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Autore: pandamito    06/01/2015    7 recensioni
Sappiamo tutti che dopo il famoso abbraccio della 4x12, Beth e Daryl hanno continuato a ubriacarsi fino alla sera.
Ecco qui un piccolo missing moment, vedendo anche le conseguenze che avrà quando Beth gli farà la famosa domanda, chiedendogli che cosa gli abbia fatto cambiare idea.
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Era il suo turno e continuò ancora ad accarezzare il proprio bicchiere, pensierosa. Cosa poteva dire? La sua mente sembrava essersi bloccata, non riusciva più a pensare concretamente a qualcosa, era come se un’immensa nube l’avesse avvolta. «Non ho mai…» esitò, cercando qualcosa da dire, ma tutto ciò che pensava le sembrava stupido, «baciato in bocca una ragazza» sghignazzò, credendo che la sua fosse una confessione alquanto stupida e…. “troppo facile”, come diceva lui.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beth Greene, Daryl Dixon
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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«Sei sicuro?» gliel’aveva chiesto più di una volta, perché stavolta aveva paura che non sarebbe riuscita a calmarlo, che non sarebbe bastato abbracciarlo, poggiare la testa sulla sua schiena e stringerlo fra le braccia come un bambino. Stavolta Beth aveva paura non di essere trattata come una ragazzina qualunque o di essere insultata, ma di ferirlo, non voleva dire ancora la cosa sbagliata e fargli pensare che aveva una bassa reputazione di lui. No, non era così. Daryl aveva sempre fatto parte della sua famiglia, sin da quando Rick e il gruppo si erano integrati nella fattoria, ma ora ancor di più, perché ora erano solo loro due e dovevano – potevano, era questo il bello tra loro due – aiutarsi a vicenda.
Daryl grugnì come suo solito, ma annuì col capo e scrollò le spalle. «Non faceva tanto schifo come gioco.»
Beth alzò gli occhi al cielo, ma sorrise e allungò la mano verso di lui, porgendogli il barattolo con l’alcol, che il maggiore afferrò.
Andarono avanti per un po’, per lo più dicendo cose di poca importanza, forse perché entrambi non volevano spingersi oltre, non volevano ripetere la scena di prima, pensando che l’alcol neanche in questo caso sarebbe stato di molto aiuto. Ma a ogni frase, a ogni sorso, cominciavano a scoprire sempre di più l’uno sull’altro.
«Non ho mai… cacciato uno scoiattolo» ammise Beth, accarezzando il bordo del proprio bicchiere con un dito.
Daryl mugugnò. «Questa era facile.» Ma Beth alzò le spalle, noncurante. Il maggiore bevve un sorso e poi si accarezzò l’ispida barba sul mento con una mano, pensando a cosa poter confessare. «Non ho mai munto una mucca.» Beth cercò di nascondere un sorriso e bevve in silenzio. Daryl alzò un sopracciglio, sorpreso e si lasciò sfuggire una piccola risata, che somigliava più al latrato di un cane. «Così ti sei sporcata le mani, Greene?»
La bionda scrollò le spalle, cercando di rimanere indifferente, seppur fallendo, forse perché le veniva sempre da sorridere a scambiarsi battute con lui, forse perché l’alcol stava iniziando a fare effetto e si sentiva la testa come un palloncino pieno d’aria, iniziando a sentire il calore provocato dalla grappa invaderle il corpo.
«Hey, sono cresciuta in una fattoria, che t’aspettavi?!» disse, ridacchiando. Era il suo turno e continuò ancora ad accarezzare il proprio bicchiere, pensierosa. Cosa poteva dire? La sua mente sembrava essersi bloccata, non riusciva più a pensare concretamente a qualcosa, era come se un’immensa nube l’avesse avvolta. «Non ho mai…» esitò, cercando qualcosa da dire, ma tutto ciò che pensava le sembrava stupido, «baciato in bocca una ragazza» sghignazzò, credendo che la sua fosse una confessione alquanto stupida e…. “troppo facile”, come diceva lui.
Ma Daryl non si mosse. Era rimasto a guardarla, la mano salda attorno al barattolo d’alcol, non era intenzionata ad alzarsi e a portarselo alle labbra, la sua espressione era diventata di nuovo seria, si era irrigidito e per qualche istante Beth rivide il Daryl arrabbiato e ferito di prima, solo che non vi erano tracce di questi sentimenti sul suo volto, non sembrava volerla aggredire di nuovo da un momento all’altro, era solo serio, inespressivo e forse anche un po’ imbarazzato.
Quando Beth si rese conto che Daryl non avrebbe bevuto, il sorriso sulle sue labbra svanì, facendo posto a un’espressione spiazzata, incredula, forse anche un po’ confusa perché doveva ancora bene assimilare quell’informazione ed elaborarla.
Il maggiore grugnì, a disagio, distogliendo lo sguardo da quello azzurro, più chiaro, della bionda, che continuava a fissarlo a bocca aperta. «Beh, io non ho mai baciato un ragazzo.» Cercò di accennare una risata, piccola e bassa, ma non ci riuscì nel migliore dei modi, apparendo solamente ancor più a disagio.
Quando Daryl tossì per spezzare il silenzio e agitò il barattolo d’alcol di fronte ai propri occhi, Beth si rese conto che doveva bere, ma la sua mente era ancora ancorata alla confessione di Daryl e le riusciva davvero difficile concentrarsi in quel momento. Si portò il bicchiere alle labbra e distrattamente bevve un sorso, per poi poggiare il contenitore di vetro a terra.
«Tocca a te» disse Daryl e la bionda intuì che si offriva di parlare solamente per cercare di portare al più presto il discorso lontano da lì, sperando di dimenticare tutto.
Beth esitò qualche istante, poteva sentire la tensione crescere nella stanza e così si alzò. Daryl la seguì con lo sguardo, cercando di capire le sue intenzioni ancora prima che potesse compierle, forse addirittura un po’ preoccupato, come se dovesse essere pronto da un momento all’altro e scattare a proteggerla da chissà quale pericolo, che in quel momento sembrava inesistente.
Ma ciò che fece Beth era imprevedibile, come suo solito, e spiazzò Daryl, che invece non era mai stato in familiarità con certi gesti, non gli era mai venuto naturale abbracciare o baciare qualcuno sulla guancia. Le dimostrazioni d’affetto non erano mai entrate a far parte del dizionario dei Dixon.
Facendo qualche passo, raggiunse il maggiore e si abbassò alla sua altezza, slanciandosi a lasciargli un bacio a stampo sulla bocca.
Daryl sentì le labbra morbide di Beth che sapevano di liquore e qualcosa prese a muoversi freneticamente nel suo stomaco, come delle maledette farfalle che avevano deciso di organizzare una festa nel suo intestino. Sentì il cuore accelerare di qualche battito per lo stupore, quel bacio inaspettato impossibile da prevedere – dannazione, Beth Greene era impossibile da prevedere! – ma anche perché era la prima volta che le sue labbra toccavano in quel modo quelle di qualcun altro e poi anche per la paura, sì, perché Daryl Dixon aveva sempre una fottuta paura quando si trattava di sentimenti, anche se non lo voleva ammettere e l’unica che era riuscita a dire la verità ad alta voce era stata proprio Beth.
Avrebbe voluto rispondere a quel bacio invece di stare lì impalato, senza sapere cosa fare, spiazzato; avrebbe voluto confessare che gli piaceva e assaporarne di più, ma si rese conto che quella era Beth Greene e stava baciando proprio lui, premeva le sue labbra sulle proprie e le sue mani erano gentili e gli sfioravano la mascella.
Sgranò gli occhi, quel bacio forse non era durato neanche tre secondi, che Daryl poggiò la mano sulla spalla della bionda per allontanarla velocemente e lei non oppose resistenza, cercando di comprenderlo come aveva fatto prima, quando invece di rispondere a tutti gli insulti che le aveva rivolto, aveva tentato di confortarlo e di fargli capire che non era colpa sua. Beth era così, lei capiva.
Daryl s’irrigidì, i suoi occhi blu erano fissi in quelli più chiari di lei, la fissava come un gatto randagio diffidente da una persona che gli offre un piatto di carne, ma che allo stesso tempo vuole avvicinarsi per la troppa fame. Invece Beth sorrideva, un sorriso gentile e comprensivo.
«Così ora anche tu hai baciato qualcuno» disse con tranquillità.
Si chiedeva come potesse essere così facile per lei esprimere i suoi sentimenti. Avrebbe voluto alzarsi e insultarla di nuovo, gridarle contro solo per proteggere il guscio che in anni di abusi e calunnie verso di lui si era costruito, dire che non voleva la sua pietà, che era solo una povera ragazzina illusa che pensava di compiere una buona azione. Ma non era così, quella di Beth non era stata pietà, era stata semplicemente… lei, lei era fatta così. E quindi Daryl non disse nulla, si limitò semplicemente a distogliere lo sguardo, non riuscendo più a sopportarlo, e lo abbassò; estrasse il coltello dalla fodera e prese a giocarci, sentendo ancora i grandi occhi azzurri di Beth posati su di lui.
«Non ho mai…» la sua voce ruppe il silenzio e Daryl alzò gli occhi giusto qualche istante per vedere Beth guardarsi attorno in cerca di qualcosa da dire. La ragazza mugugnò, non riuscendo a riordinare le idee; poi tornò a rivolgere lo sguardo verso il maggiore e si lasciò sfuggire un sorriso imbarazzato, mentre le sue guance avvamparono e i suoi occhi cercavano di sfuggire da quelli di Daryl. «… fatto sesso, ecco.»
L’occhiata di Daryl stavolta fu più lunga del solito, il suo corpo s’irrigidì un’altra volta, mentre Beth si mordeva un labbro e non riusciva a contenere piccole risatine per l’agitazione.
Daryl emise un grugnito, tornando a guardare il proprio coltello. «Non pensare che sarò io, Greene.»
Beth alzò gli occhi al cielo, ridacchiando. «Lo so» sbuffò, seppur divertita. «Non alludevo a nulla, signor Dixon. Era giusto per dire.» Attese qualche istante di silenzio, sorridendogli, che Daryl non infranse, conficcando il proprio coltello nel legno. «Anche se con un altro po’ di liquore…» Gli occhi di Daryl scattarono subito su di lei, quasi come un rimprovero e la ragazza prontamente alzò le mani in segno di resa, ridendo e alzando nuovamente gli occhi al cielo. «Sto scherzando! Sto scherzando!»
Si alzò e tornò a sedersi al suo posto e Daryl la seguì con lo sguardo. Voleva passarsi la lingua sulle labbra per vedere se c’era ancora il sapore di lei su di esse, ma gli sembrava una debolezza. E così rimase in silenzio, considerando il gioco concluso, cercando di scacciar via il pensiero di quel bacio dalla sua mente e allo stesso tempo di trattenerlo ancora un po’ sulle labbra.
 
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«Perché hai cambiato idea?»
Era solo una domanda e Daryl sapeva che stavolta non avrebbe potuto evitarla, aveva già provato ad eluderla come al solito, ma la curiosità di Beth era stata irremovibile e ora lei era lì, seduta accanto a lui, col suo sorriso pieno di speranza dipinto sulle labbra e lui invece non sapeva che fare se non fermarsi dal mangiare gelatina e zampone e fissarla.
Fissarla.
Fissarla.
Fissarla.
Fissarla.
Fissarla.
Era così bello osservarla che Daryl neanche se ne accorgeva quando si ritrovava a farlo. Ma ora lei stava guardando lui e lui stava guardando lei e non riusciva a dire nulla, perché Daryl non aveva mai parlato ad alta voce di sentimenti e non sapeva come farlo.
Sapeva solo che avrebbe voluto di nuovo premere le labbra sulle sue, scoprire se ora sapevano di gelatina e cola e s’immaginò di farlo, di prendere il viso delicato di Beth tra le sue mani grandi e ruvide con quanta più delicatezza riuscisse a mettere per paura di farle male.
Paura.
Daryl Dixon aveva sempre paura quando si trattava di sentimenti.
Daryl Dixon aveva sempre paura quando si trattava di ferire Beth.
E aveva paura anche a esporsi troppo o che stavolta sarebbe stata lei a respingerlo e tante, troppe cose che l’uomo non riusciva a ordinare nella propria mente e specialmente non sapeva trasformarle in parole da poterle dire.
I suoi occhi blu erano incatenati a quelli azzurri di lei, fino a che il sorriso appassì sulle labbra di Beth e lo stupore prese ad attraversarle il viso, lo stesso stupore che Daryl aveva avuto quando era stata lei a baciarlo, ma questo lo faceva sentire nudo, scoperto, lo rendeva terribilmente nervoso perché quella era Beth e aveva capito, come faceva sempre quando si trattava di lui.
«Oh.»
Un semplice suono fuoriuscì dalla sua bocca ed era più che sufficiente; ora Daryl avrebbe voluto veramente farlo e per un attimo pensò seriamente di riuscirci senza pensare alle conseguenze.
Invece sentì il rumore dei barattoli di latta della recinzione che suonarono e distolse lo sguardo.
Tutti l’avevano sempre visto come l’uomo che non aveva paura di nulla e potesse affrontare qualsiasi situazione, invece lui sapeva benissimo di essere un codardo.
 
 
 
 
 

 

P A N D A BITCH.
Questo what if è nato... Non so neanche come è nato, è e basta. (?)
La verità è che nell'idea originale Daryl alla fine doveva baciarla e fotteplatano agli zombie, ma diciamo che sono una persona a cui generalmente non piace molto strafare dalla trama originale o se lo fa cerca di far incastrare al meglio i pezzi. Quindi alla fine il finale è quello che è.
In poche parole da una cosa che doveva essere il fluff puro l'ho trasformata nel peggio angst. Sono veramente una persona orribile. Se volete comunque potete andare a leggere le mie altre fanfiction e le mie altre Bethyl.... se vi va.... Prossimamente - forse, molto forse - inizierò anche delle long AU e What If su questi due....... Forse. 
Se volete seguite i miei aggiornamenti o fangirlare e piangere con me, potete mettere mi piace alla mia pagina facebook, seguirmi su twitter, o su tumblr, o sul mio secondo tumblr, e se vi piacciono The Maze Runner e i Libri dell'Inizio, ho pagine facebook pure per loro due.
Concludo dicendo che il vero scopo della mia vita è cercare di far piangere Ivola. Detto ciò, bao.
Baci e panda, Mito.
   
 
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