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Autore: Sinnheim    07/01/2015    1 recensioni
Versione 2.0, aggiornata ed arricchita.
Un ciclo di morte senza fine attende Akemi Homura. Pur di salvare Madoka è disposta ad annullare la propria esistenza, a vederla morire fino a quando non sarebbe riuscita a salvarla. Al limite delle sue forze e sull'orlo della follia, la sua vita è ridotta ad un eterno ritorno in linea retta, dove non ci sono altre opzioni se non combattere ed andare avanti.
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Homura Akemi, Kyubey, Madoka Kaname | Coppie: Homura/Madoka
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Ancora una volta mi sei sfuggita tra le mani, come un fiore delicato portato via dal vento. La pioggia battente, goccia dopo goccia, trascina la tua essenza via dal tuo corpo, il sangue che scorre veloce tra le sue spire per rubarti a me, di nuovo. Cosa dovrei fare ora, Madoka?

Guardo il tuo bellissimo volto pallido, freddo, etereo, e mi viene quasi istintivo pensare che tu stia solo dormendo, se non fosse per la ferita cremisi e profonda sul tuo petto. Però sai, una nota positiva c'è: non mi dispero più come le prime volte, in qualche modo riesco a controllarmi... o almeno, questo è ciò che mi costringo a pensare.

È la mia cura per la follia, il velo che mi impedisce di guardare il tuo corpo morto per quello che è: la mia amata privata della scintilla vitale. Forse la mia anima è morta con te il giorno in cui mi hai lasciato la prima volta, e forse, lasciandomi indietro, il mio cuore è rimasto vuoto e mai si è riempito del tutto, perché sapevo che ti avrei perso di nuovo. Forse insieme alla mia anima è morta anche la mia disperazione.

Sono proprio debole, mia dolce Madoka, questo dejà vu eterno non mi lascerà mai finché il mio cuore batterà ancora perché, lo sai, batte solo per te... ma l'amore, da solo, non basta. Ho bisogno di una potenza che non possiedo, e che forse non avrò mai.

La verità è che non riuscirò mai a salvarti, sono condannata a perdere per sempre. Probabilmente, il giorno in cui accetterò questa dannata realtà, avrò la possibilità di compiere una scelta: posso arrendermi, posso morire qui con te e porre fine a tutto, non avrei neanche il tempo di trasformarmi in una strega se lascio questo mondo con la serenità nell'anima.

In effetti, avrei potuto farlo fin dall'inizio, niente lo avrebbe impedito, solo... è solo a causa di questo fuoco che mi brucia nel petto che non ho mollato mai. Per amore tuo ho escluso ogni margine di possibilità, mi sono privata del privilegio del libero arbitrio per inseguire un sogno troppo grande: cambiare un destino già scritto.

Per me ora esiste solo la via dell'eterno ripetersi della visione di Walpurgis che stronca la tua vita, senza riuscire mai a salvarti, un ciclo di morte senza fine. So che non vorresti mai una cosa del genere, ma io lo voglio... Io voglio te. Sterminerei l'umanità per stare con te.

Voglio poterti vedere sorridere sempre, voglio sentire il tuo cuore battere, il calore del tuo corpo, i tuoi occhi pieni di vita. Se l'unico modo è questo, io continuerò per sempre a tornare indietro, riuscirò a salvarti, nella prossima vita o tra cento vite. Non posso fermarmi...

Mi alzo traballante dal capezzale di Madoka: la pozza del suo sangue mi ha inzuppato i vestiti, ora gocciola come tante lacrime scarlatte. Ironico, sarei capace di piangerle anche io. Cammino ciondolante lontana dalla vista di quel massacro, quando il demone bianco compare sulla scia sanguinolenta che ho lasciato.

La sua presenza mi ferisce l'animo, dovrei ignorarlo come al solito e andare avanti, ma... una voce, piccola e insistente, si fa largo nella mia testa. Sarebbe poi così terribile prendermela con la fonte delle nostre disgrazie? Solo... solo per una volta? Non serve a niente, lo so, ma la voglia di sfogare il mio dolore su di lui è tanta... è allettante.

"Kyubey. Sei il solito lupo travestito da agnello... non sei soddisfatto di vedermi struggermi davanti al suo corpo? Non è quello a cui aspiri?" Sento gli occhi bruciare, ma non voglio piangere davanti a questo mostro.

"Ho capito cosa vuoi fare, Akemi Homura. Davvero vuoi continuare questo gioco in eterno?" La sua vocina calma e senza emozioni mi pugnala le orecchie, ogni santa volta.

"Gioco? Ah, ma certo... un demone come te non può che vederlo in questo modo. Non sono affari tuoi, Incubator. Fatti andare bene il caos che hai creato senza tediarmi... o vuoi provocarmi? Cerchi di prendere anche me?" Cerco di mantenere un tono glaciale, ma la vocina non fa che martellarmi il cervello. Dovrei semplicemente massacrarlo e zittirla?

"Mi riguarda eccome, invece. Tu alteri sensibilmente l'equilibrio dell'universo con il tuo giochetto temporale, sei un grave problema. Io davvero non capisco voi esseri umani... Perché mai dovresti annullare la tua vita per salvare quella di un altro? Non sarebbe più saggio arrendersi e morire?" L'alieno bianco salta elegantemente sui resti di qualche negozio, guardandomi dall'alto in basso.

"Anzi... Se proprio vuoi aiutare le persone che ami, trasformati in strega. L'energia liberata dalla tua disperazione sarebbe enorme." I miei muscoli sono così tesi e tirati da farmi male, i pugni così stretti da piantarmi le unghie nel palmo delle mani, rivoletti di sangue che colano lungo le mie braccia. In questo momento vorrei diventare una strega solo per sventrarlo una volta per tutte.

"Sei l'essere più rivoltante che io abbia mai conosciuto." Faccio per andarmene, quando il demone si para sul mio cammino.

"Credi che io ti faccia andare via così facilmente? Ora che ho capito a che gioco stai giocando?"

"Con Walpurgis avrò anche fallito, ma posso ancora combattere te, Incubator. È questo che vuoi? Vorresti farmi questo immenso regalo?" Quand'è che sono diventata così spietata?... Sento una piacevole pazzia pervadere il mio cuore, come se la mia disperazione improvvisamente si fosse trasformata in speranza cieca, senza senso, folle di natura.

Pur sapendo benissimo che, anche se lo uccidessi ora, tornando indietro nel tempo non sarebbe cambiato nulla, perché voglio combatterlo così disperatamente? Ho forse bisogno di rilasciare l'orrore che ho accumulato? Non lo so, davvero. Ma è così calda questa oscurità che mi ha avvelenato l'anima...

"Preferirei non combattere, ma non posso lasciartelo fare. In un loop eterno, il mio compito non può essere adempiuto."

Senza lasciarmi pregare ulteriormente, nell'istante di un battito di ciglia evoco due pistole, iniziando a far piovere piombo con tutto ciò che mi è rimasto: corro, lo inseguo ovunque lui cerchi di scappare, smembro il suo corpo più e più volte, ma lui torna sempre a perseguitarmi.

Non mi attacca mai, non fa nulla per arrecarmi danno. Vuole portarmi nell'oblio più totale, vuole che la disperazione mi faccia trasformare in una strega. Continuo la mia danza di morte, senza pensare più a niente, senza tener conto delle conseguenze: ogni proiettile è carico del mio odio, ogni tiro è un centro.

Improvvisamente, tutta quella follia diventa per davvero un gioco; la sensazione è quella che provo nelle fiere, quando giocavo al tiro a segno per vincere qualche peluche. Qui non devo pagare per avere altre munizioni, posso divertirmi a crivellare il corpo di questo mostro ripugnante per tanto, tanto tempo... tempo che potrei dedicare a Madoka. Tempo che potrei usare per pensare ad una strategia efficace... ma non voglio fermarmi.

È troppo forte il desiderio di sangue, tanto che mi spinge a credere fermamente che io possa cancellare dall'esistenza questo maledetto bastardo.

"È inutile che scappi, Incubator! Tu avrai capito il mio gioco, ma anche io ho capito il tuo. Vuoi spingermi a diventare una strega, ma sai una cosa? Non ci riuscirai mai! Io sono già follemente disperata! Ed è proprio la mia disperazione la mia più grande forza e speranza!" Rido, scoppio a ridere in modo inquietante, ma inizio anche a piangere violentemente, ormai la follia mi sta consumando.

Posso sentire la frustrazione del famiglio chiaramente: non sa come fermarmi, non sa come gestire una pazzia nera come lo è la mia, in questo momento sono troppo fuori controllo per spingermi nelle braccia della strega. Una mente logica come la sua non può concepire la tempesta di emozioni che mi sta logorando.

Walpurgis continua la sua opera di distruzione, sento la terra tremare: il suolo si spacca in una fossa profondissima, il corpo di Madoka si avvicina sull'orlo del baratro. Faccio in tempo a vederla di sfuggita con la coda dell'occhio, appena un attimo prima che iniziasse a precipitare.

"NO! MADOKA!" Mi lancio a folle velocità verso di lei, ma il terreno continua a capitolare su sé stesso, arriva a lei e... Se la prende. Il suo corpo viene inghiottito da quella che, una volta, era la sua casa, il luogo in cui ha pianto e riso, la terra che l'ha vista nascere.

Non sono veloce abbastanza. Sento il sangue bollire nelle mie vene, come se l'avessero uccisa una seconda volta. Mentre cado nell'abisso che si è creato, non vedo il lampione d'acciaio venirmi a schiacciare pesantemente, mosso dal terribile tornado di Walpurgis.

I miei occhi sono puntati sull'esile corpo della mia amata che scompare nell'oscurità della terra, non esiste altro intorno a me. Mi schianto inesorabilmente sulla parete del baratro ma, in qualche modo, riesco ad aggrapparmi ad una conduttura rotta dell'acqua.

Sento le ossa incrinarsi sotto questo sforzo disumano, il mio intero corpo urla di dolore. Kyubey arriva con il suo solito passo svelto, ora è proprio sopra di me, mi fissa. I suoi occhi... i suoi occhi sono cambiati. Una piccola pupilla nera ha fatto la sua comparsa in mezzo alle iridi bianche anonime del famiglio. Mi fa paura... È un mostro, un vero mostro, sembra completamente pazzo. Ora sorride. Dev'essere così la vista della Morte.

"Akemi Homura. Sei senza dubbio la più tenace maga che io abbia mai visto, ma rappresenti un vero dilemma per le mie teorie. Non so se puoi essermi davvero utile, ma... riflettendoci bene, ho preso una decisione. Magari dalle tue azioni uscirà qualcosa che mi sarà d'aiuto." Ora il suo volto è a pochi centimetri dal mio, sento goccioline di sudore freddo cadere pesanti dalla mia fronte.

"CONTINUA PURE IL TUO GIOCO INFINITO DI MORTE." Le mie mani perdono la presa, la gravità mi spinge verso il nero oblio che si è preso la mia Madoka. Madoka...





Il soffitto bianco della mia camera mi ricorda quel mostro. Mi alzo di scatto dal mio letto: ogni salto temporale, è traumatico come il primo. Ho fatto appena in tempo a riavvolgere tutto prima di schiantarmi; anche con una Soul Gem che mi protegge, sarei comunque morta. Forse avrei dovuto permetterlo... sarebbe tutto finito. Niente più incubi, niente più sofferenza.

Mi lavo il viso con acqua gelida per scacciare via quei brutti pensieri, mi pettino i capelli e mi preparo per andare a scuola. Di nuovo.... ancora, e ancora, e ancora, chissà per quanto. Ormai ho smesso anche di contarle, le volte in cui sono tornata indietro.

Senza nemmeno accorgermene, le mie gambe camminano da sole sul viale soleggiato, incurante degli studenti che mi guardano curiosi. Giusto... sono nuova in questa scuola. Mi dimentico sempre.

Alzo lo sguardo abbattuto da terra, mi guardo intorno alla ricerca di Madoka: vederla allegra e spensierata mi darà nuova energia per affrontare un altro, terribile mese... uguale al precedente. Che era uguale a quell'altro ancora.

Mi do un pizzicotto per tornare in me, noto molte facce familiari: Sayaka, come al solito, è piena di energie fin dal mattino... non mi capacito di come abbia potuto una ragazza così solare cadere in un baratro così oscuro; Mami è ancora sola in questa linea temporale, cammina lentamente con aria assorta verso l'entrata. Forse sta parlando con l'Incubator, stavolta devo cercare di non perdere il controllo.

Di Madoka, nemmeno l'ombra... forse è già in classe. Tiro un lungo sospiro triste e mi avvio verso la mia classe, più lenta di prima; salite le scale e arrivata alla soglia, finalmente la sento: una voce dolce e squillante si ode dalla porta, il mio cuore pare sobbalzare.

Mi faccio prendere per qualche secondo dall'emozione, per poi forzarmi a tornare gelida. Ho un piano da seguire, non devo sbagliare niente. Metto la mano tremante sulla maniglia della porta e tiro.

Recito la mia parte come se lo facessi da una vita: mi fingo spaesata, chiedo se quella sia la classe giusta, saluto freddamente un po' tutti e mi presento con altrettanta noncuranza. L'unica di cui mi importa davvero si avvicina timidamente dopo qualche minuto.

"Tu devi essere la nuova compagna di classe! Io sono Kaname Madoka, piacere di conoscerti Akemi Homura!"

Così sia. Ricominciamo a giocare.


  
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