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Autore: Cladzky    05/01/2015    0 recensioni
La Terra è devastata dagli uomini che non si rendono conto di ciò che fanno. Il Sole, che da 4500 milioni di anni ci guarda, capisce la gravità della situazione e come già fatto in passato, manda una sua figlia per cercare di farli ragionare.
Genere: Comico, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La giornata trascorse lentamente. Solar, dopo il suo turno di lavoro, aveva visitato il resto della città. Non aveva però pensato a trovare un posto per la notte e di conseguenza si ritrovò a vagare per le vie di Tokyo alla ricerca di qualche posto dove coricarsi.
Quando era con suo padre non aveva mai visto l'oscurità e sinceramente non ci teneva a conoscerla.
Le strade, prima affollate e vive, avevano ora un' aspetto tetro e depresso. I palazzi che durante il giorno riflettevano la luce del Sole, ora erano illuminati di luce propria dall'interno.
Solar non sapeva dove dormire e passare la notte. Dormire per strada era fuori discussione e sinceramente fino ad allora non aveva mai avuto bisogno di dormire. Infatti prima di scendere sulla Terra era una specie di divinità, ora laggiù conservava sì, diversi poteri, ma aveva anche bisogno di alimentarsi e riposare.
Mentre i suoi dubbi la assalivano, fu' attirata da delle voci. Prima confuse, poi man mano che si avvicinava, sempre più chiare e forti. Gli parve di aver udito parole come "fermo" e "male", ma il resto delle frasi gli sfuggiva.
Si avvicinava sempre di più alla causa dei suoni, perché ora poteva comprendere frasi di senso compiuto.
-Vuoi andare dalla mamma?- diceva una voce con sprezzante ironia. Poi un rumore di un oggetto di metallo sbattuto sul cemento.
-Mi sa che casa ci arriverai con un leggero ritardo- Stavolta la voce era un'altra, più gracchiante e fastidiosa di quella di prima.
Solar ormai era a pochi passi da coloro che parlavano. Erano tutti maschi e circa tre o quattro di numero. Le voci provenivano da un vicolo, che si insinuava fra due sporche costruzioni. La ragazza presa dalla curiosità e anche da un certo timore, sbirciò da dietro il muro.
C'erano quattro ragazzi, tre davanti ad uno messo con le spalle ad una rete metallica, e da quanto sembrava i tre non erano certo delle brave persone. Quello al centro del trio era un ragazzo dai 18 o poco più, vestito con una maglia nera rappresentante un teschio, leggins strappati alle ginocchia ed una bandana rossa in fronte, che avvolgeva dei capelli marroni. Quello a destra era un ragazzo della stessa età di grossa corporatura, pantaloncini blu scuri e maglietta arancione, con capelli neri leggermente lunghi e spettinati.
Il terzo a sinistra di un'età forse superiore agli altri due, ma non lo si intuiva poiché era molto basso rispetto agli altri due, circa 1,50 cm. di altezza, piccoli baffetti, e capelli biondi rasati quasi a zero. Era vestito con una giacchetta di pelle nera e pantaloni felpati, anch'essi neri. Sebbene quello più ridicolo aveva comunque un'aria minacciosa e per di più era armato di spranga.
Il ragazzo minacciato era un 16enne, capelli verdi, evidentemente tinti, felpa grigia con la bandiera del Giappone stampata sopra, pantaloni pesanti blu scuri e scarpe da ginnastica.
-Sentite- Parlò sudando il ragazzo -non ciò voglia di giocare, okay?- Avrebbe voluto sembrare naturale, ma il timore glielo si leggeva in  faccia.
Solar non sapeva se quella la si poteva definire un'azione illegale o completamente normale nel mondo degli umani. In fondo era giunta sulla Terra quella mattina. Sentiva però che non era giusto ciò che facevano quei tre. Decise di agire.
Un lampo bianco attraversò l'aria, sfiorando i capelli marroni del ragazzo al centro, sollevando una gran polvere di ciuffetti. Il ragazzo si voltò di scatto, in direzione di Solar.
Quello era uno dei sopracitati poteri della ragazza. Era in grado di lanciare piccoli raggi di calore, non certo all'altezza della potenza di suo padre, ma sicuramente sufficienti a farsi rispettare.
-Che diavolo?!- Era la prima cosa che venne in mente al ragazzo con la bandana. Tutti e tre ora erano voltati verso di lei. Avevano espressioni di meraviglia e collera.
-Tu chi cavolo sei?- Esclamò il ragazzo sovrappeso. In realtà non disse esattamente "cavolo" ma preferisco non inserire parole volgari.
-Il mio nome non vi riguarda, voglio solo che lasciate in pace quel tizio- Solar aveva una posa da supereroina on le mani sui fianchi.
-Togliti dai piedi stupida!- Ringhia il l'uomo con la spranga.
La ragazza si avvicinò al ragazzo con la bandana, con sguardo provocatorio.
-Meglio che ve ne andate a casa tutti e tre- Non c'è bisogno di spiegare chi parlò.
-La bambina vuole giocare...- disse il ragazzo con i leggins, con un sorriso maligno -E allora giochiamo!
Il ragazzo con la maglietta arancione prese Solar alle spalle tenendola per le braccia. La ragazza non ebbe il tempo di rendersi conto di ciò che succedeva, che il ragazzo con la bandana la colpì violentemente allo stomaco con un pugno. Solar gemette sputando un piccolo flotto di sangue.
Socchiuse gli occhi per il dolore, e dopo qualche secondo cercò di divincolarsi dalla presa, ma il tizio sovrappeso era troppo forte.
-Hai fatto male i tuoi conti idiota!- Sbraitò all'improvviso la ragazza, rivolta al ragazzo con la bandana -Non si tratta così una figlia del sole!
Il ragazzo con la bandana inarcò un sopracciglio, ma non ebbe il tempo di fiatare che Solar alzò di scatto le gambe, colpendolo in pieno petto. Lui si tirò immediatamente indietro dolorante piegandosi, con le mani al torace.
Per liberarsi invece del ragazzo che la tratteneva saltò in avanti piegandosi, con il ragazzo, rimasto sorpreso, sulla schiena. Fece poi un salto mortale all'indietro, sempre col tizio aggrappato. Questa era un'altro potere di Solar, una grande agilità. Atterrando elegantemente in piedi, il ragazzo cedette cadendo pesantemente a terra. 
Il nano che aveva osservato con occhi stupefatti la scena, alzò prontamente la spranga per colpirla, ma il tutto si era svolto così velocemente che restava con l'arma alzata esitante. Solar volgendosi verso di lui gli puntò l'indice contro da cui partì un fulmine bianco che velocissimo colpì l'oggetto ferroso, togliendolo dalle mani del nano.
Quest'ultimo con occhi sgranati, fissò Solar per pochi secondi, per poi darsela a gambe.
Il ragazzo con la bandana, aveva chiuso gli occhi per il dolore, perdendosi la scena, durata pochi secondi. Quando li riaprì si ritrovò con il ragazzo dalla maglietta arancione, steso a terra, pancia in giù e il nano che scappava in strada.
Non gli ci vollero molti secondi per unire le idee e seguire l'amico con la giacchetta in pelle.
Il ragazzo coi capelli verdi non era meno sorpreso dei suoi aggressori e corse a ringraziare quella sua inaspettata salvatrice. Si accostò a lei e con parole timide gli disse.
-Ehm... grazie- Era la prima cosa che gli era venuta in mente.
Lei lo guardò con un sorriso, coi suoi occhi verdi.
-Di niente! Però è meglio se vai a casa-Gli rispose Solar, indicando con lo sguardo l'uscita dal vicolo.
-Sì ma... Posso sapere almeno come ti chiami?
Prima di rispondere la ragazza ci pensò su. Sì, gli sembrava un buon momento.
-Solar. Chiamami Solar!
 
Nota: Scusate se questo capitolo è arrivato in ritardo, ma fra problemi familiari e (stupidi) compiti non ho avuto tempo.
Però il capitolo è arrivato e con esso l'azione!
 
   
 
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