Serie TV > The Walking Dead
Ricorda la storia  |      
Autore: The LoonyBlogger    06/01/2015    2 recensioni
I ricordi ti consumano, se lasci che prendano il sopravvento su di te.
Christopher lo sapeva bene. Lui aveva incominciato a viverci nei ricordi, di quello che era la sua vita prima delle tragedie. Non era stata l'apocalisse a portargli via tutto, perché all'inizio di essa lui non aveva già nulla.
[Song Fic; Zombie - Cranberries]
Genere: Malinconico, Song-fic, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Zombie


 

Christopher era in un pub, in un pub pieno di fumo di sigaretta. In sottofondo la musica di un juke-box accompagnava la sua bevuta a luci spente. Era seduto al bancone del bar, accanto a lui stava una grossa bottiglia di whisky. Indossava un paio di pantaloni marroni, scuciti in vari punti, e una felpa blu, sporca e stropicciata. Una folta barba scura accompagnava i capelli mori, lunghi e scompigliati; nel locale non c'era nessuno, solo una pistola poggiata sul bancone gli faceva compagnia

Puntò gli occhi verdi sul bicchiere di liquore, mentre i ricordi incominciarono ad affollargli la mente.

Quattro grida distinte urlavano nella sua testa, consumandogli l'anima. Un ricordo preciso lo avvolse. Un anno e mezzo prima, si trovava in un locale diverso, ma la situazione era simile. La musica di sottofondo era più forte, tante persone erano intorno a lui. Però il bicchiere di whisky c'era. E, a quel tempo, sentiva solo tre grida.


 

Another head hangs slowly

Child is lowly taken

And the violence caused such silence

Who are we mistaken

But you see it's not me

It's not my family


 

Quel primo ricordo si spense, dissolvendosi come il fumo nel locale. Sentì la porta del pub aprirsi e passi lenti e barcollanti avvicinarsi. Spense il suo sigaro nel portacenere, espirando il dolore che gli riempiva i polmoni. Un secondo ricordo, molto più limpido e doloroso, prese vita nella sua mente.

Si trovava in una camera d'ospedale, la sua mano stringeva quella di una giovane donna. Piangeva, piangeva tanto, mentre le urla di due piccole gemelle addolorate gli avvolgevano le orecchie. La donna castana si chiamava Amanda ed era sua moglie. Stringeva la mano morta della persona che amava, di una donna che aveva sofferto tanto, troppo, a causa del suo male.

I passi alle sue spalle si stavano facendo troppo veloci, troppo rumorosi. In quel momento voleva restare solo, con il suo dolore, con le sue lacrime. Impugnò la pistola, togliendo la sicura dall'arma. Il calcio della 9mm, avvolto nel palmo della sua mano destra, gli provocò un altro, doloroso, ricordo. Un'arma simile alla sua aveva spezzato la giovane vita di una maestra d'asilo. In preda all'isteria diede fuoco all'istituto scolastico, per poi decidere di suicidarsi. Tutti i bambini all'interno morirono tra le fiamme. Comprese le sue due figlie.

L'uomo scese dallo sgabello su cui era seduto, facendo scricchiolare il parquet sotto i suoi piedi. Stesso rumore che avevano provocato le sue scarpe quando, durante la sua lezione di letteratura, la polizia lo chiamò. Lasciò la classe in cui stava insegnando, correndo come un fulmine tra i corridoi del liceo. Non rivide più i volti delle sue piccole e nemmeno quelle dei suoi alunni.


 

In your head, in your head they are fighting

With their tanks and their bombs

And their bombs and their gungs

In your head, in your head they are crying

In your head, in your head

Zombie, zombie, zombie

What's in your head, in your head?

Zombie, zombie, zombie


 

Puntò l'arma sul volto sfregiato dell'essere che si stava avvicinando, ma c'era ancora qualcuno che gridava nella sua testa. Dopo i funerali delle bambine lasciò il lavoro, rifugiandosi ogni giorno nel pub sotto casa, tra alcool e fumo, ma nemmeno il whisky riusciva a far smettere di far urlare le tre persone che amava di più al mondo. I loro volti erano stati stampati con il sangue nella sua testa. Fu allora che iniziò l'apocalisse. Fu allora che sentì, per la prima volta, la voce della quarta persona che gli lacerava l'anima. Non si era nemmeno accorto dell'inizio della fine, anche quel giorno si alzò dal letto e come un'automa scese per le strade della periferia di Druid Hills, entrando nel pub. Si sedette al solito posto, difronte al bancone, e solo allora parve notare il silenzio che avvolgeva il locale. Chiamò più volte il nome del barista, ma questo non sembrava voler entrare nella stanza. Scrutò il pavimento in legno, accorgendosi di una lunga scia di sangue che andava dietro la porta che conduceva ai piani privati del palazzo. L'uomo che gli serviva da bere non sarebbe più tornato. A quel punto il grido di terrore di una giovane anima squarciò il silenzio e fu così che Chris trovò la piccola Ashley. Era in mezzo alla strada, circondata dagli Afflitti, come li chiamava lui, correndo alla ricerca di un luogo sicuro. Lui la salvò e da quel momento si presero cura l'uno dell'altra. Lui proteggendola, lei facendogli ritrovare la speranza e la voglia di vivere. Per mesi girarono di cittadina in cittadina, fin quando non trovarono un piccolo gruppo di sopravvissuti. Incominciarono a vagabondare per la Georgia, ma presto quel precario stile di vita crollò. Furono attaccati da una mandria di Zombie e morirono tutti nei pressi di Atlanta. Ashley venne morsa da uno di quegli esseri e toccò a Chirs giustiziarla, tenendola, per l'ultima volta, tra le sue braccia. Le sparò in mezzo alle tempie, con la stessa 9mm che in quel momento stava puntando contro quell'Afflitto. Questo si lanciò sull'uomo, che premette il grilletto. Il non-morto volò a terra, con il cervello spappolato dal proiettile dell'arma.


 

Another mother's breaking

Child is taken over

When violence causes silence

We must be mistaken

It's the same old theme since 1916

 

Christopher si lasciò cadere sulle ginocchia, mentre si portava le mani agli occhi. Quel mondo, sia prima e durante l'apocalisse, lo stava distruggendo. Pianse tanto, forse troppo, lasciando che le urla della bambina gli raggiungessero il cuore, lacerandoglielo un'altra volta. Si riprese quando ormai il sole stava calando dietro i tetti della desolata periferia, con il viso di Ashley stampato nella sua testa. Gli aveva ricordato cosa fosse l'amore, permettendogli di isolare in un angolo della sua anima la sofferenza di aver perso ciò di più prezioso che aveva, ma la sua morte lo portò nuovamente nelle zone più oscure della sua mente. Però c'era qualcosa di diverso. Sentiva il desiderio di andare avanti, di farlo per Ashley.

Si alzò da terra e spense il juke-box che lui stesso, quella mattina, aveva acceso. Uscì dal locale, respirando a pieni polmoni aria pulita, con la testa che gli doleva per il dopo sbornia. Sarebbe sopravvissuto, glielo doveva. E forse lo desiderava anche lui.


 

In your head, in your head they're still fighting

With theyr tanks and their bombs

And their bombs and their gungs

In your head, in your head they are dying
 

 

Angolo Autore:

Salve Walkers! Eccomi qui con una nuova storia! Come avete letto è una song fic su un nuovo personaggio, Christopher! Ha circa 35 anni e quella era grossomodo la sua triste storia, su come si è ritrovato ad Atlanta. Sicuramente (Oppure no) vi starete chiede perché una storia così. Ecco, in pratica funge da prologo/presentazione personaggio a una storia che io e una mia amica (Rosalie97) stiamo scrivendo su TWD. Come avrete notato anche lei ha pubblicato una storia dal titolo Weakness, infatti anche il suo personaggio, Alex, farà parte del nostro progetto. Per ora è tutto, grazie per aver letto la storia! Spero che le due song vi abbiano incuriosito, byee!

 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Walking Dead / Vai alla pagina dell'autore: The LoonyBlogger