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Autore: AnonimaKim    05/01/2015    4 recensioni
[-Creepypasta-]
[-Creepypasta-][-Creepypasta-] Per la prima volta pubblico su questo fandom, spero che questa piccola idea possa piacere!
Ho provato a gettare uno sguardo nel passato, a prima che i più famosi personaggi dell’Horror informatico diventassero quello che abbiamo imparato a conoscere.
Chi erano, esattamente?
1) BEN Drowned - Responsabilità
2) Jeff The Killer - Quello che una madre non può vedere
Dal testo:
[..] Di nuovo sorrise, quando una lacrima le irrigò il volto pallido:
Nessuno dei suoi figli sarebbe mai stato da solo, finché a lei sarebbe rimasto anche solo da esalare un ultimo respiro: non avrebbero mai dovuto temere l’oscurità delle tenebre, non avrebbero mai conosciuto né terrore né sofferenza, non avrebbero mai visto scorrere sangue innocente.
Li avrebbe protetti, a costo della vita.
Questo era il suo compito, il compito di una madre.
Ma quella sensazione non se ne andava.
Non se ne andava mai.
Genere: Sentimentale, Slice of life, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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2#
 
Quello che una madre non può vedere

 
- Mamma? -
Una voce lieve nel buio della stanza, un sussurro appena udibile ma che, all’orecchio di un’amorevole madre, era impossibile da non percepire. Sull’uscio della stanza, con una mano appoggiata allo stipite della porta, la donna si voltò di nuovo verso il figlio, accuratamente raggomitolato sotto il pensante piumone verde bottiglia: fu quasi certa di riuscire a scorgere i due occhietti azzurri nell’oscurità, lucidi e tentennanti che la imploravano di tornare indietro.

Margaret sospirò lasciando che le proprie labbra si spiegassero in un leggero sorriso amorevole, avvertendo tuttavia una lieve preoccupazione: possibile che avesse ancora paura del buio, a dieci anni? Continuava a ripetere a Peter che forse era il caso di mandarlo da uno psicologo, ma il marito la rassicurava sempre dicendo che gli strizzacervelli erano per i pazzi. Inutile ripetergli che quelli a cui si riferiva lui erano gli Psichiatri, per lui chiunque necessitasse di tale servizio non poteva essere una persona normale.

“Non c’è niente di strano in lui, Marge” le ripeteva in continuazione con un sorriso tranquillo: “Gli passerà, vedrai”. Ma una madre certe cose le sente, si sa: guardare Jeffrey non le faceva lo stesso effetto che guardare Liu, il secondogenito. Ogni qual volta che si ritrovava ad osservare il volto del figlio maggiore, avvertiva una strana angoscia divorarle lo stomaco: come se in lui ci fosse qualcosa che perfino lei, sua madre, non riusciva a comprendere. Era come se nulla riuscisse a stimolarlo, raramente sorrideva e spesso si perdeva in strani quanto bizzarri pensieri, decisamente non comuni in ragazzini della sua età: neppure Margaret stessa sapeva cosa avrebbe potuto dare per entrare nella sua testa anche solo per un istante, il tempo sufficiente per arrivare a concepire un modo per farlo sentire davvero felice.

E questo era assolutamente certo, per lui avrebbe fatto qualsiasi cosa.

- Cosa tesoro? Vuoi che accenda la luce del bagno? - non era sicura che assecondandolo l’avrebbe aiutato, ma proprio non ce la faceva a sentirlo singhiozzare dalla propria stanza: il dolore era insopportabile.

- No - ripose lui, ricoprendo la donna con un velo di sorpresa. Distolse lo sguardo dalla madre, gli occhi di zaffiro annegarono nelle coperte:
- Ma credo di avere qualcosa che non va -
Margaret deglutì: una parte di lei avrebbe voluto inginocchiarsi accanto a lui, guardarlo negli occhi e implorargli di dirle chi gli aveva fatto pensare questo. Ma sapeva che ciò non avrebbe portato a nulla, l’avrebbe semplicemente fatto sentire sotto pressione: se voleva venire a capo di tutto, l’unico modo era avvicinarsi cautamente. La madre rientrò nella stanza del figlio camminando lentamente verso il suo letto, si sedette poi delicatamente sul materasso e gli baciò affettuosamente la fronte passando una mano fra i capelli castano scuro che ancora sapevano di bagnoschiuma.

- Cosa succede Jeffrey? Parlane con me - la donna sorrise teneramente, ingoiando con grande forza di volontà ogni amarezza. Per il figlio, non poteva essere debole, doveva agire lucidamente. Il bambino la guardò sottecchi per qualche istante, lasciando affogare gli occhi azzurri in quelli verde smeraldo della madre: Margaret cominciò ad implorare il cielo con tutte le sue forze che non fosse nulla di male.

- Solo … a volte mi sento strano … rispetto agli altri intendo - Jeff si morse nervosamente il labbro inferiore e volse lo sguardo verso la finestra nel probabile tentativo di nascondere la malinconia agli occhi della madre: ma Margaret era sua mamma, anche senza vederlo poteva avvertire la sua inquietudine.

Per questo era preoccupata.

La donna tacque, attendendo che il bambino si prendesse il suo tempo per andare avanti.
- Ecco … ogni volta che mi guardo allo specchio io … vedo qualcosa di diverso, come se il mio riflesso non mi rappresentasse -
Non era certa se sentirsi solleva dal fatto che con tutta probabilità fosse solo una fase della crescita, o sentirsi ancora più turbata per via del pensiero concepito dal figlio: Jeff era sempre stato molto sveglio per la sua età, ma non si aspettava che potesse riguardare qualcosa di così maturo, troppo forse per un bambino di dieci anni. Margaret sospirò, stupendosi che, nonostante la propria inquietudine, non fosse riuscita a trattenere un sorriso comprensivo: infondo, anche a lei era capitato da giovane (forse non così giovane, ma ognuno ha i propri tempi no?) e con il tempo tutta la confusione del figlio si sarebbe dissolta, lasciando finalmente posto alla serenità.

- Beh, sai cosa vedo io invece? -
Jeff alzò lo sguardo verso di lei, confuso e corrucciato come suo solito, mentre la madre posava scherzosamente il dito sul naso del bambino:
- Un piccolo naso grazioso – affermò raggiante Margaret andando poi a stringere fra indice e pollice le guance rosee del bambino beccandosi anche una leggera protesta da parte sua:
- Due belle guance e due occhi azzurri stupendi! - la donna spostò le mani sul corpo del figlio sotto le coperte, facendolo ridere non appena ebbe cominciato a fargli il solletico. Le loro risate leggere riecheggiarono nel buio della stanza per un paio di minuti, minuti in cui Margaret avrebbe voluto perdersi per sempre: a volte si ritrovava a desiderare che i propri figli non crescessero mai, che rimanessero in eterno in quell’innocenza infantile che a lei tanto mancava, che non dovessero mai conoscere le cattiverie del mondo.

Avrebbe voluto proteggerli per sempre.

- E dai.. e dai mamma smettila! - tra una risata e l’altra quella di Jeff avrebbe dovuto essere una protesta (era troppo grande per il solletico accidenti!) ma alla donna parve più una supplica divertita. Ma sì, per una madre i propri figli non crescono mai.

- Niente da fare, sei troppo carino per non essere torturato un po’ di coccole! - Margaret socchiuse gli occhi assumendo un’espressione compiaciuta che preoccupò non poco suo figlio: presto infatti affondò il viso nell’incavo del collo del bambino ricoprendogli la pelle lattea con baci affettuosi.

- Mamma! – mugugnò lui tentando impacciato, e non troppo convinto, di tirarla via.
- Sono … sono grande ormai! Lasciami, va via! -
- Ok, ok! Sei proprio un guastafeste! -

La donna si alzò velocemente con un gran sorriso, segno ormai del rasserenato animo, baciando rapidamente la fronte del figlio:

- Ora a dormire! Che domani mattina viene zia Grace a trovarci! -
Jeff borbottò sottovoce, curandosi però di non farsi sentire dalla madre che, intuendo tuttavia, gli rifilò un’occhiataccia intimidatoria.

- E comportatevi bene, tu e Liu! Non la sopporterete ma siete grandi ormai, fate uno sforzo! -
Non voleva di certo ripetere l’esperienza del mese scorso: due ore e mezza a pulire la farina “accidentalmente” fatta cadere dai suoi adorati angioletti sui capelli secchi e raggrinziti di Grace non se le rifaceva neanche morta!

- Va bene mamma -  assentì in fine lui tirandosi il piumone verde fin sopra la testa. La donna sorrise, senza alcuno sforzo questa volta: gli angoli della sua bocca si erano tesi automaticamente, di loro spontanea volontà, commossi quasi dalla tenera voce del bambino.

Il suo bambino.
Il suo bellissimo bambino.

- Buonanotte tesoro – mormorò infine, lasciando la stanza e socchiudendo la porta dietro di se. Camminò lentamente lungo il corridoio, illuminato dalla sola luce della luna che filtrava attraverso le finestre, ascoltando tormentata i silenziosi sospiri della propria anima: una sensazione a lei sconosciuta cominciò ad avvolgerla pian piano, facendosi sempre più angusta.

Di nuovo sorrise, quando una lacrima le irrigò il volto pallido:
Nessuno dei suoi figli sarebbe mai stato da solo, finché a lei sarebbe rimasto anche solo da esalare un ultimo respiro: non avrebbero mai dovuto temere l’oscurità delle tenebre, non avrebbero mai conosciuto né terrore né sofferenza, non avrebbero mai visto scorrere sangue innocente.

Li avrebbe protetti, a costo della vita.
Questo era il suo compito, il compito di una madre.

Ma quella sensazione non se ne andava.
Non se ne andava mai.
 

 
 

  
Note:
Salve a tutti!
Vi ringrazio infinitamente per il sostegno, in particolare vorrei fare i miei ringraziamenti a Amekita, Saroyan, KillerxPenguen_93 e yuki phantomhive, che mi hanno così gentilmente dedicato un pochino del loro tempo per recensire! :D
In questo capitolo ho voluto approfondire il personaggio di Margaret (la mamma di Jeff come tutti sappiamo) che nella Creepypasta originale è, secondo mio modesto parere, fin troppo sottovalutato: insomma, sembra avere un ruolo secondario e al contempo un ruolo chiave, è troppo vago.
E’ un po’… evanescente. Sì, ecco, la parola giusta credo sia evanescente.
Mi sembrava solo che avesse bisogno di più credito, ed eccomi qua! ^.^
Vi ringrazio ancora tantissimo, spero di non avervi deluso e che il capitolo vi sia piaciuto!
Uh, prima di andare, un’ultima cosa:
Questa raccolta mira anche all’approfondimento di personaggi in Italia poco conosciuti o poco trattati, pertanto potrebbero essere presenti personaggi che non tutti conoscono.
E… nulla, semplicemente questo! Metterò nelle note i link dove poter trovare le loro storie :)
Ancora, grazie mille!
 
A presto!
AnonimaKim

 
 
  
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