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Autore: Road_sama    05/01/2015    4 recensioni
"Tanto tempo fa, in una scuola dispersa in mezzo ai campi, un giovane principe viveva in una palestra splendente. Benché avesse tutto quello che voleva il principe era egocentrico, egoista e spaventoso. Accadde però che un vecchio mendicante arrivò al castello e offrì al principe una palla da volley in cambio di una alzata. Lui che provava orrore per quel vecchio dal misero aspetto che mai avrebbe potuto schiacciare una sua palla, rise del dono (visto che lui ne aveva moltissime altre di palle come quella) e lo cacciò."
Ecco a voi un riadattamento simpatico (?) della Bella e la Bestia, chi sarà mai l'uno e chi sarà mai l'altro? (mah...) Solo a voi sta scoprirlo! Ce la farà "la bella" a spezzare l'incantesimo della "bestia"?
//Principalmente KageHina con accenni a tutte le altre possibili ed immaginabili//
Genere: Commedia, Parodia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buonasera genteee! Sarò onesta, questa è una stupidata però l'ho scritta per far ridere (?) quindi spero di riuscire a strapparvi una risata. E' un riadattamento a "La Bella e La Bestia" anche se non è proprio molto fedele, nel senso che alcuni personaggi me li sono inventati (se non sapete bene chi è chi in fondo ho messo tutti i partecipanti). Ne ho esclusi molti, ad esempio tutti quelli del manga, ma sono pochi quelli della favola quindi ho fatto quello che ho potuto.
Scrivete tutto quello che devo mettere a posto e, soprattutto cosa ne pensate visto che questo è solo un esperimento :3
Buona Lettura!



 
Il Ragazzo-carota e Il Re del Campo




Tanto tempo fa, in una scuola dispersa in mezzo ai campi, un giovane principe viveva in una palestra splendente. Benché avesse tutto quello che voleva il principe era egocentrico, egoista e spaventoso. Accadde però che un vecchio mendicante arrivò al castello e offrì al principe una palla da volley in cambio di una alzata. Lui che provava orrore per quel vecchio dal misero aspetto che mai avrebbe potuto schiacciare una sua palla, rise del dono (visto che lui ne aveva moltissime altre di palle come quella) e lo cacciò. Ma lui avvertì di non lasciarsi ingannare dalle apparenze perché la forza si trova nel cuore. Il principe lo rifiutò di nuovo e in quel momento la bruttezza del mendicante si dissolse e apparve un bravissimo allenatore dai capelli biondi come l’oro. Il principe si scusò, ma era troppo tardi perché lui ormai aveva visto che non c’era modo di farlo cambiare e per punirlo lo tramutò in un Re solitario destinato a fare alzate al pavimento. L’allenatore (che nel frattempo si era scoperto chiamarsi Ukai) gettò un incantesimo sulla palestra e su tutti i compagni che non erano ancora riusciti a scappare. Vergognandosi della sua inutilità, il Re si nascose nella scuola isolato da tutto e da tutti. La palla che gli aveva offerto l’allenatore era davvero una palla incantata e sarebbe rimasta gonfia finché il principe non avesse compiuto quindici anni: se avesse imparato ad alzare un po’ più piano e uno schiacciatore fosse riuscito a schiacciare prima che la palla si fosse sgonfiata, l’incantesimo si sarebbe spezzato. In caso contrario sarebbe rimasto un re solitario per sempre. Con il passare degli anni il re cadde nello sconforto. Chi avrebbe mai schiacciato una palla del Re del Campo?
 
 
In un piccolo paesino in mezzo al verde viveva un ragazzino dai capelli color carota di nome Hinata Shoyo. Questo allegro fanciullo aveva una grande passione per la pallavolo, ma non sapeva giocare perché in paese non c’erano campi da pallavolo (wtf??) accessibili a lui. Proveniva infatti da una famiglia molto povera che non aveva abbastanza soldi per poter farlo allenare. In ogni caso, c’era stato un tempo in cui le palestre potevano essere usate da tutti e in quel periodo si era formata una squadra di pallavolo potentissima, ma tutto era cessato a causa di Oikawa che aumentò il prezzo delle palestre. Oikawa Toru era il più bello e più forte giocatore di pallavolo dell’intera città. Ogni ragazza (e ragazzo, diciamocelo) era ammaliato dal suo fascino tanto che spesso quello si trovava sommerso di biscotti e con un esercito di fangirls fuori da casa sua. Ma come tutti i cattivi delle favole, anche lui aveva un braccio destro: si chiamava Hajime Iwaizumi. Loro due erano veramente inseparabili e girava addirittura la voce che in realtà avessero una certa relazione anche se entrambi, quando si andava in argomento, facevano parecchio i vaghi.
Ma torniamo al nostro piccolo nano da giardino. Hinata era figlio di Daichi Sawamura  (non si sa per quale miracolo…la leggenda non lo narra) che era anche conosciuto come “vi conviene non farmi arrabbiare sennò sono stracazzi” o per la gente del villaggio “terminator”. Il nome era riferito al “caso Tanaka”. Tanaka Ryonosuke era infatti il padrino di Hinata (e non solo nel senso letterale, ma anche perché qualche modo di fare mafioso ce l’aveva) e un giorno, proprio durante la cresima del ragazzino-carota, aveva rubato l’olio profumato del prete per darlo ad una ragazza in prima fila, interrompendo così la cerimonia. Daichi si era talmente arrabbiato che poco si ricordano i presenti da quanto profondamente shockati ne furono. Nonostante questo suo soprannome, Sawamura era un gran bravo padre (anche se la madre rimaneva ignota….se, se…) e fu proprio lui ad insegnare la pallavolo al figlio perché quando era giovane faceva parte della più forte squadra della città. Daichi insegnò al figlio ogni tipo di ruolo anche se cercò di fargli imparare meglio possibile quello di libero (visto le grandezze di Shoyo). Ma il piccolo non era contento. Lui voleva schiacciare, lui voleva essere l’asso che fa tantissimi punti, quindi, il padre non poteva fare altro che assecondare i suoi voleri e fargli delle alzate. Ma ancora Hinata voleva di più, voleva velocità, voleva partite e voleva vittorie, ma soprattutto voleva vedere la vetta. Continuava ad allenarsi all’infinito nella corsa e nel salto nella speranza che qualcosa nella sua vita cambiasse. Fu proprio così, quando un giorno Oikawa Toru, gli si parò davanti sorridente e gli disse che avrebbe alzato una palla per lui. Succedeva spesso che Toru e Iwaizumi dopo aver giocato a mosca cieca in autostrada decidessero chi sarebbe stata la loro prossima “preda”. Se tale persona fosse riuscito a schiacciare sarebbe diventato legittimo fidanzato/a di Oikawa (non c’era ancora riuscito nessuno, per inciso), in caso contrario sarebbe stato costretto a smettere per sempre con la pallavolo. Hinata ovviamente accettò e, in barba ai due furbetti, riuscì a schiacciare. Una brutta atmosfera si creò nel villaggio, sia perché un po’ tutti avevano sottovalutato il rosso, sia perché ora Oikawa non sarebbe più stato single (si sa che anche prima non lo era ma va bene..). D’altro canto, però, Toru era rimasto talmente affascinato da Shoyo che l’idea di diventare il suo fidanzato non lo dispiaceva, ma ancora una volta Hinata stupì tutti e rifiutò dicendo che avrebbe donato il suo cuore solo a qualcuno in grado di alzare come voleva lui (anche se nessuno sapeva come voleva lui…bah). Oikawa però insisteva, ma Hinata non ne voleva sapere e cominciò a chiudersi in casa temendo la forza del “fidanzato”. Stanco di avere il rosso per casa, Daichi si ribellò e decise di partire per andare a chiedere consiglio ad un vecchio amico che non sentiva da un po’.
Trascorsero i giorni e nessuna notizia giunse al piccolo Hinata che stanco di parlare al muro partì alla ricerca del padre. Il suo senso dell’orientamento faceva abbastanza cilecca e dopo il primo tramonto si ritrovò ai piedi di un enorme scuola. Ne fu talmente tanto estasiato che si dimenticò completamente del padre e senza troppe cerimonie entrò nell’edificio che pareva chiamarsi “Karasuno High School”. Vagò per i corridoi e per le aule senza trovare alcuna risposta fino a che il rumore di una palla che sbatteva contro il parquet lo attirò. Seguì quel suono incantevole (per lui) e si ritrovò di fronte un’enorme palestra. Entrò senza chiedere nemmeno permesso e si ritrovò davanti ad un giovane re che portava un lungo mantello rosso e una corona maestosa. La sua figura lo incantò e allo stesso tempo lo pietrificò sulla soglia della palestra. Si domandava perché un ragazzo della sua età vestito da re fosse l’unico in quell’enorme luogo.
-Che ci fai qui?- chiese e la sua voce rimbombò per tutta la palestra. Il ragazzo lo guardò con aria talmente tanto truce che un brivido percorse il piccolo hobbit  il rosso.
-Che ci fai tu, qui?! Quest’ala della scuola è proibita.- parlò il moro con voce talmente profonda da sembrare bestiale mentre una strana aura nera lo avvolgeva. Hinata se la fece quasi letteralmente addosso se non fosse stato troppo eccitato del fatto che per la prima volta si trovava in una palestra vera.
-Perché? E chi me lo sta dicendo, soprattutto?!- chiese con una spavalderia che non era proprio da lui.
-Sono Tobio Kageyama, Re di questo campo e dell’intera scuola, quindi decido io qui e…- disse prendendo il piccoletto per il colletto rischiando di strozzarlo. –tu non sei il benvenuto.-
Detto questo lo buttò fuori dalla palestra chiudendosi la porta alle spalle per non fare entrare più nessuno. Hinata, dopo aver tentato di sfondare la porta a calci cominciò a vagare di nuovo per la scuola alla ricerca della via d’uscita, ma camminò inutilmente visto che il suo senso dell’orientamento faceva pena. Per fortuna si era portato via la palla da volley del padre quindi per passare il tempo (non avendo meglio da fare) cominciò a schiacciare contro il muro. La palla, però, dopo essere andata addosso al muro troppo velocemente rimbalzò schizzando dietro di lui. Non appena si girò un ragazzo dai capelli castani e il ciuffetto biondo aveva ricevuto quella palla perfettamente. Il rosso lo guardò stupefatto e proruppe in un “ma sei più basso di me”. Fu così che conobbe Yu Nishinoya, uno degli abitanti della scuola, con lui c’era anche colui che veniva chiamato “Asso”, ma il cui vero nome era Asahi Azumane. Loro gli spiegarono dell’infausto incantesimo che li aveva colpiti due anni fa. Gli spiegarono che erano stanchi di rimanere lì senza poter toccare la palestra visto che quell’area era proibita. Volevano fare una partita, ma con il caratteraccio del loro alzatore non ce l’avrebbero mai fatta. Hinata condivise fin da subito il loro sogno quindi rimase per aiutarli. I due sembravano parecchio affezionati, ma il piccolo schiacciatore non indagò oltre.
Fu proprio durante questa permanenza che conobbe anche Tetsuro Kuroo che si occupava del tè (??) e il suo piccolo assistente Kenma Kozume con il quale Shoyo strinse fin da subito una solida amicizia. Conobbe anche Kiyoko Shimizu che invece si prendeva cura della manutenzione della scuola. Non era una ragazza di molte parole, ma era molto carina e in più, Noya sosteneva di avere una relazione con lei anche se lei stessa lo ignorava praticamente sempre. Non furono gli unici ad attirare la sua attenzione, ma anche Kei Tsukushima, il cuoco e Tadashi Yamaguchi, il suo aiutante (anche se passavano la maggior parte del tempo insieme quindi anche il fatto di “aiutante” era incerto). C’era anche Koshi Sugawara lo sfortunato maggiordomo, nonché quello che si prendeva cura del Re, infine come consulente personale di Kageyama, Yamamoto Taketora. Erano un gruppo molto simpatico (Hinata si domandava come quella scuola fosse ancora in piedi….) e condividevano lo stesso sogno di giocare. Ma i giorni di pace finirono quando il Re si avventurò per la scuola attirato da quelle voci assordanti (come facesse a sentirle dalla palestra non si sa ancora…). Non appena vide che Hinata non se ne era ancora andato si scatenò la sua ira e mentre la sua voce diventava un sibilo il rosso fece una cosa che nessuno si sarebbe mai aspettato.
-Alzami una palla, Re.- disse piantandosi davanti al moro.
-Non hai il fisico per la pallavolo.- gli rispose il sovrano, ma il piccoletto ribatté prontamente.
-Ma io posso saltare.- e così il Re, di fronte a quegli occhioni convinti, lo portò in palestra deciso ad alzargli una palla.
Così fu, però, il piccolo schiacciatore mancò l’alzata e Kageyama non poté fare a meno che confermare i suoi sospetti sul più piccolo.
-Vattene, non è per te la pallavolo.- disse allora il Re solitario un po’ deluso, forse si aspettava che Hinata fosse quello giusto (e non solo per spezzare l’incantesimo). E ancora una volta Shoyo stupì tutti.
-Alzamene un’altra!-
 
Nel frattempo al villaggio del piccolo nano da giardino era tornato Daichi con il suo amico per risolvere la faccenda del “fidanzato” al più presto. Cercò il figlio per tutto la cittadina, ma le uniche voci che gli giunsero furono che non vedevano Shoyo da qualche giorno. Preso dalla disperazione Sawamura andò da Oikawa poiché lo aiutasse a cercare il rosso. Egli gli rispose che anche lui lo stava cercando, ma non riusciva a trovarlo. Si accordarono per andare a scovare il piccoletto e insieme partirono per un lungo viaggio. Daichi che pareva peggio di un segugio annusava ogni angolo alla ricerca del figlio così Oikawa chiamò al volo il proprietario di un manicomio di nome Ushijima Wakatoshi e anche se si odiavano più o meno a vicenda, non poteva non chiamarlo visto che anche il suo amico continuava a parlare per metafore e consigli ed era fermamente convinto che tutti dovessero rivolgersi a lui con l’appellativo Takeda-Sensei. Stava veramente per dare di matto quando a bordo di un piccione viaggiatore apparve Ushijima, ma senza che nessuno se ne fosse accorto erano già arrivati ad una scuola. Oikawa rinunciò all’idea di liberarsi dei due quindi entrò in quella scuola. Furono guidati dal rumore di una palla che colpiva il pavimento e non appena giunsero alla tanto attesa palestra quello che videro li sconvolse. Un Re stava alzando la palla ad Hinata e questo ne stava schiacciando una dopo l’altra.
A questo punto l’incantesimo si era sciolto, ma visto che se non si finisce con una partita all’ultimo punto non si può parlare di Haikyuu, allora Oikawa Toru sfidò il Re e gli abitanti del castello. Se avesse vinto si sarebbe tenuto Hinata, se avesse perso avrebbe riaperto le palestre a tutti.
La partita cominciò e finì esattamente come quel funesto episodio 24, ma anche se avevano perso: Tobio non era più lo stesso Re del Campo, Hinata aveva avuto un’alzata più veloce e gli abitanti del castello avevano giocato ancora una partita. Alla fine fecero un enorme barbecue e dal nulla apparvero gli allenatori (che dove c'era cibo andavano) e tutti gli altri abitanti del villaggio e della scuola senza che nessuno li avesse invitati (ma in fondo è una favola, no?)
-Beh, direi che è stata una bella partita.- disse Toru guardando i suoi avversari. –Ma ora dovrei avere il mio pagamento.- concluse sfidando con lo sguardo il non più Re del Campo. Hajime Iwaizumi gli mollò una gomitata sullo stomaco.
-E’ una favola dovrebbe esserci un lieto fine.- concluse guardandolo storto.
Oikawa ne fu quasi spaventato ma alla fine accettò, però promise che un giorno, magari in autunno, sarebbe tornato a rivendicare Hinata e quella scuola. Poi, dopo essersi esibito in uno dei suoi sorrisi beffardi mollò una pacca sul sedere a Iwaizumi che rispose con un sono pugno in pancia. Così i due se ne andarono. Per quanto riguarda il proprietario del manicomio, lui rimase talmente abbagliato dal modo di giocare dei due ragazzini che promise di ritornare a trovarli e volò via con il suo piccione viaggiatore. Kuroo e Kenma, dopo averli salutati, cominciarono a vagare per la foresta amando la loro tanto agognata libertà (quello che successe poi tra di loro, solo la foresta lo sa). Il padre di Hinata parve affezionarsi ai suoi abitanti e in particolare a Sugawara (if you know what i mean) così rimase alla Karasuno. Takeda-Sensei tornò al villaggio con Tadashi, l’uno alla ricerca di una certo allenatore di cui aveva sentito parlare, l’altro in cerca della sua anima gemella e di qualche ragazza in più da guardare (ovviamente). Tutti quelli che rimasero cercarono di formare una squadra solida e cominciarono ad allenarsi molto inattesa del ritorno di Oikawa e degli altri.
Per quanto riguarda i due fortissimi attaccanti della Karasuno, nonché i protagonisti della “favola”, beh, solo loro ebbero il privilegio di sedersi sul trono di quella pazzesca scuola superiore, Kageyama con il suo lungo mantello rosso e Shoyo con in mantello piumato nero. Continuarono a giocare insieme in una strana intesa l’uno in debito per qualcosa con l’altro. Pare anche che Tobio avesse chiesto la mano ad Hinata….
Per schiacciare, non per altro ovviamente.
E vissero tutti felici e contenti.
A modo loro…
 
 
 
PERSONAGGI 
 
Yu Nishinoya as Lumiere
Asahi Azumane as Tockins
Oikawa Toru as Gaton 
Hajime Iwaizumi as L'amico di Gaston
Daichi Sawamura as Padre di Belle
Tobio Kageyama as Bestia
Hinata Shoyo as Belle
Yamamoto Takedora as Armadio
Tetsuro Kuroo as Mrs Bric
Kenma Kozume as Chicco
Kei Tsukushima as cuoco, Tadashi Yamaguchi s aiuto cuoco
Kiyoko Shimizu as Scopetta
Koshi Sugawara as Attaccapanni
Ukai as Fata
Ittetsu Takeda s Amico di Sawamura (questo personaggio l'ho inventato) 
Ushijima Wakatoshi as Proprietario del manicomio
  
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