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Autore: balakov    17/11/2008    2 recensioni
Un amore può resistere ad una guerra? Ovviamente sì, ma dev'essere un amore "vero". E chi mette prima la guerra dell'amore non sa amare.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NOTA INTRODUTTIVA - Questa storia è un po' vecchia: infatti l'ho scritta l'indomani dell'attacco USA all'Iraq. Direi che oggi si possa definitivamente asserire che quella guerra (come del resto qualsiasi tipo di guerra, a mio modo di vedere) sia stata un'assurdità. E visto che io penso che chi ama davvero non possa "dimenticare" questo sentimento neppure durante una guerra, ho voluto scrivere questo racconto così emotivo per indagare da estraneo la mente di un fanatico che invece ci crede nella guerra al punto di concepirla come una "liberazione" dalla donna (un tempo) amata. Fatemi sapere che ne pensate!


L’AMORE DEL DOMANI



(Viaggio nella mente di chi non ha un cuore)

 

Se mi guardo indietro vedo la notte.

Un’apocalisse di sentimenti apocrifi e di strampalati pensieri. Ricordi che rincorrono i ricordi per torturarli, issarli sull’albero maestro dell’ultima nave che parte, verso chissà quale ultima tempesta.

È tutto ultimo: le ultime parole, le ultime frasi dolci sussurrate all’orecchio, l’ultimo quaderno scarabocchiato dove sono conservati pezzi del mio passato e frivole chiacchiere da bar. Basta! Basta con questo concitato scorrere lento della vita. Non passa niente, non cambia nulla, e le ferite non si rimarginano. Anticorpi in pensione, batteri che accendono dentro al tuo organismo la scintilla della sedentarietà. Basta con quei rulli compressori che sono i tuoi affetti, le tue mani morbide, sinuose, avvolgenti, che mi hanno tolto metà della capacità polmonare. Smettila poi di guardarmi con quegli occhi, di stare lì, ferma in un angolo, a fissarmi muta e pallida come se fossi il protagonista di un film horror. Ma non lo capisci? Non lo vedi che l’orrore è quello che ci sta attorno?! Queste mura ad esempio…guarda che schifo! “Ma no, a mamma piacciono tanto”…E chi se ne frega! E la mamma qua, e la mamma là, …ed io? Io che sono? “L’Amore” e dimostralo allora! Baci, carezze, tenere effusioni non significano amore! Sono solo il delirio dell’onnipotenza umana, del fanatismo che lega due individui. Piuttosto guardami la pancia: dove sono quegli addominali possenti che sfoggiavo quando ti ho conosciuta? Persi. Persi come ogni attimo, ogni istante vissuto accanto a te. Le mani che giovani costruivano la strada del mio futuro mattone per mattone, sbaglio per sbaglio, vittoria per vittoria. Ora non mi resta che un vago ricordo affumicato, nebuloso, che mi disgusta ancor più se paragonato con l’oggi. Io e te, sempre io e te, solo io e te. Neanche l’aria scorre più tra noi due; neanche il sole riesce con i suoi raggi a filtrarci. Assorbiamo tutto e non rigettiamo niente, ma è come se non accadesse nulla intorno a noi. Siamo due schermi che stanno l’uno innanzi all’altro, a proiettare ognuno il proprio film. Tu con il tuo sdolcinato happy end che nasconde il fango del mondo. Io con il mio neorealismo prima maniera, dove ogni parola ed ogni gesto svelano la realtà più nuda e cruda.

Non siamo fatti per stare assieme, tutto qui.

Ora, grazie al cielo, mi sono ritrovato. Sono di nuovo vivo. Non credevo potesse accadere di nuovo: dopo tutto questo tempo è come se mi fossi risvegliato da un interminabile brutto sogno, e sono in piene forze, come prima di addormentarmi. C’è il nemico che ha oltrepassato il confine. Ma secondo me non è imbattibile. Anche lui ha le sue rivolte interne, i dissenzienti che sfaldano l’apparente compattezza esteriore. Anche lui è fatto di uomini, e di donne. Già da un po’ di tempo si sentivano voci premonitrici. E tu non ci volevi credere. Ora stai lì, rintanata in te stessa a guardami come se ti facessi paura, quando dovrei essere io invece ad avere paura. Ma no, dopo quello che ho vissuto il domani non può che essere sereno. Una guerra è pur sempre una guerra, no?! È solo in questi casi che il vero uomo viene fuori, che l’uomo capisce di essere tale ritrovando la propria natura. Non è l’amore, il tuo amore, a farmi sentire vivo. Migliaia di persone unite da un solo ideale: vedere il sangue dell’invasore scorrere nelle nostre piazze. Il freddo di un fucile in mano, il vero silenzio, quello che delimita l’attesa e riempie le lacune tra sparo e sparo. Il silenzio che passa tra un morto ed il successivo. Questo sono io. Potermi specchiare negli occhi di chi ha paura e leggere nelle lacrime degli altri la mia vera Storia.

E così ci siamo. Da domani le nostre vie si divideranno: tu cercherai di abbracciare il tuo mondo che avrà il volto di un altro uomo, ed io ti porterò sempre dentro di me, perché è dagli errori che si impara ad essere santi.

 

  
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