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Autore: inevitable_vale    02/01/2015    4 recensioni
Alex Vause a 26 anni si ritrova a lavorare in un college come assistente. Non sa che quel luogo
e quell'annata, le cambieranno la vita. Così come cambierà la vita di Piper Chapman, finita nel college che i suoi genitori hanno voluto che lei scegliesse.
Genere: Comico, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Vause, Altri, Piper Chapman
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Mentre scrivevo questo ultimo capitolo, stavo ascoltando "Alone Together" di Daley ft. Marsha Ambrosius. 
Ringrazio chi ha seguito questa storia e mi scuso se vi ho fatto aspettare così tanto per quest'ultimo capitolo. Ho deciso di finirla così, dopo tanto tempo a rifletterci. 
Sento di non averla sviluppata esattamente come volevo, forse perché è la prima volta che scrivo una storia, forse perché scrivere non è il mio forte! Comunque, ho già qualche altre idea per la testa, magari qualche one-shot. ♥ 

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Mancavano poche e ore e sarebbero arrivate a Tahiti, come promesso. La guardava dormire, con la testa appoggiata al finestrino e la mano stretta nella sua. La guardava e pensava, le sfiorava il dorso della mano con il pollice e s'interrogava. Come avrebbe reagito se le avesse confessato cos'era che la teneva spesso lontana da lei? Piper era tendenzialmente avvezza ad ogni tipo di pericolo, ad ogni tipo di comportamento illegale. Aveva persino paura di parcheggiare in divieto di sosta. Cosa avrebbe pensato di Alex se questa le avesse confessato di essere implicata in un cartello internazionale di droga? La voce del pilota che annunciava l'arrivo a destinazione la distolse dai suoi pensieri e la soffice voce di Piper le fece alzare gli occhi verso di lei. Le si avvicinò, con il suo mega sorriso assonnato, le diede un tenero bacio sulla guancia, al quale Alex rispose con un sorriso e un bacio sulla mano che aveva nella sua.
- “Buongiorno?”
- “Sono le 4 di pomeriggio..”
- “Buona sera, allora?”
- “Un po' presto per la sera?”
- “Ciao?”
- “Ciao.” - la guardò sorridendo, e in quel momento capì che probabilmente non sarebbe mai stata in grado di confessarle il suo segreto; perdere quel sorriso, quel modo in cui la guardava e teneramente la stringeva a se, non poteva permetterselo.  Scesero dall'aereo, mano nella mano, recuperarono le loro valigie e presero un taxi. Arrivate in albergo Alex accese il suo cellulare dove trovò due chiamate perse da parte di Fahri. Fece segno a Piper che andava a chiedere qualcosa alla reception e uscì. Piper, entusiasta, non fece molto caso al cambiamento d'espressione di Alex e cominciò a sistemare le sue cose. Era tutto così perfetto, Alex era così perfetta. Non c'era niente fuori posto. Era tutto ciò che una persona potesse sognare.

Fahri voleva proporle un lavoro. Sarebbe dovuta andare a Londra per qualche giorno. Era qualcosa di importante. Quando Alex gli disse che non era a New York, senza precisargli dove, e che quindi non poteva accettare, sentì un po' di delusione nella voce dell'uomo. Si sentì come se avesse tradito la sua fiducia, come se avesse perso parte della sua stima. Ma capì anche che quella vita, quel 'lavoro' sarebbe stato un continuo spostarsi, abbandonare tutto e tutti senza poter spiegare. Iniziava a vederne i lati negativi. La riflessione ricominciò, ma fu di nuovo interrotta, sta volta da un caldo abbraccio alle sue spalle e dal calore del respiro di Piper sul suo collo. Unì le sue mani a quelle della bionda, girò il volto verso di lei e le sorrise.
- “Andiamo in spiaggia? E' una giornata meravigliosa!” - Piper era entusiasta, felice, al settimo cielo.
- “Ma certo. Sei già pronta?” - le chiese Alex, che fu coinvolta in quell'entusiasmo, scordandosi completamente di ciò che la stava turbando.
- “Io si! Tu, sbrigati o ti lascio qui!” - Alex sorrise di nuovo, stretta nell'abbraccio di quella ragazza così gioiosa e affettuosa. Si andò a preparare e dopo qualche minuto raggiunse Piper in spiaggia. Era davvero una giornata perfetta, era piena di amanti, amici, bambini. Era come vivere in un mondo a parte, dove nessuna preoccupazione esisteva, dove nessuna sveglia suonava, dove il mondo reale non ti buttava giù giorno dopo giorno. Era come rinascere. Quell'isola, quel sole, e quella ragazza che l'aspettava...erano un paradiso terrestre. Stese il suo telo da mare al fianco di Piper, che alzò la testa e la scrutò con un accenno di sorriso.
- “Cosa?” - le chiese Alex.
- “Sei...bellissima.” - le disse Piper. Alex si sdraiò al suo fianco, si avvicinò al suo orecchio e le rispose.
- “Anche tu.” - sorrise anche lei, le diede un bacio casto sulla guancia. Ma a Piper non bastava e la baciò sulle labbra, con iniziale timidezza e poi con passione. Chiamare paradiso quel momento era poco. Il sole sulla pelle, la leggera brezza tra i capelli, il sapore di Piper sulla sua bocca. Nient'altro contava, nient'altro l'avrebbe distratta. Quando il bacio venne interrotto da Piper, sembrò come svegliarsi. Il paradiso però era ancora lì, in quegli occhi blu che la guardavano con amore, in quelle mani che le sfioravano il viso.
- “Mi ami?” - chiese all'improvviso Alex.
- “Più di ogni altra cosa.” - fu la risposta di Piper.
- “Riusciresti ad amarmi qualsiasi cosa succeda?” - Alex chiese seriamente.
- “Non riuscirei ad immaginare di non amarti.” - rispose ancora più sicura Piper. Si avvicinò di nuovo per baciarla, questa volta senza timidezza.
- “Mi ameresti anche se stessi facendo qualcosa di sbagliato?” - a questo quesito, Piper guardò Alex con una luce diversa, chiedendosi cosa stesse intendendo.
- “Che hai fatto?” - questa volta, la risposta di Piper fu diversa. A quel punto Alex notò il cambio di espressione della ragazza e si sentì gelare il sangue, nonostante fossero sotto il sole bollente di Tahiti.
- “Ho prenotato solo per una settimana, mi ami comunque?” - cercò di sviare tutto, non era pronta a confessare. Forse non lo sarebbe mai stata. Forse doveva solo mollare tutto e vivere semplicemente con Piper. Forse doveva mollare Piper? No, non riusciva ad immaginarsi senza di lei.
- “Un po' di meno!” - fu la risposta di Piper che con un finto broncio sorrise, e ritornò tranquilla anche se, dentro sé sentiva che Alex intendeva altro. Ma non voleva rovinare quel momento. Alex si avvicinò di nuovo alla sua bocca e sorridendo incominciò a baciarla di nuovo.

Dopo un'intera giornata l'una nelle braccia dell'altra, ad amarsi e a volersi più che mai, le due erano stanche e dormire fu la cosa più naturale del mondo. Caddero in un sonno profondo abbracciate e Piper si svegliò esattamente come si era addormentata, con la faccia immersa nel collo di Alex e nel suo caldo abbraccio. Guardò l'ora ed erano le 11 di mattina. Si girò ad osservare la mora al suo fianco, che si era svegliata e la guardava pensierosa.
- “Dillo.”
- “Cosa?”
- “Lo so che vuoi dirmi qualcosa..”
- “Chiederti qualcosa..”

- “Vai, ora o mai più..” - le disse Alex sorridendo e recuperando i suoi occhiali sul comodino al suo lato. La strinse di più a se, la baciò sulla guancia e rimase in attesa di quelle parole che sapeva, avrebbero cambiato tutto perché non avrebbe potuto mentirle. O ci avrebbe potuto provare ma sarebbe stato impossibile mentirle con gli occhi, Piper l'avrebbe capito.
- “Dimmi cos'è quella cosa sbagliata che stai facendo.” - fu seria, quelle parole furono come una freccia che squarcia perfettamente l'obiettivo. La guardò negli occhi, non sorrise più. Piper era in attesa e aveva come la sensazione che questa volta non poteva mentirle.
- “Potrei essere immischiata in qualcosa di illegale.”
- “Potresti? Come fai a non saperlo? E quanto illegale?” - Piper la interrogò. Alex sospirò, non riusciva più a guardarla negli occhi.
- “Qualche mese fa ho conosciuto una persona che mi ha offerto un lavoro, un lavoro non esattamente legale.”
- “E..?”
- “E l'ho accettato dopo un periodo di incertezza.”
- “Quindi tutti questi viaggi, queste assenze..sono dovute a questo lavoro?”
- “Si.” - Alex finalmente si girò per guardare la ragazza al suo fianco. La sua voce non era dura, non era neanche dolce come al solito. Piper voleva solo capire.
- “Cos'è?” - Piper ruppe quel breve silenzio, catturando gli occhi di Alex nei suoi.
- “Droga.” - fu l'unica cosa che Alex riuscì a dire, con quegli occhi puntati addosso, la cui reazione la spaventava più di quanto una pistola puntata in quel modo l'avrebbe spaventata. Piper rimase spiazzata, pensierosa, si vedeva che non sapeva più cosa dire.
- “Dì qualcosa, ti prego.” - Alex la implorò, portando una mano sulla guancia della bionda a pochi centimetri da lei.
- “Alex...che devo dire?” - la faccia di Piper era dubbiosa, combattuta, non sapeva davvero che dire. Ad un certo punto, ritrovò le parole ed esplose.
- “Sei in pericolo? Potrei essere in pericolo? Hai intenzione di continuare? Io non so...non so se potrei sopportare l'ansia di saperti in pericolo.”
- “Non credo, non lo so. La mia unica paura è quella di perderti, del resto non m'importa.”
- “E allora perché ti sei messa in questa posizione? Lo sai che nulla di buono può venir fuori da questa cosa!” - Piper si alzò e si mise seduta sul letto, guardando Alex che la seguì nei movimenti.
- “Non lo so. Non l'ho vista come un problema, come qualcosa di brutto...finché non ho pensato a te. E chiaramente avevo ragione. La cosa non ti piace.”
- “Per niente! La cosa mi spaventa.”
- “Pipes...”
- “Cosa?”
- “Non devi aver paura...non farei mai niente per metterti in pericolo.”
- “Tu no, ma che succede se ti sfugge tutto di mano? Non dipende da te, Al!” - Alex fu spiazzata da quelle parole, davvero. Fino a quel momento aveva ignorato tutto, tutti i pericoli. Tutte le negatività. Piper notò quell'indecisione, quel cambio di espressione.
- “Non dirmi che non ci avevi pensato. Che hai in testa?”
- “Non lo so...sembra tutto perfetto, facile. Lo è infatti.”
- “Perfetto?”
- “Si.” - le due rimasero in silenzio, a scrutarsi attentamente.
- “Io non so se posso...”
- “Se puoi cosa, Pipes?” - Alex in quel momento ebbe paura. Più paura di quando la valigia non arrivava e tutto sembrava incasinato.
- “Saperti in pericolo! Potrebbero arrestarti, o peggio...non so se posso sopportare una vita così, sempre con l'ansia di non rivederti e di vederti andare via per sempre.” - Alex fu mossa da quelle parole. Pensava che Piper si sarebbe fatta più problemi per l'illegalità della cosa e non per la sua pericolosità. La cosa la ferì ancora di più. Solo in quel momento capì quanto aveva sbagliato. Quanto quella strada dall'apparenza scorrevole e perfetta fosse invece ingannevole e sbagliata. Fu come svegliarsi all'improvviso, come veder sparire all'improvviso un'oasi nel deserto. Ritrovarsi nella realtà.
- “Che faccio ora?” - Alex era persa. Era come vedere il suo castello di carte disfarsi, come vedere crollare un palazzo di fronte ai suoi occhi. Piper la strinse a se, Alex la strinse più forte, come ad aggrapparsi ad un'ancora per evitare di sprofondare in quell'abisso di incertezze che in pochi minuti era diventata la sua vita.
- “Risolveremo tutto, insieme.” -  Le sussurrò Piper all'orecchio, guardandola negli occhi e sorridendole. Lì, in quel paradiso terrestre, le due si preparano ad affrontare l'inferno da sole ma insieme, senza dirselo. Non sapevano esattamente come si davano le dimissioni da un cartello internazionale di droga. Ma loro due c'avrebbero provato, sicure di avere almeno una spalla su cui appoggiarsi nelle difficoltà. Se le cose si fossero messe male, sarebbero sparite insieme. Avrebbero ricostruito il loro paradiso ovunque; bastava essere l'una nelle braccia dell'altra, legate nel profondo, unite da uno sguardo che ormai le incatenava dolcemente. Nulla era impossibile finché l'una era al fianco dell'altra, insieme

   
 
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