Lacrime di luna di Daphne09
 

Giaceva all'ombra, con lo sguardo languido rivolto verso la finestra, la Luna si rifletteva sulle sue lacrime come una Stella in un pozzo di cristallo.
Ormai le succedeva spesso: piangeva di giorno, di sera, col Sole e con la pioggia; era diventata una sorta di abitudine. Se una volta crollava disperata pensando a lui, ora un meccanismo automatico le innestava una reazione alla quale lei ormai era più che abituata. Gli sarebbe stata accanto nella buona e nella cattiva sorte, e quello era il suo modo per dimostrarlo.

Spesso iniziava ad immaginare che lui sarebbe tornato, abbracciandola e dicendole che sarebbe andato tutto bene, e lei ci avrebbe creduto, perché se lui fosse stato al suo fianco nulla sarebbe potuto andare storto.
Ogni volta nella sua mente si dipingevano dettagli sempre più fini: amava credere che il giorno in cui si sarebbero rincontrati lei avrebbe avuto indosso un vestito rosso e un paio di sandali dello stesso colore dell'Oceano, i capelli che le cadevano morbidamente lungo il viso fino al seno. Lei avrebbe suonato un brano in re minore al piano, esprimendo la sua nostalgia e tutti i suoi tentativi per andare avanti e che lui, ammaliato dalla sua bravura, le avrebbe accarezzato le spalle soltanto alla fine di quell'amara melodia, cogliendola alla sprovvista e dicendole «Non soffrire più, ci sono io.» e lei, catturandolo con lo sguardo, si sarebbe fatta stringere al petto senza proferir parola, lasciando che fosse il corso delle azioni a lasciar trasparire i suoi sentimenti, come sempre.
Eppure, alla fine di quel fiabesco sogno ad occhi aperti, lui svaniva ogni volta fra i suoi palmi, lasciandoli freddi e vuoti, come sempre, come sarebbe successo con l'avanzare dei giorni, dei mesi, degli anni.

Gli aveva dato tutto: la sua fiducia, i suoi segreti ed il suo cuore, ma ora ogni cosa era dissoluta come vapore nel vento, e lei si sentiva completamente sola. Nessuno l'avrebbe mai amata come lui, e lei non avrebbe mai amato nessuno allo stesso modo. Non avrebbe più trovato quella persona dai numerosi difetti apparenti come pregi, dalle tante oscurità brillanti come punte di diamante sotto il suo sguardo.
«Riven, se solo potessi tornare da me.» Singhiozzò lei, asciugandosi l'ennesima lacrima che, fra le sue caotiche grida, non era altro che una goccia di pioggia nel pieno di una tempesta.


Spazio autrice:
Ciao a tutti,
non sapete quanto mi siete mancati!
Approfitto di questa malinconica Flashfic che, a suon di Cielo senza stelle e La tua musica è la mia, ho steso d'impulso, dandole addirittura giusto una riletta superficiale prima della pubblicazione (i miei amici di facebook hanno avuto un'anteprima). 
Non c'è molto da dire su questo breve intervento: mi sono lanciata la sfida personale di esprimere il sentimento di Musa dopo la separazione dall'amato in trecento parole; ora sta a voi darmi un parere. A tal proposito, volevo chiedervi un'opinione piuttosto approfondita sulla coppia e sulla loro (improvvisa?) rottura. 
Adesso, in quanto le 2.31 di notte, sono costretta a salutarvi e tuffarmi nel letto.
Un abbraccio,
Daphne09
PS: Non sono morta, sto semplicemente lavorando a nuove storie che, fra qualche mese, spero di pubblicare. Se volete tenervi in contatto con me non esitate ad aggiungermi su facebook cliccando qui.