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Autore: milla4    05/01/2015    2 recensioni
In una calda giornata, una strana ragazza aspetta con impazienza il suo destino che tarda a compiersi... Cosa sarà successo? Ogni cosa era stata fatta nel modo giusto... oppure no?
-- In revisione--
Genere: Avventura, Fantasy, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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IN REVISIONE









Uno strano bagliore illuminò il terreno ma Lia era così concentrata che non si accorse di nulla: il sole stava lentamente risorgendo dal buio della notte, l’umidità lasciava il posto ai rosei raggi che riscaldavano la sua pelle come dolce carezza di una madre preoccupata.
Lia era bloccata, ferma come una statua, intorno a lei solo rovine imbruttite dal tempo, pezzi di colonne un tempo maestose nella loro altezza oggi ridotte in frantumi, vittime di vandali  i quali hanno coperto il loro secolare biancore con disegni dai colori vivaci, unica traccia umana in quel luogo di desolazione.  Lei era confusa, le armi  erano ancora nelle sue mani esangui per lo sforzo della battaglia: aveva vinto, gli Uccisori erano morti ma di loro stranamente non era rimasto nulla, forse perché i loro compagni prendevano i corpi appena essi morivano? Perché ne lasciavano i vestiti?  La cosa più importante era gli Dei erano salvi eppure non succedeva nulla… Niente di niente, la missione ultima, l’unico scopo della sua vita era stata ultimata ma ora?
Certamente Lia non si aspettava eruzioni vulcaniche o terremoti ma almeno un raggio di sole a formare un occhio di bue sulla Prescelta, un soffio di vento che le scompigliasse i capelli, ma quella solitudine no, lei aveva sacrificato attimi di amicizia, di amore di vita per nulla? No, questo non poteva accettarlo. Un’oscura rabbia stava salendo dentro lei
Ricordava il momento in cui, quando era ancora una bambina, la madre le tolse Katy la sua bambola preferita per iniziare l’addestramento per sconfiggere gli Uccisori: in fondo lei era la prescelta  e tutti si aspettavano impegno e dedizione nel suo compito, senza piagnistei e lamentanze. 

- Cornelia ... mamma... -  Lia rivolse una supplica dentro se alla madre, l’unica che l’avrebbe  sempre capita, che conosceva gli obblighi e i doveri a cui era sottoposta e l’unica a cui potersi rivolgere in questi casi di confusione continua….. era stata anche lei una prescelta, le aveva confessato ma non era quella giusta.
La sua famiglia era fedele da generazioni alla Dea Diana, la Dea cacciatrice ed era stata proprio lei a dar loro la profezia.. Lia la recito a bassa voce: -  In tempi,  lontani delle maschere bianche si ribelleranno a loro idoli  distruggendo la fede, l’Unica prescelta ci salverà -  
Un brivido lungo la schiena le ricordò che l’Inverno stava arrivando portando dietro sei l freddo e la candida neve, posata sui ruderi come una coperta bianca.
Lia decise di aver aspettato abbastanza così si girò per tornare indietro quando un fruscio la mise in allarme, alzate le braccia con le armi e messasi in posizione, aspettò freddamente il nemico sperando che finalmente la sua missione poteva dirsi conclusa, non era spaventata o agitata solo stanca.
Un’ombra le passò accanto a gran velocità, non fece in tempo nemmeno a capire in che direzione fosse andata che all’improvviso se la ritrovò davanti a pochi metri da sé; l’Uccisore era infuriato, lo si vedeva dagli spasmi rabbiosi delle maniche se in verità a Lia sembravano più mani di un anziano che di un mostro assetato di sangue ma non poté concentrarsi di ragionare su questa strana cosa: il nemico si mise a correre verso di lei così velocemente da far alzare da terra nuvole di polvere e vecchie foglie ingiallite dal tempo, Lia era preparata anche a questo, prese l’arco, lo alzò, invocò una preghiera di benedizione alla Dea e scoccò la freccia luminescente. Il corpo cadde in un tonfo come fulminato.
Lia ansimava per l’adrenalina di quel ultimo combattimento, si sentiva stanca e affaticata.
- Se qualcun altro Uccisore si vuole far avanti sappia che ho altre frecce della Dea e non avrò paura di usarle... Ma cosa?-   Il cadavere dell’uccisore era scomparso! Solo polvere al suo posto, l’ampia tunica gialla ormai ricopriva il nulla… Si avvicinò per vedere con i suoi occhi la strana reazione; spostò con una freccia gli indumenti quando riconobbe il medaglione della sua setta adoratrice che era appartenuto a suo fratello Ascanio; era tempo che non pensava alla sua morte,  alla morte del suo fratello maggiore, scomparso forse ucciso dagli uccisori; sentì dentro se il dolore della madre che da quel giorno decise di farsi chiamare Addestratrice e non più madre come se quel filo che le univa, quel vincolo d’amore fosse stato spezzato. In realtà fu Marco, il suo fratellino di appena 3 anni, ad aver subito il distacco della madre.
 Dopotutto lei era un’adoratrice e protettrice di Diana, in lei scorreva parte del suo sangue datole dalla stessa Divina quando ormai il cristianesimo aveva spazzato via il suo culto, da Lia ci si aspettava la massima obbedienza e il massimo impegno quindi accettò il cambiamento senza obiezioni, anche se era ancora una bambina.
Improvvisamente le mani, le braccia, tutto il suo io iniziò a tremare
- No no no! Basta! Ok devo andare via, la missione è conclusa, i cattivi sono morti… anzi disintegrati e basta!  Sicuramente sarà solo una coincidenza no_? Lo avrò rubato a Ascanio prima di ucciderlo e lo avrà tenuto come ricordo… Si si è così-  straparlava, le succedeva quando non riusciva a calmarsi come in questo caso. Le vennero in mente le parole di sua madre -  Calma, respira, tira-   Lo ripeté come un mantra per molte volte finché  quasi automaticamente fece un gran respiro e scoccò una freccia con tutta la forza che aveva in corpo. Essa si andò a schiantare su un albero lì vicino.
- Cavoli, ho sprecato il sangue divino…-  arrabbiata con se stessa per la debolezza,  arretrò dal mucchietto di polvere grigia, prendendo prima però il medaglione appartenuto a suo fratello.
Senza avere nient’altro da fare che aspettare l’elicottero che l’avrebbe riportata alla base, decise di esplorare la piccola isola su cui era stato costruito il tempio. Era strano camminare negli stessi luoghi in cui i suoi avi avevano pregato la Dea per averne favori o  per ringraziarla per la sua benevolenza; Lia riusciva sentire  le loro voci che ripetevano incessantemente e con tono monotono inni a Diana, la cosa assurda era che lei stessa aveva un vago ricordo d quell’epoca, forse per suggestione. - DIANA! DIANA! DIANA!-  Lia venne strappata alle sue riflessioni da una voce misteriosa -  Chi è la?-  prese l’arco ma si accorse subito che aveva scoccato l’ultima freccia e che quindi era disarmata - Merda!-  Intanto la voce continuava a pronunciare il nome, sempre allo stesso modo, ne alzando la voce ne cambiando tono, sembrava che non provenisse da un luogo fisico ma che ristagnasse da tempo immemore sulla terra di quell’isola sacra; Lia senza neanche accorgersene cominciò a farsi guidare da quella voce che sentiva come sua, nessun altro l’avrebbe potuta percepire, dopo pochi passi si ritrovò in una grotta sotterranea, fredda e umida con stralci di alghe e pesci che ancora si dibattevano cercando un po’ d’acqua per respirare: era una grotta sottomarina che con la bassa marea era riemersa dalle profondità del Mar Mediterraneo, Lia non sapeva dove si trovava e nemmeno chi l’avesse condotta fin laggiù solo di una cosa era certa: se era una trappola l’avrebbe accuratamente evitata.
Prese il telefono satellitare che aveva in una delle tasche dei suoi pantaloni verde militare e digitò il numero della sua sede, non fece in tempo a finire che svenne.
Rosso, blu, verde, viola mille colori le svolazzavano davanti agli occhi quando finalmente riuscì a riaprirli;  erano passate ore o pochi minuti questo non riusciva a ricordarlo, sapeva solo che si era sentita trascinare a terra da una forza invisibile a cui non poté ribellarsi.
Lia si rialzò lentamente e si accorse di non essere più sull’umido pavimento della grotta ma su una lettiga bianca e forse antica, come quelle che erano conservate negli inventari della setta. Con la testa dolorante, cercò una via di fuga da…. Si dove si trovava?
Con le mani tastò lo spazio intorno a sé per cercare i suoi pugnali il o il suo arco ma niente, così con le sole armi delle sue braccia e delle sue gambe allenate da sempre a combattere, si alzò per ispezionare  il luogo.
Era ancora un po’ stordita ma con molta cautela avanzò fino al centro della grotta, perché di questo si trattava o almeno era quello che riusciva a vedere intorno sé. Sembrava la stessa in cui era svenuta solo che c’era qualcosa di meno… bagnato.  Si avvicino alle pareti e delicatamente le sfiorò con le punta delle dita: erano calde, camminando vicino a esse, toccandole e scrutandole minuziosamente per cercare una possibile via di fuga sentiva una strana energia che la rincuorava come se fosse sua amica e che volesse proteggerla, era qualcosa che non le permetteva di agitarsi o di sentirsi in pericolo. Una cosa la colpì cioè la presenza di tanta luce… già: da dove proveniva quel bagliore diffuso che le permetteva di osservare senza problemi l’intera stanza? Non c’erano lampade o fiaccole o qualsiasi tipo di illuminazione! Mentre rifletteva su questo, improvvisamente vide un volto che la osservava da molto vicino, Lia spaventata si scosto subito per poi accorgersi che altro non era che un enorme specchio il qual  fungeva da parete e quindi quel viso era il suo . Le sfuggì un sorriso per quello che vedeva: i suoi lunghi capelli ricci dorati le ricadevano sulle spalle ormai sfuggiti alla crocchia che li incatenava, il suo viso era un po’ malconcio, provato da quella lunga ed estenuante settimana, poi senza pensarci si osservò in tutta la sua figura: era di bassa statura e forse un po’ troppo magra, cosa dovuta non dal mangiare poco infatti ma dal continuo sforzo fisco a cui è sottoposta; aveva un viso spigoloso dove i suoi grandi occhi color del mare risaltavano come delle pietre e il suo naso e la sua bocca completavano quel volto a cui molti sembravano esser colpiti da un solo sguardo. Lia avvicino la mano a quel viso e subito arrivò il ricordo di sua madre che sin da quando era piccola le spazzolava i capelli, ogni notte prima di andare a dormire e le sue parole le riecheggiavano ancor nella mente -  Tu non riesci a guardarti veramente, se sapessi cosa cercare troveresti un mondo intero di bellezza in te- ….
     -   Diana -  un sussurro calmo le sfioro il viso come una carezza incantata, Lia  si girò.
Era una nuvola dalle sembianze umane, un grande uomo evanescente che la osservava….. i suoi occhi la penetravano fino nel più profondo del suo io, ogni centimetro del suo essere era scansionato dagli occhi color ghiaccio di quel…… non sapeva neanche lei cosa fosse,  riusciva a capire solo che poteva stare calma e rilassata come se non ci fosse pericolo, improvvisamente lui inchinò pronunciando - adorabo perfectionis -
Lia rispose a quel saluto con parole immemori, uscite da lei senza il suo permesso, come richiamate da quell’essere che la stava sconvolgendo tranquillamente - omnes nos perfectu - .
Presto l’essere si rialzò e sorrise poi… le fu davanti, non si era mosso, era semplicemente riapparso davanti a lei -  Sono secoli che ti aspetto o divina, non c’è molto tempo gli altri sono in pericolo -
 Era così vicino che poté osservarlo bene: era un giovane uomo alto, anche se in realtà al sua immagine appariva sfocata. Si era ripresa dallo shock quindi balzò indietro e con aria di sfida lo fissò.
Lui la guardò, nei suoi occhi c’era sorpresa ma anche una grande stanchezza millenaria che lo rendeva quasi umano; improvvisamente li chiuse.
Lia a sua volta sorpresa istintivamente alzò le braccia in avanti ma in realtà rimase li fissa nello stesso punto: era paralizzata, ogni muscolo del suo corpo era fermo, immobile e nella sua mente cominciò a sentire un torpore che le imponeva di calmarsi.
Tutto finì in poco tempo, anche se le sembrava fosse durata un’eternità ripresasi, vide che l’essere aveva riaperto gli occhi ma nel suo sguardo  non c’era riverenza ma conoscenza.
 - Ben svegliata mia dolcezza imperiale, ti senti bene?  Si lo so, non riesci a comprendere nulla e francamente anch’io inizialmente ero abbastanza confuso ma, fortunatamente, mi sono aggiornato in tempo record -  silenzio, smise di parlare e aspettò una sua riposta ma niente-  Allora possiamo passare alle presentazioni, io sono Etereo, l’essere più importante della tua vita da oggi in poi, colui il quale ti guiderà nella salvezza-  Ancora nulla, noncurante della situazione continuò a parlare - Ho… beh tanti anni o secoli vedila come vuoi e sono la forma più perfetta che sia mai stata creata in quanto unione dell’energia di vari dei-   Etereo cercò con lo sguardò Lia ma vide che lo fissava con incredulità, in effetti lei si aspettava un essere mostruoso con cui dover combattere e non un cantastorie evanescente; ella continuò comunque a mantenere la posizione di difesa assunta mente Etereo parlava, in fondo poteva benissimo essere una strategia per farla distrarre.
Lui le si avvicinò scivolando sul pavimento ruvido della roccia per poi fermarsi a pochi centimetri dal suo  viso, tese una mano ma la lasciò cadere come se volesse un contatto a cui però non si sentiva autorizzato, infine ritornò nella sua posizione iniziale -  Non ricordi nulla vero? In tutto questo tempo non hai fatto progressi nella tua storia, nel capire chi sei veramente, qual è il tuo posto nel mondo? Non…- Un calcio interruppe la lunga lista di domande; Lia stanca di stare ad aspettare una sua possibile mossa decise di attaccare per prima, il suo piede era già vicino al volto di Etereo quando lo attraversò senza incontrare nessuna resistenza, così lei subito si ritrasse: -  Cosa… Cosa sei?-   Egli sorrise e scomparve per poi riapparire in vari punti della stanza contemporaneamente e finalmente riunirsi davanti  a lei, la sua espressione mutò di nuovo facendo riapparire nuovamente l’essere antico che aveva visto all’inizio -  Tanto tempo fa, quando l’impero romano era agli sgoccioli e i barbari erano ormai padroni del vecchio Occidente, un gruppo di Perfetti decise di creare un loro surrogato formato da parti della loro stessa energia cosicché, in tempi migliori, egli li avrebbe potuti guidare alla riconquista del posto che spettava loro, -
Mentre parlava la fissava dritto negli occhi aspettando forse una sua reazione che tardava ad arrivare; in realtà in lei si stavano sviluppando delle immagini in testa ma non voleva mostrare la sua paura a quell’essere suo nemico - Questo processo, era però molto stancante per los pirito ormai debilitato dalla perdita incessante di adepti  che li adoravano… Già parchè la loro sopravvivenza dipendeva dai loro sostenitori coloro i quali con le continue preghiere e sacrifici li rendevano vivi, dava loro l’energia per sopravvivere……. Nuove forze avevano tolto adoratori ai nostri perfetti che da ora cominceremo a chiamare con il nome che gli spetta ovvero Dei, i quali, allo stremo delle forze, dopo la mia creazione , persero ogni energia e si trasformarono in essere mortali…..Nulla? Nessun ricordo? - Si poteva leggere la delusione nei suoi occhi ma continuò imperterrito  -  Bene andiamo avanti: decisero di prendere una forma umana e così aiutati dai loro pochi seguaci cominciarono a condurre vite normali, aspettando che loro energia si risvegliasse ma….-
- Ma convinti da cattivi consiglieri decisero di rinchiudermi in questa prigione in cui non avrei potuto aiutarli in nessun modo – Una nuova voce attraversò la stanza, una voce che Lia conosceva molto bene: sua madre era venuta a salvarla, subito si girò ma quello che vide era sconvolgente, istintivamente si portò una mano alla bocca e lasciò la sua posizione di difesa:  un corpo anziano le era di fronte, un corpo che non corrispondeva alla voce… Cosa le era successo? Che fine aveva fatto la sua forte e decisa mamma? I suoi lunghi capelli biondi raccolti alta coda, i suoi occhi azzurri come il mare, le sue forti braccia che l’avevano aiutata negli estenuanti allenamenti cui era sottoposta, in quanto Prescelta suprema… Tutto svanito:  solo gli occhi le potevano ricordare lei anche se anch’essi erano coperti da una fitta rete di rughe che ricopriva tutto il suo corpo ingobbito dall’età, dei suoi capelli lucenti erano rimasti solo pochi fili ingrigiti dal tempo, le sue mani sempre curate erano ormai due rami secchi
Etereo era infuriato e le urlò contro -Lia non ti sarai mica specchiata vero? Dimmi che non lo hai fatto, ti prego! -
-  Etereo, quanto tempo! Vedo che le ultime morti ti hanno raggiunto, bene molto bene - Era sua madre che parlava, poi si rivolse a Lia - Ti ringrazio di avermi invitata, sai siamo stati noi a rinchiuderlo qua dentro ma ahimè dopo tanti secoli avevamo perso la chiave – una ristata gutturale le uscì dalla bocca  poi tese una mano nello specchio color oro e come se fosse stata una porta aperta, ne tiro fuori Marco, il suo fratellino; in pochi secondi la madre tirò fuori un pugnale e lo poso sul collo del fanciullo - Avanti Etereo finisci la storia-
Tutto questo era durato meno di cinque minuti durante i quali l’essere si era posizionato davanti Lia come per proteggerla e non farla attaccare: ella infatti, appena visto il pugnale, si era scagliata contro colei la quale pensava fosse la persona che più l’aveva amata al mondo.
-  Mi deludi, figlia mia, dopo tanto allenamento ancora ti lasci prendere da simili emozioni, ancora non riesci a controllarle? Male molto male -  Cornelia agitò la testa in segno di diniego e poi spronò nuovamente Etereo a proseguire con la storia; egli ancora davanti a Lia continuò: -  Dopo avermi rinchiuso qui dentro, i traditori presero possesso delle vite dei loro passati idoli modificando i loro ricordi e tutto ciò che li riguardava…  Nei i secoli furono poche le famiglie patrizie che erano rimaste ancorate ad un periodo da tempo morto, queste si sono sparse per il globo portando con loro un Dio da plasmare, una di queste era la gens Fabrizia della quale la nostra cara Cornelia fa parte…. Un momento! -  Etereo si voltò verso la sua protetta – Lia sai come sono stati creati gli dei?-  Ella era troppo agiata per rispondere, l’unica cosa che riusciva a percepire era il pericolo che stava vivendo il suo fratellino,; Etereo prese il suo silenzio come un no – Male. Molto male... – mormorò tra se e se poi riprese sospirando -  Va bene: ogni essere mortale ha dentro se un’energia che si porta dietro dalla nascita; quando i primi esseri umani cominciarono a credere in essere superiori quest’energia si è accumulata per poi scindersi in varie figure separate. Ora, per primi i Greci ma soprattutto i Romani, riuscirono a entrare in contatto con tali entità  e così capirono una cosa fondamentale cioè che se umani avevano bisogno del loro aiuto, lo stesso valeva per gli dei ma, questa parte già la sei non è vero? -
- Ora continuo io grazie - Cornelia lo interruppe bruscamente –Dopo la caduta del 476 tutto era finito, molte casate patrizie si persero nel marciume di quegli anni mentre altre, come la nostra, riuscirono a rimanere a galla sapevamo bene però, che questo non sarebbe durato per sempre, l’unica cosa che ci avrebbe fatto rimanere immutati negli anni a venire era un’energia talmente grande da impedire che il nostro corpo tutto ciò che possedevamo svanisse e quella forza eri tu, tu e gli altri; dopo la creazione di Etereo… A proposito, è avvenuta proprio su quest’isola….- si interruppe per riprendere - Dove ero rimast… A si! Bene dopo la creazione eravate sfiniti, ogni briciolo della vostra energia si era volatilizzato così decidemmo di prenderci cura di voi nelle nostre case; all’inizio era solo un gesto di bontà; con gli anni, dopo che vi eravate ripresi ci rendemmo conto che non avevate memoria di chi eravate o cosa foste ma che la vostra energia seppur lentamente, stava ritornando, così come la nostra bellezza ela nostra fortuna-
Lia da dietro il suo nascondiglio non si muoveva, era come rapita dal racconto, le immagini che da prima le apparivano in testa ora avevano un filo logico, ma qualcosa non era chiaro  e la faceva dubitare di tutto :-  Non è possibile tutto questo, sono passati secoli, millenni e noi siamo ancori qui Io mi ricordi questi 17 anni passati con te, e i miei fratelli ma del 1500 o 1830 non un cavolo-  Urlò per l’esasperazione, perché sua madre era ridotta in quelle condizioni o soprattutto perché si sentiva sempre più legata a Etereo che alla donna che le aveva dato la vita? Marco intanto aveva il pugnale sempre più vicino alla gola e il suo sguardo era come quello di un animale in gabbia.

- Un momento, quanta impazienza! -  Sorrise Cornelia, sapendo di stare per dare un colpo terribile alla sua ormai ex figlia – I primi tempi (600 anni su per giù) non furono affatto male, la vostra luce cresceva sempre più e noi ne beneficiavamo, voi non capivate di vivere in una prigione dorata in cui noi vi avevamo rinchiuso nell’ultimo secolo però la vostra energia è aumentata in modo esponenziale portando morte a  molti dei nostri affiliati, bruciandoli, disintegrandoli in polvere – una lacrima uscì da quel volto deturpato dalla vecchiaia -   Come effetto collaterale vi ancora lasciava privi di memoria,  così 17 anni, fa decidemmo di uccidervi ma eravate ancora troppo forti per noi così decidemmo di inventarci una verità nella quale potevate immedesimarvi e che ci avrebbe permesso di sfruttare ciò che avevate recuperato per rendervi nuovamente deboli e infine uccidervi e Etereo beh… lui è un essere divino tutti gli effetti solo, che morendo pian piano tutti i suoi creatori, le parti da essi donategli si disperdono nel cosmo rendendolo solo un ombra-  Etereo era freddo e immobile,
-  Mary, Cho, Isabel, Tao, Giorgio erano tutti dei?-  chiese con voce ferma Lia: essi erano stati dei prescelti come lei solo che, le avevano detto, di essere stati uccisi dagli Uccisori ­– Esatto -   -E il sangue di Dea..? -
-  Preso dalle tue bende usate per fasciarti dopo gli allenamenti, non potevamo certo farti del male intenzionalmente, ci avresti scoperto non credi?-  -  E Ascanio?-  il viso di Cornelia divenne una maschera di cera inespressiva poi urlò, la sua voce era come un veleno : -  Non devi nominare il suo nome mai! Il mio povero e unico figlio! Me lo hai ucciso, la sua unica colpa era l’essere troppo curioso: si era avvicinato a te in uno dei tuoi momenti più splendenti e tu me lo hai portato via! Avrei voluto strapparti il cuore a mani nude ma l’Organizzazione mi ha fatto ragionare e così oggi avrò la mia vendetta.. Portandoti qui ho rischiato grosso: senza un contatto con la tua energia il nostro copro appassisce -  Spinse il pugnale ancora più vicino facendo tagliare leggermente la pelle  del giovane provocando una piccola uscita di sangue
Lia scansò Etereo e si butto in avanti ma lui, con un piccolo tocco, la scaraventò contro una parete – Non ora-  le sibilo prima di toccarla: ella si schiantò sulla parete ma o per l’adrenalina o   per una forza che la proteggeva non si fece che qualche graffio, subito si rialzò ormai però era cosciente di se e di cosa era; all’inizio era spaventata, ora solo determinata. Pima di compire un passo falso voleva però altre spiegazioni dalla persona che l’aveva cresciuta, camminò con passo lento e rilassato e le si piazzò davanti: - Dimmi Cornelia, come mai io sono ancora viva? E perché ucciderci?  Non potevate rinchiuderci qui con Etereo, in fondo vi sete autocondannati a morte non credi?-
-  A questo posso rispondere io - egli le si era messo di fianco – Tu sei ancora viva perché tu sei Diana Dea della caccia, il tuo spirito è più vitale di quello degli altri e quindi più difficile da uccidere, quella di oggi era una messa in scena per portarli da me (prima di rinchiudermi avevo scagliato su di loro un maledizione: dopo avermi rinchiuso si sarebbero scordati il luogo della mi prigionia), prima che mi ponga altre domande devi sapere che  uccidendomi vi ucciderebbero in blocco; la seconda risposta è semplice, stando a contatto con voi per secoli hanno assorbito talmente tanta energia da viverne altri cento.-  si fermò – E Marco….-   chiese lei -  E’ eros o cupido, il nome e ininfluente-  
Tutto era assurdamente chiaro, tuto il suo io il suo mondo era stato spazzato via ma non le importava, ora sapeva chi era e nessuno l’avrebbe fermata.
Prese il medaglione di Ascanio e lo mostrò a Cornelia poi guardò negli occhi Marco e cercò di comunicargli cosa fare,  lui era rimasto scioccato da tutto, in fondo era solo un bambino, l’unica cosa di cui certo in quel caos era che se  sua sorella era convinta delle sue azioni lo sarebbe anche lui, seguendo i suoi occhi capì che se era Cupido doveva avere qualche potere; cercò di visualizzarli all’interno della sua mente e capì cosa fare: con la piccola mano toccò quella ruvida di Cornelia e le passò… amore.
Lia vide una lacrima scendere sul viso di Cornelia poi un’altra e un ‘altra ancora finché non cadde in un lungo pianto, lasciò cadere il pugnale e si gettò a terra – Ascanio, no….- urlava disperata, Lia allora immaginò un arco e una freccia, sentiva tutto il suo corpo che diventava caldo anzi bollente  fino quasi a scoppiare ma allo stesso tempo leggero; dopo poco uno splendido arco le si materializzò davanti allora lei lo prese al volo e in poco tempo scagliò una freccia dritta al cuore della nemica la quale, colpita, si tramutò in polvere e di lei non rimase che un pugnale e un vestito bianco.
Erano rimasti in tre ma due di loro non erano più le stesse persone che erano all’inizio, erano cambiati sia dentro sia fuori; si avvicinarono nuovamente allo specchio senza aver paura di possibili nemici, si sentivano talmente forti da poter sconfiggere chiunque, videro che non erano più umani, i loro splendenti capelli color oro  erano diventati lunghi il doppio e emanavano luce,  ogni centimetro del loro corpo splendeva letteralmente come una stella. Etereo si avvicinò a loro e posò le mani sulle loro spalle. Subito li trasportò in superficie.
-  Non ci sono più nemici o miei perfetti amici, con il vostro risveglio anche gli altri dei si sono svegliati dal loro torpore e si sono vendicati distruggendo i traditori-   Lia lo guardò ma non gli chiese come avesse fatto a saperlo, tutto le pareva talmente logico che non c’era bisogno di chiederlo,  lui, nonostante tutto, le rispose lo stesso: - Io sono in contatto con tutti ora che sono in superficie, la gabbia non mi faceva vedere nulla, sono rimasto nell’oscurità per secoli poi, vedendoti, mi sono dovuto aggiornare – Sorrise imbarazzato – Ero rimasto al nostro ultimo incontro avvenuto secoli orsono – Lia sgranò gli occhi e le sembrò di vedere ogni cosa per la prima volta, ogni albero, ogni insetto che camminava sul terreno sotto i suoi piedi, avevano una loro energia che lei ora riusciva a percepire.  Marco  stava intanto correndo verso l’elicottero che lo aveva trasportato sull’isola insieme a Cornelia… Ella si girò verso Etereo – E ora? -  - Ora dovrete decidere sul da farsi tutti insieme: o vivere nell’ombra come avete fatto in tutto oppure riprendervi il vostro  mondo, questo tempo dipende solo a voi-  -  _Ma senza qualcuno che ci venera moriremo…-  
- Lui la guardò e le sorrise, lei capì che in lui avrebbe sempre trovato un fidato amico - - Ora non ne avete più bisogno, siete rinati più forti di prima, potete farcela anche da soli - - Lia lo guardò preoccupata – E tu? Non sei la nostra guida non vieni con noi?- - Se proprio lo desiderate milady -lui si inchinò e la bacio la mano poi rialzatosi le tese il bracciodi cui lei entusiasta si impossessò poi, si diressero entrambi verso l’elicottero che li stava aspettando, sapendo che per loro la vita era appena cominciata.

 
 
 
 
 
   
 
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