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Autore: _petrichor_    06/01/2015    9 recensioni
Harry ha un negozio di fiori.
Louis odia la sua vita.
Harry ha bisogno di un accompagnatore per la festa di sua sorella.
Louis di qualcuno che lo aiuti a riparare il suo cuore spezzato.
Niall e la fortuna li aiuteranno a conoscersi, le rose di Harry tracceranno la strada di Louis.
Larry/ lievissimi accenni Lilo e Ziall
4.669 parole.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Passeggiare per il parco è sempre stata una delle attività preferite di Harry, soprattutto quando era in compagnia di Niall, suo migliore amico dai tempi dell'asilo. Un ragazzo biondo ossigenato, figlio di genitori irlandesi e con la passione per la chitarra che portava sempre in spalla in una custodia piena di adesivi.
Quella mattina però, la passeggiata non fu affatto piacevole come al solito e anzi, la presenza di Niall al suo fianco non faceva che irritare ancora di più il povero Harry.
«Smetti, per favore, di parlare per due minuti lasciandomi pensare in pace?» Niall si zittì all'istante osservando il volto cupo dell'amico che gli camminava accanto. Solitamente Harry era la persona più solare del mondo, sempre disposto a regalare un sorriso a chiunque incontrasse per strada o con una battuta stupida sulla punta della lingua giusto per rinfrancar lo spirito a qualche cliente particolarmente stressato o triste che entrava nel suo negozio.
«Ti sei alzato dalla parte sbagliata del letto, oggi?» Harry gli regalò uno sguardo truce prima di sospirare e scuotere il capo, affranto.
«E' che sono preoccupato per la festa di questo sabato, Nì.» spiegò sedendosi sulla prima panchina che trovò sulla sua strada. «Nick si aspetta che io mi presenti con qualcuno alla festa di Gemma, e sapere che quello stronzo riderà di me perché sarò solo come un cane mi deprime.»
Niall sospirò con lui consapevole della situazione spiacevole in cui il suo migliore amico si era cacciato giusto qualche giorno prima.
Erano da Starbucks e la sfiga volle che ci fosse anche Nick Grimshaw, ex di Harry da un paio di mesi, seduto al tavolino accanto al loro con la sua nuova fiamma. Un ragazzo mingherlino dai capelli viola che aveva tutta l'aria del fesso.
«Gentile da parte di Gemma invitarmi alla sua festa.» aveva detto Nick mostrando una fila di denti sporgenti, quasi equini. «Lui è Tyler, mi accompagnerà al party, vero tesoro?» Il ragazzo aveva annuito imbarazzato abbozzando poi un sorriso timido. «E tu? Sarai con qualcuno?»
Harry non perse tempo e «Ovviamente» rispose con un ghigno che sapeva tanto di "brutto coglione".
«Mi auguro non sia quello sfigato di Horan.»
Niall non nasconde di aver provato un moto di rabbia omicida nei confronti di Nick, ma quando Harry aveva risposto «Certo che non sarà quello sfigato di Horan ad accompagnarmi» la sua rabbia si trasformò in un calcio tirato sotto al tavolino al suo migliore amico.
La situazione era, dunque, questa: Harry non aveva un accompagnatore per la festa di sua sorella e doveva trovarne uno assolutamente per non fare una figuraccia con il suo odioso ex.
«Sei un bel ragazzo, Harry.» gli disse Niall prendendo posto accanto a lui e poggiando la chitarra ad un lato della panchina. «Troverai sicuramente qualcuno per sabato.»
«Come? Chiedo al primo cliente che entra nel negozio di accompagnarmici?»
Niall lo guardò per un lungo momento come se fosse caduto in una specie di trance poi «Dammi le chiavi del negozio» disse «ho avuto un'idea.»
Harry non se lo fece ripetere due volte e porse al biondo un mazzetto di chiavi con un ciondolo a forma di fiore.
Mezz'ora dopo Niall tornò con due rose rosse in mano, un biglietto già sigillato in bocca e altri ancora bianchi nella tasca del giaccone.
«Questo è il piano» iniziò prendendo di nuovo posto accanto ad Harry «lasciamo una rosa accanto a quella panchina lì in fondo con questo biglietto, c'è scritto di recarsi di fronte alla farmacia per un'altra rosa» disse indicando l'altro fiore che reggeva tra le mani «Accanto a questa scriverai ciò che vuoi, non m’interessa, ma sarebbe divertente farlo girare un po' in tondo prima di presentarvi e invitarlo alla festa.».
«Stai dicendo che il mio accompagnatore sarà uno sconosciuto?»
«Sempre se accetta.»
«Ma è una perdita di tempo!»
«Hai idee migliori?»
«Vai a lasciare questo fiore su, ma se sarà una donna, scordati che sprecherò tutte le rose del mio negozio per lei. Oppure un vecchio, non voglio un vecchio.»
«Eri fidanzato con Grimshaw... pensavo ti piacessero i vecchi.»
«Muoviti.»
«Corro.»
***
Il parco. Louis aveva sempre odiato il parco, pieno di gente, di sole, di allegria.
Louis Tomlinson era una persona triste, la voglia di vivere lo aveva abbandonato cinque mesi prima quando il ragazzo a cui aveva chiesto di convivere si era fatto scoprire a letto con un altro. Nel loro letto.
A pensarci ancora gli veniva da vomitare e forse l'avrebbe anche fatto se in quel fottutissimo parco non ci fosse stata tutta quella gente. Non sapeva neanche perché avesse scelto la scorciatoia che passava per lì quando aveva deciso di tornare a casa da lavoro. Aveva chiesto a Eleanor, il suo capo al bar della stazione, di lasciargli la mattinata libera perché quella era una delle mattine. Le mattine di Louis erano giorni in cui si svegliava con il mal di testa e la nausea e l'unica attività che fosse in grado di fare era rimpinzarsi di birra e schifezze davanti ad una replica di X-Factor UK.
Quella mattina, però, il sole era talmente forte che non sembrava nemmeno Novembre, il maglione blu gli bruciava sulla pelle e il cappellino di lana gli stava facendo sudare e pizzicare la fronte. Decise di riposarsi su una panchina e disfarsi del copricapo prima di svenire sui ciottoli del parco e attirare l'attenzione di qualche dog-sitter o nonnetta sola.
Chiuse gli occhi e chinò la testa indietro fino a sfregare la nuca sul metallo della panchina, i suoni di quel parco ovattati dai pensieri confusi di Louis e il sole caldo sulla pelle del viso.
Non sa quanto tempo rimase in quella posizione, sicuramente abbastanza da avere il collo indolenzito e gli occhi sensibili alla luce. Portò due dita al ponte del naso, massaggiandolo e passò l'altra mano tra i capelli cercando di aggiustarli, ma ottenne il risultato opposto. Adesso ciuffi di capelli color caramello erano sparati in più direzioni e Louis gemette frustrato.
Abbassò il volto e lo nascose tra le mani, i gomiti poggiati sulle ginocchia divaricate, i pensieri che gli premevano contro le pareti del cranio. Quando pensò di essersi ripreso, scostò i palmi dal viso e rimase a fissare i ciottoli chiari a terra per qualche minuto, solo allora notò che proprio accanto ai suoi piedi c'era una rosa con un biglietto.
Non gli importò di invadere la privacy di qualche sconosciuto così prese la rosa stando attento a non pungersi con le spine e aprì il biglietto cercando di decifrare la scrittura confusa e frettolosa del mittente.
Per un'altra rosa, presentati davanti la farmacia Malik. Ci sarà ancora un biglietto.
Louis rise e scosse il capo, quali trucchi si erano inventati i genitori di Zayn questa volta per attirare clientela? Con un sospiro prese la rosa, il biglietto e si alzò pronto a dirigersi verso la farmacia Malik.
La porta tintinnò e un odore di pulito e disinfettante invase le narici di Louis fermo sulla soglia accecato dal bianco del locale. «Bella trovata pubblicitaria, sul serio!»
Un ragazzo mulatto dai capelli e gli occhi scuri con un camice bianco alzò la testa incontrando lo sguardo azzurro e un po' triste di Louis, lasciò una pila di carte che stava sfogliando e «Lou!» esclamò gettandosi addosso «Che ci fai qui?»
Louis ricambiò l'abbraccio sentendosi già meglio nella stretta del suo migliore amico e rise sulla sua spalla. Quando si staccarono, mostrò rosa e biglietto al ragazzo che corrugò la fronte alla loro vista.
«Non fare quella faccia Zay, che diavolo si è inventata Trisha questa volta?»
Quando però Zayn non accennò a cambiare espressione Louis capì che forse non era una trovata pubblicitaria. «Non avete lasciato rose in giro per la città per attirare clientela, quindi?»
Zayn scosse il capo prima di chiedergli dove avesse trovato la rosa e il biglietto. Louis gli lesse il contenuto del messaggio ed entrambi si scambiarono uno sguardo eloquente.
Neanche due secondi dopo erano entrambi fuori la farmacia per cercare una rosa e un biglietto.
«Eccola!» fece Zayn indicando il fiore accanto al cartellone pubblicitario sul marciapiede, con esso, un biglietto sigillato.
***
Prima che qualcuno si sedesse sulla panchina accanto alla quale Niall aveva lasciato il fiore, passarono una decina di minuti, il caldo cominciava a farsi sentire e quegli sbalzi climatici erano un pugno nello stomaco.
Quando un ragazzo circa dell'età di Harry si sedette sulla panchina per riposare, il riccio ringraziò Dio che non fosse né donna, né troppo anziano. Da lontano non riuscì ben a distinguere i tratti del viso, ma notò che indossava un maglione troppo pesante per la temperatura di quel giorno. Non si accorse subito della rosa per cui l'agitazione di Harry crebbe in quegli attimi e Niall fu costretto a massaggiargli le spalle per alleviare la tensione.
«Ha un'aria da twink, secondo me lo abbiamo beccato pure gay, Haz!»
Qualche minuto più tardi il ragazzo parve essersi ripreso dalla catalessi in cui era caduto e fu allora che vide il fiore lì a terra, Harry riconobbe una risata uscire dalle labbra del giovane e per un attimo dimenticò come si respirasse.
Lo seguirono fino all'entrata della farmacia Malik, Harry scrisse in fretta un altro biglietto e lo lasciò accanto ad un cartello pubblicitario insieme alla rosa, dopodiché si nascosero qualche metro più lontano accanto ad un negozio di dolci.
Il ragazzo uscì dalla farmacia accompagnato dal figlio dei Malik che Harry aveva più volte incrociato al negozio di tatuaggi, si guardarono in torno per un po' poi parvero notare la rosa.
Esaminarono il contenuto del biglietto e dopo uno sguardo d'intesa si avviarono verso la nuova meta.
***
Questa volta trovare la rosa non sarà così semplice, ti lascio un indizio. Sarai in grado di trovarmi? –H
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni”

Louis riconobbe immediatamente quelle parole, sorrise mentalmente e guardò Zayn. Non c’era nemmeno bisogno di parlare, entrambi avevano capito cosa fare per cui, senza pronunciare parola si avviarono verso  la libreria più vicina. Era una di quelle librerie tipiche dei film, piena di cianfrusaglie polverose e ragnatele, alla porta c’era persino un acchiappasogni che emanava un tintinnio ogni qualvolta qualcuno entrasse nel locale.
A Louis ricordava troppo Olivander, il negozio in cui Harry Potter aveva comprato la sua bacchetta magica e il caso volle che quel giorno vi ci si recasse proprio a causa di quella Saga.
Non aveva letto tutti i libri, si era limitato ai primi due per poi lasciar perdere e guardare i film nonostante ritenesse non fossero assolutamente nulla in confronto ad essi.  La passione per la saga gliel’aveva trasmessa Liam, il suo ex, quando erano ancora insieme. Una serata al mese la dedicavano ad Harry Potter facendo maratone che duravano ore, ma che non finivano mai perché troppo presi l’un dall’altro.
O almeno Louis lo era, Liam chissà.
Represse l’ennesimo conato di vomito e Zayn lo guardò preoccupato, ma non disse nulla, invitandolo poi a seguirlo verso la sezione Fantasy.
«Ricordi almeno che libro fosse?»
Louis scosse il capo proprio nel momento in cui l’acchiappasogni tintinnò segnalando l’arrivo di altri clienti. «Proviamo a chiedere a qualche commesso, dovrà saperlo sicuramente» propose Zayn indicando un ragazzetto biondo dietro il bancone che masticava un chewingum alla fragola.
Nel raggiungerlo Louis urtò uno dei clienti scusandosi frettolosamente senza realmente guardarlo, quello nemmeno gli rispose.
Il ragazzo biondo aveva anche un piercing sul labbro inferiore che Louis solitamente  avrebbe trovato disgustoso, ma che addosso al commesso stava particolarmente bene.
Questi non parve notarli preso com’era da una partita a Flappy Bird sul suo cellulare, così Zayn si schiarì rumorosamente la voce cercando di attirare l’attenzione del biondo. Ci riuscì.
«Salve, avete bisogno gli aiuto?» chiese il ragazzo sfoderando un sorriso e mettendo da parte il cellulare per dedicarsi completamente ai due clienti.
«Sai dirci da quale libro venga questa frase?» Louis mostrò il biglietto al commesso che se lo rigirò tra le mani prima di leggere il contenuto.
«Harry Potter, mh?» fece sovrappensiero «sinceramente non ne ho idea, ma provo a cercare su internet»
Louis e Zayn annuirono contemporaneamente, aspettando l’esito della ricerca.
Stranamente Louis si sentiva ansioso, quella specie di caccia al tesoro lo incuriosiva e aveva voglia di scoprire chi fosse il mittente di quelle rose e quei biglietti. Era un uomo o una donna? E cosa voleva? Era stato solo un evento fortuito o quella persona puntava già a lui?
Un rumore di libri crollati interruppe il fiume di pensieri del ragazzo che subito dopo un sussulto si voltò verso la sezione fantasy, luogo da cui esso era provenuto. C’erano due giovani che cercavano di rimettere a posto un paio di libri, mentre quello più alto sembrava stesse rimproverando l’amico con la chitarra. Quest’ultimo, quasi più biondo del commesso, alzò una mano in segno di scuse dopodiché beccò anche un buffetto sulla testa da parte dell’altro.
«Trovato!» esclamò allora il ragazzo con il piercing «Harry Potter e il prigioniero di Azkaban»
Dopo aver ringraziato Zayn, probabilmente più curioso di Louis, prese l’amico per il braccio e lo trascinò nuovamente davanti gli scaffali. I due clienti scomparsi.
«Cerca tra quei libri finché non trovi una rosa, muoviti.» lo esortò Zayn picchiandogli la spalla più volte.
Dopo aver esaminato circa una decina di libri finalmente il moro trovò il fiore e il biglietto in uno di quelli più rovinati, nascosto dietro le edizioni più recenti.
Ti piace Harry Potter? Io lo adoro. In realtà adoro leggere in generale, ma Harry Potter è la mia saga preferita. E a te? A te piace leggere? -H
Louis aveva sorriso, scosso la testa e voltato il bigliettino. Zayn impaziente, accanto a lui, gli chiedeva di leggere ad alta voce il prossimo indizio.
I wish I was a punkrocker with flowers in my hair.
***
Nonostante avessero preso la scorciatoia che passava esattamente davanti al negozio di fiori di Harry, arrivarono dopo di loro. Fortunatamente ancora non si erano messi alla ricerca della rosa così poterono nasconderla mentre quelli erano impegnati a chiacchierare con Luke, il commesso.
Ebbe quasi un infarto quando il ragazzo con gli occhi azzurri lo aveva urtato per sbaglio e subito dopo si era scusato, tanto che non ebbe neanche la forza di rispondere o di muovere un muscolo, fu Niall che dovette strattonargli una spalla per farlo riprendere. «Muoviti, che non abbiamo tutto il tempo del mondo.»
Arrivati davanti allo scaffale dei Fantasy chiese a Niall di recuperare la sua edizione, quella che aveva venduto a Luke qualche anno prima per racimolare un po’ di soldi in più e vi nascose dentro la rosa e il biglietto che quella volta aveva già preparato mentre Niall sceglieva una piccola rosa dal vaso nel negozio.
Nel rimettere il libro a posto però, il biondo ne fece cadere alcuni attirando l’attenzione del ragazzo e di Malik che si erano voltati a fissarli.
«Niall, porca miseria, stai attento!»
«Scusa Haz, scusa.»
«Santo cielo si è pure girato, ora capirà che siamo noi. Oddio.. ma che fai?! Abbassa quella mano, coglione.»
Harry tirò uno scappellotto sulla nuca di Niall che si lamentò leggermente prima di rispondergli con una linguaccia.
«Adesso usciamo di qui, dobbiamo andare da Ed.»
 
Ed Sheeran era uno degli amici più stretti di Harry insieme a Niall, spesso loro tre si riunivano nel negozio di cd di Ed per suonare qualche canzone dei Westlife, una delle band preferite del biondo, mentre mangiavano marshmallow o caramelle gommose.
«Rosso!» lo salutò Niall appena entrato nel negozio, Harry si limitò ad un cenno con il capo mentre si avviava nella sezione anni ’70 e lasciava una coroncina di rose e un biglietto accanto ad un cd dei Ramones.
«Cos’è che sta facendo esattamente?» chiese Ed riferendosi ad Harry. Niall sollevò le spalle e «una caccia al tesoro» disse «Per uno sconosciuto che dovrà accompagnarlo alla festa di Gemma.»
«E’ stata una tua idea?»
«Ovviamente.»
«Sospettavo.»
Lo scambio di battute fu interrotto da Harry che si lanciò su Niall, trascinandolo con sé dietro il bancone di Ed facendogli segno di stare zitto.
In quell’istante la porta si aprì ed il rosso accolse i due clienti con un «Benvenuti» e un sorriso cordiale.
***
«Che tipo interessante questo anonimo.» disse Zayn mentre camminava accanto a Louis diretti al negozio di musica poco più avanti. Erano usciti come una furia dalla libreria, potando con sé anche il libro di Harry Potter che Louis aveva insistito per comprare nonostante l’aria un po’ vecchiotta.
Louis non rispose continuando a rigirarsi tra le mani il libro e la rosellina, le altre le aveva lasciate a Zayn che non era parso molto contento dell’iniziativa dell’amico ma che comunque accettò di fargli da vaso di fiori.
Il negozio di cd era di un certo Sheeran, un ragazzo dai capelli rossi e le guance paffute. Louis e Zayn lo incrociavano spesso nel pub sulla ventitreesima, aveva l’aria simpatica.
Questi lo accolse con un sorriso e un «Benvenuti» chiedendo poi se potesse essere utile in qualcosa.
‘Sta volta Louis negò con il capo poiché sapeva benissimo dove cercare e si diresse velocemente nella sezione anni ’70.
Il titolo sul biglietto lo aveva illuminato, quella canzone gli piaceva un sacco e conosceva a memoria il testo, così, quando trovò una corona di roselline su un cd dei Ramones, sorrise a se stesso ed esalò un sospiro contento.
Ho sempre adorato le corone di fiori e il punk rock degli anni ’70. Hai mai pensato di essere nato nell’epoca sbagliata? –Harry
Harry.
Si chiamava Harry.
Louis sentì il cuore fare una capriola nel petto e uno sciame di farfalle agitarsi nel suo stomaco. Cercò di dare un volto al ragazzo - perché era un ragazzo, vero? – nella sua testa, cercò di immaginarlo con la coroncina di fiori sulla testa ma la sua fantasia aveva deciso di non aiutarlo.
Per un attimo si chiese di che colore potessero essere i suoi occhi, o quanto brillate il suo sorriso.
Zayn, che per tutto il tempo era rimasto a scambiare quattro chiacchiere con Sheeran, si avvicinò a Louis strappandogli il biglietto dalle mani per leggere il nuovo indizio «Sono indelebile come un triste ricordo, sono per sempre come il vero amore, sono la matita di chi racconta una storia sulla propria pelle»
Louis strabuzzò gli occhi e insieme a Zayn «Un tatuaggio!» disse mentre sul viso di Ed nasceva un sorriso.
***
«Non vorrai per caso regalargli un tatuaggio, Harry?»
Niall stava iniziando davvero a preoccuparsi per tutta quella storia, il suo migliore amico sembrava davvero andato per quello sconosciuto. Per tutto il tragitto negozio di Ed – negozio di fiori – negozio di tatuaggi Harry non aveva fatto altro che parlare degli occhi azzurri di quel ragazzo e di quanto fosse bello il suo sedere.
Avevano sbirciato per un po’ i due ragazzi da dietro il bancone, premuti contro il pavimento per non farsi beccare, Harry aveva sorriso non appena lo sconosciuto era corso nella sezione anni ’70, mentre Niall era rimasto in ascolto delle chiacchiere tra Malik e Sheeran beandosi del profilo perfetto del moro.
E che Niall avesse una piccola cotta da sempre per Zayn, era solo un dettaglio di poco conto.
«Be’ magari uno piccolo..» aveva risposto Harry guardandosi in giro, conosceva a memoria quel posto e il suo corpo ne portava la conferma. «Magari una piccola scritta.. come questa!»
Niall che guardava con diffidenza l’enorme quantità di disegni tribali attaccati alle pareti venne attirato dalla voce di Harry che gli indicava una scritta di fronte a sé.
Far away
«Come fai ad essere sicuro che gli piacerà?»
Harry scosse il capo e «Lo so e basta.» disse.
***
«Che voglia regalarti un tatuaggio?»
Louis ormai nemmeno ascoltava più Zayn, camminava a passo svelto verso il negozio di tatuaggi impaziente di scoprire un altro pezzo di vita dell’anonimo.
Al negozio di Sheeran aveva comprato una maglietta dei Ramones che però non aveva indossato e che aveva fatto confezionare in un pacchetto regalo, sulla testa invece aveva poggiato la coroncina di fiori sentendosi neanche un po’ ridicolo, cosa che appena poche prima sarebbe successa.
Quando arrivarono, il negozio di tatuaggi era vuoto, ma tra il forte odore d’inchiostro riconobbe un profumo di rose che gli comunicò che il suo mittente fosse appena passato di lì e magari era ancora lì vicino a spiarlo di nascosto.
Un brivido freddo gli attraversò la spina dorsale, quella situazione era così strana e al contempo affascinante che non sapeva spiegarsi tutti i sentimenti che il suo cuore spezzato stava vivendo.
Da dietro una porta scura apparve un omone grosso e tatuato che appena vide i due ragazzi sorrise teneramente distruggendo la sua aria da duro. «Dovresti essere tu» disse l’uomo pulendosi le mani con un panno bianco «Cerchi una rosa?»
Louis annuì prima di deglutire a vuoto e.. com’è che si respirava?
L’armadio tatuato con un cenno gli indicò la poltrona dei tatuaggi e gli fece segno di accomodarsi e scoprire il braccio destro.
«Ti ha regalato un tatuaggio» spiegò preparando gli strumenti da lavoro «una piccola scritta.» Dal portafogli cacciò un foglietto di carta con un Far Away  in stile macchina da scrivere. «Mi ha detto che ti sarebbe piaciuto.»
Ed effettivamente a Louis piacque eccome, riassumeva il suo stato d’animo di tutta una vita, la voglia di scappare, di fuggire. Louis che per anni era appartenuto ad un luogo che non era davvero casa, con un ragazzo che non lo aveva mai davvero amato. In quelle due parole vi lesse speranza e il nome di Harry.
Se lo fece tatuare sul bicipite sotto consiglio di Zayn che gli aveva sempre un po’ invidiato quel muscolo così sviluppato in confronto al suo. Non sentì dolore in quanto di tatuaggi ne aveva sempre avuti, anzi, mentre l’uomo che aveva scoperto chiamarsi Paul, gli marchiava la pelle cominciava a sentirsi meglio, come se finalmente ogni pezzo stesse andando al suo posto.
Dopo aver passato la pomata e coperto il tatuaggio con del cellofan l’uomo porse a Louis una rosa e due biglietti.
«Buona fortuna.» gli augurò prima che Louis uscisse dal negozio un po’ più felice di come ci era entrato.
Spero che il tatuaggio ti sia piaciuto, avevo notato che, come il mio, il tuo corpo fosse stato già marchiato dall’inchiostro. Quella frase mi rappresenta come immagino rappresenti te, non ti conosco, non so nemmeno il tuo nome, ma per ciò che ho visto mi sono sembrate le parole più adatte per descriverti.
Questa è l’ultima rosa che ti lascio, sull’altro biglietto c’è un indirizzo. Sarò lì.-Harry

***
«Verrà?» chiese Niall steso su una panca accanto a delle Gardenie e dei Crisantemi. Harry non faceva che girare in tondo per il negozio, in ansia. Lo sconosciuto sarebbe arrivato da un momento all’altro, forse. Se avesse deciso di incontrarlo sarebbe di sicuro a pochi metri dal suo negozio e Harry aveva i nervi a fior di pelle.
«Non lo so, non lo so. Dio sto per avere un infarto.»
Niall si risollevò e circondò le spalle dell’amico con un braccio, tentando di dargli conforto. Harry gemette e si accasciò a terra frustrato.
«Vedrai che arriverà.»
***
Louis aveva fissato per qualche minuto il biglietto da visita del negozio di fiori che gli aveva lasciato quell’anonimo.
Lo avrebbe incontrato, avrebbe incontrato Harry.
E se fosse stato un maniaco? Se avesse cercato di stuprarlo?
Scosse la testa mentre un coro di “no, no, no” gli riempiva la testa.
«Vogliamo andare?» chiese Zayn poggiandogli una mano sulla spalla. Louis alzò lo sguardo su di lui e quando vide il sorriso nascosto dietro gli occhi dell’amico «Andiamo.»  disse sicuro.
***
Erano passati venticinque minuti e dello sconosciuto nessuna traccia, Harry ormai ci aveva perso le speranze.
«L’ho spaventato, l’ho spaventato Niall. Non verrà più, ha paura di me e ha ragione! Dio, sono inquietante!»
Il biondo aveva sospirato e in cuor suo aveva avuto paura che quelle fissazioni di Harry fossero reali, magari quel ragazzo poteva aver pensato al peggio, magari Malik lo aveva persuaso mettendogli in testa stupidaggini su maniaci e pervertiti, non lo sapeva. Era solo preoccupato per Harry.
Quando però il campanello del negozio tintinnò rivelando due ragazzi il cuore di Niall riprese a battere.
«Harry?» chiese l’amico di Malik guardandoli. Il riccio per poco non svenne.
***
L’esterno del negozio era davvero carino pensò appena vi furono davanti. Le porte erano verdi e circondate da vasi pullulanti di fiori coloratissimi.
Zayn gli diede una pacca sulla spalla e dopo aver preso un respiro profondo entrò nel negozio.
All’interno c’erano solo due ragazzi, il biondo sbadato della libreria e l’amico. Questi aveva i capelli ricci tirati indietro da una bandana, gli occhi verdi e le labbra rosse spalancate. Indossava un maglioncino bianco su degli skinny neri che gli fasciavano le cosce lunghe e magre,ai piedi degli stivaletti beige di camoscio.
«Harry?» chiese e il riccio sembrò avere un mancamento.
Al suo fianco Zayn si schiaffeggiò la fronte e «Harry! Niall!» esclamò abbracciandoli entrambi.
Louis era perplesso e a dir poco sconvolto quando vide il suo migliore amico precipitarsi da quei due e stringerli tra le braccia. «Li conosci?»
Zayn lo guardò sbarrando gli occhi e «Certamente! Sono amici di Sheeran e spesso li ho visti al negozio di tatuaggi, allora eravate voi! Santo Cielo come ho fatto a non capirlo subito?»
I due ragazzi ridacchiarono timidi e ancora qualcosa non quadrava.. chi diavolo era Harry dei due?
«Quindi..» iniziò ma il ragazzo alto e riccio gli si avvicinò porgendogli una mano.
«Sono Harry. L’inquietante Harry.»
Louis lo guardò negli occhi, vi lesse ansia ed esitazione, era bellissimo.
Ed era Harry.
L’Harry dei libri della Rowling, l’Harry che indossava corone di fiori e ascoltava punk rock, l’Harry che amava i tatuaggi e che gli aveva regalato il più bello della sua collezione.
«Ciao Harry.» lo salutò allora con un sorriso «grazie per le rose.»
Harry ricambiò il sorriso, timido, le guance gli si colorarono di un rosso scarlatto, lo stesso rosso delle rose che aveva in mano.
«Prego..»
In quel momento Zayn gli indicò il pacchettino che teneva  stretto sotto un braccio prima di ritornare ad un’allegra conversazione con il biondo. «Uh, ehm.. giusto. Questo è per te.»
Il riccio lo guardò confuso e «per me?» chiese.
Louis annuì. «Per ringraziarti di tutto.»
«Prima di aprirlo, però,  potresti dirmi il tuo nome?»
***
Gli aveva fatto un regalo. Gli aveva fatto un regalo e indossava la sua corona di fiori.
Harry non sentiva più le gambe, era felicissimo, avrebbe potuto saltare di gioia.
«Che sbadato, scusa. Sono Louis.»
Louis.
Che nome meraviglioso.  Tutto era meraviglioso. I suoi occhi erano meravigliosi, i suoi capelli, il suo naso, le sue labbra. Louis era meraviglioso.
E quando scartò il regalo anche la maglietta dei Ramones era meravigliosa. Voleva piangere.
«Oh mio dio, grazie Louis!» e se lo abbracciò stretto togliendogli il respiro fu solo perché quella era la cosa più meravigliosa da fare.
 
 
Non gli chiese subito di accompagnarlo alla festa di Gemma, in realtà glielo chiese giusto il giorno prima mentre erano in gelateria a scegliere un gusto.
«Sai, Lou domani mia sorella dà una festa, vuoi venirci.. con me?»
Gli occhi di Louis si erano illuminati e l’aveva abbracciato stretto urlando una dozzina di “sì” nell’orecchio del riccio.
Avevano riso poi e si erano guardati.
«Posso baciarti?» gli aveva chiesto Louis accarezzandogli una guancia, Harry annuì contro il suo palmo, rosso come un pomodoro.
Poi era successo.
Louis aveva poggiato le labbra su quelle di Harry, un tocco leggero, un bacio casto e senza pretese, ma dolcissimo.
 
La sera dopo, Nick era morto d’invidia aveva tenuto il broncio per tutto il tempo e il suo Tyler, esasperato, lo aveva anche mollato in mezzo alla pista da ballo.
Louis ed Harry avevano riso ancora e si erano baciati.
Prima della mezzanotte, però avevano corrotto il Dj e lo avevano convinto a mettere una canzone dalla colonna sonora di Harry Potter. Avevano ballato abbracciati, Louis con in testa una coroncina di rose, Harry con indosso la maglietta dei Ramones entrambi finalmente al proprio posto.







Niente, questa os è venuta così, maledetta mia sorella che trova le rose per terra.
Spero vi sia piaciuta quanto è piaciuta scriverla a me.
Buon ritorno a scuola, cieooo.


 
  
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