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Autore: oblivionC    04/01/2015    2 recensioni
{ Non posso vivere con te, nè senza di te. }
Immobile, fissò quello che rimaneva di Ron Weasley; furia, rabbia, distruzione. [..] Le sue gambe si mossero verso Harry, le sue labbra cercarono di formulare un suono, ma ciò che uscì dalla sua bocca fu un sussurro spezzato da alcune lacrime.
« Se ne è andato. »
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione, Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da VII libro alternativo
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Frustrazioni.
Hermione Granger

La sensazione opprimente e continua che dimorava nel suo petto intensificava la sua morsa giorno dopo giorno, ora dopo ora. La pazienza e l’incredibile sangue freddo cominciavano a dare segni di cedimento sotto il peso e la paura di non farcela. Più volte dovette costringere le sue labbra a sigillarsi, mordendo la superficie calda, evitando di dar vita a pensieri di cui non andava fiera.  Era tutto così assurdo, insostenibile. Il desiderio di estraniarsi trovava sollievo al calar del sole, durante la guardia notturna, ma il terrore continuava a perseguitarla, a far tremare il suo corpo ogni qual volta che il silenzio della notte veniva interrotto da un suono sospetto.
Di tanto in tanto, il suo sguardo sbirciava attraverso una piccola fessura, posta sull’entrata della tenda, ed erano quelli i momenti in cui le preoccupazioni e il timore abbandonavano la sua anima.  Osservava il profilo rilassato e dormiente di Ron e, più volte, ebbe la sensazione di cogliere gli occhi verdi di Harry concentrati su di lei. Forse fu il buio, o la mancanza di sonno a trarla in inganno, eppure era convinta di aver colto il suo sguardo vigile osservare la sua figura. Non chiese mai spiegazioni, preferì tacere, ma in cuor suo quell’idea, seppure illusoria, di non essere l’unica a vegliare durante la notte le concesse momenti di pace apparente.

Nel giro di pochi giorni la situazione degenerò fino a raggiungere il suo culmine, l’apice dell’insoddisfazione.

“Non puoi, non devi. Hermione, non farlo!”
La voce si era tramutata in un urlo disperato. La forza ed il coraggio cercavano di ostacolare l’avanzata del terrore, dell’orribile consapevolezza dell’imminente fine. Lo sguardo vagava in ogni direzione, proiezioni, immagini, paura,  la sua mente era invasa dal caos. Tutto gridava “pericolo”, ma le lacrime non raggiunsero mai le guance della giovane Grifondoro.
Era lì, posta al centro tra due fuochi.
Cercò di domare l’incendio con le parole, ma di esse non rimase nulla. Furono bruciate sul nascere, appena pronunciate dalle sue sottili e tremanti labbra. Ogni tentativo si tramutò in un fallimento, la sua determinazione cominciò a vacillare di fronte a tale indifferenza.
Qualcosa simile alla disperazione iniziò a farsi strada nella sua voce, ad impadronirsi dei suoi gesti, delle sue movenze.
La strega più brillante schiava di se stessa, delle sue paure. La scena a cui dovette assistere fu straziante.
Harry Potter e Ronald Weasley, due figure essenziali per la giovane donna, fondamentali per la sua gioia, protagonisti di una lotta senza esclusioni di colpi. Il medaglione che Ron portava intorno al collo non faceva altro che alimentare l’astio, l’orrore, la rabbia del suo custode. Più volte tentò di strapparglielo, ma le sue dita non riuscirono mai a sfiorargli il viso, furono catturate e respinte con violenza.

Il rifiuto.
Immobile, fissò quello che rimaneva di Ron Weasley; furia, rabbia, distruzione. La sua bocca sputava sentenze, offese, accuse, eppure Hermione si rifiutava di credere che quelle parole provenissero dalle sue labbra. Cercava di aprirsi un varco, doveva esserci una soluzione, non poteva finire così, non doveva! I suoi occhi cercavano di trovare una risposta e, per un attimo, ebbe la sensazione di essere al centro di un ring, del tutto impotente, costretta ad osservare da lontano una guerra destinata alla sconfitta. Una parte lei cercò di aggrapparsi a tutte quelle certezze costruite durante gli anni, ma bastò una frase per spezzare del tutto il suo cuore.
Un nodo intorno alla gola, un battito mancato, pensieri sconnessi invasero la sua mente, la svuotarono da ogni speranza. Le gambe iniziarono a muoversi, sempre più velocemente, cercando di opporsi all’imminente fine.
Una corsa nella notte, un urlo disperato, una richiesta, poi un rumore strappò l'aria e tutto tacque. Era finita. Hermione si ritrovò sola, nel buio della notte, fissando il luogo in cui l'aveva visto per l'ultima volta. Sperò con tutto il cuore di vederlo apparire di nuovo dinanzi a lei, ma nulla le concesse speranza.
"Se ne è andato."
Una voce nella sua testa ruppe ogni cosa.
"Ti ha abbandonata. Non sei nulla."
Una fitta al cuore.
"Non conti niente per lui."
Scosse la testa più volte, non voleva ascoltare, non poteva accettare.
"Niente. Niente. Nient----BASTA!"
Aveva ignorato la sua voce. Con faciltà aveva dimenticato le sue promesse, i giorni trascorsi, infranto un futuro. Ron aveva rovinato tutto. Ancora una volta, di nuovo delusa.
Trascorsero minuti prima di rientrare nel loro piccolo rifugio. Le sue gambe si mossero verso Harry, le sue labbra cercarono di formulare un suono, ma ciò che uscì dalla sua bocca fu un sussurro spezzato da alcune lacrime.
« Se ne è andato. »
   
 
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