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Autore: skyewardlover    07/01/2015    1 recensioni
“Abbiamo trovato il paese delle meraviglie.
Tu ed io vi ci siamo persi
E abbiamo fatto finta che potesse durare per sempre.
Abbiamo trovato il paese delle meraviglie.
Tu ed io vi ci siamo persi
E la vita non è mai stata peggiore né migliore
Nel paese delle meraviglie.”
.
Una raccolta di one-shot (non necessariamente collegate tra loro) su Will Scarlet ed Anastasia.
Brevi storie su come si sono conosciuti, sullo sviluppo del loro amore, su come siano arrivati a Wonderland.
Racconti con missing-moments della serie e avvenimenti successivi alla fine di Once Upon a Time in Wonderland.
Possibili crossover con Once Upon a Time.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anastasia/Regina Rossa, Will Scarlet/Fante di Cuori
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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When we first met 
 
 
 
 
Luci lampeggianti e noi
abbiamo preso una strada sbagliata
e siamo caduti
nella tana del coniglio.
 
 
 
 
Il salone era un vortice di luci, colori e musica.
Le centinaia e centinaia di invitati ballavano in modo perfettamente sincronizzato, le gonne dei sontuosi vestiti delle donne svolazzavano ovunque, rendendo l’atmosfera davvero magica.
Era tutto perfetto a palazzo.
Nulla era fuori posto, tutto era stato organizzato nei minimi dettagli.
 
Anastasia guardava tutte quelle persone girarle attorno, stupita ma allo stesso tempo disgustata.
 
Sua madre obbligava lei e le sue sorelle a prendere parte ad ogni tipo di ballo e ricevimento, organizzato nei castelli o nelle residenze dei nobili.
Secondo la madre, Anastasia era destinata a diventare una regina.
L’unico problema era che lei non era di famiglia reale.
I suoi genitori erano riusciti ad assicurarsi una vita abbastanza decente da poter partecipare agli eventi mondani del regno, ma non erano di sangue blu e nemmeno dei nobili.
 
Le sorelle Anastasia assecondavano felicemente la loro madre.
Adoravano le feste, i balli e i nobili scapoli che tentavano in ogni modo di conquistare.
 
Sì, perché:
 “Se non potete sposarvi un Re, almeno cercate di diventare le mogli di un nobil’uomo.”, diceva sempre la madre di Anastasia.
 
Anastasia invece non la pensava in quel modo.
Se davvero era destinata a diventare una regina, non si sarebbe accontentata di diventare la moglie di un nobile né, tantomeno, di acquistare quel titolo tramite altri.
Se mai fosse diventata una regina, Anastasia se lo sarebbe guadagnato da sola, senza dover rendere conto ad altri.
 
Odiava i balli, i convenevoli falsi e gli uomini che le si appiccicavano addosso con scuse banali, solo per godere della vista del suo bel viso.
 
Odiava i balli, ma adorava le visite alle regge.
 
Così, come faceva ogni volta, si nascose in un angolo isolato del salone, controllò che la madre e le sorelle fossero impegnate in qualche conversazione e guadagnò l’uscita.
 
Anastasia si lasciò il fragore della festa alle spalle, immergendosi nei vastissimi e silenziosi corridoi del palazzo.
Ammirò ogni dipinto ed arazzo che incontrò lungo il cammino, sfiorando con le dita i muri delle pareti in marmo bianco.
 
Avrebbe tanto voluto vivere in un posto del genere, ma non l’avrebbe mai data vinta a sua madre.
Anastasia non aveva bisogno di un marito benestante per avere tutto quello sfarzo, era in grado di procurarsi ciò che desiderava da sola.
 
Si diresse nell’ala del palazzo in cui si trovavano le stanze della figlia del nobile che aveva organizzato la festa, controllò che nessuna guardia fosse nei paraggi e si infilò nella camera.
 
Si trovò davanti ad un sontuoso letto a baldacchino con decorazioni d’orate, passò vicino al tavolo da trucco, notando un paio di bellissimi orecchini di perle.
Li prese in mano e se li mise nella tasca nascosta del vestito.
 
Si fermò al centro della stanza, chiedendosi dove avrebbe nascosto i propri gioielli, se quella camera fosse stata sua.
 
L’armadio vicino alla portafinestra ,che dava sul balcone, attirò la sua attenzione.
Si avvicinò silenziosamente e aprì le ante.
 
Scacco matto!
 
Il brillare di tutti quei gioielli per poco non la costrinse a coprirsi gli occhi con la mano.
C’erano dozzine di orecchini incastonati di diamanti, anelli e bracciali d’oro e d’argento.
Nel centro, regnava una splendida collana di zaffiri verdi e gemme rosse.
Anastasia la prese in mano, accarezzandola dolcemente, come se il solo guardarla potesse rovinarla.
 
Un rumore di passi la fece sobbalzare, controllò la porta della stanza ma era ancora chiusa, non potevano essere le guardie.
 
-Maledizione!- sentì imprecare una voce maschile, seguita dal rumore di numerosi oggetti che cadevano per terra.
 
Anastasia si voltò velocemente verso il piccolo salotto con il quale la camera comunicava. Davanti a lei c’era un ragazzo, pressappoco della sua età, con ai piedi un mucchio di gioielli caduti dalla sacca che teneva in mano.
 
Anastasia lo guardò perplessa.
 
-Non è come sembra!- si affrettò a dire il ragazzo, chinandosi a raccogliere il bottino.
 
-E che cosa dovrebbe sembrare?- chiese Anastasia, sfacciatamente.
Mordendosi il labbro per evitare di lasciarsi scappare una risata.
 
Quel ragazzo le sembrava così adorabilmente impacciato.
 
Il ladro richiuse il sacco con dentro i gioielli, facendo un nodo bello stretto.
-Beh, potreste pensare che stia rubando...-  le rispose con un sorriso beffardo, concedendosi di osservare Anastasia, ora che i gioielli erano di nuovo al sicuro nella sua borsa.
 
-Ma?- lo incoraggiò lei, facendo un passo in avanti.
 
-Oh, non c’è un ma, in realtà.-
 
Anastasia non riuscì a trattenere una lieve risata.
-Credo che dovrei chiamare le guardie, a questo punto.-
 
-No, non credo.- affermò immediatamente lui, senza però essere minimamente preoccupato della cosa.
 
Anastasia rimase senza parole e ne fu piacevolmente sorpresa.
Erano poche le persone che erano riuscite in quell’impresa.
Non sapeva perché, ma quel ragazzo le ispirava fiducia, per quanto un ladro potesse sembrare affidabile.
Sentiva di avere trovato un’anima affine alla propria.
 
-E perché no?- domandò Anastasia, inclinando leggermente la testa, incuriosita.
 
-Perché così finireste anche voi nei guai. – rispose prontamente il ladro, caricandosi la borsa piena di gioielli sulla spalla.
 
-Cosa avrei mai fatto di male?-
La ragazza sorrise amorevolmente, nascondendo dietro la schiena la collana che aveva in mano.
 
-Vi siete introdotta in una camera che non è la vostra.-
Le fece notare il ragazzo, andando ad aprire la portafinestra che dava sul balcone, probabilmente per lasciarsi aperta una via di fuga.
 
-Come fate ad esserne certo?-
Anastasia era sempre più incuriosita dal ladro, non sapeva nulla di lui ma aveva la sensazione di conoscerlo da sempre.
 
-Il vostro portamento è nobile, regale, ma non portate gioielli e, quell’abito- spiegò il ragazzo, trovando una scusa per fare indugiare il suo sguardo sulla scollatura del vestito di Anastasia. -per quanto possa starvi divinamente, è stato fatto con materiale di seconda mano. -
 
Tutto assolutamente vero.
Anastasia possedeva solo due abiti, da indossare per gli inviti a corte, ed entrambi erano stati cuciti da lei con delle lenzuola che aveva rubato al mercato.
 
La ragazza non poté fare a meno di abbassare a sua volta lo sguardo e di passare una mano sulla lunga gonna, per rimetterla in ordine.
 
-Probabilmente ve lo siete cucito da sola. Siete brava a fingere, ma non siete una nobile.- concluse il ragazzo, appoggiandosi all’anta dell’armadio vicino ad Anastasia.
 
-Siete un acuto osservatore.- si complimentò la ragazza con un sorriso.
 
-E’ il mio lavoro.- rispose il ladro, facendo spallucce per poi sporgendosi pericolosamente verso Anastasia.
 
La ragazza trattenne il fiato per un attimo.
 
Gli occhi di lui non si staccarono mai dai suoi, i loro volti ad un soffio di distanza.
Anastasia sentì le dita del ladro sfiorarle la mano che nascondeva dietro la schiena, quella in cui teneva la collana di gemme e zaffiri.
 
-Perciò capirete, se mi permetto.-  sorrise lui in modo beffardo.
 
Il ragazzo le sfilò delicatamente il gioiello dalle dita, per poi farglielo ciondolare davanti agli occhi.
 
-Non siete però altrettanto scaltro come ladro. Non avevate notato ciò che c’era nell’armadio. – gli fece notare Anastasia, facendo un passo indietro e indicando con un cenno l’armadio.
-Inoltre, non siete molto silenzioso. Non sono requisiti essenziali per essere un ladro?-
 
-E cosa dovrebbe saperne di ladri, una giovane come voi?-
Chiese a sua volta lui, per niente offeso dalle critiche della ragazza.
 
Anastasia ci pensò un po’ su, prima di rispondere.
 
-Ho dei talenti nascosti.- rivelò, alla fine.
Già, perché non tutte le ragazze della sua età conoscevano i trucchi per rubare.
 
-Non ne dubito.- rise il ladro, pensando che i talenti della fanciulla non potevano limitarsi semplicemente all’ambito della truffa.
 
I due rimasero in silenzio per qualche minuto, guardandosi semplicemente negli occhi.
Entrambi sapevano che sarebbe stato meglio andarsene da quella stanza.
La madre di Anastasia aveva di sicuro notato la sua assenza e la stava probabilmente cercando, mentre il ladro era ben consapevole che, ogni minuto che passava,  aumentava il rischio di essere scoperto dalle guardie.
Ma nessuno dei due sembrava avere voglia di allontanarsi, desideravano poter godere della compagnia dell’altro ancora un po’.
E ancora un po’.
 
-Will Scarlet. – si presentò, finalmente il ragazzo, porgendole la mano.
 
-Anastasia. – rispose lei, facendo altrettanto.
 
Non ci fu una stretta di mano, però.
Quando le dita candide di Anastasia sfiorarono quelle di Will, il ragazzo le strinse delicatamente la mano, la ruotò leggermente e  si sporse per baciarne il dorso.
 
-Incantato.- sussurrò Will con le labbra che ancora le sfioravano la pelle.
 
Ad Anastasia si fermò il respiro in gola, ma prima ancora che potesse pensare a qualcosa da dire, il rumore di una porta, spalancata con forza, li interruppe.
I due giovani si girarono di scatto, tornando bruscamente alla realtà.
 
Cinque guardie avevano appena fatto irruzione nella stanza e puntavano verso di loro le spade.
 
-Credo sia ora di andare.- esclamò Will, senza perdere il sorriso sulle labbra.
-Addio, Anastasia.- la salutò, stringendole forte la mano nelle sue.
 
Will raccolse di corsa il borsone contenente i gioielli rubati e si precipitò sul balcone.
Le guardie si scaraventarono su di lui, urlandogli di fermarsi, ma era già troppo tardi.
Anastasia lo vide scavalcare il balcone, voltarsi un’ultima volta per regalarle un sorriso e poi saltò giù.
 
La ragazza corse a sua volta verso il balcone, spaventata che Will potesse essersi fatto male.
Si fece largo tra le guardie e si sporse dalla ringhiera.
 
Da buon ladro, Will aveva pensato a tutto.
Pochi metri sotto il balcone, il ragazzo aveva appeso una corda, in modo che le guardie non la potessero tagliare mentre lui scendeva, impedendogli la fuga.
 
-Correte ai cancelli, fermatelo!- urlò quello che doveva essere il capo delle guardie, che poi rivolse la sua attenzione ad Anastasia.
-Tu cosa ci fai qui?- chiese, sgarbatamente.
 
-Sono un’invitata, mi sono persa.- rispose prontamente lei, fingendo un sorriso mortificato.
 
La guardia non sembrò molto convinta di quella scusa, ma aveva problemi ben più grandi da risolvere.
-Sarà meglio che torniate alla festa, allora.- l’ammonì l’uomo, correndo fuori dalla camera, insieme alle altre guardie.
 
Anastasia annuì debolmente, guardandoli uscire frettolosamente.
Poi tornò a cercare con lo sguardo Will, ma il ladro era già lontano.
Lo intravide mentre attraversava il giardino del palazzo, avvicinandosi sempre di più al cancello di uscita.
Le guardie non l’avrebbero più trovato.
 
Anastasia abbassò lo sguardo, rendendosi conto all’improvviso di avere qualcosa in mano.
Quando distese le dita, sul palmo della sua mano c’era la collana più bella che avesse mai visto.
La collana di gemme rosse e zaffiri.
 
“Addio, Anastasia”.
L’immagine di Will che le stringeva forte la mano, prima di scappare, le si ripresentò alla mente. In quel momento, doveva averle riconsegnato la collana.
 
Anastasia alzò lo sguardo verso il cielo stellato e pensò che non era mai stato così bello.
Sorrise dolcemente, stringendo al petto la collana.
 
-A presto, Will Scarlet. -




Angolo Autrice:
Salve a tutti!
Premetto che ho appena finito di vedere, per la prima volta, Once Upon a Time in Wonderland e me ne sono letteralmente innamorata!
Il fatto che non sia stata rinnovata mi ha davvero distrutta. Era una serie davvero magnifica, innovativa e, per certi aspetti, l'ho trovata anche più bella di Once Upon a Time (tenete conto che sto facendo il paragone con la quarta stagione, che non mi è piaciuta più di tanto).
Perciò, questo è il mio modo di colmare il vuoto che OUAT In Wonderland ha già lasciato nel mio cuore.
Mi sono affezionata tantissimo a tutti i personaggi, in particolare a Will e Anastasia *-*
La loro storia d'amore è stata magnifica e mi ci sono ritrovata completamente coinvolta già dalle prime puntate.
Quindi, mentre aspettiamo di scoprire COSA DIAVOLO CI FA WILL A STORYBROOK, mi diletterò a scrivere un po' di one-shot (accompagnate da alcune frasi della canzone Wonderland di Taylor Swift) sugli ScarletQueen che tanto amo.
Spero che le mie storie vi piacciano!

Skyewardlover
   
 
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