Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar
Segui la storia  |       
Autore: tilia    02/01/2015    4 recensioni
[Skipper x Hans, anche con piccoli accenni Clemson x Savio]
Ma fa una visita e iniziano i guai.
Dal testo:
[...] "Chiedile perché è qui"
"Ma Skipper non è educato, magari è venuta solo a farci una visita" sussurrò Soldato innocentemente.
"Ma se lei è qui, vuol dire che Hans è a piede libero"
[...] Spalancò frettolosamente l'ultima porta e si accorse che a differenza delle prime non era affatto illuminata, era buia, l'aria era pesante e calda. Quello stuzzicò ancora di più la sua curiosità. Avanzò di qualche passo mentre i suoi occhi si abituavano all'oscurità. Finalmente intravvide un letto e i contorni dei mobili. Era una camera, per l'esattezza quella di Hans.
[...] "Adesso torna a letto"
Stranamente Hans sorrise e rispose "Sì, mamma"
Il pinguino avvertì nuovamente le guance avvampare, se prima pensava che il pulcinella fosse insopportabile si doveva ricredere, in quel momento era molto peggio. Tuttavia respirò profondamente per calmarsi chiudendo gli occhi. Hans lo guardava divertito, mentre lentamente tornava al letto.
Il pinguino sentì un tonfo e riaprì immediatamente gli occhi, notando che il pulcinella era steso a terra. Immediatamente si portò a suo fianco e lo aiutò a rialzarsi. Hans era di nuovo bollente.
_
Buona lettura!
Tilia =|=
Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Hans, Skipper
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il tormento di non sapere che provi amore -cap2 Il tormento di non sapere che provi amore
Seconda parte



Spalancò frettolosamente l'ultima porta e si accorse che a differenza delle prime non era affatto illuminata, era buia, l'aria era pesante e calda. Quello stuzzicò ancora di più la sua curiosità. Avanzò di qualche passo, mentre i suoi occhi si abituavano all'oscurità. Finalmente, intravvide un letto e i contorni di mobili. Era una camera, per l'esattezza quella di Hans.

Il pinguino sentì le guance avvampare e s'affrettò ad uscire, ma all'ultimo secondo avvertì un leggero gemito, come di chi è disturbato nel bel mezzo di un riposino.
Skipper individuò la figura ancora dormiente della pulcinella e rimase immobile. Era la prima volta che si trovava in una situazione così imbarazzante, se Hans si fosse svegliato con lui nella sua stanza, chissà cos'avrebbe pensato.
 Aveva fatto il suo dovere, poteva andarsene. Si voltò e uscì silenziosamente dalla porta, ma all'ultimo secondo qualcuno borbottò "Skipper?"
Si era svegliato. Si costrinse a rimanere calmo, anche se iniziò a sudare freddo.
Cosa poteva inventarsi?
"Non è come sembra..." s'affrettò a rispondere il pinguino.
"Diavolo, devo avere la febbre alta per sognarti anche" non lo lasciò finire il pulcinella. Si alzò barcollando dal letto e gli si avvicinò. Aveva il volto arrossato e sembrava parecchio pallido. Lo picchiettò con un'ala per controllare che fosse davvero lui. Skipper reagì d'istinto e lo immobilizzò prendendolo alla sprovvista.
"Aspetta, questo è uno dei sogni dove mi picchi o dove..."
"Non è un sogno" lo interruppe il pinguino preoccupato di sentire la fine della frase. Avvampò ancora di più. Hans non sembrava disturbato della sua presenza, anzi, era quasi tranquillo, forse, complice il fatto che credeva fosse un sogno.
"Sì, certo" sospirò Hans "Skipper non sarebbe qui"
"Invece  ci sono" ribatté il leader lasciandogli finalmente andare le ali. Non gli piaceva quello strano comportamento e neanche le goccioline che imperlavano la fronte del pulcinella.
"Cavoli, delirio bello tosto questo" commentò Hans strofinandosi la fronte stancamente. Iniziava a ritornare tutto confuso. In particolare la sua vista di stava facendo sempre più sfumata. Skipper fu costretto ad afferrarlo prima che crollasse a terra a peso morto. Il pulcinella aveva il volto cinereo, ma  in compenso sembrava stesse andando a fuoco. Il pinguino gli appoggiò delicatamente una pinna sulla fronte: bruciava.
Lo riportò a letto. Notò che le coperte erano state arrotolate in modo da ricordare vagamente la forma di un nido.
Hans aprì ancora gli occhi dorati deliranti e sospirò "Non mi è andata troppo male" ridacchiò e ritornò a dormire, ma il suo sonno era agitato.
Skipper si guardò intorno confuso, non poteva davvero pensare di aiutare il pulcinella. Magari, poteva tornare da Ma e avvertirla che Hans stava male, ma ci avrebbe messo come minimo due ore, una ad andare ed una a tornare, e in quei centoventi minuti poteva accadere di tutto. Si sentiva male al solo pensiero di lasciarlo in quelle condizioni da solo per un tempo così lungo. Poteva chiedere a Lulu di dargli un occhiata, ma non se la sentiva di coinvolgere anche lei.
Il pulcinella si agitò nuovamente nel letto e si arrotolò nelle lenzuola formando un bozzolo di coperte tremanti. Aveva la febbre molto alta.
Skipper sospirò, si sarebbe preso lui cura del pulcinella, ma solo in via del tutto eccezionale.
"Ok, per prima cosa abbassiamo la temperatura" sospirò il pinguino dirigendosi verso il bagno che aveva intravvisto prima. Prese con massima cura degli strofinacci e riempì una bacinella d'acqua ghiacciata, poi prese dal frigorifero tutto il ghiaccio che trovò.
Sperava solo non peggiorasse o riprendesse abbastanza lucidità da accorgersi che non era un sogno. Glielo avrebbe rinfacciato a vita, tremava al solo pensiero.
Prese il ghiaccio e lo mise nella bacinella. Velocemente iniziò a lavorare. Notò che il pulcinella era ancora arrotolato nel suo morbido guscio di lenzuola. Delicatamente iniziò a districarlo, senza ottenere assolutamente la sua collaborazione, anzi sembrava Hans non ne volesse proprio sapere di uscire.
Finalmente, il pinguino riuscì ad appoggiare la salvietta ghiacciata sulla sua fronte, senza perdere il controllo e strangolarlo.
"Mh..." mugugnò disturbato il pulcinella ricominciando ad agitarsi. Skipper lo trattenne, prima  potesse far cadere il ghiaccio.
"Hans, basta, stai fermo" sbottò infine il pinguino lasciandolo lentamente andare, quando fu sicuro non tentasse più di divincolarsi.
"Skipper" mormorò il pulcinella. Non era abbastanza lucido per capire la situazione, ma aveva comunque riconosciuto la sua voce.
"Sì, sono io. Adesso, fammi un favore, stai fermo!" ribatté il leader. Hans parve comprendere, perché lentamente si tranquillizzò. Almeno, finché il pinguino non cambiò la salvietta sulla fronte con un'altra fredda.
Gemette nuovamente e tentò di muoversi, ma fu nuovamente bloccato da Skipper, che non capiva assolutamente il malessere della pulcinella.
"Hai freddo?" chiese avendo un'improvvisa illuminazione.
Il corpo del pulcinella era scosso dai brividi, non riusciva assolutamente a controllare i tremori. Skipper lo coprì con una terza coperta, ma non ottenne risulti. Hans aveva iniziato a lamentarsi più frequentemente, sembrava patire molto il freddo.
"Skipper" mugugnò per l'ennesima volta in un improvviso sussulto.
Il leader lo guardò confuso, stava tremando, eppure se toccava la sua fronte era bollente.
"Ho freddo" borbottò il pulcinella riuscendo finalmente a far scivolare via la salvietta ghiacciata. Si rannicchiò su se stesso e rimase in posizione fetale per niente intenzionato a spostarsi.
Il pinguino iniziava seriamente a perdere la pazienza, già non voleva essere lì, se poi si sforzava di compiere una buona azione e Hans non collaborava, i suoi nervi erano messi a dura prova.
"Hans, per favore" ringhiò il leader riprovando ad appoggiargli una salvietta ghiacciata sulla fronte bollente, senza, però, ottenere grandi risultati.
"Hans" ripeté questa volta cambiando minacciosamente tono di voce. Il pulcinella per tutta risposta si rannicchiò ancora di più sotto le coperte.
Skipper era esasperato ancora un po' e gli sarebbe venuta una crisi di nervi. Il pulcinella si stava comportando peggio di un bambino capriccioso, più di quanto già non facesse normalmente.
"Se questo è un tuo complotto per farmi perdere la calma, sappi, ci sta riuscendo benissimo"  sbottò, infine, stringendo la salvietta fradicia fra le pinne. Doveva mantenere i nervi saldi, dopo tutto quello che aveva passato, non poteva perdere contro una misera influenza.
Sospirò e si sedette a fianco del pulcinella sul letto, il quale non parve per niente disturbata, anzi, alla fonte di calore improvvisa allungò un'ala. Skipper colse la palla al balzo e delicatamente riappoggiò  la salvietta sulla sua fronte.
Hans finalmente non si spostò, ma catturò rapidamente il pinguino in un abbraccio bollente e lo trascinò giù.
Skipper sentì le guance avvampare. Se qualcuno fosse entrato in quel momento sarebbe morto dalla vergogna.
"Dai, Hans, staccati" borbottò tentando di divincolarsi dallo stretto abbraccio. Il pulcinella non ne voleva proprio sapere, strinse di più la presa e affondò il becco nelle piume del petto del pinguino.
La faccenda si stava davvero sempre più imbarazzante, specialmente per Skipper che, non sapendo più che pesci pigliare, lo lasciò fare. Era immobile dalla vergogna, sentiva Hans dormire appoggiato delicatamente al suo petto e non riusciva a pensare lucidamente.
Avvertiva il calore diventare inesorabilmente troppo da sopportare. Finalmente, con un movimento rapido delle pinne riuscì a sfuggire dall'abbraccio e rotolò a terra.
Mai più dare occasioni simili al nemico, anche se addormentato. Questo se lo sarebbe ricordato per sempre. Rimase sul pavimento ansimando leggermente, mentre finalmente le guance smettevano lentamente di bruciare. Aveva gli occhi spalancati nella semi-oscurità dell'ambiente.
"O-ok, non è successo nulla" farfugliò tentando di calmare i tremori diffusi per tutto il corpo. Doveva solo respirare profondamente e tutto si sarebbe sistemato.
Lentamente si rialzò e per un secondo il suo cuore perse un battito. Hans aveva gli occhi aperti e lo guardava confuso.
"Skipper?" domandò con un sussurro. Debolmente alzò un'ala e si strofinò gli occhi per tentare di ritornare a vederci chiaramente.
"Torna a dormire Hans" ordinò con il suo migliore tono autoritario.
"Che ci fai qui?" chiese il  pulcinella rizzandosi a sedere barcollando, ignorandolo completamente. Aveva un terribile mal di testa. Decisamente non aiutava avere un frenemy nella propria casa, senza assolutamente sapere come ci fosse finito.
"Mi ha mandato Ma" ammise immediatamente Skipper. Prese in analisi l'opzione di uscire velocemente dal rifugio e battere in ritirata, tanto dubitava che in quelle condizioni lui fosse in grado di seguirlo.
"Ah, adesso ho capito" borbottò Hans "Perché io stavo sognando che io e te eravamo..."
"Era solo un sogno" tagliò corto Skipper avvampando. Il pulcinella lo guardò evidentemente confuso, ma non ribatté. Il pinguino si chiese quanto avesse ancora di febbre per essere in un simile stato, sicuramente meno di prima, ma comunque abbastanza per essere considerata pericolosa.
"Skipper, perché non te ne vai?" chiese improvvisamente Hans riaprendo gli occhi momentaneamente socchiudi.
Il pinguino spalancò gli occhi, non credeva sarebbe stato cacciato in  un simile modo. In qualche modo sentì di esserne deluso.
"No, aspetta, non hai capito" si scusò il pulcinella saltando giù dal letto sfatto, evidentemente aveva visto la sua delusione.Hans barcollò pericolosamente non appena atterrò a terra, ma si portò comunque di fronte al pinguino "Intendevo, perché..." s'interruppe ancora strofinandosi le tempie bollenti, non riusciva a trovare le parole giuste "Insomma, perché sei rimasto qui ad aiutarmi?" terminò, infine, incuriosito.
Skipper fu colto alla sprovvista, sia perché erano ad una distanza considerevolmente ridotta, sia per la domanda. Ci mise un po' per formulare la risposta "Io non sono come te, non abbandono la gente nel momento della difficoltà, non potevo lasciarti in quelle condizioni"
Il pulcinella soppesò per un secondo le sue parole "Questione di...come si dice? Codice morale?" chiese ancora, c'era un certo sarcasmo nel suo tono.
"Qualcosa del genere" annuì Skipper dileguando la faccenda e si allontanò di un passo "Adesso torna a letto"
Stranamente Hans sorrise e rispose "Sì, mamma"
Il pinguino avvertì nuovamente le guance avvampare, se prima pensava il pulcinella fosse insopportabile si doveva ricredere, in quel momento era molto peggio. Tuttavia, respirò profondamente per calmarsi chiudendo gli occhi. Hans lo guardava divertito, mentre lentamente tornava al letto.
Skipper sentì un tonfo e riaprì immediatamente gli occhi, notando il pulcinella era steso a terra. Immediatamente si portò a suo fianco e lo aiutò a rialzarsi. Hans era di nuovo bollente, se anche prima la temperatura di poco era scesa, in quel momento era di nuovo troppo alta.
"Ti avevo detto di rimanere a letto" sbottò irritato il pinguino rimboccandogli le coperte.
"E dove sarebbe stato il divertimento?" chiese ridacchiando il pulcinella, socchiudendo di nuovo gli occhi. Aveva freddo.
La febbre era ancora alta. Skipper gli mise una pinna sulla fronte e sospirò, non era affatto scesa.
"Come mi devo ridurre per ottenere le tue attenzioni" sospirò, improvvisamente, malinconico Hans chiudendo gli occhi.
"Che intendi dire?" chiese il pinguino irritato.
"Se io non fossi stato male, tu non ti saresti mai fermato" bisbigliò il pulcinella trascinando le parole. Era ad un passo dall'addormentarsi, solo in quel momento Skipper s'accorse.
"E perché volevi che mi fermassi?" sospirò, rassegnato a non sapere cosa passava per la testa di quel sociopatico. Quell'improvvisa rivelazione, nonostante tutto, lo aveva colto alla sprovvista, ma era molto probabile  una volta tornato lucido Hans non se la sarebbe ricordata neanche. 
Passarono diversi secondi e il pinguino scosse la testa. Il pulcinella si era sicuramente riaddormentato. Tornò a prendere lo stracciò in ammollo nella vaschetta, quando improvvisamente Hans borbottò  "Non so" e finalmente tornò a dormire.
"Mi farai impazzire" borbottò il pinguino riappoggiando la salvietta umida sulla fronte del pulcinella, che non si spostò. Sembrava finalmente essere naufragato in sogni tranquilli. Appariva quasi indifeso in quel momento.
Skipper per un secondo rimase fermo, non si mosse e alcuni piccoli sprazzi di ricordi s'infiltrarono nella sua mente. Aveva visto Hans così tranquillo poche volte, rari attimi e difficilmente duravano più di pochi minuti, anche meno.
L'ultima era stata quando avevano concluso una delle loro tante missioni, molti, molti anni prima. Ricordava, avevano deciso di festeggiare e (come al solito) Hans era in ritardo, così era andato fino alla sua stanza, perché tutti stavano aspettando solo loro. L'aveva trovato a fissare fuori dalla finestra, prima  s'accorgesse della sua presenza aveva uno sguardo perso e sembrava tranquillo, in pace. Skipper aveva addirittura controllato fosse la camera giusta, perché non gli sembrava vero fosse davvero lui. Un attimo dopo era di nuovo Hans, quello che conosceva ed erano andati a festeggiare.
Non ci aveva mai dato molto peso. Solo in quel momento s'accorgeva che non era poi così male quando...
"Dannazione" sbottò riscuotendosi dai suoi assurdi pensieri. Era solo un nemico, basta, punto, nient'altro.
Non poteva rivangare il passato, specialmente, quando c'erano troppi ricordi spiacevoli. Era una delle prime regole per non impazzire nell'esercito.
Eppure, sembrava così...strano. Guardando Hans dormire, il pinguino provò un miscuglio di sensazioni diverse, andavano dalla furia omicida a sentimenti provati talmente raramente da non saperli quasi distinguere.
Poteva benissimo fargli pagare tutto quello che gli aveva fatto passare in Danimarca, si sarebbe potuto vendicare. Magari, anche solo un po', così imparava a distruggere le vite altrui, ma Skipper non poteva agire in quel modo, di nuovo il suo codice morale glielo impediva. Si poteva considerare il pulcinella come un nemico a terra, ferito, disarmato e non si colpiscono avversari in quello stato. S'avvicinò quasi senza accorgersene.
Vedeva perfettamente le sue guance arrossate e, invece, il pallore sul resto del corpo, il tremore causato dalla febbre alta.
No, decisamente non poteva toccarlo in quelle condizione. Eppure, se il suo cervello gli diceva così, il suo istinto gli sussurrava di farlo stare un po' più male. Magari rompergli un'ala e fingere fosse un incidente. Si vergognò immediatamente di averlo pensato.
Appoggiò una pinna sulla sua fronte e spostò la salvietta sentendo le piume sotto di essa bollenti. Non si staccò, anzi, inconsciamente si appoggiò sul letto e si sporse ancora di più verso di lui. Avvertiva il fiato caldo del pulcinella uscire a piccoli sbuffi, forse un po' affannati.
Hans era sempre stato una spina nel fianco. Il più imprevedibile avesse mai avuto come alleato e nemico, poteva passare da innocuo, credulone e goffo a distruttivo, instabile e decisamente senza scrupoli. Però, se si fossero trovati nelle stesse condizioni con i ruoli ribaltati, a meno non ci fossero stati avidi motivi, Hans non gli avrebbe mai torto una piuma. Era sicuro, si sarebbe probabilmente agitato e avrebbe fatto tanto caos, rendendogli la malattia impossibile, ma sicuramente non gli avrebbe mai fatto male, non intenzionalmente almeno.
Skipper, invece, era più freddo e vendicativo aveva subito alla sua dolce rivincita.
Se ne vergognò molto,  d'altronde "Perdona e dimentica" non era sicuramente mai stato il suo motto.
Doveva ringraziare chi gli aveva marchiato a fuoco nel cervello il suo codice morale, senza d'esso sarebbe stato un pinguino diverso e non era sicuro fosse un bene.

Delicatamente appoggiò il becco alla fronte bollente della pulcinella. Gli sfuggì un veloce bacio e rimase appoggiato a lui.
"Ma che diamine?" urlò strozzato staccandosi immediatamente da Hans. Non poteva averlo fatto, non...
Dannazione, era un nemico. Avvampò. Solo un nemico. Avvertì le guance diventare sempre più incandescenti, fu costretto ad allontanarsi di qualche passo. Solo un dannato pulcinella voltagabbana, nient'altro.
Era tutto un complotto per costringerlo ad impazzire, non c'era altra soluzione. Lo aveva scoperto! Era tutta una sua macchinazione, doveva essere così.
Non poteva davvero aver compiuto un simile gesto. Si allontanò ancora di più. Solo allora si accorse di ansimare. Sentiva il cuore battere all'impazzata, neanche quando si allenava pompava così veloce. Per quanto fosse sconvolto, un piacevole tepore si espanse per tutto il suo corpo e iniziò a tremare leggermente.  
Doveva assolutamente riprendere il controllo.
"Skipper, adesso basta!" esclamò prendendosi la testa fra le mani e iniziando a massaggiare furiosamente le tempie. Si stava comportando peggio di una ragazzina e lui le detestava.
S'impose di respirare profondamente. Contò mentalmente fino a cinquanta, poi ripeté il conteggio al contrario, quando arrivò allo zero buttò fuori tutto il fiato che aveva in corpo. Finalmente avvertì il cuore rallentare e la mente tornare lucida, abbastanza da permettergli d'analizzare la situazione.
Fece un passo avanti, ma immediatamente quando il suo sguardo si posò sul corpo del pulcinella avvampò nuovamente. Si tirò uno schiaffo.
"Dannazione" imprecò massaggiandosi la guancia arrossata e bollente, non solo per la sberla.
"Non è successo nulla" borbottò tenendo lo sguardo basso e avanzando, nonostante ogni passo risultasse un'immensa fatica "Nessuno ha visto niente, ergo non è successo nulla" tentò di auto-convincersi. Nulla.
Sapeva benissimo che erano parole al vento, con un significato vuoto. Praticamente non si stava neanche ascoltando. Tutta la sua attenzione era concentrata su Hans dormiente. Non sembrava essersi reso conto dell'evento eccezionale, se non che l'espressione sul suo volto tendesse ad un leggero sorriso. Ecco, in quel momento sembrava davvero in pace con il mondo ed era bastato poco. Il suo sonno, comunque, continuava perso in chissà quali dolci sogni.
Skipper sentì di essersi calmato e si riavvicinò abbastanza che se avesse allungato una pinna, lo avrebbe toccato. Vorticosi sentimenti e sensazioni dilaniavano la mente del pinguino. Le principali erano vergogna e qualcosa di  non identificato dal potere, però, di costringere il suo cuore a sussultare ininterrottamente. Aveva una gran voglia di spaccare tutto e nascondersi da qualche parte per sempre. Voleva sprofondare, ma allo stesso tempo era sollevato. Non che avesse mai avuto l'intenzione di...sì, insomma, avere un contatto così intimo.
Non riusciva neanche a dirlo, figuriamoci pensarlo. Doveva per forza essere stato un attimo di follia pura, non era stata colpa sua, non era in grado né di intendere, né di volere, ma aveva una gran voglia di rifarlo.
Avvampò per ormai la centesima volta e distolse lo sguardo da Hans. Come diavolo poteva fare pensieri simili? Aspetta,  lui aveva già avuto la sensazione di famigliarità.
Forse si trattava di una festa, anche questa avvenuta molti, molti  anni prima, sempre con Hans. Si erano già baciati, magari era un po' brillo?  Che avevano fatto dopo?
Sentì un baratro aprirsi sotto i suoi piedi. Fu costretto ad appoggiarsi per qualche secondo al letto.
 In pochi secondi decise, era solo una sensazione, nulla di più. Forse, data anche dallo stress. Quel dannato pulcinella era pericoloso per la sua povera psiche, anche quando dormiva e non faceva niente. Eppure...

No, non desiderava indagare. Caso chiuso. Era solo una sensazione.
Si staccò dal letto e scosse la testa. Era stato distratto per troppo tempo, basta pensare, era meglio agire, spegnere per qualche ora quella sua parte sentimentale, che tanto lo faceva penare ed occuparsi d'altro. Il ghiaccio nella bacinella si era sciolto, così andò a cambiarlo. Ne approfittò per lavarsi la faccia con l'acqua gelata e indossò la sua migliore maschera di cinismo.
*
Hans si svegliò più stanco di quando era andato a letto. Era intontito e aveva una gran voglia di...Skipper.
"Eh?" domandò più a se stesso che altri.
Altri?
Era nella sua casa da solo, ricordava vagamente di aver misurato la febbre ed aver scoperto di averne qualche tacca. Era andato a letto e si era fatto un bel riposino. Chissà che ore erano. Aveva completamente perso la cognizione del tempo. Comunque, perché aveva pensato al suo tanto lontano frenemy? Sarà stata colpa della febbre.

Aveva un fastidioso mal di testa. Non riusciva mettere completamente a fuoco tutti i pensieri, era come se una parte di lui, fosse ancora addormentata. Viaggiava dalla semi-coscienza alla lucidità completa. Aveva assolutamente bisogno di un caffè o la sua povera testa sarebbe scoppiata.
S'accorse immediatamente di non aver affatto voglia di alzarsi dal letto, soprattutto di districarsi da quel bozzolo di coperte calde. Di comune accordo con la sua pigrizia e malessere, decise lasciarsi sulle spalle una coperta. Si alzò rabbrividendo, aveva una sensazione di gelo.
Non si accorse nella sua semi-lucidità, che nell'alzarsi aveva fatto scivolare a terra un impacco freddo, ormai caldo. L'unica cosa, a cui riusciva pensare in quel momento Hans, era una tazza di caffè per riuscire a svegliarsi del tutto. Avanzò con un passo da zombie fino al salotto e si bloccò di colpo, era la sua immaginazione o qualcuno in cucina stava preparando quella tanto agognata bevanda di chicchi neri?
Doveva per forza un abbaglio.
"Figuriamoci se ci può essere qualcuno" ridacchiò sottovoce fra sé. Ma' era andata allo zoo di Central Park, dai pinguini. Skipper, pensò. Ecco, forse era per quello che gli era venuto in mente il suo frenemy. Nulla di cui preoccuparsi, solo un lapsus. Sorrise e sospirò massaggiandosi le tempie. Aveva ancora mal di testa.
Qualcuno spalancò le porte della cucina, cogliendolo completamente alla sprovvista. Fece mezzo metro di salto indietro e si lasciò sfuggire un urlo spaventato. Crollò a terra perdendo l'equilibrio nel riatterrare.
Chiunque ci fosse in casa sua aveva lasciato quasi cadere una tazza di caffè, ma l'aveva immediatamente riafferrata rimediando a qualche goccia a terra e la maggior parte del contenuto salvo.
"Hans, mi hai fatto prendere un colpo!" esclamò Skipper portandosi una mano sul petto. Sul serio, sentiva il cuore battere all'impazzata. Non aveva sentito il pulcinella arrivare, né si era accorto fosse sveglio.
"C-Che diavolo ci fai in casa mia?" farfugliò Hans ancora sconvolto e non solo perché c'era un intruso a casa sua. Era ancora a terra e non le sue ali non volevano smettere di tremare dallo spavento.
Skipper distolse lo sguardo e si concentrò sul caffè, poi finalmente rispose "Mi ha mandato Ma'"
Hans parve soppesare la risposta. Improvvisamente, un vago ricordo scoccò nel suo cervello.
"Aspetta,  me l'avevi già detto" borbottò tentando di sforzarsi di ricordare. Era nebuloso come flashback, ma si rammentava che aveva già parlato con il pinguino.
"Sì" sospirò Skipper, ma sperò che non ricordasse.
"Mh, allora immagino che ti abbia già chiesto perché sei..."
"Perché sono rimasto" concluse il pinguino roteando gli occhi "Sì, mi ha chiesto anche questo"
"Mi puoi ripetere la risposta?" domandò strofinandosi gli occhi il pulcinella. Stava man mano ricominciando a riprendere la completa lucidità, ma ancora non ricordava i dettagli del loro colloquio. Guardò la tazza di caffè nelle pinne dell'altro e sospirò alzandosi, anche lui ne aveva bisogno.
"Ti ho risposto che non abbandonavo la gente...oh, insomma, per farla breve, codice morale" sbottò infine, non aveva assolutamente voglia di ripetersi. Tuttalpiù, aveva passato praticamente la giornata da catalogare fra i peggiori della sua vita.
"Ah, sì, mi ricordo. Ho detto altro?"
"No" rispose quasi immediatamente il pinguino con un po' troppa foga. Sentì le guance iniziare a farsi calde, non poteva assolutamente dirgli cos'era successo dopo.
Hans spalancò un po' gli occhi preoccupato. Aveva scambiato l'imbarazzo di Skipper per rabbia, per ciò decise di dirigersi molto saggiamente su altri argomenti. Magari, lo aveva anche mandato al diavolo, se già non controllava il suo becco quando era lucido, figuriamoci nel bel mezzo di un delirio, chissà cosa gli aveva detto.
"O-ok" mormorò  "Allora, ehm, ceniamo?"
"Hans, sono le cinque del mattino" sospirò Skipper "Hai dormito tutto ieri pomeriggio e notte, fino a questa mattina" ripeté vedendo il pulcinella non connettere bene tutte le parole. Hans rapidamente conteggiò le ore e scoprì che aveva dormito praticamente  più di quindici ore.
"Io ho comunque fame" riuscì solo a borbottare.
Skipper alzò gli occhi al cielo e gli fece cenno di seguirlo. Si diressero entrambi in cucina, aveva già notato che nel frigorifero Ma' aveva lasciato le provviste per un mese, come se il pulcinella non fosse in grado di badare a se stesso. Appoggiò il caffè sul tavolo e lanciò uno sguardo d'avvertimento, che voleva dire: "Toccalo e sei morto"
Hans non era uno stupido, né sprovveduto. Sapeva bene, che anche sfiorare la tazza mattiniera del pinguino, era letale. Inoltre, a lui non piaceva il pesce vivo all'interno.
"Skipper, immagino di doverti ringraziare" iniziò piano il pulcinella, talmente che il leader fu costretto ad avvicinarsi per sentirlo. Hans teneva gli occhi bassi, detestava dovere dei favori a qualcuno.
"Lasciamo perdere" mormorò imbarazzato Skipper. Al solo pensiero, di ciò che era avvenuto il giorno prima, si sentiva torcere le budella. Provava un'enorme vergogna, in pratica era come se si fosse approfittato del pulcinella. Il fatto che non potesse né protestare, né difendersi lo mandava in estrema confusione.
"No, davvero" continuò lui "Grazie di tutto" ammiccò leggermente e si sfiorò inconsciamente la fronte. Stranamente Hans si sentiva felice, non ricordava bene il motivo, ma lo era.
Il pinguini impallidì e sorrise tirato, tornando a far finta di occuparsi di riscaldare gli avanzi.
Magari, era solo una coincidenza. Ci sperava.
"Uhm, ti fermi anche a pranzo?" domandò improvvisamente il pulcinella, come per disilludere i suoi sogni. Sembrava essere tornato pienamente padrone di sé.
"No" ringhiò il pinguino.
"Dai, solo finché non torna Ma' "
"No, Hans staccati dalla mia pinna" ribatté Skipper scrollandosi di dosso il pulcinella, il quale si era momentaneamente appeso al suo arto.
"Dai" supplicò ancora Hans senza rinunciare a staccarsi. Skipper sbuffò era suo tipico: gli offri una piuma e si prende (letteralmente) tutta la pinna. Notò, però, il pulcinella teneva ancora la coperta sulle spalle.
"Solo finché non avrai un aspetto abbastanza decente da potersi definire guarito" ringhiò tentando di metterci quanto più cinismo riusciva "E adesso staccati!" esclamò iniziando ad avvertire la pinna perdere sensibilità. Avrebbe dovuto telefonare ai suoi uomini e avvertirli stava bene e stava fuori dallo zoo ancora un po', sicuramente erano preoccupati.
Hans sorrise felice e si rimise a tavola quasi immediatamente.
"Ah, dopo oggi torna tutto come prima, non pensare che io abbassi la guardia con te" sottolineò il pinguino incrociando le pinne al petto.
"Ma ovviamente mio frenemy"
*
"Mi fischiano le orecchie" borbottò Soldato strofinandosi gli occhi assonnato. Si osservò intorno e vide Rico e Kowalski dormire tranquillamente, Ma' era sdraiata su un letto provvisorio in un angolo e anche lei riposava, probabilmente se l'era immaginato. Era quasi del tutto certo si fossero dimenticati di qualcosa, ma non riusciva a mettere a fuoco cosa o chi. Sospirò, gli sarebbe venuto in mente e tornò a dormire.






















_____
Angolo autrice:
Grazie mille per aver letto. Spero vi sia piaciuto, in particolare ringrazio Vikyfaro per avermi fatto notare le sviste ed avermi aiutata (immensamente grazie *^*).
Dunque se avete errori da farmi notare siete i benvenuti. Questo è il mio primo tentativo yaoi, spero sia uscito abbastanza decentemente ^.^''
Grazie ancora!

Alla prossima
Tilia =|=
 
P.s. Pubblicherò a breve una piccola one-shot con protagonisti Clem e Savio, Viki (spero tu non ti offenda dell'abbreviazione) è tutta tua!
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni americani > I Pinguini di Madagascar / Vai alla pagina dell'autore: tilia