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Autore: Marlowe    06/01/2015    11 recensioni
Dopo la battaglia ad Idris, Clary si risveglia in una cella buia e fredda. Non sa chi l'ha portata lì, né il perché. L'unica cosa che sa è che Jace è morto. Più tardi scoprirà che il suo carceriere è Jonathan, suo fratello. Il ragazzo è deciso a farsi amare da lei a costo di utilizzare trucchi e inganni.
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Clarissa, Sebastian / Jonathan Christopher Morgenstern
Note: What if? | Avvertimenti: Incest
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EPILOGO


 

CLARY


Erano trascorsi tre giorni dalla fine della battaglia. Avevamo trascorso il tempo cercando di rimettere in ordine i danni provocati dall’esercito di mia madre. La casa non aveva subito molti danni, nessuno a parte Jocelyn era riuscito ad entrare, il giardino invece era irriconoscibile. Mancavano intere zolle d’erba, c’erano solchi ovunque e in alcuni punti dal terreno si levavano rivoli di fumo sospetti, qualche demone tossico sicuramente era morto lì.
Sotto mia insistenza avevo pregato Jonathan di riconsegnare i cadaveri degli Shadowhunters nemici a Idris, per dar modo ai famigliari di onorare i caduti in battaglia. Mio marito aveva storto il naso alla mia richiesta, ma che colpa avevano quei poveretti? Non era stata una loro idea quella di attaccarci ma solo di mia madre, loro avevano eseguito gli ordini. Forse il gesto magnanimo di mio fratello avrebbe addolcito il Conclave in qualche maniera, giusto per darci un attimo di tempo per respirare.
Anche per mia madre era stato organizzato un piccolo funerale, non tanto per me e Jonathan, anzi quest’ultimo, se fosse stato per lui, avrebbe gettato il cadavere in pasto a qualche demone e tanti cari saluti. L’avevo fatto per Luke, da quando l’aveva uccisa era entrata nel mutismo più assoluto. Sembrava uno zombie che si trascinava a fatica, non mangiava, non beveva e non dormiva. Passava le giornate camminando da una stanza all’altra, fissava il paesaggio fuori dalla finestra e sospirava. Non aveva versato nemmeno una lacrima per lei ma si vedeva che soffriva moltissimo.
Lo capivo, aveva passato anni ed anni a struggersi d’amore per quella donna, cosa che mia madre non meritava assolutamente visto quant’era egoista. Aveva atteso silenziosamente che lei si accorgesse di lui, era rimasto al suo fianco aiutandoci in tutti questi anni, accontentandosi del ruolo di amico. Poi, finalmente, mia madre aveva deciso di dargli una possibilità, ricambiando il suo amore, per quanto una come lei potesse ricambiare qualcosa, e alla fine era morta per una mera sete di conquista obbligandolo ad ucciderla.
Un uomo meraviglioso come Luke meritava di meglio dalla vita, ero più che sicura che ci fosse qualcuno di meglio per lui, doveva solo cercarla.
L’unico che riusciva a risollevare in qualche maniera mio padre era Ian. Il mio bambino aveva sviluppato una sorta di empatia verso di lui, ogni volta che lo vedeva aggirarsi nel suo campo visivo pretendeva che lo prendesse in braccio e Luke lo faceva volentieri. Era l’unico che riuscisse a strappargli un sorriso e a dirla tutto rendeva l’atmosfera più leggera a tutti. Era un monello fatto e finito, pretendeva la completa attenzione, insomma, era come suo padre.
Dopo la battaglia la casa era diventata molto affollata, gli alleati se ne ero andati ma Alec, Magnus e Simon erano rimasti con noi.
I miei amici avevo dimostrato di essere combattenti eccellenti. Durante la battaglia lo stregone aveva tirato fuori incantesimi che avevano stupito il mio caro maritino. Ora Jonathan ci pensava due volte prima di prenderlo ancora in giro per i suoi completi stravaganti. Simon invece si sentiva in colpa per essersi addormentato, si considerava il vampiro più debole e inutile di sempre. Cercavo di tirarlo su di morale ma era inconsolabile, stranamente aveva legato molto con Sebastian, lui riusciva a distrarlo e si era proposto come allenatore cosa che il mio migliore amico aveva accettato … per poi pentirsi subito dopo. Il super allenamento di Sebastian prevedeva dei ritmi stancanti e massacranti, compresa una corsa iniziale intorno alla casa di venti minuti con tanto di ostacoli (veri e che mordono) pronti ad ucciderlo.
Alec non poteva assolutamente tornare a casa sua. Aveva tradito la sua famiglia alleandosi con noi. Non potevamo rischiare di perderlo, era molto forte e soprattutto, se gli fosse successo qualcosa, Magnus avrebbe dato di matto e non era consigliabile vederlo arrabbiato, mai!
Ian si era affezionato a tutti, era un bambino molto tranquillo, piangeva raramente e solo con suo padre. Jonathan rimaneva dell’idea che lo detestasse ma si vedeva che al bambino piaceva metterlo in crisi. Gli sbavava sempre sulla camicia pulita, gli tirava i capelli oppure appena il padre si girava iniziava a piangere isterico, lo faceva solo con lui.
Mio marito mi guardava disperato e io ridevo come una pazza, era giusto che imparasse a cavarsela da solo.
Nonostante le piccole parentesi divertenti eravamo tutti in ansia. Ci aspettavamo in qualsiasi momento un secondo esercito pronto a marciarci contro. Da Idris non arrivava nessuna notizia, né dal Conclave, né dalle spie di Jonathan.
Non sapere cosa succedeva era oltremodo snervante. Avevo scoperto dai piani di mia madre che aveva progettato un matrimonio combinato per me. Se Luke non l’avesse uccisa si sarebbe sbarazzata del mio bambino e mi avrebbe fatto sposare con un vecchiaccio che aveva un delirio di onnipotenza quasi uguale al suo. Pensava che con un incantesimo di memoria sarebbe stato possibile manipolarmi, volevano governare su Idris ed io ero la chiave del loro successo, per fortuna entrambi erano morti e quando avevo visto il cadavere del mio “futuro marito” ero rimasta disgustata dal modello d’uomo che mia madre aveva scelto per me, per fortuna avevo un gusto migliore.


 

Un altro giorno era passato e Jonathan sembrava una bestia in gabbia. Eravamo tutti riuniti nel suo studio. Mio marito voleva andare ad Idris.
Era sordo alle nostre proteste, diceva che l’attesa lo stava logorando, preferiva combattere un esercito di demoni piuttosto che attendere ancora una loro mossa.
Per fortuna non dovette aspettare ancora molto. Un messaggio di fuoco ci avvisò che il Conclave voleva parlare con noi in un luogo neutro, niente Idris e nemmeno la nostra casa. Ovviamente accettammo.





Il luogo dell’incontro con mia sorpresa era l’Istituto di New York. Come potevano definirlo neutro? Insomma, era una scuola sotto lo stretto controllo del Conclave dove venivano addestrati giovani Shadowhunters. Ormai non potevamo più rifiutare.
Ci presentammo tutti lì a mezzogiorno in punto. Le porte si spalancarono per noi e venimmo accolti dal miagolio annoiato di Church.
- L’ho sempre detestato questo gatto.
- Jonathan guarda che ti sente!
Sbuffò.
- Cosa vuoi che mi faccia scusa?
- Lascia stare e seguiamolo.
E dove ci portò secondo voi? Ma nell’ufficio di Maryse Lightwood. Fu Alec a spalancare la porta e senza mostrare nervosismo fu anche il primo ad entrare, dopotutto questa era casa sua.
Maryse Lightwood era in piedi vicino alla sua scrivania e al suo posto seduta c’era Jia Penhallow.
Non sembravano ostili ma solo tanto stanche.
- Benvenuti - ci disse Jia, era stranamente cordiale.
Jonathan si posizionò in mezzo alla stanza e mi fece mettere al suo fianco mentre gli altri erano dietro di noi.
- Suvvia non c’è bisogno di mettersi in formazione di combattimento, vogliamo solo parlare.
- Potevate farlo prima di mandare un esercito ad uccidere la mia famiglia.
Maryse sospirò e cercò lo sguardo del figlio prima di parlare, Alec si voltò per non incrociare i suoi occhi.
- Non era mia intenzione mandarvi un esercito. Ho cercato di far calmare Jocelyn, di farla ragionare. Non è servito, era come se fosse entrata in un mondo tutto suo.
- Era pazza. Ha cercato di uccidere i suoi figli e suo nipote. Ora passi il voler eliminare me. Mi ha detestato dal momento in cui sono venuto al mondo. Ma Clary che colpe aveva? E mio figlio?
- Jonathan - Jia prese la parola - ti posso assicurare che Idris non vuole più avervi come nemici. Sia io che Maryse abbiamo cercato di far ragionare il Conclave. Abbiamo tentato di arginare i movimenti di Jocelyn, ma non abbiamo avuto nessun consenso da parte loro.
Si fermò un istante fissandoci.
- Però, dopo la nostra assoluta disfatta e vedendo i corpi dei nostri Shadowhunters tornare per i rituali funebri - fissai Jonathan con sguardo soddisfatto e lui sbuffò - siamo riusciti ad arginare i vari complotti contro di voi.
Maryse prese la parola.
- Voi siete i figli di Valentine ma ora come ora non avete fatto niente contro Idris. Siete rimasti nella vostra casa e non avete dato fastidio a nessuno. Anzi siamo stati noi a causare tutto questo. Sappiamo che avete varie spie fra le nostre cerchie ma nonostante ciò niente è stato fatto per nuocerci.
Sono sicura che nella mente di Jonathan la frase “per ora” risuonasse insistentemente. Non avevo idea di che piani avesse mio marito ma non me ne preoccupavo troppo.
- Per ciò - Jia fece una pausa ad effetto - abbiamo pensato di far entrare Jonathan, o chi per lui, come membro effettivo del Conclave.
Cosa? Avevo sentito davvero ciò che pensavo di aver sentito? Guardai i miei amici e dalle loro facce stupite dedussi di sì. Volevano che mio marito entrasse a far parte dell’organo amministrativo più importante di Idris?
- Scusate, voi davvero volete farmi entrare nel Conclave?
La porta si spalancò di colpo e una trafelata Isabelle entrò nella stanza.
- Voi non potete dire sul serio! E’ un assassino!
Erano mesi che non la vedevo e non era cambiata per niente. Solita corporatura magra, splendidi capelli neri, cipiglio da regina con tanto di sguardo arrogante.
- Isabelle, non sei stata invitata a questa riunione!
- Ma mamma! Non potete dire sul serio, ha ucciso Max!
- Isabelle esci subito da questa stanza!
- Mi rifiuto, non posso sopportare che questo assassino faccia parte del Conclave. E tu Alec, mi vergogno del fatto che tu sia mio fratello, come puoi stare dalla sua parte? Ti sei dimenticato che a causa sua Max non c’è più? Volti le spalle alla memoria di Jace!
- Ora sta zitta Isabelle!
Non avevo mai sentito urlare Alec, imprecare diverse volte sì, ma alzare la voce con un suo famigliare mai.
- So benissimo chi è e cosa ha fatto. Ma che colpa ne hanno Clary e Ian? Jace non avrebbe voluto la loro morte. E mi da profondamente fastidio che usi i nostri fratelli come argomentazione. E’ stato Valentine ad uccidere Jace, non Jonathan, per quanto i due non si amassero.
Fece un momento di pausa, Magnus gli strinse una mano per incoraggiarlo a parlare.
- Per quanto riguarda Max, è vero, l’ha ucciso lui, è una verità che non si può negare. Tutt’ora cerco di superare la cosa, ci vorrà del tempo e forse non riuscirò a perdonarlo del tutto. Ma quello che lui dice è vero. Il Conclave è bigotto, con idee retrograde e sorpassate da tempo. Hanno organizzato un esercito per uccidere un bambino innocente. Tu pensi che questa sia giustizia?
Isabelle fece un verso sprezzante.
- Bambino? Quello è un piccolo mostro. Era meglio ucciderlo subito per evitare problemi in futuro.
La voglia di prenderla a sberle era forte, come osava dire queste cose su mio figlio? Un angioletto di bambino che non aveva fatto del male a nessuno (escluso i voli di suo padre contro i muri).
Ero pronta a prenderla per i capelli e sbatterle la faccia contro il pavimento quando Simon, o per meglio dire la proiezione del mio amico ( essendo un vampiro non poteva entrare nell’Istituto) prese parola.
- Isabelle, credo tu debba tacere ora.
- Simon anche tu? Cosa ha di così speciale Clary che siete tutti dalla sua parte? Cosa vi ha promesso quella là?
- Non ci ha promesso niente. Semplicemente è mia amica. Un tempo sono stato innamorato di lei - Jonathan lo guardò malissimo, non lo sapeva? - ma ora provo solo un affetto fraterno. Ian ha per metà sangue angelico e per metà demoniaco, non è un mostro. Altrimenti ogni persona presente in questa stanza dovrebbe essere considerato come tale.
- Mi stai paragonando a loro?
- Non oserei mai offendere un bambino in questa maniera.
Trattenni a stento una risata, aveva offeso Isabelle nell’orgoglio.
Maryse si schiarì la gola cercando di riportare la conversazione su binari più pacifici, nel limite del possibile.
- Isabelle penso tu abbia espresso il tuo parere, ora per favore stai zitta. Allora Jonathan, accetti la nostra proposta?
Mi voltai verso mio marito, aveva lo sguardo serio e ci fissava, gli feci un cenno con la testa, per fargli capire che qualsiasi cosa avesse scelto sarei stata comunque dalla sua parte.
- Accetto ad una condizione.
- Sentiamo.
- Magnus e Luke rimangono i rappresentanti degli stregoni e dei lupi mannari.
- Va bene.
- Simon sarà quello dei vampiri invece.
- COSA??
- Zitto vampiro, farai come ho deciso.
- Ma…
- Va bene.
- Ma io non voglio!
Niente, lo stavano ignorando tutti.
Jia porse la mano a Jonathan e lui la strinse.
- Benvenuto nel Conclave Jonathan Morgenstern.

 



 

JONATHAN


 


Ero stanco morto. Chi l’aveva immaginato che avere a che fare con il Conclave fosse così snervante. Erano un ammasso di vecchi imbecilli retrogradi e con la puzza sotto il naso. Ogni volta che mi vedevano iniziavano a spettegolare fra di loro come delle stramaledette zabette. A saperlo non avrei mai accettato di entrare nell’organizzazione e avrei raso al suolo l’edificio con tutte quelle persone false e bugiarde dentro.
Evidentemente non avevano preso bene la mia entrata in scena nei giochi di potere, c’erano alcuni che volevano sicuramente uccidermi da come mi guardavano. Passavo le giornate a litigare contro vecchi principi inutili, cercavo di portare un po’ di modernità nel sistema. Tutto quello che proponevo era soggetto di discussione solamente perché ero il figlio di Valentine.
Se quei vecchi pensavano di potermi dire cosa fare e come avevano sbagliato di grosso. Avevano avuto da ridire anche sulla mia scelta dei rappresentanti delle altre razze, erano troppo favorevoli alla mia causa, secondo le loro eccelse menti, ma va? Secondo voi perché li avevo scelti? Meglio tirare l’acqua al mio mulino dato che da parte loro non avevo nessun aiuto.
L’unico sollievo era quando rientravo a casa. Dopo una giornata logorante non c’era niente di meglio che tornare dalla propria famiglia.
Luke viveva con noi, Clary non se la sentiva di lasciarlo solo e in effetti, dalla faccia sbattuta che aveva non potevo darle torto.
Si stava riprendendo molto lentamente, il suo branco cercava di dargli supporto ma stava risalendo il baratro del dolore un passo alla volta.
Anche Simon era rimasto da noi, sua madre l’aveva sbattuto fuori di casa a causa della sua natura di vampiro e ovviamente mia moglie non poteva lasciare il suo migliore amico in mezzo a una strada. Sebastian poi l’aveva preso sotto la sua ala e gli stava insegnando le basi del combattimento. Non sapevo come facesse ad allenarlo con le armi, il marchio non si attivava quando ci provava?
Alec e Magnus invece ritornavano a New York alla fine di ogni giornata. Il giovane Lightwood non aveva ancora ripreso i contatti con la sua famiglia. Maryse cercava in ogni modo di comunicare con lui, ma Alec rimanesse sempre sulle sue. La sorella non parlava con nessuno, era ancora convinta di avere ragione e noi evitavamo di parlarle, l’unico con cui cercava di relazionarsi era il vampiro, ma Simon le aveva detto chiaramente che non avrebbe accettato una ragazza che non apprezzava la sua famiglia, perché sì, ormai eravamo tutti una grande famiglia.
Magnus stava organizzando il suo matrimonio con Alec. Ero riuscito, con grande fatica ed emicranie non indifferenti, a riconoscere lo stesso valore agli Shadowhunters gay. Davvero non capisco che problemi avessero contro di loro, combattevamo alla stessa maniera, non cambiava niente se amavano persone del loro stesso sesso.
Sebastian, il mio migliore amico, era il mio braccio destro e ormai si era autoproclamato mio bodyguard personale, non si fidava nel lasciarmi da solo con i membri più anziani e mi seguiva ovunque. Ultimamente però aveva conosciuto una ragazza e usciva spesso con lei lasciando la casa vuota. Non sapevo chi era, non voleva presentarcela ancora, sapevo solo che era bionda con occhi verdi e che a quanto pare aveva una pazienza infinita per sopportarlo per tutte quelle ore di seguito.
Mi stava già molto simpatica perché togliendomi di torno il mio amico la sera avevo più tempo per Clary, senza che nessuno ci interrompesse come era solito fare.
Ian cresceva a vista d’occhio. Il mio ometto era splendido e con quegli occhi di diverso colore faceva strage di cuori fra tutto il personale femminile della casa, le soddisfazioni di un padre! Aveva iniziato a manifestare qualche potere, telecinesi per ora e speravo si limitasse a questo, non vorrei che iniziasse a sputare fuoco o cose del genere.
Si divertiva a farmi i dispetti e non riuscivo a fargli perdere quel vizio. Ogni volta che cercavo di fargli il bagnetto o di cambiarlo mi ritrovavo completamente zuppo dalla testa ai piedi mentre lui rimaneva asciutto. Aveva smesso di piangere in mia presenza cosa che apprezzai tantissimo. Si lasciava prendere in braccio, coccolare, amava sbavare sulle mie maglie e non su quelle di sua madre, evidentemente apprezzava il mio stile!
Spesso passava il tempo con suo nonno, era l’unico che gli strappasse una risata ogni tanto. Persino Maryse Lightwood volle vederlo e rimase conquistata dal mio campione, come darle torto, i Morgenstern sono tipi affascinanti.
Con Clary le cose andavano più che bene. Non posso dire che i litigi mancassero, anzi erano all’ordine del giorno, avevamo entrambi dei caratteri forti. Spesso discutevamo per sciocchezze ( come chi aveva mangiato i biscotti dell’atro ) ma era bellissimo fare pace.
Dopo il parto per i primi tempi mi ero tenuto abbastanza calmo. Insomma, non potevo pretendere di fare sesso e lei mi avrebbe picchiato a sangue alla sola richiesta. Ero tornato a fare le fantomatiche docce fredde e a letto tenevo ferme le mani. Lei non diceva niente, non sembrava più la pazza che mi rapiva per rinchiudermi nello sgabuzzino, lo ammetto un po’ mi mancava.
Aspettai più di un mese per poter sfiorare ancora quella pelle di seta. Un giorno ero rientrato prima dal Conclave e la cercavo per la casa. Non trovandola mi diressi nella nostra camera e notai la porta del bagno socchiusa.
L’aprii e la trovai immersa nella vasca coperta di schiuma, una visione. Rise della mia faccia, evidentemente sembravo un pazzo e mi fece il gesto di unirmi a lei. Da lì a fare l’amore con lei il passo fu molto breve.


 


Era già passato un anno dalla fine della battaglia e le cose procedevano piuttosto bene. Avevo conosciuto la fidanzata di Sebastian, si chiamava Eve e stranamente il mio amico aveva intenzioni serie con lei.
Luke stava ritornando a vivere, usciva, scherzava e spesso rimaneva con il suo branco per alcuni giorni.
Simon e Isabelle avevano iniziato a uscire insieme, io ancora non mi fidavo totalmente di lei, ma sembrava essersi data una calmata.
Magnus e Alec si erano sposati ed erano partiti per la luna di miele, avevano in mente di viaggiare molto e di conoscere nuovi posti esotici.
Il Conclave ormai eseguiva i miei ordini alla lettera, niente più lamentele su di me, avevo dimostrato le miei capacità di leader e avevo ottenuto il loro rispetto.
Per quanto riguardo me e Clary, stavo mettendo in atto il mio piano “mettiamo incinta mia moglie per la seconda volta” cosa di cui lei non era a conoscenza. Ogni giorno ringraziavo la mia idea di creare quell’illusione nella foresta, senza quella non avrei ottenuto l’amore e la mia splendida famiglia.
Chissà cosa avrà in serbo per noi il futuro.

 



 

ANGOLINO DI MARLOWE


Fine!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! E’ finita evviva! Non vedevo l’ora. Ho aspettato l’ultimo giorno di vacanza per postare l’ultimo capito. Era iniziata tanto bene questa storia e poi credo di essermi persa per strada. Dopotutto, l’anno non è finito nei migliori dei modi per me e da come sta iniziando ci vorrà del tempo prima di ritornare un po’ sereni. Come vedete ho lasciato un finale abbastanza aperto. Quello che succederà dopo dipende tutto dalla vostra fantasia. Almeno non sono previste altre guerre nel prossimo futuro … a quanto pare solo bambini, magari Sebastian mette incinta Eve ( primo nome che mi è capitato sotto tiro siate clementi).
Ringrazio tutti quelli che hanno messo la storia fra le preferite, seguite e ricordate. Le anime pie che mi hanno risollevato il morale con le loro recensioni. Ora mi prenderò un luuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuungo periodo di pausa e poi vedrò se ritornare a scrivere.
Un mega bacione a tutti!
Mar

  
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