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Autore: Laix    06/01/2015    3 recensioni
Il detective torna temporaneamente alle sue sembianze originali per poter stare con Ran, scoprendo però che lei non potrà presentarsi. C'è tuttavia quella detective sempre più presente nelle sue giornate, Sera Masumi, a cui basta un'occhiata a quel ragazzo per capire due cose: la sua realtà identità e la forte attrazione che prova per lui, il quale dal canto suo si trova inaspettatamente a guardarla con occhi più maturi. Durante la notte tra i due succede qualcosa di incancellabile che Shinichi, sconvolto, si trova poi a dover gestire anche al ritorno di Ran, ignara di tutto ma decisamente sospettosa. E una volta tornato piccolo la situazione non migliora per niente, a causa delle reazioni rabbiose e vistose di Sera.
Dal testo:
Ran strinse i pugni così forte da farli tremare. Lo avrebbe voluto lì davanti, in quel momento, e non dall'altra parte di un telefono. In tono gelido e senza esitare un solo secondo di più, sputò fuori la frase.
- Shinichi, una domanda. Il nome “Sera Masumi” ti dice nulla? -
Dall'altra parte, l'interlocutore vacillò fin troppo chiaramente.
- SE...! Ah... M-Masumi, eh... non so... perché dovrebbe dirmi qualcosa...? -
- Adesso me lo spiegherai tu, e anche velocemente. -
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ran Mori, Sera Masumi, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Salve a tutti! ^___^ Come si sarà capito dall'intro, questa FF è piuttosto incentrata su un pairing un po' particolare (così particolare che non era presente nel menù a tendina, lol! XD) che credo balzi all'occhio molto spesso, e che personalmente trovo incuriosirebbe non poco se ci fossero le condizioni adatte; tuttavia non si parla solo di loro, al contrario ogni evento rimane rapportato al pairing principale che tutti conoscono, e che viene percosso (malamente XD) dagli sbagli commessi dal protagonista. Poi ognuno giudicherà se si possono davvero definire “sbagli” o meno... ^__^
La FF sarà piuttosto corta, 3 capitoli al massimo, e gli aggiornamenti saranno rapidi! Quindi non vi terrò inchiodati qui per altri 6 mesi (solo per stavolta! :P)
Buona lettura a todos, lasciate dei commenti ragazziiiii! ^___^
Laix

Legendina:
- - parlato
" " pensato





CAPITOLO 1: Quello che Sera riesce a far provare


- Perciò è deciso... non ti disturberò più -
- No, Sera, non è questo, è che... insomma, lo sai... -
- Lo so, lo so. Certo che lo so. -
Il rumore confuso di un “click” a denotare il termine della chiamata. Il detective sospirò, abbassando lentamente il cellulare e guardandone lo schermo, il nome di Sera Masumi che ancora lampeggiava prima di spegnersi totalmente.
Si portò stancamente una mano sul viso, in silenzio, pensando al disastro che aveva generato.


-QUALCHE GIORNO PRIMA-

Mattina, ore 10. E come tutte le mattine, ormai da almeno una decina di giorni, a quell'ora esatta, la consueta telefonata non tardava ad arrivare. Aveva notato che Sera Masumi gli telefonava spesso per diversi motivi, futili o meno che fossero, anche solo per chiedergli come stava, dov'era o cosa stava facendo di bello. Aveva adottato quell'atteggiamento con lui fin dall'inizio, appena conosciuto, e a dirla tutta non aveva neanche mai capito bene il perché. Ma ultimamente era addirittura diventata una routine di ogni giorno. Conan non si faceva comunque grosse paranoie, riteneva solo che fosse una persona molto estroversa, altamente socievole e con una voglia inesauribile di avere un qualunque tipo di contatto con la gente. E di strillare al telefono.
- YOOOOO CONAN-KUN!!! Come stai?! Che fai?? Eh? -
- Ahia... il mio povero orecchio... beh, c'è la ricreazione e sono rimasto in classe a leggere un po' -
- Cos'è, un romanzo giallo che non sei riuscito a finire stanotte? Che orario hai tirato? -
- Le 4 del mattino... -
- AHAHAHAH! Non ti smentisci mai! Diventerai un dannato zombie! Io invece ho saltato scuola oggi, mi sono svegliata tardissimo e mi è proprio scappata la voglia di prepararmi e uscire. Videogiochi tutto il giorno, yeeeeah -
Conan rise, a volte Sera sapeva essere l'espressione vivente della libertà e del buon umore. Quel suo aspetto gli piaceva molto, così come gli piaceva la sua perenne vitalità che ben poche volte aveva visto scalfirsi.
- Anzi, sai che ti dico? Magari passo a prenderti a scuola, così ho il pretesto per uscire a prendere un po' d'aria e ci facciamo due chiacchiere! Ti va? -
- Non so, ci saranno anche gli altri e... -
- Oh, benissimo! Mi piace un sacco stare in compagnia! Poi salgo in agenzia e prendo un po' in giro Kogoro. Ci divertiremo, quindi ci vediamo più tardi, CIAOOOOOOO -
- AHIA, l'orecchio... sì, eheh... ciao -
Chiuse la chiamata, sorridendo e scuotendo la testa. Dire di no a Sera Masumi era un'impresa più che impossibile, visto quel carattere prorompente che tendeva a metterlo a tacere in pochi secondi. Anche questo aspetto di lei gli piaceva abbastanza, nonostante al contempo rischiasse di irritare. C'erano un po' di cose che gli piacevano, a dire il vero, come anche il fatto che quelle chiamate fossero diventate un'abitudine: gli veniva quasi automatico controllare il cellulare al mattino, per accertarsi di non essersi perso la chiamata.
“Bah, probabilmente ogni fonte di distrazione è per me qualcosa di ben accetto...”

Dopo pranzo Sera gli mandò un SMS, ricordandogli che sarebbe venuta a prenderlo e quindi di non andarsene a casa senza di lei.
“Dannazione, sì, ho capito che torniamo a casa insieme... ma perché ci tiene così tanto, perché insiste così? Uff... e poi basta dirmele una volta sola, le cose...”
Allo squillo della campana di fine lezioni i piccoli scolari si riversarono all'uscita della scuola. Quando anche lui uscì, con estrema calma, focalizzò l'attenzione sul cancello d'uscita, ma non vi trovò traccia di Sera. Magari sarebbe arrivata con qualche minuto di ritardo. Chiese ai DB se fossero disposti ad aspettare ancora 5 minuti prima di andare, che sarebbe arrivata anche Sera, ma forse ne aspettarono addirittura 10, e di lei neanche l'ombra. Al che lui le telefonò, un po' spazientito, trovando soltanto la segreteria telefonica. E non poté evitare di sbuffare sonoramente.

Che si fosse dimenticata? Probabile, stando a giocare sul serio ai videogiochi per ore magari la testa le era partita.
Si avviò quindi verso casa con i DB, sentendosi però un po' indispettito. Tante smancerie per cosa, per spegnere il cellulare, farsi i propri comodi e far aspettare gli altri inutilmente? Ma certo, proprio divertente...
Non appena mise piede in agenzia mezz'ora più tardi, gli squillò il cellulare. Era lei. Dovette frenare l'impulso di bloccarle bruscamente la chiamata e con fredda pazienza rispose. - Sì. Dimmi. -
- Oh, nonono, sei arrabbiato, lo sento... -
- No, perché mai dovrei esserlo? Spiegamelo pure tu -
- Aaaah, accidenti... perdonami, ti prego, ma mi sono indecorosamente addormentata. Un sasso proprio. Ho chiuso un attimino gli occhi e... ehm, ecco... ho visto l'orario solo ora, e... -
Era imbarazzata a dir poco.
- Avete aspettato tanto?! AAAAAAH non mettermi il broncio! Mi dispiace! -
- Sì, sì, ho capito... -
- Ma sei comunque imbronciato! Non l'ho fatto apposta! -
- Lo so, Sera! Fa lo stesso, non è successo niente di grave -
- E allora perché hai la voce così tesa? -
- Cos'è che avrei, io? -
- Hai il tipico tono da persona arrabbiata e risentita -
- Oh, è quindi un tono che sei abituata a sentire? Strano -
- ECCO, lo vedi?! Non trattarmi male... ti preeeegooooo... -
Fece finta di piagnucolare, scatenando in lui un inevitabile sorriso. Era spesso una ragazza un po' distratta, ma non avrebbe fatto intenzionalmente male a nessuno.
- Ti perdono, certo... magari ci vediamo domani? -
Appena dopo averle pronunciate, Conan rimase perplesso dalle sue stesse parole. Non si sarebbe aspettato di rivolgergliele in modo così naturale e privo di controllo, e di solito era sempre lei a prendere iniziative di quel genere. Beh, ormai era fatta.
- Assolutamente no! Vediamoci prima, devo rimediare... Stasera vi porto il gelato! A te, Ran, Kogoro... OLE'! -
- Aggiudicato. E scegli dei gusti come si deve, per favore... -
- Pistacchio, cocco e vaniglia. Dico bene? -
- Come fai a...? -
Erano esattamente i suoi gusti preferiti.
- Ci sto attenta alle cose, io! Perfetto, a stasera allora, avvisali tu per me! -
Riagganciò, lasciando Conan di sasso. Sì, ok, un paio di volte era stata presente anche Sera in gelateria assieme a lui e ad altri, ma non di più, e poi comunque... come diavolo aveva fatto a registrare subito quei gusti?
Scosse la testa, arrivando ad un'unica risposta plausibile: era una detective, e come lui prestava attenzione ad ogni minimo dettaglio ricordandoselo anche per lunghi periodi. Perfetto, capito il trucco.
Si rilassò un poco, sentendo però un altro tipo di inquietudine. In quella conversazione il più strano era stato lui stesso. Perché si era sentito così offeso da lei? Come aveva fatto Sera a farlo arrabbiare così? E quel che era peggio, lei se n'era accorta. Insomma, si era trattata di una cavolata che poteva accadere a chiunque... addormentarsi, saltare un incontro... e chi se ne frega? E poi lei era soltanto un'amica, un po' pedante per giunta, non era tenuta a rispettare ogni singolo accordo. E come tale non aveva neanche il potere di farlo agitare così, in teoria.
Sbuffò ed evitò di pensarci, posando lo zaino di scuola a terra e avviandosi in cucina per prepararsi qualcosa. Ran non era ancora arrivata a casa, ipotizzò che si fosse fermata in un bar con l'adorabile Sonoko. E con loro ci sarebbe stata anche Sera, se quel giorno fosse andata a scuola... o forse no, forse sarebbe venuta comunque a prendere lui a scuola, avrebbe preferito così. Chissà?
Dopo circa mezz'ora Ran rientrò, tenendo una scatola bianca in mano. Quando Conan venne ad accoglierla, lei sorrise allegra mostrandogli il contenuto.
- TA-DAAAN! Ecco qui un dolcetto oltraggioso per stasera! -
- O... OH, gelato...! -
Dannazione. Proprio lo stesso giorno che avrebbe dovuto portarlo anche Sera. E chi poteva sapere che anche Ran sarebbe andato a prenderlo?
- Già, inizia a fare caldo e il gelato è l'ideale! Indovina un po'? Nocciola, cocco e fiordilatte! I tuoi preferiti, e poi non dire che non ti penso! -
Conan sbatté le palpebre un paio di volte, socchiudendo la bocca per dire qualcosa. Era stata carina, ma ci aveva azzeccato solo col cocco.
- E, ehm... sì, grazie! Fantastico -
- Gli stessi gusti che ama Shinichi, per giunta. Due gocce d'acqua, eheh! -
- Eh, già... -
Conan le sorrise, anche se con poca convinzione: sperava che Ran si ricordasse certe cose, sebbene piccole e stupide. Anzi, soprattutto perché piccole e stupide. Non poté evitare di restarci un po' male, ma... beh, pazienza. Era solo gelato.

In due modi diversi venne sorpreso da quell'abbraccio da dietro. Uno: spaventato a morte, visto che camminava da solo in una stradina completamente deserta e non l'aveva per nulla sentita avvicinarsi. Due: piacevolmente contento, quel mattino presto era più freddo e uggioso del solito e un gran calore improvviso non poteva che regalare qualche secondo di rilassante scioglimento. Tuttavia la prima reazione fu quella dominante, e Sera se ne accorse, ma ciò la divertì ancor di più e la portò a stringere l'abbraccio a sorpresa fatto alle spalle.
- Sono una temibile serial killer e ti ho preso -
- Sera, levami le mani di dosso! Mi hai fatto prendere un colpo! -
- Obiettivo raggiunto! -
Rise sguaiatamente, stampandogli un bacio sulla guancia prima di rilasciarlo e rimettersi in piedi. Il detective arrossì piuttosto violentemente per quel gesto inaspettato, fatto da una persona che di cose inaspettate era abbastanza esperta. Nascose il viso il più possibile, mentre lei sbadigliava in un modo che rievocava gli ippopotami, dopodiché la guardò di nuovo imbronciato.
- Che ci fai in giro a quest'ora del mattino, Sera? -
- Ed io non potrei chiederti la stessa cosa? -
- No, perché io posso -
- Aaah, certo, ok. Sto andando a scuola, vado un po' prima per studiare, visto che a casa non lo faccio... -
- “Casa”? Vorrai dire l'hotel in cui vivi? -
- Sì, grazie per la precisazione -
Lei gli fece la linguaccia, facendolo sorridere.
- Beh, sto facendo anch'io la stessa cosa. Mi sono svegliato prestissimo e ho deciso di venire un po' prima -
Lei annuì, alzando poi lo sguardo al cielo ancora pallido, di un terso e pulito grigio-rosa, in attesa di essere illuminato e riscaldato totalmente dal sole. Conan rimase a fissarla mentre lei fissava invece qualcosa di non molto chiaro, là in alto, con quello sguardo da sognatrice che spesso gli capitava di scorgere in lei.
- Il cielo è enorme, il mondo è enorme. E noi siamo bloccati qui, costretti ad andare a scuola -
- Così pare -
- E se per una volta decidessimo noi? Combattendo questa noia micidiale? -
- Che vuoi dire? -
Lei riabbassò lo sguardo su di lui, raggiante. Sembrava avesse già preso una decisione definitiva, quegli occhi fermi e sicuri non ammettevano dubbi.
- Saltiamo la scuola, sia io che te! Andiamo a farci un bel giro, magari anche fuori Tokyo!! Vediamoci un po' di cose belle! -
- Ma Sera, io non credo che... -
- C'è sempre tempo per ammuffire in un aula piena di libri... per te poi, figurati, hai ancora un bel po' di anni scolastici davanti che ti garantiranno uno status d'impagliatura -
Lui sbuffò, pensando che in realtà mancava poco anche a lui. E che in fondo lei aveva ragione.
- Non hai tutti i torti, ma non è che sia una scelta molto responsab... -
- Andiamo, non lo dirò a Ran! Promesso... -
Si inginocchiò alla sua altezza per fargli un'adorabile occhiolino, seguito poi subito da uno sguardo speranzoso e tutto occhioni degno di un cerbiatto in cerca di coccole e avventura. Dannata ragazza.
- Sarà il nostro piccolo segreto, Conan-kun... lo giuro -
- Lo so, non è per quello, però... -
- E' chiaro che ti ho convinto! Andiamo!! -
Lei si rialzò ridendo, afferrandogli poi la mano e trascinandolo dalla parte opposta alla scuola. In men che non si dica lui si ritrovò a correre dietro di lei, con la mano agganciata alla sua, ancora gemendo e lamentandosi per farla desistere da quell'idea. Inutile puntualizzare che non riuscì nell'impresa neanche per mezzo secondo, anzi, ottenne l'effetto opposto, lei rise più forte e corse più velocemente.
“Ma perché mi faccio trascinare in tutto questo... perché...?”

In realtà la proposta da lei azzardata nel suo impeto di prodezze avventurose - uscire da Tokyo alla scoperta della nazione - non venne realizzata, però fu comunque carino e producente rimanere entro i confini della città ed esplorare luoghi che comunemente non verrebbero considerati mete. Tram, metro, suburbani... parchi, bar all'aperto, fontane, luna park improvvisati... negozi bizzarri, negozi seri, acquisti stupidi, acquisti ancora più stupidi... di tutto e di più, in quella giornata. E Conan ignorava ancora il perché fosse successo tutto ciò.
- Non è giusto che abbia offerto tutto tu, Sera! Quando torniamo nel nostro quartiere ti ripago qualcosa -
- Non ci pensare nemmeno! L'ho fatto con piacere... e sono sfondata di soldi, io! -
- Ma se non riesci neanche a pagarti l'affitto di una casa... -
Lei arrossì un po' guardando in alto, in modo schivo, poi riprese a sorridere raggiante come aveva fatto per tutta la giornata, in ogni singolo momento. La positività era una qualità appiccicata addosso a quella ragazza e per fortuna era anche in grado di infonderla a chi le stava vicino. Il detective si rese conto di averne assorbita in gran dosi e in modo del tutto naturale, motivo per cui era stato felice della giornata: ancora un po' confuso, su di giri, ma soddisfatto.
Ci voleva qualcosa del genere, ogni tanto. E ci volevano persone del genere.
- Che ne dici, torniamo a casa? Non vorrei mi chiudessero l'hotel, e a quel punto dove diavolo vado a dormire?! Gnahahah! -
Lui si ritrovò a sbuffare per via dell'orario tardo che era arrivato. Dannazione, c'era già da tornare indietro? Gli piaceva stare lì a oziare e a divertirsi con lei.
- D'accordo... il viaggio di ritorno lo offro io -
- Spiacente, avevo già comprato i biglietti all'andata, fregato! -
E prima che se ne rendesse conto, lei gli buttò nuovamente le braccia al collo, sempre da dietro. Le piaceva proprio sorprenderlo alle spalle?
- Però ti ringrazio del pensiero... - gli sussurrò all'orecchio, per poi stampargli un bacio sulla guancia come aveva fatto quella mattina stessa. Diamine, quella sua spasmodica ricerca di affetto...
Lui sentì un moto di tenerezza, ma fissò per terra per non mostrarlo a lei. Se glielo avesse letto sul volto ne avrebbe approfittato, tipo spupazzandolo in ogni modo possibile per tutto il viaggio di ritorno, e non era una prospettiva troppo allettante.

Quando quella sera, stanco morto, si mise finalmente sotto le coperte, il suo cellulare squillò nel momento in cui stava per spegnerlo. Era Sera. Curioso, stava proprio pensando a lei... beh, una cosa normale, no? Tutto il giorno insieme.
- Pronto? -
- Ho dimenticato di chiederti una cosa -
- Spara -
- Ti sei divertito oggi? -
Lui assunse un'espressione tra il perplesso e il divertito, dopodiché si lasciò sfuggire un risolino.
- Sì, certo che mi sono divertito! E penso che dovremmo rifarlo, sai? -
- Davvero?! Non sai come sono contenta di sentirtelo dire! A volte ho solo l'impressione di disturbarti, di farti fare cose a cui non sei interessato... -
- Beh, a volte ci azzecchi -
- Piccolo bastardo! -
Risero entrambi, fino a che non tornò il silenzio. Allora lui parlò, lasciandosi sfuggire una domanda che gli venne spontanea.
- Ma perché ti preoccupi così tanto di quello che potrei pensare? Insomma, se proprio fossi stato disinteressato o svogliato non ti avrei seguita, stanne certa. Credevo che questo l'avessi capito -
- L'ho capito, certo... con tutte le volte che mi hai detto “NO” seccamente! Ma voglio comunque esserne sicura, io... cioè... -
Al telefono la sentì prendere un leggero respiro.
- Io voglio che tu stia bene, con me -
Conan fece per rispondere, ma si ammutolì. Anche lei evitò di proseguire: silenzio, da entrambe le parti.
Qualcosa di strano gli si mosse nello stomaco. Ohi ohi... che piega singolare stava prendendo quella conversazione? Doveva deviare, subito.

- Mh... oh, beh... sì, tranquilla, sono stato bene. Davvero. Non farti alcuna paranoia, te lo dico chiaro e tondo se qualcosa non va -
- Ne sono certa, è anche per questo che sono tranquilla con te. Beh, ora vado a dormire che crollo! Ci siamo stancati oggi! -
- Sì, concordo... e poi faceva un gran caldo... -
Ancora qualche secondo di silenzio, da dover colmare in qualche modo. Conan boccheggiò nel buio alla ricerca di qualcosa da dire ma, visto che non arrivava, ci pensò lei.
- Conan-kun...? -
- ...Sì? -
- Buonanotte... sogni d'oro -
- A... anche a te... -
Lei riattaccò. Conan riprese a respirare piano, rendendosi quindi conto di averlo smesso di fare per svariati secondi. Era un pochino agitato per quel paio di uscite che Sera aveva avuto.
Scosse la testa, spegnendo il telefono e portandosi le coperte fin sopra le spalle. In quel momento la porta della stanza si aprì, e il viso di Ran fece capolino all'interno attraverso la fessura aperta della porta.
- Ehi, ma chi era a quest'ora...? Ti ho sentito al telefono -
- Ehm, era... era Sera -
Ran sgranò gli occhi, sorpresa. Passò qualche secondo prima che riprendesse a parlare con voce un po' roca.
- Ah... wow, ti chiama anche a questi orari? -
- E' la prima volta che lo fa -
Non seppe perché, ma si sentiva un tantino imbarazzato. Si sentiva come fosse nei panni di Shinichi. Colei che in teoria doveva essere la sua ragazza gli stava chiedendo, giustamente, chi diavolo lo stesse chiamando a quell'ora, e lui si trovava a confessare che si trattava di un'altra ragazza... agli occhi di Ran non era così, ma a lui fece comunque quell'effetto.
- Beh, e meno male... spero non prenda troppo questa piega -
- Come mai? Ti ho svegliata? Se avessi saputo che eri già a letto, non... -
- No, no, stasera no, ma altre volte potrei effettivamente essere già a letto. Comunque non lo dico per me, ma per te, che magari volevi riposare e invece lei ti ha chiamato -
- Ah, no, non preoccuparti, tanto non riuscivo a prendere sonno... -
Lei annuì, mantenendo comunque un velo di perplessità.
- Beh, ma aveva qualche problema? O voleva solo parlarti un po'? -
- Nessun problema. Mi ha solo augurato la buonanotte... -
Gli sembrava realmente di essere nei panni di Shinichi. Specie perché le stava volutamente nascondendo quelle determinate frasi di Sera che l'avevano un po' confuso.
- Va bene... allora ci vediamo domani. Buonanotte, cerca di dormire, ok? -
- Certo. Buonanotte, Ran -
Lei richiuse la porta e lui tirò un piccolo sospiro di sollievo. Non seppe neanche bene il perché, era strano.
E di tutte le stranezze la più forte fu data dal fatto che, una volta chiusi gli occhi per tentare di dormire, l'immagine di Sera col suo irrefrenabile sorriso non fece altro che bombardare la sua mente, accompagnandolo poi nel sonno.

Non fece in tempo a sedersi al suo banco di scuola che Ai lo bloccò per un braccio. Lui la fissò, stordito.
- Fermo restando che non ho capito perché ieri non ti sei presentato, né a scuola né da Agasa... -
Conan deglutì, senza avere la minima idea di ciò a cui stesse andando incontro e senza nemmeno l'intenzione di rivelare il motivo per cui non si era presentato.
- …ho una notizia da darti -
- O... Ok, dimmi pure -
- Credo di essere riuscita ad allungare significativamente la durata dell'antidoto. Mi serve una cavia -
Il detective sbarrò gli occhi, raggiante e speranzoso.
- Oh, santo cielo. Eccomi!! Sono la cavia più felice del globo! -
- Molto bene, il test può iniziare subito dopo la scuola -
- Ma te lo sogni, inizia ora! -
Le afferrò la mano e la trascinò fuori dall'aula ancora vuota. Nessuno li avrebbe visti, anche i corridoi non pullulavano particolarmente di persone.
- MA...! Kudo, che diavolo stai facendo?! Mollami! -
- Haibara, la scuola può aspettare! Avrai tutto il tempo per ammuffire in un'aula piena di libri! -
Conan sussultò, mentre correvano verso l'uscita. Oddio. Iniziava a dire le stesse frasi di Sera, se non addirittura a comportarsi come lei. E Ai si stava invece comportando come lui il giorno prima. Era contagiosa fino a quel punto?
In ogni caso riuscì a convincerla e arrivarono da Agasa in meno di mezz'ora. Ai gli tenne un broncio pauroso per tutto il tempo, facendogli anche temere che gli consegnasse un veleno potente spacciandolo per l'antidoto.
- Forza Haibara, sganciamo questa bomba invece di perder tempo a tenere il muso. Lavoro lavoro, su su! -
- Idiota maledetto... -
Lui rise, aprendo il palmo della mano su cui ricadde una grossa compressa. Eccolo lì, il prezioso antidoto che forse l'avrebbe mantenuto adulto per un po' più di tempo.
- A proposito, il linea teorica quanto dovrebbe tenere di più? -
- Quasi due giorni -
- Bene... -
Sorrise soddisfatto, richiudendo la mano e avviandosi verso il bagno.
- Ma... lo prendi subito, senza organizzarti?! -
- Subito! E se per caso chiama Ran... in questi due giorni Conan sarà in campeggio con voi, okay? Quindi non fatevi trovare qui! -
- Oh, santo cielo... quanto dobbiamo starti dietro, ogni volta! -
Lui sorrise a 32 denti, scomparendo poi in bagno.

Wow.
Camminando verso l'agenzia, finalmente di nuovo sulle sue gambe e con la sua altezza naturale, prese il cellulare col numero telefonico di Shinichi e compose il numero di Ran. Le avrebbe fatto una sorpresa.
- Pronto... Shinichi?! Sei tu? -
- Ran! Sì, sono io! Sono tornato... però starò pochissimo, quindi possiamo vederci in questi due giorni? -
Silenzio tombale dall'altra parte. Non volava una dannata mosca. Shinichi ne rimase perplesso, perciò parlò.
- Ran...? Qualche problema? Non hai gradito la sorpresa? -
- Sì che l'ho gradita, però... accidenti, perché non mi hai avvertito?! Fino a domani sono fuori città per la gara annuale di karate... quest'anno sono molto lontana, ho dovuto prendere l'aereo... -
Lui credette di sentire le proprie viscere attorcigliarsi, seccarsi e sfracellarsi. Gli cadde il telefono di mano, tanto fu lo stupore. Lo stupore per essere stato così deficiente. Riafferrò subito il cellulare, boccheggiando alla ricerca di qualcosa da dire.
- Credevo ti ricordassi che quella gara è in questo periodo... -
- Ah, ehm... sì, cioè, insomma, è che potevo venire solo in questi giorni... -
“Merda. Ho totalmente sbagliato il periodo in cui prendere l'antidoto... una dose a dir poco sprecata...”
- Shinichi, tutto ciò è un po' triste, ma... possiamo sempre vederci domani, no? Vero? Ci sarai ancora? Dimmi di sì! Io tornerò nel pomeriggio, spero presto -
- Sì, credo che ci sarò ancora -
“Se l'antidoto avrà davvero quell'effetto prolungato. Altrimenti...”
- Benissimo! Non importa se ci vedremo poco, l'importante è che succeda! Sei d'accordo? -
- D'accordissimo... -
Lei rise, anche se con un pizzico di evidente amarezza.
- Sono contenta! Ora scusami, devo davvero salutarti che iniziano gli allenamenti... fai il tifo per me!! A domani, e vedi di non scappare! -
Lui la salutò e riattaccò, fissando il terreno sotto i suoi piedi e sentendo la delusione pervaderlo come un'ombra.
Non restava che sperare sarebbe durata abbastanza.

Passò la giornata a fare ricerche online, a comprare accessori che potessero aiutarlo a nascondere il viso, a farsi prendere in giro da Haibara. Un gran bel pomeriggio.
Quando si fece un po' più tardi, prima del tramonto, uscì di nuovo all'aria aperta per fare un giro, anche soltanto per godersi il mondo con una prospettiva finalmente diversa e nel suo vero aspetto. Nuove e favolose sensazioni, anche se in realtà ben conosciute.
Mentre camminava con un sorriso spontaneo sulle labbra, udì dei passi molti veloci al di là di un angolo oltre cui la strada svoltava. Avanzò verso quell'angolo senza preoccuparsi, ma appena prima di svoltarlo si scontrò violentemente con qualcuno, probabilmente la stessa persona che aveva sentito correre. Cadde a terra, sentendo che anche quell'altro cadeva, e ben gli stava.
- Ehi, imbecille, ti costa tanto guardare dove metti i piedi?! -
Riaprì gli occhi dopo aver picchiato la testa, aveva fatto un volo a terra non indifferente, considerando poi la caduta da un'altezza superiore rispetto a quella a cui si era abituato nel corpo di Conan. Ma quando li riaprì per vedere chi era la persona contro cui si era scontrato, si ritrovò a sgranarli allibito.
Sera. Che lo guardò con due occhi smarriti e lo sguardo dolorante, massaggiandosi la testa. Dopodiché si trasformò, ricordandogli l'immagine di un gatto che soffia tirando fuori le unghie.
- Senti un po', bellino, sei rincoglionito almeno quanto me e potevi stare attento anche tu! -
Dopodiché si fermò e si zittì, guardandolo un po' meglio. Lo fissò per uno, due secondi. Forse qualcuno in più. Sembrò diventare un essere di pietra, come lo era lui, d'altronde. E iniziò a fissarlo completamente sbigottita, occhi e bocca spalancati, senza emettere un fiato.
Ma perché si stava comportando così? Lui ne aveva motivo, dato che per la prima volta incontrava Sera – che per giunta non si aspettava di trovare sulla sua strada - nei panni del suo vero aspetto. Ma lei, che in teoria non lo conosceva così com'era... che diavolo aveva da stupirsi tanto? Tentò di rimediare subito, cercando di sfuggire a quello sguardo alienante.
- E-ehm, è vero, mi scuso, signorina... s-si è fatta male? La aiuto a rialzarsi? -
- OH, CAVOLO! OH, PORCA VACCA! Non ci credo!! Conan-kun! -
Si portò le mani alla bocca in modo così brusco che praticamente si schiaffeggiò da sola, mentre lo fissava quasi impazzita emettendo gemiti stupidissimi.
Shinichi, invece, voleva solo morire lì ed essere seppellito subito.
- E... EH?!? S... Signorina, si sente bene?! N-non sono la persona che cerca, io non la conosco e... -
- Ma smettila, cretino! Oddio, SEI PROPRIO TU! -
Lei scoppiò a ridere e gli si lanciò addosso, abbracciandolo e facendolo di nuovo piombare a terra.
- AHIA! La mia povera testa, dannazione, giù le mani! -
- Sììì, sei tu, non ho più alcun dubbio! -
Mentre la sentiva ridere priva di controllo, Shinichi comprese che non avrebbe potuto in alcun modo distoglierla da quell'idea. Ma come diavolo l'aveva capito?

Poco dopo si trovavano in un locale a bere una bibita fresca, per mettere in chiaro la situazione.
- OH, per favore... l'avevo capito sin dall'inizio che c'era qualcosa di strano in te -
- Fin dall'inizio? -
- Dalla prima volta. Qualche ricerca accurata e ho ipotizzato che il tuo alter ego e Kudo fossero la stessa persona... ed ora che ti vedo dal vivo, beh, capisco di averci azzeccato -
- Wow... -
- Sì, sono troppo intelligente! Lo so -
Lei bevve allegramente il suo tè alla pesca, gustandosi con un certo divertimento lo sbigottimento di lui.
- Sì... lo sei... e come mai non me l'hai detto subito? -
- E se mi fossi sbagliata?? Che razza di figuraccia avrei fatto? -
- Ah, beh, hai i tuoi motivi -
Rise anche lui, ancora senza parole: aveva sempre pensato che Sera fosse una ragazza acuta, ma capì di averla comunque sottovalutata troppo. Davvero troppo.
Con due sorsate abnormi tirate su con la cannuccia lei finì il suo tè freddo, mentre i cubetti di ghiaccio ricadevano e si scontravano nel bicchiere per l'assenza di liquido. Lei rimase comunque ricurva sul bicchiere e con la cannuccia ancora in bocca, alzando soltanto gli occhi verso di lui. Aveva uno sguardo paurosamente vispo.
- Sai che è stranissimo vederti così? -
- Ti metto inquietudine? -
- Un po' -
- Sono più alto e grosso di te, posso mangiarti in qualche boccone -
- Interessante. Ma poi mi vendico quando torni ad essere un nanerottolo -
Lui sbuffò fingendo di essersela presa, suscitando in lei un sorrisetto perfido coi denti che stringevano la cannuccia. Poi si rimise a sedere con una parvenza di compostezza, nei limiti di quanto una ragazza un po' maschiaccio potesse fare, iniziando a fissarlo per svariati secondi senza dire assolutamente nulla. Shinichi pensò che non sarebbe durata molto, ma più la lancetta dei secondi ticchettava e più si irrigidiva, leggermente in soggezione sotto lo sguardo vigile di lei. Vedeva sul viso di Sera un continuo alternarsi di sensazioni, leggendo abbastanza chiaramente tutti i suoi pensieri.
- Ancora fatico a crederci... -
- Non sei obbligata a farlo... anzi, meno gente ci crede e più mi fa comodo -
- Ma no, perché? E' carina come cosa! -
- “Carina”?! -
- Per me sì! Voglio proprio vedere che differenze si trovano nel frequentare una stessa persona in due formati diversi -
- Non c'è nessuna differenza, io rimango io -
- Non è detto... ora che hai le redini del tuo vero corpo, ti sentirai diverso agli occhi di tutti e questo ti porterà ad un comportamento altrettanto differente e sicuramente più autoritario -
- Va beh, pensala come vuoi... -
- Certo, ma vorrei confermare le mie ipotesi. Perciò tra un'oretta andiamo fuori a cena, okay?! -
- Sì, sì... -
- Wah, accetti davvero? -
- E perché mai non dovr...? -
No, un attimo.
ALT.
Quando riaprì la bocca per rimangiarsi tutto, Sera si era già alzata dal tavolino con espressione vittoriosa per avviarsi verso l'uscita.
Oh, NO.
Non era più un bimbo innocente che usciva con una ragazza innocente dalle intenzioni innocenti. Ora era un ragazzo adulto e responsabile che usciva con una ragazza altrettanto adulta (e forse non troppo responsabile...) ed entrambi erano consapevoli della situazione. Preso dall'abitudine di fare chiacchierate e giretti con lei in formato bambino, non aveva pensato alle conseguenze differenti che ora potevano generarsi dato il suo naturale aspetto - e per impulso non aveva avuto dubbi nel dirle di sì. Insomma, così sembrava quasi un appuntamento...
Come se lei gli stesse leggendo nella testa, si affrettò ad aggiungere:
- Ehi, non fare quella faccia! Ci tengo a precisare che non voglio far passare tutto questo per un'uscita ambigua, non sono interessata, più che altro curiosa... per me rimarrai sempre il marmocchio antipatico che ho conosciuto qualche mese fa! -
- Oh, ehm... okay -
- Okay... -
Lei ridacchiò, raggiungendo la soglia dell'uscita e attendendolo lì.
Quando furono in strada, lui diede un'occhiata all'orologio.
- Sera, guarda che sono già le sette e mezzo... non possiamo andare direttamente in un fast-food in zona? Io ho già una fame da animale -
Lei sbuffò e alzò gli occhi al cielo, abbastanza seccata.
- Uno: io non vado in un fast-food stasera, ma in un ristorante. Due: mi devo cambiare, accidenti!! Non vado a mangiare fuori vestita ancora in divisa da liceale, che cosa triste! Non fare il guastafeste e accompagnami fino all'hotel, non ci metterò molto -
- D'accordo... che strazio -
- Ti ci abituerai -

Nella mezz'ora seguente arrivarono al delizioso hotel in cui alloggiava la ragazza, salendo ai piani abbastanza alti con un rapido ascensore ed entrando nella sua stanza privata. Che in generale era ordinata, fatta eccezione per alcuni vestiti lasciati morenti e stropicciati in giro, corredati molto spesso da calzini e da cartacce di patatine o merendine.
Lei arrossì di colpo.
- Oh, ah, ecco. Dunque. Non far caso a questo disordine, ok? -
- Ricevuto... che tenera camionista -
Lei gli mollò una pacca forte e poco amichevole sul braccio, mettendogli un broncio fin troppo esagerato. Lui rise e si allontanò, dirigendosi verso il bagno.
- Mi chiudo in bagno così ti puoi cambiare tranquillamente, va bene? Non sbircio -
- Oh, fai pure invece, non mi importa -
Lui sgranò gli occhi, voltandosi nuovamente verso di lei in modo quasi meccanico.
- …come dici? -
- Nel senso che in realtà non c'è molto da guardare, quindi rilassati -
- Ah, ok, giusto... beh, per rispetto comunque non lo farò -
Shinichi sospirò con un poco di fatica, aprendo la porta del bagno e infilandocisi dentro. Sentì poi la voce alta di Sera arrivare dal salottino.
- Ma che uomo leale! Peccato, sai... è da un bel po' che un ragazzo bellino non mi sbircia mentre mi spoglio! Un po' mi manca la sensazione, ah ah ah! -
“Oh, porc...”
Nello specchio di fronte, Shinichi fissò la propria faccia diventare tesa e ruvida come la pietra. C'era giusto qualcosina che non gli quadrava, in quella situazione.
- AAAH accidenti, lo sapevo! Il reggiseno che strizza un po' mi sta decisamente meglio... guarda qua che roba... -
Vide la sua espressione divenire ancora più scolpita, mentre rimaneva immobile dov'era come se anche il resto del corpo si fosse trasformato in una statua.
- Mmm... no. Il perizoma no. Il sedere mi diventerà anche perfetto, ma tutto questo pizzo nero ovunque è scomodo, non ci siamo... -
Era certo che Sera, dall'altra parte, si stesse divertendo un mondo. Maledetta.

Dopo un quarto d'ora buono in cui il bagno iniziava a divenire angusto e soffocante e in cui lo stomaco si stava mangiando da solo per la fame, Shinichi diede due lievi bussate alla porta.
- Signorina, ha finito col trucco e parrucco o le manca ancora mezzo secolo? -
- Ancora mezzo secolo -
- Eddai, ho fame e mi sto stancando! -
- Che palle! Esci pure, sto solo rifinendo il trucco... -
Lui uscì dal bagno sospirando di sollievo, alzò la testa verso di lei per dirle malamente di sbrigarsi ma si bloccò prima di parlare, rimanendo completamente allibito.
Chi diavolo aveva davanti?
Quella non era Sera. Cioè, era lei, ma anche no. Indossava un vestito nero attillato che le evidenziava le curve e lasciava scoperte metà delle gambe, le quali erano rese più sottili ed esili dai sandali con tacco, anch'essi neri. La vide solo di profilo, in quanto ancora ricurva e fissa sullo specchietto da trucco.
- Un attimo, eh... questa righetta qui, e... okay, fatto! Possiamo andare -
Si voltò del tutto verso di lui, con un lieve e maturo sorriso assolutamente sexy. Non sapeva se era un'impressione dovuta a quel trucco delicato e allo stesso tempo così risaltante che si era applicata, ma avrebbe scommesso che era solo un semplice aiutino da nulla. Il vestito era inoltre un po' scollato e non poté frenare lo sguardo che gli piombò proprio in quel punto, contro la sua volontà, facendogli notare che il “reggiseno che strizza un po'” aveva fatto il suo degno lavoro anche su una tavola da surf quale era Sera.
Doveva ammettere che era un vero schianto.
- Che dici? Come sto? -
- Non ti avevo mai visto così, lo sai. Non so che dire, sono senza parole... -
- Lo prendo per un complimento? -
- Fidati, lo è -
- Perfetto, meglio così! -
Fece un solo passo e inciampò, probabilmente perché poco abituata ai tacchi, che tuttavia erano piuttosto bassi e comuni. Lui allungò un braccio in tempo per afferrarla ed impedirle di cadere, al che lei scoppiò in una risata alquanto imbarazzata.
- Iniziamo bene... -
- Per quel che mi riguarda puoi anche indossare delle scarpe da ginnastica, non mi offendo mica -
- Figurati! Tu sei tutto infighettato, volevo cercare di pareggiare un po' -
- Cosa sarei, io? -
- Lascia stare. Andiamo? In un ristorante qui vicino, magari, così non devo camminare troppo... -
Lui tentò di nascondere le risate con scarso successo guadagnandosi le occhiatacce di lei, e uscirono nella sera ormai quasi del tutto buia ma illuminata dalle strade. Shinichi permise al proprio sguardo di perdersi in quello sfondo cittadino, ma ciò che non si perse fu la sua mente, che si azionò nel momento in cui il contatto con Sera si fece più presente, visto che lei gli sfiorava più volte il braccio per non perdere l'equilibrio.
Stavano facendo la cosa giusta? In fondo era un atto innocente. Generato da pura amicizia. Poco importava se la meta era un bel ristorante e se lei indossava un vestito... un po' particolare, e se aveva deciso di tirare fuori quel suo aspetto che gli stava ancora mozzando i respiri. Poco importava. Era solo una serata come tante altre, sarebbe finita presto. 

  
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