Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: dierrevi    06/01/2015    2 recensioni
«Mi piacerebbe sapere» mormorò fra sé, «che diavolo c'è in un libro fintanto che è chiuso. Naturalmente ci sono dentro soltanto le lettere stampate sulla carta, però qualche cosa ci deve pur essere dentro, perché nel momento in cui si comincia a sfogliarlo, subito c'è lì di colpo una storia tutta intera.»
Michael Ende - La Storia Infinita
Volete sapere da dove viene il libro che morde? Ricordate cosa succede a chi legge Sonetti di uno stregone? Bramate di dare un'occhiata alle letture preferite di Percy Weasley? Vi andrebbe di scoprire quali rischi si corrono ad aprire impunemente i libri della biblioteca di Hogwarts?
Questo e molto altro, se troverete il coraggio di addentrarvi in questa raccolta. Buona lettura.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 2 - Appunti

Ricordi di famiglia

[…] chi tocca questi libri, lo disse già il poeta, tocca un uomo.

Manuel Neila

* * *

Francia del sud, una stretta valle tra le ultime propaggini dei Pirenei.

Il mago percorreva lo stretto sentiero tra i colli più velocemente che poteva, conducendo per le briglie il proprio cavallo. Fissate alla sella, due borse contenevano tutti i suoi averi. Non c'era voluto nessun incantesimo allargante per farceli stare: qualche abito, i pochi oggetti personali che teneva con sé lì a Beauxbatons. Il resto, oramai era perduto. Perduti per sempre il padre e i fratelli, perduti gli averi della sua famiglia; i cimeli di una stirpe antica quanto la Francia, i libri raccolti, e scritti, dai suoi avi con il loro tesoro di sapere, le ricchezze di cui avevano goduto, tutto andato, bruciato, distrutto o confiscato in nome del popolo. Non sarebbe rimasto in quel paese un minuto più del necessario. Il tempo di arrivare a Bordeaux e trovare una nave per l'Inghilterra, e avrebbe scosso dagli stivali fino all'ultimo granello di polvere francese. Ma prima ancora, appena avesse lasciato la valle, avrebbe scosso fino all'ultimo granello di polvere di Beauxbatons. Scuola di parole vuote, ritrovo di bugiardi, rifugio di ignavi e covo di traditori.
Trasalì quando un forte CRACK! annunciò la comparsa di un altro mago proprio sul sentiero.
«Non così in fretta, monsieur» disse quest'ultimo.
Il mago viandante estrasse immediatamente la bacchetta.
«Mastro Abelàrd,» sibilò con disprezzo, «fatevi da parte e sparite dalla mia vista. Non intendo sopportare un'altra parola, da voi o da chiunque altro.»
Il nuovo arrivato sussultò, ma poi cercò di mostrarsi risoluto.
«Siete libero di andare dove volete, monsieur Ludovic, ma il libro che avete preso con voi rimarrà qui. Appartiene all'Accademia, io sono il bibliotecario, rendetemelo.»
«Il libro?» fece monsieur Ludovic, per metà stupito e per metà indignato.
«Tutto ciò che vi importa è il libro? Ebbene, non c'è una sola lettera di quel libro che non sia stata vergata dalla mia famiglia, ed è tutto ciò che ne resta. Preferirei bruciarlo che lasciarlo a Beauxbatons. Fatevi da parte!»
Mastro Abelàrd non si spostò.
«Dovete lasciare il libro! Quel libro fa parte dei segreti dell'Accademia e non può essere trafugato» disse.
Monsieur Ludovic sentì montare la collera.
«Vadano al diavolo i segreti della vostra scuola! Questi non sono segreti dell'Accademia, sono gli sforzi della mia famiglia, dei miei avi e di mio padre. E verranno con me: Beauxbatons non li merita di certo.»
Mastro Abelàrd si accigliò a sua volta.
«Come sarebbe non li merita?» chiese arrossendo.
«Ritenete forse l'Accademia responsabile? Vi sembriamo dei sanculotti? Monsieur, capisco che siate sconvolto ma l'Accademia non ha certo col– »
«L'Accademia non ha fatto nulla!» lo interruppe Ludovic. «Nonostante tutto quello che i Le Corbin hanno sempre fatto per Beauxbatons, l'Accademia non ha fatto nulla! E voi e quel pavido traditore del Rettore ne siete i primi responsabili!»
Punto dagli insulti, Abelàrd gonfiò il petto.
«Come potete insinuare– »
«Come posso? Credete che non ricordi i discorsi vostri e del Rettore? Che questi illuministi, con la loro scienza, erano un bene perché non credevano all'esistenza dei maghi. Che questi Girondini democratici non sarebbero certo stati un pericolo per noi. Libertà, uguaglianza e fraternità. I miei fratelli ghigliottinati, questa è la loro Fraternità! Mio padre chiuso in prigione e costretto ad assistere, ecco la Libertà! E la mia casa, e tutto ciò che di bello e di buono i Le Corbin avevano costruito, saccheggiata e data alle fiamme, questa sarebbe l'Uguaglianza! E voi, infidi vigliacchi, l'avete permesso senza muovere un dito! Peggio! Mi avete trattenuto qui perché non corressi in loro soccorso!» Ludovic si era avvicinato al bibliotecario e ora torreggiava minaccioso su di lui, che si ritrasse.
«È stato per il bene di tutti!» pigolò il mago, cercando di farsi indietro. «Non possiamo immischiarci negli affari dei babbani! Dobbiamo proteggere la comunità magica e impedire che venga scoperta, non possiamo– »
«Tacete, sudicio infame! Proteggere la comunità magica, dite? Non sono forse io un mago? Non lo era mio padre? È stato uno dei vostri insegnanti, o l'avete dimenticato, omuncolo infido?»
«Ma i vostri fratelli...» balbettò Abelàrd, ma si zittì all'espressione di monsieur Ludovic, e al guizzo della sua bacchetta.
«Nella mia famiglia ci sono sempre stati dei non maghi. Questo non ha mai fermato l'Accademia, quando si è trattato di accettare le nostre donazioni. I miei antenati arricchivano la biblioteca di Beauxbatons quando ancora i vostri ne ignoravano l'esistenza. Ma voi non sapete cosa siano la famiglia o la lealtà, e mai più mi fiderò di voi o di Beauxbatons. Me ne vado per sempre. Ve lo ripeto per l'ultima volta, Mastro Abelàrd: per il vostro bene, fatevi da parte e sparite dalla mia vista.»
Negli occhi di Abelàrd si accese una scintilla.
«E così fuggite! Mi date lezioni sulla lealtà, e poi fuggite! Non avete appena detto che vostro padre è prigioniero? E lo abbandonate?» disse puntando un indice accusatore. Sentiva che forse aveva trovato la chiave per riavere il libro a cui agognava.
«Fate male a voltare le spalle a Beauxbatons. L'Accademia può ancora aiutarvi. Rendete il libro, e avrete l'aiuto che serve a liberare vostro padre.» Era un'offerta che Le Corbin avrebbe accettato, ne era certo. Per lui la famiglia era tutto, e questa era la sua debolezza.
Lo schiaffo di Ludovic fu così forte da farlo barcollare.
«Ora parlate di dare aiuto, e avete anche il coraggio di chiedere qualcosa in cambio!» urlò. «Spregevole serpe! Avete permesso che un uomo anziano e infermo fosse imprigionato e costretto ad assistere all'uccisione dei suoi figli, e non vi siete disturbato a conoscerne la sorte. Mio padre è morto di crepacuore, mentre voi mi tenevate bloccato per impedirmi di immischiarmi nelle faccende babbane. Dovrei uccidervi qui dove siamo, voi e l'Accademia siete responsabili della sua morte!»
Tutto, nel contegno di Ludovic Le Corbin, indicava che era pronto a qualsiasi cosa, ma se era vero che Mastro Abelàrd non stimava il valore della famiglia e delle persone, era altrettanto vero che per lui una sola cosa importava: la lealtà al suo ruolo di bibliotecario. Così, invece di fuggire, scelse di tentare il tutto per tutto.
«L'Accademia, l'Accademia conta molto più di qualsiasi famiglia!» urlò a sua volta. «Io sono responsabile verso l'Accademia, sopra ogni altra cosa. Sono responsabile della protezione dei suoi segreti da tutto, anche dalle pazzie di un mago alterato, e non permetterò che sottraiate questo libro. Andate dove volete, ma il libro resterà a me. Accio!»
Da una delle sacche sul cavallo volò fuori un grosso tomo nero, decorato con disegni d'argento, e finì nella mano del bibliotecario.
«Fermo lì!» urlò Ludovic, puntando la bacchetta. Le gambe di Abelàrd si bloccarono e il mago, invece di ruotare su se stesso e sparire, si accasciò al suolo. Con un gesto accennato, Ludovic appellò a sé la bacchetta dell'altro.
«Vigliacco, traditore e ora anche ladro.»
Bruciava letteralmente di rabbia. Con tutto quel che stava succedendo in Francia, con tutto quel che era già successo, quel viscido, meschino rospo riusciva a pensare solo al suo mucchio di libri polverosi. Gettò a terra la bacchetta del bibliotecario e la calpestò fino a frantumarla, mentre Abelàrd lo fissava, troppo atterrito per emettere suono.
«Sia come volete» sibilò Ludovic. «Volete questo libro? Bene, rimarrete sempre con lui.»
Agitando la bacchetta, inizio a recitare un lungo incantesimo. Mastro Abelàrd inizio a supplicare, poi ad urlare, ma lui non si fermò. Una luce sfavillante avvolse il mago a terra, che ancora gridava stringendo il libro nero. Un ultimo lampo abbagliante, e calò il silenzio.
A terra rimaneva solo il libro. Di Mastro Abelàrd non c'era più traccia.
Ludovic andò ad inginocchiarsi davanti al libro chiuso. Nessuno gli avrebbe portato via l'ultima reliquia della sua famiglia.
Aprì il libro e fu investito da un grido penetrante. La voce disperata dell'ex-bibliotecario di Beauxbatons echeggiava dalle pagine. La bacchetta sferzò l'aria.
«Tacete, Abelàrd!»
Il libro fece silenzio, e Ludovic Le Corbin lo chiuse e lo raccolse con un gesto amorevole, avviandosi a riporlo nella sacca da viaggio.
"Ecco, siete contento adesso, Mastro Abelàrd? Ora rimarrete per sempre assieme ai vostri preziosi segreti. Con voi che urlate così, vedrete che resteranno al sicuro. State tranquillo, avrò cura che questo volume venga conservato coi dovuti riguardi, lassù in Scozia. Dicono che la casa di Priscilla Corvonero accolga sempre con favore chi le porta nuove conoscenze. Sembra fare proprio per me."
Arrivato allo sbocco della valle sulla pianura, l'ultimo Cavaliere di Le Corbin scosse platealmente la polvere dai propri stivali, prima di Smaterializzarsi verso Bordeaux, diretto a una vita di esilio in Gran Bretagna.

Spazio Autore:
Capitolo scritto sotto la spinta dell'iniziativa "Caro Babbo Natale… again!" indetta su Pseudopolis Yard. Nello specifico, spero risponda alla letterina scritta da Lilith Hedwig che chiedeva "qualcosa (sempre angst) su Harry Potter, magari un missing moment o qualcosa che sappiamo essere accaduto nel passato". È su Harry potter, è nel passato, chi mi conosce sa che l'angst non è proprio il mio genere, fatemi sapere se ci sto dentro.
Speravo di riuscire a postarla prima di capodanno, per poter dire di aver pubblicato più di un capitolo all'anno, ma pazienza. Cercherò di arrivare almeno a due per il 2015. Ho dodici mesi, forse posso farcela. Restando in tema, grazie a chi, dieci mesi fa, mi ha fatto sapere di apprezzare comunque la raccolta anche se aggiorno ogni dimissione di papa.

Chiaramente, vi sfido a essere le più rapide/i più rapidi a dirmi dove compare nella saga il libro in oggetto.
Sappiate che odio Elos per essersene ricordata in 0.25 secondi. Quella ragazza non mi da mai soddisfazione.

Mi sembra sia tutto. Buon anno e...

Al prossimo libro!

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: dierrevi