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Autore: Alexiel Mihawk    17/11/2008    3 recensioni
Rikku era solo una bambina troppo cresciuta.
Sapeva perfettamente di essere tale e si comportava di conseguenza.
Lei era quella leggera, ingenua, infantile.
Era quella che portava allegria saltellando in cerca di attenzione.
E una parte di lei desiderava davvero essere considerata, ma nessuno lo faceva mai.
[ Breve Shot su Rikku e Auron ]
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Auron, Rikku
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Dejavu
    Alla mia autrice di AuRikku preferita, Rihanna-Aurora, anche se probabilmente non lo saprà mai visto che scrive in Inglese xD
 
 

 
 
 
Rikku era solo una bambina troppo cresciuta.
Sapeva perfettamente di essere tale e si comportava di conseguenza.
Lei era quella leggera, ingenua, infantile.
Era quella che portava allegria saltellando in cerca di attenzione.
E una parte di lei desiderava davvero essere considerata, ma nessuno lo faceva mai.
“Stai buona Rikku”, “Calmati Rikku” la gente non faceva altro che ripeterglielo.
Però appena diventava seria tutti si chiedevano se fosse malata.
Così lei continuava a interpretare il ruolo che si era scelta, quello di ragazza bambina Al’Bhed, un po’ sboccata e sempre allegra.
E cercava di guadagnarsi la loro fiducia, la loro attenzione, il loro affetto.
Quanti di loro lo avessero capito non lo sapeva.
Yuna sicuramente no, era troppo concentrata sulla sua missione.
Tidus era troppo tonto per accorgersi una cosa come quella.
Wakka la guardava ancora come se fosse un aliena che meritava solamente la pena di morte e se poteva additarla come eretica lo faceva volentieri.
Lulu non sapeva nemmeno se si fosse accorta della sua presenza.
Kimahri dubitava parlasse e notasse qualsiasi cosa all’infuori di Yuna.
E poi c’era lui.
Auron per lei era un enigma costante.
Era un essere strano, ogni tanto si scopriva a fissarlo, come in trance.
Non aveva il sorriso amichevole di Tidus o lo sguardo accusatorio di Wakka.
Lui era diverso.
I capelli neri, leggermente brizzolati, quel viso vissuto, quell’unico occhio nocciola che chissà quante cose aveva visto, tutto di lui sembrava ipnotizzarla.
La cosa ridicola era che avrebbe potuto tranquillamente essere suo padre.
Una sera Yunie le aveva detto che era normale, era una bambina e vedeva in lui una figura paterna.
Ma non era così.
Rikku meglio di chiunque altro se ne rendeva conto.
Si era presa una cotta.
Una sbandata colossale per un uomo adulto.
Si era allontanata dagli altri e stava camminando sulle rovine di quella una volta era stata Zanarkand.
Mancava poco alla fine del loro viaggio, molto poco.
Si muoveva lentamente, guardandosi attorno.
Poi il vento si alzò e una folata inaspettata le buttò della sabbia negli occhi che iniziarono a lacrimare.
Istintivamente li chiuse e riparandosi il volto con le braccia fece qualche passo indietro, andando a sbattere contro qualcosa, o meglio, qualcuno.
- Tutto bene? – la voce calda e severa di Auron la colse alla sprovvista.
Che cavolo ci faceva lì?
Perché appariva sempre nei momenti più infami? Ci faceva sempre delle grandi figure di merda.
Annuì senza riuscire ad aprire le palpebre.
- Certo, mi è solo entrata della sabbia degli occhi – disse sorridendo, o almeno, sperando di riuscire a farlo visto che le faceva un male cane.
- Fammi vedere – disse lui, con un tono che non ammetteva repliche – Guardami –
Rikku sorrise inconsciamente, pensando a una scena simile vissuta tempo prima.
 

- Guardami. Apri gli occhi – Le aveva detto quel giorno con la sua voce calda e ferma allo stesso tempo.
E lei timidamente, ne aveva aperto uno, fissandolo.
Lui aveva sorriso, divertito.
- Come pensavo –
- Non va bene vero? – aveva chiesto lei ben conscia di quello che avrebbe visto.
- Ne sei certa? – aveva risposto lui che a questo genere di cose non dava importanza.
- Al cento per cento  - Rikku aveva sorriso, allegra come e più del solito.
 

Rikku aprì piano gli occhi le bruciavano e sebbene vedesse tutto appannato a causa delle lacrime che le solleticavano gli occhi le sempre di vedere un sorriso sul volto di Auron.
- Nh, non è nulla. Basterà un goccio d’acqua -
La ragazza continuò a lacrimare finchè non sentì il dolore passare.
L’uomo alzò gli al cielo, tra l’esasperato e il divertito.
In fondo lo sapeva benissimo.
Rikku era così, non ascoltava nessuno, fingeva di essere qualcuno che non era con una facilità spaventosa.
Andava avanti a testa alta, sempre allegra per non dare preoccupazioni agli altri.
- Avevo detto con un po’ d’acqua, non frignando – sbottò sorridendo.
Le passo la manica della casacca sul volto umido, portando via le ultime lacrime.
Quindi le appoggiò la mano sul capo.
- Andiamo –
Rikku sorrise.
Si aggrappò al suo braccio, pur sapendo che la cosa lo faceva innervosire.
- Andiamo –
Anche se dove non l’aveva ancora capito.








Angolino della pazza:
Uh uh, temo di essere andata OOC, odio l'OOC, soprattutto se non è voluto! Questa è la prima AuRikku che scrivo, anche perchè mi sono innamorata di questoi pairing esattamente oggi. Ebbene sì, è stato un colpo di fulmine. Ho letto una shot tradotta semplicemente divina e mi sono spulciata Fanficton.net alla ricerca [fruottuosa] di qualcosa che mi soddisfasse e ora sto gongolando. In realtà dovrei smettere di scrivere cose a caso e concentrarmi su Harry Potter e One Piece, che se non continuo le long qualcuno mi uccide, ma soprattutto devo riuscire a scrivere per tempo le  shot per i contest. Mi chiedo perchè diavolo continui a iscrivermi se poi la scadenza mi inibisce.
Cretina io <_<
Un bacio a tutti!



   
 
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