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Autore: Danya    07/01/2015    7 recensioni
-Ci assomigliano- ridacchiò Kisshu.
-Assomigliano a Retasu e Minto, per fortuna- ribatté pacato Pai.
-Intendo….- Kisshu posò le tazze vuote nel lavandino –Quando eravamo piccoli noi ed eravamo ancora in due, senza Taruto.
- Dopodiché vi siete alleati contro di me- borbottò Pai
-Stavi sempre a studiare- lo schernì Kisshu.
Guadarono la prole, attentamente studiandone i visi e i gesti.
-Fratello, hai proprio ragione.
-Io ho sempre ragione.
Genere: Fluff, Generale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kisshu Ikisatashi/Ghish, Nuovo Personaggio, Pai Ikisatashi
Note: Missing Moments, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non essere indifferente!
Salva anche tu una tastiera da pazzoidi che
le massacrano scrivendo come disperate!

Non chiudere gli occhi, puoi salvare milioni di vite elettroniche
 
Ok, questa è nata dal delirio e dalla dolcezza trasmessa da Ria e Hypnotic Poison. Dannati momenti fluff X°D Dedico a loro questa cosa dolcissima partorita alle tre di notte dopo aver perso miseramente a carte! (Colpa vostra e dei vostri messaggi! Mi sono distratta e ho perso!)
 
Da come potete vedere nel titolo, la song-ff è tratta da
https://www.youtube.com/watch?v=R3Wf53M_YRM, canzone che mi piace molto e che ho subito imparato con la chitarra. Però, essendo tutto dal punta di vista maschile, ho fatto riferimento a questo https://www.youtube.com/watch?v=wFJhYzjKItE perché il senso è un po’ diverso =)

           Spero vi piaccia!

~ A modo tuo ~

 
Sarà difficile diventar grande
Prima che lo diventi anche tu
Tu che farai tutte quelle domande
Io fingerò di saperne di più
Sarà difficile

Ma sarà come deve essere
Metterò via i giochi
Proverò a crescere
 
Kisshu adorava suo nipote. Era un piccolo tesoro che non avrebbe mai creduto di volere tanto. Forse più di loro amava solo la sua Corinne.
Il piccolo Tadashi correva su e giù per la stanza, mentre la bambina gli urlava contro, sull’orlo delle lacrime.
Pai, seduto sullo sgabello di casa Ikisatashi-Aizawa fissava i due con fare divertito, mentre sorseggiava un po’ di caffè, indeciso se intervenire o meno.
Minto, Retasu e le altre erano andate a fare ‘spese pazze’ per la futura mamma: Ichigo aspettava il primo Shirogane Junior, quindi, quel pomeriggio, i due maggiori Ikisatashi si erano trovati a far da baby sitter ai propri figli.
Pai osservava il figlio tirare lo chignon alla nipotina. Aveva gli stessi capelli di Retasu, di quel bel verde foglia, ma ribelli come i suoi e gli occhi viola erano coperti dall’ennesima montatura di occhiali che sistematicamente dovevano cambiare perché il piccolo li distruggeva durante qualche marachella. Per i suoi dieci anni era alto e Pai notava con sottile orgoglio come fosse più forte e intelligente rispetto ai propri coetanei. Il piccolo non aveva mostrato chissà quali capacità alieni o mutanti, ma era un pesce in acqua ed estremamente veloce anche sulla terra ferma, come avesse ali ai piedi.
Corinne era una bambolina. Un Pai meno maturo, più ragazzo, non avrebbe mai ammesso quanto amasse quella bambina. Era dolcissima con i capelli scuri della madre, di quel bel corvino blu e gli occhi erano castani ma con quel tagli esotico di tipico della razza aliena e, alla luce del sole, il castano prendeva una bella sfumatura più chiara, come diventassero più chiari.
Le due mamme avevano completamente stili differenti nel vestire i bambini: Retasu conosceva il carattere impetuoso di Tadashi, e quel giorno aveva una felpa blu con la zip e un paio di jeans che, a detta della moglie, lo rendevano “un fighetto”. Minto amava vestire la bimba come una bambola, cosa che era: il vestitino di quel giorno doveva averlo scovato in qualche assurdo negozio perché era di un bel rosa pesca con le maniche corte e la gonna larga, assolutamente poco pratico per giocare ma Corinne era una bambina che per i suoi sei anni dimostrava una calma e una pazienza incredibile.
Infatti era Tadashi in pestifero, tra i due.
 
Sarà difficile chiederti scusa
Per un mondo che è quel che è
Io nel mio piccolo tento qualcosa
Ma cambiarlo è difficile
Sarà difficile
Dire tanti auguri a te
A ogni compleanno
Vai un po' più via da me
 
Amavano i proprio in modo assolutamente naturale e paterno. Kisshu teneva Corinne sul palmo della mano, come fosse la sua principessa e faceva sì che alla figlia non mancasse nulla.
Pai era lo stimolo del bambino e con un certo dolore era sceso dal piedistallo che il figlio gli aveva costruito sotto i piedi. Non voleva illuderlo di essere perfetto e quando il bambino aveva scoperto come la mamma e il papa’ si erano conosciuti, Tadashi lo aveva guardato con un certo disagio e una punta di disprezzo: come aveva potuto papa’ combattere contro la mamma e le zie? Ferirle? Ma Pai gli aveva spiegato della guerra perché Tadashi era grande e poteva capire. Allora aveva parlato al figlio della sua patria, promettendogli un giorno di portarlo con sé a vedere quel mondo nuovo e lontano.
Retasu lo prendeva in giro e lo rimproverava con dolcezza perché considerava il figlio come un adulto: Tadashi non aveva mai odiato il padre, cosa che Pai aveva sostenuto, poiché il ragazzino non gli aveva rivolto parola per due giorni interi e solo l’intervento di Retasu aveva fatto sì che Tadashi raggiungesse Pai nel suo studio, abbracciandolo forte e chiedendogli di “parlare dell’altro pianeta”.
 
Sarà difficile
Lasciarti al mondo
E tenere un pezzetto per me
E nel bel mezzo del
Tuo girotondo
Non poterti proteggere
Sarà difficile
Ma sarà fin troppo semplice
Mentre tu ti giri
E continui a ridere
 
Kisshu era terribilmente protettivo con Corinne, più di Minto. Forse perché aveva sofferto da bambino, forse perché a lui erano mancati i genitori veri ma non voleva che la bambina perdesse il sorriso. Anche se in quel momento Tadashi la stava stuzzicando come poteva fare un cugino più grande, senza odio e malizia, stentava a non sgridarlo e non lo faceva solo perché era Tadashi, il suo nipote preferito, l’unico che poteva, oltre Corinne, saltargli sulle spalle e urlargli “Vola!”.
Minto ogni tanto gli diceva che Corinne sarebbe diventata adulta e meravigliosa: tutti avrebbero amato quella creaturina e Kisshu si era sentito geloso.
-Non esiste. Corinne rimarrà sempre piccola- aveva risposto con un sorriso tirato e Minto aveva riso.
-Tesoro- lo aveva guardato con fare malizioso –Quando tua figlia porterà a casa il primo fidanzatino, che cosa farai?
-Lo ucciderò, così sarà di esempio agli altri- aveva risposto solerte.
 
A modo tuo
Andrai
A modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
A modo tuo
Vedrai
A modo tuo
Dondolerai, salterai, canterai
Sempre a modo tuo
 
Pai era arrivato a casa del fratello col figlio che, appena finito di studiare, aveva cominciato a guardarsi intorno con fare nervoso, come fosse percorso da mille formiche su per il corpo e si agitava sulla sua sedia. Aveva promesso alla mamma di essere buono e gentile, ma Corinne era una preda troppo succulenta, per lui. La cugina aveva passato il tempo prima a finire la sua paginetta di prima elementare, poi si era arrampicata sulle gambe dello zio Pai per disegnare e infine era scesa a terra, sedendosi su un tappeto a sfogliare il suo libro dei “Perché”.
Tadashi aveva cominciato a stuzzicarla, a scioglierle i capelli e infine a prenderle il libro, saltando da una parte all’altra della stanza.
- Ridammelo!- urlava la bimba, stringendo i pugni con rabbia –E’ mio!
-Sei una mocciosa!- le urlò il cugino –E non sai leggere!
-So leggere meglio di te!
-Ma se sei un soldo di cacio!
-Tadashi- era bastato un tono di voce un po’ più severo del normale, e Pai aveva richiamato all’ordine il figlio –Anziché prendere in giro tua cugina, potresti leggere insieme a lei quel libro.
Il figlio lo guardò e abbassò l’oggetto della contesa mormorando un “va bene” molto trascinato, ma aveva subito ripreso il sorriso quando aveva ricominciato a sfogliare le pagine colorate con Corinne.
-Ci assomigliano- ridacchiò Kisshu.
-Assomigliano a Retasu e Minto, per fortuna- ribatté pacato Pai.
-Intendo….- Kisshu posò le tazze vuote nel lavandino –Quando eravamo piccoli noi ed eravamo ancora in due, senza Taruto.
- Dopodiché vi siete alleati contro di me- borbottò Pai
-Stavi sempre a studiare- lo schernì Kisshu.
Guadarono la prole, attentamente studiandone i visi e i gesti.
-Fratello, hai proprio ragione.
-Io ho sempre ragione.
Corinne era esattamente come Pai da bambino: pacata, amante dei buoni libri e della tranquillità. Detestava il disordine (la stanza della bambina era un esempio di pulizia non indifferente e anche le bambine erano in ordine di grandezza) e non parlava mai più del necessario. Tadashi, invece, era un piccolo diavoletto, come Kisshu. Era sempre in movimento, cinque minuti fermo era impossibile vederlo e amava tutto ciò che era fisico e macchinoso. Nonostante avesse solo otto anni, riusciva a cacciarsi sempre nei guai e i suoi sensei non facevano che dire “E’ il più intelligente di tutti, ma difetta di attenzione”. Né lui né Retasu davano troppo peso a simili richiami ma più volte avevano punito Tadashi, togliendogli giochi o impedendogli di uscire a giocare e in tutta risposta, lui si tranquillizzava un paio di giorni per poi tornare alla carica.
 
Sarà difficile vederti da dietro
Sulla strada che imboccherai
Tutti i semafori
Tutti i divieti
E le code che eviterai
Sarà difficile
Mentre piano ti allontanerai
A cercar da sola
Quella che sarai
 
 
-Pensi tarderanno, le donne?
-Mh- Pai ci mulinò un po’ su –Forse. Credo proprio che si fermeranno a mangiare fuori. Ichigo era nel panico.
Kisshu annuì e prese il cellulare -Pizza?
Pai richiamò il figlio che corse subito da lui, saltandogli sulle gambe. Pai scompose la frangetta del figlio, guardandolo diritto negli occhi –Tadashi, zio Kisshu vuole prendere una pizza. Facciamo compagnia a lui e Corinne?
-Ceeeerto!- urlò –Corinne, pizza!
-La mia mamma non vuole che mangi certe schifezze- disse seria.
Kisshu la guardò con aria solenne –Pizza e patatine? E non diciamo niente a mamma?
-Siiiii!- trillò, facendo una piroetta sul posto, conquistata.
Era la prima volta che Pai e Kisshu mangiavano soli con i due figli. Corinne mostrava tutta l’eduazione della madre, mangiando con la forchetta l’enorme pizza con patate sopra mentre Tadashi, esattamente come lo zio, divorava la pizza con voracità.
-Vacci piano o ti affoghi- lo rimproverò il padre, anche lui con coltello e forchetta.
-Ooh pa’!- il bambino morse l’ultimo pezzo di pizza –Ehy zio, lo sai che sono arrivato primo alla gara di nuoto? Mi hanno dato una coppa enoooorme!- disse, sbracciandosi.
-Ah sì?
-Si! Dovevi vedere gli altri: erano invidiosissimi perché li ho stracciati!
-Se ti sentisse mamma- Pai si pulì la bocca con un fazzoletto –Ti sgriderebbe.
-Beh, mamma non è qui!- rispose furbo.
-Glielo dico io a zia Retasu!- disse Corinne, seria.
-Spiona! Gli spioni vanno all’Inferno!
- Finitela voi due- intervenne subito Kisshu, dividendo le ultime patatine ai due bambini.
-Da grande voglio fare il campione di nuoto!- disse Tadashi.
-Mmh. Non penso esista questo lavoro- disse Pai.
-Beh, allora ci sarà. Vincerò tanti premi che la gente sarà verde di invidia!
-Ah! Questo è mio nipote!- esultò Kisshu.
Corinne, che stava osservando il padre battere il cinque a Tadashi, mossa da una strana gelosia (quello era il suo papa’ e solo a lei poteva battere il cinque!) disse , alzandosi sulla sedia –Io invece voglio fare la scienziata e andare nello spazio!
La frase fece ridere ai maggiori Ikisatashi, loro che erano stati tante volte nello spazio –E scoverò taaaanti pianeti!
-Ne sono certo- rispose Kisshu, prendendo la bimba e poggiandosela sulle gambe.
 
Retasu entrò in casa di Minto e subito chiamò il compagno.
- Pai? Tadashi?
-Kisshu?
Le due non ottennero risposta e si affacciarono al salotto della mora, che trattenne una smorfia, osservando i cartoni di pizza a terra.
Retasu le sfiorò la spalla, indicando con la testa l’enorme divano bianco della ballerina.
Pai e Kisshu si erano addormentati con i figli.
Il viola aveva Tadashi raggomitolato contro il petto e gli avvolgeva le spalle con fare protettivo mentre Corinne dormiva con la testa appoggiata ad un cuscino col padre che l’abbracciava di dietro.
-Ci vorrebbe una foto- mormorò divertita Retasu.
-Come hanno potuto due bambini stendere due impavidi guerrieri?
Le due si fissarono per poi ridere silenziosamente –Ti offro una tazza di thè e poi li svegliamo.
Retasu annuì, non prima di essersi avvicinata al figlio e lasciatogli un bacio sulla fronte.
Pai si mosse nel sonno, e vide la moglie sopra di lui –Ehy, arrivate?
-Mm mm- rispose –Non volevo svegliarti.
Pai diede un pizzicotto a Kisshu, svegliandolo –Sono tornate- borbottò.
Kisshu si stiracchiò, guardando l’ora –Madri degeneri. Avete abbandonato i vostri figli- scherzò con la mano impastata nel sonno.
Retasu ridacchiò e i due uomini si alzarono, sistemando i bimbi sul divano in modo che non cadessero.
Corinne, nel sonno, si mosse e si acquattò accanto al cugino, che istintivamente le avvolse il braccio intorno al corpicino, stringendosi contro il morbido schienale.
Pai rimase un attimo a fissarli con Kisshu e poi uscirono dalla stanza.
 
Flash back.
Kisshu era arrivato in casa Ikisatashi da un paio di settimane. Era monello e dispettoso ma la notte aveva incubi. Chiamava a gran voce la madre e il padre, svegliando tutta casa e singhiozzava tra le braccia della madre adottiva fino a che non si calmava.
Una notte, però, dopo quasi due mesi, Pai si svegliò perché Kisshu non piangeva. Questo lo fece andare un attimo nel panico poiché si era abituato ad addormentarsi con quel lamento che pian piano scemava e si affacciò immediatamente sul letto del più piccolo, sotto il suo. Kisshu era sotto le coperte, tremante e con gli occhini spalancati.
-Baka, non dormi?
-Sta zitto, Pai- borbottò  Kisshu.
Pai accese la piccola lucina sopra il letto, puntandola verso Kisshu e vide il volto arrossato del fratellastro –Che c’hai?
Kisshu tirò su col naso –Niente.
Pai sapeva che Kisshu non aveva niente. La mamma gli aveva spiegato che Kisshu era stato fortunato nella sua sfortuna perché era sopravvissuto al crollo di una galleria che si era portata via i suoi genitori. Per quel motivo Kisshu piangeva la notte, perché riviveva quel triste momento che lo aveva strappato dalla mamma e dal papa’. Per questo doveva essere gentile con lui, e considerare Kisshu un fratello minore.
-Pai- la voce di Kisshu fece abbassare il capo del ragazzino viola, facendolo restare appeso a testa in giù da un letto all’altro –Ora che arriva l’altro, io dovrò andare via?
L’altro era il nuovo fratello o sorella di casa Ikisatashi. La mamma gli aveva detto che presto sarebbe arrivato un nuovo componente della famiglia: era contenta e raggiante che Pai non ricordava di aver visto tanto bella la sua mamma prima di allora.
Ma ciò comportava allontanare Kisshu? Ci pensò su un attimo, valutando
–Beh, non credo. Forse dovremmo stringerci un po’ di più- rispose –Forse dovresti mangiare di meno, o per l’altro non ci sarà da mangiare.
Kisshu annuì, con i lacrimosi  agli occhi –Prometto che sarò buono. Non ti farò più i dispetti e non romperò più niente, ma ti prego, non farmi mandare via!
                  
Pai avvertì una sensazione di disagio, nuova per la sua giovane età. Era stato solo per tanto tempo e quel nuovo compagno di giochi non gli dispiaceva tanto –Senti, facciamo così- con agilità Pai scese sul letto del minore –Scegliamo il nome dell’altro, così i miei genitori non potranno mandarti via, visto che ti sei impegnato!- propose seriamente.
Kisshu annuì –Sarà un maschietto o una femmina?
-Spero maschio, le femmine non mi piacciono.
-Ma dobbiamo scegliere due nomi, così non rischiamo di sbagliare!
Pai si portò le mani sotto il mento –Mmh… hai qualche idea?
-Se è femmina… Lily?
-Non mi piace- asserì Pai.
-Non deve piacerti! Deve farmi restare qui!
-Va bene, va bene- Pai scese dal letto e afferrò carta e penna dalla scrivania, scrivendo Lily.
-E se è maschio?
-Ma non si può sapere prima?- domandò frustato il verde.
-Non credo, non so come funziona- rispose quello, anche lui frustrato per non aver ben afferrato il concetto di “aspettare un bambino”.
-Ta…Taruto?- propose ancora il verde.
-Taruto?
-Sì. Come le tartine che abbiamo mangiato oggi a merenda. Taruto suona bene. Lily anche.
Pai scrisse il secondo nome sul foglio –Bene. Lo faremo vedere alla mamma domani e deciderà lei, va bene? Ora dormi, domani c’è scuola.
Pai risalì sul suo letto e prima di mettersi sotto le coperte, Kisshu lo raggiunse, guardandolo coi grandi occhi dorati –Posso dormire qui, per questa notte?
-Nel mio letto?- Pai aggrottò la fronte, a quella strana domanda.
-No- Kisshu arrossì –Con te.
Pai alzò gli occhi al cielo –Va bene, ma guai a te se mi dai calci nel sonno
Fine Flash back
 
 
I due bambini si mossero nel sonno, borbottando a mezza voce
-Mmmh… Corinne, ti…. Prendo….
-Tadashi… lascia la… bam…bola…
 
 
A modo tuo
Andrai
A modo tuo
Camminerai e cadrai, ti alzerai
Sempre a modo tuo
A modo tuo
Vedrai
A modo tuo
Dondolerai, salterai, canterai
Sempre a modo tuo
 
Ok. Fluff a palla. Questa è colpa vostra! 
Ovunque dolcezza! Dovrei essere sui libri a studiare, ma ho passato l’ultima mezzora a corregge il capitolo X°D
Spero vi sia piaciuta e che non vi abbia ucciso!
Un bacio e buon inizio del tram tram quotidiano post feste! =D Fatemi sapere cosa ne pensate gente ^^ 

Danya
   
 
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