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Autore: gabri90rules    17/11/2008    1 recensioni
Una ragazza che incontra un ragazzo misterioso, proprietario di una gigantesca quanto misteriosa villa. Lui l'ammalia ma le nasconde un pericoloso segreto, quel segreto che il migliore amico di lei suppone. Una volta svelato questo segreto non si può tornare indietro.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nella città di Alba Cara d’Avezzo, vicino a Como, la vita scorre come normale in tutt’Italia. Ogni mattina alle 7 e 30 i ragazzi sono in giro per le strade a gruppi di 7 o 8 per entrare a scuola. Oltre a questi gruppetti vi sono anche altri che solitari e in stato di semi – incoscienza, dovuta al sonno, hanno gli auricolari alle orecchie e ascoltano la musica che fa piacere a loro, dimenticandosi per un po’ della realtà che ci circonda. Tra questi gruppetti c’è Annalisa Aurora, 16 anni, studente di un liceo per geometri Da Vinci. Perché ci soffermiamo in particolare su questa ragazza e non su un’altra persona? Il motivo è semplice, questa ragazza vivrà in seguito un’esperienza unica nel suo genere. E non posso dirvi oltre. Annalisa è una ragazza solare, a volte infantile ma non per questo stupida. A differenza di molte altre ragazze della sua età non ha il ragazzo e non smania per averne uno. Se qualcuno la beffa per questi motivi, lei passa oltre e non da troppo peso alla questione; frequenta la classe terza sezione F e lei è brava nelle materie di disegno, buona nelle materie letterarie, molto altalenante in quelle scientifiche. In data di venerdì otto dicembre lei, come ogni mattina, entra in classe e si siede al proprio banco, il primo contro il muro nella quarta fila. La compagna Lucilla Alderani sposta la sedia e la fa accomodare. - Ehi Anna! Ciao come va? – chiede come ogni mattina Lucilla. - Ciao Lucy! Tutto bene – risponde come sempre Annalisa. E da lì la giornata è un continuo prendere appunti e chiacchierare tra di loro. Unico momento di distacco da quella monotonia è appunto il sacrosanto intervallo dove tutti gli studenti abbandonano le aule per spargersi su tutto il territorio della scuola per chiacchierare, giocare e stare assieme e gustarsi appieno un momento di relax prima dell’agonizzante urlo della campanella di inizio della quarta ora. Annalisa spesso alla pausa si sposta dall’amico d’infanzia Andrea Nano, il cui insolito cognome è contrastante con il metro e 90 d’altezza. Tra Andrea e Annalisa c’è una profonda amicizia fin dalla seconda media, quando per la prima volta si sono incontrati dopo che lei si prese una storta al piede camminando sulle scale e cadendo contro di lui e ruzzolando entrambi per la tromba. Annalisa, a differenza di Andrea, è alta 15 centimetri meno e ha i capelli castano scuro, due occhi verde malachite, un nasino con la punta leggermente rivolta verso l’alto e due labbra sottili sempre distese in un sorriso radioso. Andrea invece ha i capelli di un castano molto chiaro, gli occhi celesti con un fisico tipico da giocatore di basket. - Ehi Andre – lo chiama lei sporgendo la testa dal vano della porta della 3° D. La 3° D è la classe meno numerosa e lì dentro Annalisa la conoscevano tutti, e nutrivano, come ogni buon pettegolo usa fare, il dubbio che i due stessero segretamente insieme. Andre ci mette due minuti prima di capire che lo stanno chiamando e tra le prese in giro di tutti esce tirando una pacca sulla spalla all’amica dimenticando che lei è una ragazza e quindi più fragile. - Dannato! Faccio tutto lo sbattimento di venire a chiamarti e mi ringrazi con una botta del genere? Sono delicata io! E poi hai risposto dopo mezzora, ti sembra giusto far aspettare una ragazza? – dice pizzicandogli l’avambraccio. - A- Ahia! Maledetta! Sarai anche una ragazza ma in questi casi sei peggio di un maschiaccio! Porca miseria! – reclama Andrea. - Basta! Non rompere! Piuttosto… sabato sera allora andiamo tutti alla piazza Mireille, ci sei? – viene al punto lei. - Certo – risponde lui. Piazza Mireille è un luogo molto ambiguo dove di notte poche persone tendono a passarci e per lo più non ci restano più di tre secondi, oppure sono drogati e malviventi. In quella piazza vi è una costruzione: Ville Mireille; una casa decadente con degli interni molto lussuosi, molto kitsch, appartenente forse a un uomo con un gusto estetico da dandy. Il fatto che è a pezzi deriva forse dal fatto che la casa venne abbandonata dopo un periodo molto funesto in cui si ripetevano delitti per mesi e mesi. Da allora nessuno rimane di fronte alla villa per più del tempo per passare oltre. Annalisa, Andrea e un gruppo di loro amici hanno deciso una sera di stare in piazza e quella sera i due amici si trovarono sotto la casa di lui per poi prendere l’autobus e congiungersi al luogo di incontro di tutto il gruppo. Il gruppo è costituito da circa una quindicina di persone, tra rapper, metallozzi e truzzi. Uno di loro si avvicina ad Andrea, lo saluta e gli porge una sigaretta fatta a mano. - Ehi Lewis come va? – esclama Andrea fumando la sigaretta offerta. - Tutto bene Andre, siete pronti? – chiede Lewis estraendo dalla tasca interna della tuta larga da rapper un narghilè. - Ma non avrai intenzione di fumare la cannabis? – si intromette Annalisa, preoccupata dall’idea malsana del ragazzo. Tutto il gruppo si volta verso lei. - Ehi, Anna di che ti preoccupi? E’ roba buona! Non dirmi che tu sei una salutista che non vuole provare gli sballi di queste foglie? – e Annalisa si offese mentre Andrea la squadra e mettendo una mano avanti rifiuta. - Non mi va di stare male… - dice Andrea. Lewis ritorna nel gruppo, offeso pure lui. Annalisa si avvicina all’amico. - Non c’era bisogno di metterti dalla mia parte… Ora ti inimichi tutto il gruppo – dice lei. - E chissene importa? Ognuno la pensa come vuole e in fondo mi dà fastidio che Lewis parli male di te -. La lite finì lì e Andrea e Annalisa ritornano nel gruppo, parlando di canzoni e ascoltando i discorsi dei metallari sulle chitarre, i rap dei seguaci del gangsta e i più disparati argomenti degli altri. Appena scocca la mezzanotte, dopo il bivacco sulla piazza, una certa Eleonora, una ragazza vestita da emo con le occhiaie e il buon umore di chi si è appena finito di fumare una canna, propone di entrare nella villa. Un ragazzo molto grosso, certo Edward Mahatma, mezzo indiano, con un piede di porco sbucato da chissà dove forza la serratura e tutto il gruppo, inclusi Andrea e Annalisa, si incammina dentro il giardino abbandonato di Ville Mireille. Lewis e Riccardo sono in testa al gruppo e arrivati alla porta d’entrata la aprono. Andrea e Annalisa seguono silenziosi e timorosi il gruppo, passeggiando per la hall e guardandosi in giro. La hall di quella villa è uno stretto corridoio con muri bianchi tappezzati da quadri con autoritratti di uomini e donne dall’aspetto austero e importante. Tra un quadro e l’altro sedie di legno intagliato con imbottiture di color lillà o rosso tenue. Le tende bianche sfilacciate si muovono col vento leggero di quella notte. - Che bel posto – commenta Annalisa. - E’ vero – risponde Federica, un’amica alle sue spalle. - Abbandonato e pure tetro… Mi piace – esclama Andrea. Alla fine del corridoio una porta in noce che dà a un grande salone di quelli delle ville francesi settecentesche, con un pavimento di marmo bianco, mobili pregiatissimi, tavolini di cristallo, in parte a terra rotti, in parte disposti con una collocazione precisa. Eleonora si siede su uno dei tavolini di cristallo e con una canna in mano urla. - Yuuhu! Guarda quante bella robaccia! Facciamo un po’ di casino? -. Molta gente alza le braccia per approvare l’idea e i ragazzi si sparpagliano per il salone a fumare, spaccare le cose, o trasportare i mobili fuori dalla villa per ricavarci qualche soldo. Annalisa, nel gruppo, per un attimo sente girare la testa e decide di allontanarsi dal gruppo e tornare nel corridoio. Andrea la segue preoccupato. - Ehi, Anna, come stai? Ti senti bene? – chiede lui. - No… Mi gira la testa… ti prego andiamocene – le risponde lei. Tra i due cala il silenzio e in quel momento un grido acuto fende l’aria e da lì rumori di vetri rotti e un casino allucinante. - Ma quella voce non era, Elenora? – chiede Annalisa – Io vado a vedere cosa succede! – continua tornando sui suoi passi. - Ehi – esclama Andrea – dove vai? Diavolo non dovevi stare male? -.
  
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