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Autore: cisqua92    04/01/2015    2 recensioni
"Ho sempre odiato il mio riflesso allo specchio. Sono pienamente convinta che non riflette ciò che sono realmente.
Distorce la realtà. È un’invenzione odiosa. Subdola. Crudele. Soprattutto in quest’epoca, dove l’aspetto esteriore è più importante di quello interiore.
Ma fino a qualche anno fa, non mi importava."
Contemporaneamente alla pubblicazione de "Il Lato Oscuro", ecco qua una storia che mi sta particolarmente a cuore.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Lysandro, Nuovo personaggio, Rosalya, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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“La vita è come un righello da 10 cm.

Noi siamo il numero 5.

È vero che alla nostra destra ci sono numeri più grandi, coloro che stanno meglio.

Ma è anche vero che alla nostra sinistra ci sono numeri più bassi, coloro che stanno peggio.”

In questi ultimi mesi del 2014, ho capito cosa vuol dire essere il numero 5.

Ecco a voi il capitolo 4. Grazie per aver aspettato così a lungo e buon anno nuovo.

 

CAP.4 INVITI

 

Catelynn faceva veramente fatica a credere che quella ragazza volesse esserle amica. Nella sua esperienza, aveva visto solo doppi giochi e prese in giro. Fidarsi di qualcuno, le era davvero molto difficile. Eppure… quegli occhi dorati che la fissavano, così sicuri di sé, le facevano credere che di lei poteva fidarsi. Così, decise di darle un’opportunità.

Una volta scese dall’autobus, Catelynn prese a rovistare nello zaino alla ricerca delle chiavi mentre Rosa osservava i dintorni.

- Tu abiti in questo condominio? A che piano? -

- Al nono. -

- Ma che bello! Allora hai anche un bel balcone panoramico! Io sono al piano terra e non riesco a vedere bene la Città. È un quartiere tranquillo, qui! Con molti alberi. Il tuo cagnone ne sarà felice! -

- Già. A proposito di Dagger, non ha coscienza della sua stazza. Quindi, stai vicina al muro e lontana dalle scale quando sei vicina a lui. -

- Oh. Va bene. -

Catelynn la guardò dubbiosa per qualche istante prima di infilare le chiavi nella toppa e aprire il cancello. Rosa era in ansia, i cani non le erano mai piaciuti molto e l’idea che di lì a poco ne avrebbe dovuto incontrare uno di 50 chili non la faceva stare tranquilla. In ascensore, durante la salita, Catelynn notò l’ansia crescere attorno a lei, ma la vide anche tentare di farsi coraggio. Finchè, come aveva già fatto quel pomeriggio, Rosa non battè le mani e, portandole in alto chiuse a pugno, gridò: - Io non ho paura! Ormai sono qui e non voglio rinunciare a conquistare l’amicizia di Lynn! -

Senza farsi vedere, Catelynn trattenne una risatina aiutata dal suono del campanello dell’ascensore. Una volta aperte le porte e percorso il corridoio, giunsero davanti alla porta d’ingresso. Rosa s’irrigidì nel sentire i passi del cane dietro la porta.

- I… i tuoi sono in casa? -

- No. -

- E riesci a tenere fermo il cane? -

- Secondo te? -

Catelynn infilò le chiavi nella toppa e le girò, aprendo la serratura. Questo provocò la reazione del cane, il quale iniziò ad agitarsi e a guaire felice. Rosa deglutì e si irrigidì ulteriormente quando Catelynn aprì la porta e uscì il cane che, dopo aver fatto le feste alla padroncina, si concentrò su Rosa annusandola. Con la testa, le arrivava tranquillamente all’altezza del petto, ma nonostante la stazza, Rosa lo ammirò per la sua tranquillità. Non le era saltato addosso, la stava semplicemente annusando curioso. Inoltre, pensò che fosse un magnifico esemplare: pelo raso color  sabbia tranne che per il muso, che presentava una maschera nera, coda ferma e lunga, orecchie a “V” anch’esse nere, occhi scurissimi e naso nero e umido. Rosa sorrise e in con il ritrovato coraggio, allungò una mano verso il suo muso per fargliela annusare.

- Ciao Dagger! Ma lo sai che sei proprio bello? Io sono un’amica! Non mi mangiare e andremo d’accordissimo! -

Catelynn assistette a tutta la scena con molta attenzione. Sapeva perfettamente che i cani riconoscono quando una persona ha buone intenzioni o no e scrutò Dagger in ogni sua reazione. E fu sollevata nel vederlo scodinzolare e leccare allegramente la mano tesa della sua compagna di classe.

- Bravo, Daggy. A casa ora. -

Una volta rientrati tutti in casa e liberatesi delle giacche e degli zaini, Catelynn fece accomodare Rosa in cucina la quale ne approfittò per guardare la casa. Gli arredi in generale erano un misto di stile moderno e antico, quasi tutto in legno. L’ingresso dava subito su un grande salotto, adornato da un paio di divani beige attaccati alle pareti sovrastati da qualche quadro. La TV, posta su un tavolino sempre in legno e accanto ad una libreria colma di libri, era sull’altro lato della stanza dove, poco lontano, vi era la finestra che dava sul balcone che aveva visto prima in strada. Percorrendo un breve corridoio subito dopo la sala, raggiunsero la cucina, anch’essa molto grande e coi mobili in legno, ma non prima di aver superato tre stanze.

- Qui c’è camera tua? -

- Si. Anche camera dei miei e il bagno. Accomodati. - E le indicò una sedia. Rosa si sedette e assistette alla consegna del “premio” di Catelynn a Dagger, il quale consisteva in un biscottino che Dagger gustò con piacere sulla sua cuccia accanto all’ingresso.

- È troppo forte il tuo cane! Hai proprio una bella casa, comunque! -

- Grazie. Vuoi qualcosa da bere? -

- Volentieri! -

- Acqua o succo? -

- L’acqua va bene. -

E la servì. Lasciò Rosa in cucina ed entrò in camera, non aveva dimenticato perché erano lì. Perché Rosa era lì. Catelynn prese un quaderno blu da sopra la scrivania e rimase a fissarlo per qualche minuto. Era la prima volta che mostrava i suoi disegni a qualcuno. E si sentiva strana. Come se fosse messa a nudo. Ma ormai, aveva deciso di buttarsi e provare ad accettare l’amicizia di quella strana ragazzina argentata vestita così bene da sembrare una bambolina. Respirò a fondo e tornò in cucina dove Rosa l’aspettava sorridente.

- Li tieni lì dentro? -

Catelynn annuì e le porse il quaderno. Rosa lo prese e iniziò a sfogliarlo, ma Catelynn aveva paura, quindi si allontanò da lei e si diresse verso il frigo dove prese una bottiglietta di succo. Mentre beveva, sentiva lo sfogliare delle pagine. Finchè Rosa non scoppiò a ridere mostrandole un disegno.

- Oddio! Ma questa è Ambra? -

Rispose annuendo. Rosa tornò a guardare il disegno che ritraeva un’Ambra in versione vipera vestita come una pop star stile anni’80.

- Ma lo sai che sei molto brava? Adoro questo disegno! E gli altri… fantastici! -

Rimase rapita da quei disegni. Ognuno di loro esprimeva completamente il pensiero e i sentimenti di Catelynn nel momento in cui li aveva disegnati. Quando era triste, quando era arrabbiata, felice o inquieta. Piccole variazioni nel tratto, nelle linee, nei colori che ad una prima occhiata potevano sfuggire. Ma non a Rosa. Lei aveva visto queste variazioni, aveva iniziato a comprendere quella ragazza che l’aveva invitata a casa. Ed era sempre più convinta di volerla aiutare. Alzò lo sguardo dal disegno e sorrise nuovamente a Catelynn.

- Ehi, Lynn. Ne fai uno per me? -

La ragazza stava bevendo mentre Rosa le porse questa domanda e per poco, dallo stupore, non si strozzava. Tossì a lungo prima di riuscire a dire qualcosa.

- Io… cosa? -

- Si, ehm… stai bene? -

- Hai detto che vuoi che ti faccia un disegno? -

Rosa rimase in silenzio per qualche istante, osservandola. Era rossa in viso e non sapeva se era perché le era andato di traverso il succo o per altri motivi. Sospirò e sfogliò il quaderno fino a quando non trovò una pagina bianca. L’ultima. Le porse il quaderno.

- Per favore, mi faresti un disegno? -

Catelynn era stupefatta. “Perché vuole un mio disegno?”

Il suo pessimismo tornò a farsi sentire. Aveva paura che Rosa volesse un suo disegno per mostrarlo ad altri e prenderla in giro. Eppure, osservando i suoi occhi, non vedeva nulla di malvagio. Erano limpidi, sicuri di sé. E gentili. Chiuse gli occhi per un istante e sospirò a fondo, prima di rispondere.

- Va bene, ma non adesso. Te lo porto una volta finito. -

Rosa si aprì in un sorriso a trentadue denti e annuì ridendo.

- Wao! Che risata felice e che bel sorriso! -

- Mamma! -

- Oh! Buona sera signora! -

- Per carità, dammi del tu e chiamami per nome, cioè Celine. E tu sei? -

- Oh, mi scusi… scusa! Sono Rosalya, una compagna di classe di Lynn e sua nuova amica! -

- “Lynn”? Ma che bel nomignolo! -

- Mamma… -

Rosa osservò madre e figlia. Avevano gli stessi tratti del viso, ma al contrario della figlia, la madre aveva gli occhi azzurri e i capelli castani. Non era molto alta ed era abbastanza rotondetta, ma le sue forme erano messe ben in risalto da un tubino nero stretto in vita da una cintura in cuoio e un paio di decolleté nere.

“Ottima scelta!”

La madre di Catelynn appoggiò la borsa da lavoro sul tavolo e sbuffò sonoramente.

- Uff.. che giornata… oggi il reparto era un delirio! -

- Mi dispiace. Ma adesso puoi riposare! -

- Ooh ma che carina! Senti, cara. Si è fatto tardi e noi tra poco ceniamo. Ti va di rimanere? -

- Mamma! -

- Dovrei chiedere alla mamma… le telefono al volo! - E si allontanò col telefono in mano. Celine sorrise e iniziò a disfare la borsa quando notò l’espressione contrariata della figlia.

- Perché quella faccia, Cat? Andiamo! È la prima volta dopo chissà quanto tempo che porti un’amica in casa! Penso sia normale che sia su di giri… -

- Non è per quello. -

- E allora per che cos’è? È una ragazzina così carina! Dalle una chance. -

Catelynn sospirò e nel mentre tornò Rosa.

- Ha detto di si e che mi passa a prendere alle 20, se per voi va bene. -

- Va benissimo! Allora serata tra donne! -

- Tuo marito lavora? -

- Esatto. Fa il turno di notte, quindi torna domani mattina. -

 

La cena passò tranquilla. Celine era molto curiosa e fece a Rosa molte domande a cui lei rispose con molta allegria. Fu una serata serena, come non se ne vedevano da tempo in casa di Catelynn. Lei stessa la passò serenamente, parlando poco, ma ascoltando molto e ridendo di tanto in tanto, cosa che fece Rosa molto felice e lo stesso tempo Celine. A fine serata, le due ragazze andarono in sala a guardare un po’ di TV mangiando gelato mentre Celine finiva di sistemare la cucina. Finchè non suonò il citofono. Tra gli abbai di Dagger, Celine andò a rispondere.

- Si? Oh, buona sera! Si… si, la faccio scendere… non vuole salire due minuti? Per un caffè? … va bene… va bene, sarà per un’altra volta! Arrivederci. -

- Chi era, mamma? -

- La tua mamma, Rosa. È sotto che ti aspetta. -

- Noo.. sono già le 20?! Uffa… -

- Suvvia, Rosa. Puoi tornare quando vuoi, noi saremo felicissime di riaverti per cena! -

- Davvero? Che bello! Allora ad un’altra cena! -

- Di nulla! Cat, l’accompagni al portone? -

- Si. -

Rosa recuperò la giacca e lo zaino, accarezzò Dagger e seguì Catelynn fuori casa.

- Buona notte, Celine, e grazie ancora per la cena! -

- Buona notte, alla prossima! -

E scesero. In silenzio. Una volta varcato il portone, una macchina fece suonare il clacson e Rosa alzò una mano in segno di saluto.

- Ecco mia mamma. Strano che non scende… sarà stanca… -

- Mh. -

- Allora ci vediamo domani a scuola! Buona notte! -

E corse verso la macchina. Catelynn la guardò aprire lo sportello e salutare la madre. Fece per salire, ma si bloccò all’improvviso sentendosi chiamare da Rosa. Si voltò verso di lei e la vide sorridere e scuotere energicamente una mano.

- Ehi Lynn! Mamma ha detto che vuole conoscerti e che ti aspetta domani in negozio, verso l’orario di chiusura! Dopo scuola verrai con me, quindi avvisa tua mamma! -

Cat sbattè più volte le palpebre, perplessa e un po’ spiazzata. Forse colta alla sprovvista, le rispose senza pensare e, a parer suo, un po’ troppo allegramente.

- Volentieri! -

Rosa esultò e salì in macchina. Catelynn rimase a guardare l’auto allontanarsi, ancora confusa e con mille dubbi in testa.

   
 
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