« Uccidimi. »
L’acqua continuò a scorrere.
« Uccidimi, e combatterò con te da spirito a spirito. »
Ancora nessuna risposta.
« Uccidimi! » gridò ancora la ragazza, sovrastando il frastuono.
Presa dalla foga, entrò in acqua, ignorando gli scogli appuntiti
che le ferivano i piedi, e corse verso il Niagara.
Sotto la cascata.
Tanto forte da stordirla.
Uccidimi, fallo adesso.
E finalmente, lo spirito si mostrò.
*
Gli Oracle Bell
suonarono.
Tutti quelli ancora attivi, presero a trillare insistentemente
nello stesso istante, rumorosi come non erano mai stati.
« Ci siamo. » sussurrò Silva all’amico, dall’alto di un tetto.
« Sì. Ormai c’è solo un Oracle Bell che deve ancora attivarsi. »
Gli sciamani ancora in gara erano stati avvertiti.
Dovevano radunarsi. Erano pronti. La seconda fase del torneo stava
per iniziare.
Tamao abbracciò Tsukay,
prima che lei e Kibya uscissero di casa, correndo
contro la sorte, felici e ansiose allo stesso tempo al punto di piangere.
Horo Horo riemerse dai boschi e andò a prendere la sorella, rimasta
ad aspettarlo.
Ryu sorrise ed ammiccò all’indirizzo di Yohmei Asakura, mentre Mikihisa gettava uno sguardo distratto al suo polso.
Sciamani di tutte le età, di ogni razza e
potenza, si avviarono alla grande arena di Tokyo.
Una lunga chioma scura venne scossa.
« Signor Hao…? »
« Dimmi, Opacho. »
« È ora. »
Sorriso.
« Già. Andiamo. »
*
Jun Tao si grattò il braccio, nervosa.
« Ti prego, padre. Devi ascoltarmi. Ren…
»
Ren diventerà Shaman King.
Ren vendicherà la famiglia
Tao.
Esitò.
Il mostro davanti a lei sembrò finalmente rivolgerle uno sguardo.
« Parla, se vuoi parlare. »
Muori, se
vuoi morire.
Ma questo, i Tao non lo chiedevano mai.
« Ti chiedo di lasciarlo libero. »
L’essere gigantesco si mosse appena, nell’ombra.
« Libero? »
« Sì… » Jun si morse il labbro e
continuò, decisa. « Tu non hai capito quanto gli ideali che gli avete inculcato da piccolo lo stiano facendo soffrire. »
Attese una risposta che non arrivò, quindi riprese
parola.
« Lui in realtà è un ragazzo dolce e riservato,
ma tutte le morti a cui ha dovuto assistere fin da bambino, tutto questo
non gli ha insegnato altro che a distruggere tutto. »
Un sottile ringhio la raggiunse.
« Jun. Tu non credi più negli ideali di
questa famiglia. »
« Io… »
« Pensi che quello che facciamo sia sbagliato. »
La ragazza abbassò gli occhi, spaventata e risentita.
Ma non si perse.
« È così. Mi dispiace. »
Sospiro.
« Quindi tu ti ribelli. Mi hai molto
deluso, figlia mia. »
« Aspetta padre, io non… »
Prima che potesse finire la frase, una delle tombe agli angoli
della stanza si scoperchiò, e un kyonshi balzò verso
di lei, la lama che riluceva orribilmente.
Pyron si scaraventò nella stanza velocemente,
demolendo il cadavere con un calcio un attimo prima
che questo colpisse la doshi.
« Vedo che hai riparato il tuo giocattolo. » sibilò l’uomo.
« Jun, stammi vicino! »
Lei capì che ormai ogni possibilità di parlare con il padre era
sfumata, e sfilò i talismani dal nastro sulla coscia, pronta a combattere.
Tutte le tombe si aprirono.
En Tao sogghignò, viscido.
« Vediamo quanto vali, figlia mia. »
*
« Sono entrambi fortissimi! »
Horo Horo si agitava davanti allo schermo, saltellando qua e là in preda
all’eccitazione.
« Smettila fratellino, stai disturbando
gli altri! » sbuffò Pirica.
« Che m’importa degli altri! Io voglio
vedere l’incontro di Yoh e di quel cinese scorbutico!
»
In quel momento, Ren dimostrò tutta la
potenza del suo nuovo over soul con un colpo
accecante che colpì in pieno l’avversario.
« Accidenti, Yoh! »
Tsukay dovette far ricorso a tutto il suo
autocontrollo per non alzarsi dal suo tavolo e correre
ad attaccarsi allo schermo.
Horo Horo non ci provò nemmeno.
« YOH!! »
Il colpo alla testa della sorella lo mandò al tappeto.
« Adesso smettila, hai gridato
abbastanza! Siediti! »
Obbediente e dolorante, il ragazzo eseguì, prendendo posto vicino a Tsukay.
« Certo che Ren è
davvero spaventoso. Mi chiedo ancora come tu l’abbia
sconfitto… »
« Ti ripeto che non l’ho sconfitto! » disse la sciamana,
esasperata. « Anzi, la sua potenza era nettamente superiore alla mia. Spero tanto che Yoh ce la faccia. »
Kibya e Kororo si voltarono a guardare
la folla di sciamani dietro di loro.
Ce n’erano di davvero spaventosi.
L’ainu sorrise.
« Ce la farà, vedrai. Non per niente, mi
deve la rivincita. »
« Già. E poi anch’io voglio combattere
contro di lui. »
« Certo che vincerà. Yoh
deve diventare Shaman King.
» sorrise Manta.
Avrebbe voluto essere al fianco di Yoh,
in quel momento, ma era stato lo sciamano stesso a
chiedergli di aspettarlo al raduno.
Non voleva che venisse coinvolto, non di
nuovo.
« Ma che diavolo dici?! Sarò io a diventare Shaman
King! » sbraitò Horo Horo, senza accorgersi che, nel
frattempo, il moro si era rimesso in piedi e aveva colpito Ren
Tao, facendolo cadere dal cavallo bianco che si era portato dietro.
« Vi ricordo che ci sono anch’io. » s’intromise Tsukay, accigliata.
« Se, se. »
Lei gli scoccò un’occhiata ardente.
« Che vorrebbe dire “se, se”?! Non mi ritieni in grado di diventare Shaman
King, solo perché sono una ragazza?!
»
« Beh… più o meno. »
« COSA?! »
La sciamana balzò sul tavolo e gli fece per allungargli un pugno.
Lui si slanciò indietro per schivarlo, ma la sedia perse l’equilibrio e lo
mandò lungo disteso.
*
Contemporaneamente, Yoh andò a terra
un’altra volta.
Cominciava ad essere difficile, e il suo livello di furyoku calava pericolosamente.
Doveva trovare il modo di chiuderla al più presto.
« Arrenditi. » sibilò Ren Tao, mentre si
avvicinava per vibrargli l’ultimo fendente. « Con me non hai speranze. »
Il ragazzo sorrise appena.
« Amidamaru? »
« Dimmi, Yoh.
»
« L’ultimo colpo dovrà essere quello decisivo. »
Sentì lo spirito del samurai concentrarsi.
Poi, il ragazzo pronunciò una formula in cinese, e il suo oversoul si caricò di tutta la potenza del suo furyoku.
« AMIDARYU…! »
L’Harusame venne
pervasa dal massimo del suo potere.
I due accecanti oversoul si scontrarono.
E la notte esplose.
Continua…
Che dire? Prima di tutto ringrazio di cuore la Shark e Krisma
per aver commentato il capitolo precedente. Vi adoro!!
Ringrazio anche tutti quelli che mi hanno letto e i
pochi che mi leggeranno.
Con il prossimo capitolo, ho intenzione di chiudere
almeno la prima parte della
storia.
Se l’ispirazione dovesse
tornare, proseguirò con la seconda, che riguarderà interamente la famiglia Tao.
Il discorso finale, lo lascio per il prossimo
capitolo! XD
=kiss=