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Autore: kamy    07/01/2015    4 recensioni
[Fa parte di DBNA].
Il rapporto che intercorre tra Vegeta ed il suo nipotino preferito: Vetrunks.
Dedicata a Ladydarkprincess che l'aveva richiesta.
Genere: Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vegeta | Coppie: Bra/Goten, Chichi/Goku, Gohan/Videl , Lunch/Tenshinhan, Pan/Trunks
Note: Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Dragon Ball New Adventures '
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Ringrazio anche solo chi legge. Ed uno speciale a: Maga_gegenes; ilaria_manga1; Reghina; airguitar che l'avevano recensita.
Remake di Nonno e Nipote. Dedicata a Ladydarkprincess.



Cap.1 Vetrunks Briefs

Trunks allargò il nodo della cravatta, il sudore gli colava lungo il viso. La luce delle lampade lo illuminava di riflessi violacei, il sole entrava dalle grandi finestre dell'ufficio. Le telecamere puntavano su di lui e una serie di giornalisti erano sedute in una serie di sedie di plastica. Il giovane aveva uno schermo dietro di sé e indicava con la mano pallida una serie di grafici.
"Quest'anno abbiamo deciso di rilanciare anche dei vecchi prodotti, ma apportandoci delle modifiche. Ad esempio nelle abitazioni abbiamo migliorato le prestazioni..." spiegò. I capelli color glicine gli aderivano al viso e nelle orecchie risuonavano le penne che venivano fatte scattare. Un giornalista allungò il registratore verso di lui. Lunch alzò la mano, facendo tremare il cartellino appuntato sul suo petto.
"Sì?" domandò Trunks. La giovane socchiuse gli occhi, i suoi lunghi capelli biondi erano tenuti da un foulard.
"Signore Presidente, recentemente si è molto parlato di una sorprendente innovazione sul mercato a opera della Capsule corp., potrebbe accennarci qualcosa al riguardo?" domandò. Trunks corrugò la fronte e le iridi azzurre gli brillarono.
"Mi aspettavo questa domanda. Stiamo anche presentando un'innovativa serie di capsule oplà la cui particolarità è...". Il suo discorso fu interrotto da una melodia meccanica che veniva dalla sua tasca. Si raddrizzò gli occhiali ed estrasse il cellulare, intento a vibrare, dalla giacca. Lo chiuse e se lo rimise in tasca, sorridendo. I suoi occhi divennero liquidi e brillarono riflettendo la luce del sole.
"Devo andare, scusate" farfugliò.
"Che cosa è successo...". ".. La fabbrica ha qualche difetto?". "Ha paura di svelare qualche nuova formula?!". Le domande dei giornalisti si accavallarono, parecchi di loro si alzarono in piedi facendo strisciare le sedie rumorosamente. Una segretaria lo afferrò per un braccio, guardandolo negli occhi.
"Cosa è capitato?" domandò. Trunks si liberò, le mise le mani sulle spalle e accentuò il sorriso.
"Oggi è il giorno più bello della mia vita!" gridò. Le passò di fianco e corse fuori, scivolò lungo il corridoio fino a un ascensore.

********************

Trunks spiccò il volo, sorvolando il parco. Il vento faceva ondeggiare le fronde degli alberi sotto di lui, scompigliandogli i capelli color glicine. Si slacciò la cravatta e si tolse la giacca, li mise sul braccio stringendoli al petto coperto dalla camicia. L'energia gli avvolgeva i piedi, accelerò ancora tenendo gli occhi socchiusi. Raggiunse un terrazzo su cui erano montate le lettere: hospital e vi atterrò davanti. Raggiunse una porta socchiusa e scese le scale a due a due, raggiungendo l'ultimo piano dei reparti. Il cellulare gli squillò nuovamente, lo aprì e premette il tasto verde portandoselo alle labbra.
"Pronto?" domandò.
"Dove sei?" sentì domandare Marron.
"All'ultimo piano dell'ospedale" rispose Trunks.
"Scendi di due piani e raggiungi l'ufficio informazioni. Fatti dire la stanza in cui si trova tua moglie nel ricovero donne di ginecologia. Poi ti raggiungo" rispose la voce femminile dall'altra parte dell'apparecchio. La telefonata si chiuse, Trunks rimise il cellulare in tasca sentendo il battito cardiaco accelerato e le tempie che gli pulsavano. Ubbidì raggiungendo una scrivania bianca a semicerchio, su cui c'erano due computer e una fila di cartelle e fogli.
"La stanza dov'è ricoverata la signora Briefs?" domandò e la voce gli tremò. La donna dall'altra parte digitò un paio di tasti, inarcò un sopracciglio e lo guardò.
"E' un parente?" domandò. Lo guardò annuì e sbadigliò.
"La duecentosei. La trova in fondo al corridoio a sinistra" ribatté atona. Trunks si voltò e si mise a correre, percorse il corridoio fino alla porta del reparto, la aprì e continuò a correre passando accanto a una serie di stanze. Superò delle porte aperte guardando le targhette sopra di esse, una donna che avanzava appoggiata al palo di ferro di una flebo e ad un'infermiera che stava spingendo un carrello di metallo alto due volte di lei con una serie di coperte. Raggiunse la duecentosei, aprì la porta ed entrò. Pan era distesa nel letto candido, il suo viso era grigiastro e la testa le affondava nel cuscino. Tra le braccia aveva un neonato, Chichi vicino alla finestra lo osservava tenendo le mani unite e Videl era appoggiata contro le sbarre metalliche di una culla accanto al letto.
"Eccomi amore, sono arrivato" biascicò il giovane. Pan gli sorrise, socchiudendo gli occhi arrossati.
"Non trovi sia stupendo?" domandò con voce flebile, sollevando il piccolo un po' di più.
"E' la cosa più bella del mondo" farfugliò Trunks. Una lacrima gli rigò il viso pallido. Raggiunse la moglie e la abbracciò, guardando da più vicino il volto dell'infante. Si sentirono dei passi cadenzati, Trunks alzò il capo e si voltò. Gohan entrò raddrizzandosi gli occhi e deglutendo a vuoto, seguito da Bulma che si guardava intorno ticchettando la punta dei piedi a ogni passo.
"Pan, ti senti affaticata?" domandò Gohan. Pan negò con il capo e il padre guardò il nipote, sorridendogli.
"La conferenza?" chiese Bulma, avvicinandosi a Trunks che aveva lasciato la moglie facendo un passo indietro. La scienziata si mise sulle punte dei piedi, e gli tolse un paio di ciuffi dal viso e gli sistemò il colletto della camicia raddrizzandoglielo.
"Beh... ecco" bisbigliò il giovane. Bulma negò con il capo e sospirò.
"Per oggi ti perdono. In fondo non c'è gioia più grande di avere un figlio e ora potrai provarla anche tu" borbottò, accarezzandogli la testa.
"Ha preso tutto dalla mamma" mormorò Videl. Chichi singhiozzò, si nascose il viso tra le mani e le lacrime le inumidirono il volto e le dita.
"La mia nipotina!" piagnucolò. Il neonato gorgogliò aprendo e chiudendo le manine.
"Papà dov'è?" domandò Trunks, guardandosi intorno.
"Tsk, qui" borbottò Vegeta, solcando la porta dell'ospedale. Alzò le sopracciglia, strinse le labbra e unì i talloni. Guardò il nipote e le iridi color ossidiana gli divennero liquide.
"Devo pur vedere com'è l'ultimo erede della casata nobiliare dei saiyan". Aggiunse con tono gelido. Raggiunse il letto superando Videl e sgranò gli occhi. Guardò un volto identico al suo grande un quarto del proprio, si passò una mano tra i propri capelli a fiamma guardando quelli dalla stessa forma del bambino e si sporse in avanti vedendo i propri occhi scuri specchiarsi in occhi identici di forma e colore.
"Ti sei replicato, papà" mormorò Trunks.
"Ha i capelli di quell'orribile colore umano" borbottò.
"Sì, sono lilla come i miei" sussurrò Trunks, passandosi una mano nella propria capigliatura color glicine.
"Secondo me ha molto della mamma" brontolò Videl.
"Mio caro principe dei saiyan, i bambini umani nascono con gli occhi azzurri. Invece quel moccioso imbronciato ha già i tuoi occhi e la tua espressione" ribatté Bulma, ticchettando sulla spalla di Vegeta.
Chichi abbassò le mani, rialzò il capo e tirò su con il naso singhiozzando nuovamente. Guardò suo figlio Goten entrare dalla porta, seguito dalla giovane Bra. La figlia di Vegeta raggiunse un angolo della stanza e vi si appoggiò, tenendo le braccia incrociate.
"Disturbiamo?!" gridò Crilin, entrando a sua volta.
C18 lo colpì con un pugno delicato sul capo facendogli apparire un bernoccolo tra i capelli e si appoggiò l'altra mano sulla guancia.
"Non spaventare il bambino" lo rimproverò con tono atono.
 Crilin arrossì, ridacchiò e si massaggiò la parte dolorante.
"Scusate" bisbigliò.
"Il bambino è bellissimo" disse Goten. Raggiunse il migliore amico e lo abbracciò, stringendolo a sé.
"Sono orgogliosa di essere zia". Si vantò Bra, alzando il capo e sporgendo il mento in fuori.
"Non è solo bello, mio nipote" si lamentò Gohan. Si tolse gli occhiali, prese una pezzuola dalla tasca della giacca e pulì le lenti.
"Goten, tu e Bra quando mi farete diventare zio?" domandò Trunks all'orecchio di Goten. Quest'ultimo avvampò e gli tirò una gomitata strappandogli un gemito. Il neonato scoppiò a piangere, stringendo i pugni fino a rendere la pelle candida violacea.
Crilin si tappò le orecchie infastidito dagli strilli, mentre C18 usciva dalla stanza. La cyborg guardò sua figlia Marron arrivare, la lunga treccia in cui aveva legato i capelli oscillava a ogni suo passo e la cuffietta da infermiera era storta sul suo capo. Le urla del figlio di Pan si fecero ancora più forti.
"Ha dei polmoni niente male" borbottò Goten, mettendosi un dito nell'orecchio.
Pan guardò il bambino sporgersi verso il padre.
"Tuo figlio vuole te" bisbigliò con voce flebile.
Trunks prese il neonato tra le braccia, il figlio lo guardò in viso, smise di piangere ed iniziò a fare una serie di pernacchie creando delle piccole bollicine di saliva.
Bulma gli pulì il visetto con un fazzolettino di seta, delicatamente.
Altre lacrime solcarono il viso di Chichi, che si mordicchiò il labbro.
"Se solo Goku potesse vederlo" piagnucolò.
"Lui lo sta vedendo, da lassù" disse Gohan con voce sicura, voltandosi verso la finestra. Il gruppetto, tranne Bra e Vegeta, annuì alle sue parole.
Vegeta inarcò un sopracciglio guardando il neonato afferrargli il dito, facendogli scricchiolare le ossa.
"Hai una stretta niente male" sussurrò al piccolo.
"Come avete deciso di chiamarlo?" domandò Videl.
"Abbiamo deciso di chiamarlo...". Iniziò Trunks. Arrossì e guardò sua moglie.
Pan sorrise chiudendo gli occhi.
"Vetrunks".


  
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