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Autore: Jaqueline    03/01/2015    4 recensioni
Castore&Polluce | One!shot | Commedia, Slice of Life.
Castore sbuffò stizzito: - Passami la bottiglia, sei già acido di tuo, il vino non fa che peggiorare la situazione.
Polluce gliel'avrebbe volentieri tirata, la bottiglia, ma l'alcol sembrava cominciare seriamente a fare il suo effetto

In cui i gemelli si ubriacano ed è colpa (ovviamente) degli Stolls.
[IV Classificata al contest Fratelli, comunque sia]
Genere: Commedia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Castore, Polluce
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Noticine preliminari: giusto per mettere in chiaro due cose: 
- Di vini non capisco una cippa, il vino è un Pinot giusto perché è il primo tipo di vino rosso che mi è venuto in mente e l'annata è totalmente random. Sentitevi liberi di istruirmi su questo particolare argomento, visto che ho un headcanon su questi due che fanno gli enologhi a tempo perso. 
- Pollo è uno dei soprannomi che ho dato a Polluce (Castore diventa Castoro)(sì, mi piacciono gli animali) e siccome sono una rompiballe Castore lo chiama così, toh.
- La cantina nominata in questa fic non è una cantina vera e propria, ma una specie di buco chiuso da una botola in cui i gemelli tengono una riserva di alcolici per ogni evenienza, ed è coperta da uno dei letti. 
- Corinne è un mio OC, non vi siete scordati i personaggi, non vi preoccupate.
 
 
 
.:Di Pinot, confessioni e parenti-serpenti:.
 
 
 
- Castore, dove l'hai trovato il vino?
Castore fece quel suo sorrisetto storto, quello che Polluce ormai identificava con la frase ho fatto una cazzata e non me ne sono nemmeno reso conto, e si tolse qualche fiocco di neve dalla maglietta del campo, che si ostinava a portare anche con la temperatura sotto lo zero e una bufera, che il loro divino padre aveva deciso di far finire verso le otto di sera (così vi imparate a chiedere le nevicate natalizie, mpf). Gli mostrò la bottiglia che teneva in una mano, e con l'altra tirò fuori dalla tasca dei jeans un cavatappi; Polluce pensò di aggiungere l'oggetto alla lista delle cose di dubbia provenienza che approdavano nella Cabina 12 (per ora, in quella lista figuravano circa trentadue oggetti, tra cui una fionda, due vasi da fiori, probabilmente rubati dalla Cabina 4, e una mina, che gli Stolls giuravano essere disattivata) e finivano a prendere polvere sotto i letti non utilizzati.
- Me l'hanno dato gli Stolls - cominciò a spiegare, stappando con mani esperte il vino e passandolo al fratello. - Ieri ho spiegato loro che i figli di Dioniso non sembrano essere in grado di ubriacarsi, e loro l'hanno presa come una sfida personale.
Polluce tentò di prendere un sorso di vino, ma la bottiglia gli venne strappata brutalmente dalle mani dal gemello; Castore si affrettò a prendere un bel sorso, ma si pentì subito di averlo fatto: sputò tutto il vino che non era riuscito a ingollare a terra e lanciò la bottiglia a Polluce, che tentava disperatamente di smettere di ridere.
- Volevo dirtelo - disse, boccheggiando in cerca d'aria, - che già dall'odore pareva ci avessero messo dentro del petrolio, ma non ho fatto in tempo.
Castore andò in cerca di qualcosa per sciacquarsi la bocca, apparentemente offeso, e Polluce prese cautamente un sorso della bevanda: aveva un sapore atroce, era acida e amara e aveva una consistenza un po' strana, come se qualcuno ci avesse sciolto del pongo dentro. Poteva quasi masticarlo, per gli dei.
- Ti hanno almeno detto cosa ci hanno messo dentro? Per rovinare un Pinot di quest'annata dev'essere qualcosa di veramente schifoso.
- Un Pinot?! - Castore riemerse da sotto un letto con una lattina di birra aperta tra le mani e due occhi spalancati che gli davano l'aria del coniglio abbagliato dai fari. - Ecco dov'era finita la bottiglia sparita dalla cantina! Quei due sono riusciti a trovare la botola d'entrata!
Polluce, che intanto aveva tentato di prendere un altro sorso, si strozzò e sputacchiò vino un po' ovunque; avrebbero sicuramente dovuto pulire il pavimento, a fine giornata.
- Gli Stolls ci rubano il vino e tu non mi dici nulla?!
- Non sapevo fossero stati loro!
- Ma sapevi che era sparito del vino! E per giunta il Pinot dell'85!
Castore sbuffò stizzito: - Passami la bottiglia, sei già acido di tuo, il vino non fa che peggiorare la situazione.
Polluce gliel'avrebbe volentieri tirata, la bottiglia, ma l'alcol sembrava cominciare seriamente a fare il suo effetto; lo disse al fratello, che si fece serio in volto e gesticolò per farsi passare il vino. Il gesto avrebbe potuto essere autoritario, se non fosse stato fatto da qualcuno steso di schiena sul pavimento con una lattina di birra di marca scadente accanto. A Polluce venne da ridere; sì, il vino stava decisamente funzionando. Lo passò al gemello, che lo buttò giù con una faccia disgustata e un sorso di birra bollente.
- Forse è il mal di testa che mi viene sempre quando parlo con te per più di dieci minuti, ma credo che tu abbia ragione, questa robaccia funziona.
Polluce tentò di tirargli il cuscino, ma riuscì solamente a rovesciare la lattina: un altro paio di alcolici e avrebbero potuto aprire un cocktail bar, su quel pavimento; in alternativa, potevano darsi alle colonie di batteri: la pennicillina era stata scoperta grazie alla muffa, no?
- Ehi, Pollo, secondo te se saltiamo le attività serali, qualcuno si chiederà che fine abbiamo fatto?
Polluce ci pensò un po' su, ma il suo cervello sembrava non voler processare le informazioni nel modo giusto, e restò diversi minuti a guardare fuori dalla finestra, come in attesa di una illuminazione. Alla fine scrollò le spalle e si fece passare la bottiglia di vino con un verso che poteva voler dire qualunque cosa: - Per me faremo qualche stupidaggine da ubriachi e le arpie ci mangeranno.
A Castore venne da ridere, ma la risata gli morì subito in gola. - Cavoli, - disse un po' stralunato - sarebbe proprio una cosa da me. Dovresti rimanere sobrio, così da evitare certi incidenti.
Polluce esalò un certo a malapena udibile e poggiò la bottiglia a terra per mettersi seduto; la stanza girava leggermente, ma se non l'aveva fermato il sapore del vino, non l'avrebbero di certo fatto i primi sintomi della sbornia.
- Psss, Castore, devo dirti una cosa importante! - gli fece cenno con una mano di avvicinarsi, e Castore strisciò fuori da sotto il letto, solo per finire dritto dritto nella pozza di vino e birra. Non sembrò accorgersene, e a Polluce non poteva importare di meno: più la maglietta del gemello s'impregnava, meno poltiglia avrebbe dovuto pulire l'indomani.
- Il Pinot non l'hanno rubato gli Stolls - sussurrò, le mani a coppa contro la bocca come tentasse di non farsi sentire da nessun'altro, anche se la cabina era vuota. - L'ho bevuto io due giorni fa, quando abbiamo litigato su chi dovesse invitare Corinne al falò di Natale.
- Cosa?! - Castore tentò di rialzarsi, ma scivolò e finì con la faccia nel miscuglio di alcol; quando riemerse sputacchiando dalla pozza, i riccioli così zuppi di vino da sembrare insanguinati, pareva pronto a commettere qualche crimine grave, ma appena si passò la lingua sulle labbra, la sua rabbia parve evaporare di colpo. Appoggiò una guancia sul palmo di una mano e tentò di leccarsi un gomito: - Sai che questa roba non è male? La birra calda corregge l'acidità del vino.
A Polluce venne da vomitare, ma si trattenne per evitare di tornare sobrio: non credeva di riuscire a gestire un Castore ubriaco, senza essere ubriaco lui stesso.
- Perché me lo dici ora? - riprese il discorso Castore, cercando di togliersi i rimasugli di liquido dalla faccia. - Potevi, chessò, portarti il segreto nella tomba o una roba del genere.
- Sarà il vino, com'è che si dice?, in vino veritas.
- In vodka figuriamocis - mormorò Castore, ma quando il fratello gli chiese di ripetere, fece finta di nulla: - Figuriamoci, ho detto, mica sei così ubriaco.
- Però vorrei esserlo - si lamentò Polluce con voce stridula, tastando il letto alla cieca alla ricerca della bottiglia; la mano si fermò di colpo a mezz'aria quando si sentì un rumore provenire dall'esterno della cabina, qualcosa che ricordava vagamente un ciottolo che cadeva su qualcosa di duro, come un pavimento in marmo. 
- Hai sentito? - sussurrò Polluce, punzecchiandogli una guancia per attirare la sua attenzione. - Qualcuno ci ha scoperti!
- Chi ha paura non fa che sentire rumori - disse Castore, premurandosi di alzare la voce per far capire al fratello (che nel frattempo continuava ad intimargli di far silenzio con gesti che non sembravano avere un senso) che non si sarebbe messo a mormorare come un cretino solamente perché lui aveva le allucinazioni.
- E questa chi l'avrebbe detta?
- Uno di quei vecchi barbosi che ci hanno dato da studiare per le vacanze di Natale.
Polluce si portò una mano al cuore, il dolore negli occhi come se il fratello gli avesse appena tirato una pugnalata. Castore fece un sorpiro rassegnato: ecco che entra in modalità mean girl.
- Quei "vecchi barbosi", - cominciò, mimando persino le virgolette con le dita (oh dei, niente più alcol almeno per un anno) - sono i nostri antenati, dovresti prestare più attenzione in classe-
Castore appoggiò il mento sui palmi delle mani e si chiese dove suo fratello trovasse la forza per parlare, quando lui stava facendo uno sforzo enorme solo per tenere gli occhi aperti; eppure Polluce continuava a sproloquiare su filosofi morti da secoli e lo guardava incavolato come una dracena a cui qualcuno aveva pestato la coda (gli era successo una volta, il mostro gli aveva quasi staccato un braccio per ripicca). Ops.
- Non stavi ascoltando! - urlò inviperito (cos'è, il giorno 'paragona tuo fratello ad un serpente'?) e si lanciò in un'altra filippica sulla sua soglia di attenzione e sulla sua incapacità di dargli retta per più di due minuti e blablabla, altre cose inutili. 
Quando Polluce si fermò a metà di una frase, Castore inviò una preghiera silenziosa a tutti gli dei che conosceva, ringraziandoli di aver spento suo fratello. Dei, gli stava per scoppiare la testa.
- Salve, Chirone - mormorò Polluce; Castore capì solo in quel momento di essere completamente fottuto e cercò di salvare la situazione: - Ehi Chirone! - disse, un sorriso sornione stampato in faccia.- Vuole un po' di vino?
A giudicare dall'espressione di suo fratello, aveva di nuovo detto la cosa sbagliata al momento sbagliato.
 
 
 
- Ma cosa ci hai messo nel vino, alla fine?
- Un goccio di nettare e mezzo quadratino di ambrosia, perché?
Travis indicò Chirone che trascinava i gemelli, visibilmente ubriachi, per la collottola, in direzione della Casa Grande.
- Credo abbia funzionato.
 
 
 
 
 
Note di fondo pagina:
In caso qualcuno se ne fosse accorto, sì, l'immagine dei riccioli sporchi di sangue mi piace, e volevo mettere in questa fic qualcosa che richiamasse la morte di Castore, perché sono una persona orribile. Questa storia è venuta fuori dalla mia testa con l'etichetta "AU in cui Castore vive", ma può essere letta anche come antecedente alla guerra, quindi, il reminder è praticamente solo un mio capriccio, visto che mi piace piangere <3 Il mistero del Pinot resterà irrisolto, almeno per ora, mi spiace u_u
Per il resto, questa bella (seh) fic partecipa al Demigod Exchange ed è un regalino per Kuma_Cla e Fionna Erin Gaunt, che avevano chiesto un po' di brotp, spero vi piaccia; inoltre, ho utilizzato il prompt  8. > "Chi ha paura non fa che sentire rumori" (Sofocle) della challenge Diamo visibilità a chi non ne ha  e quello del Set Brotherhood > Castore&Polluce della challenge Dei, miti ed eroi . In più, c'è la speciale comparsa di un vecchissimo prompt (In vino veritas) datomi dalla Kuma_Cla una vita e mezza fa, quando chiesi delle idee per delle fics su questi due.
Dopo questo pippone, vi lascio andare, giuro.
Commenti e critiche sono bene accetti!
   
 
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