Serie TV > Glee
Ricorda la storia  |      
Autore: Lusio    07/01/2015    4 recensioni
"- Papà, ma non accendiamo le luci dell'albero di Natale?
- No, quest'anno no.
- Ma alla mamma piacevano le luci di Natale.
- La mamma non c'è più. Quest'anno le luci non si accendono."
Il primo Natale di Kurt senza la sua mamma. E il suo cuore di bambino non riesce a capire perché gli adulti vogliono osservare il lutto nel buio. Lui e la sua mamma amavano tantissimo il Natale e quello, l'ultimo che avrebbero potuto passare insieme, gli veniva strappato via dalla "correttezza" degli adulti.
Ma un bambino che continua ad amare sua madre anche quando lei non c'è più, è abbastanza forte da illuminare tutto un mondo con solo una lampadina spenta.
(Dopo l'ultimo periodo che ho passato, ho sentito il bisogno di scrivere queste poche righe)
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Burt Hummel, Kurt Hummel
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Luci di Natale

 

 

 

- Papà, ma non accendiamo le luci dell’albero di Natale?

- No, quest’anno no.

- Ma alla mamma piacevano le luci di Natale.

- La mamma non c’è più. Quest’anno le luci non si accendono.

Serrando le labbra, il piccolo Kurt si alzò dalla sedia e uscì dalla cucina, lasciandosi alle spalle un Burt che aspettava solo che il figlio se ne andasse per poter piangere; si era ripromesso di non farlo mai davanti a lui.

Attraversando il salotto, Kurt si fermò davanti all’albero di Natale, addobbato e tristemente spento; velocemente, svitò la copertura di plastica colorata di una delle lampadine e, stringendola nel pugno chiuso, salì le scale e si chiuse in camera sua, gettandosi sul letto. Si era portato lì il pigiama di sua madre; lo teneva sotto la trapunta in modo che suo padre non lo vedesse, così immaginava che lei fosse lì, come le volte in cui dormiva con lui quando aveva paura… e mai Kurt aveva avuto così tanta paura come in quell’ultimo periodo, da quando la mamma era morta.

Sì, morta. Non “è partita per un lungo viaggio”, “gli angeli l’hanno portata in cielo”, era morta, semplicemente; il giorno prima era lì con lui e quello dopo era stata chiusa in una bara. Capirlo da subito, forse, lo avrebbe aiutato a superare prima la cosa. Superare? Certe cose difficilmente si superano, se non mai.

Povero piccolo. Perdere la madre alla sua età.

Non esiste un’età giusta per perdere una madre. Tre anni, otto anni, quattordici anni, ventitré anni… fa male sempre e comunque.

Ma Kurt non aveva pianto, non aveva voluto farlo. Già piangevano troppe persone intorno a lui (Dio, non poteva nascondere un senso di rabbia verso lo zio Paul, il fratello più grande di mamma, che si comportava come se fosse l’unico a soffrire) e poi… la mamma non aveva mai pianto e nemmeno lui voleva, non davanti a tutti, non ce la faceva. Eppure c’erano dei momenti in cui avrebbe voluto riuscirci, sfogarsi, tirar fuori tutto fino a svuotarsi di tutto quel dolore.

Avere quella stoffa sotto le dita, sentire l’odore della mamma era solo una minima parte del conforto che Kurt avrebbe voluto avere. Quel mezzo abbozzo di ricordo non gli impediva di sentirsi smarrito, di non sentirsi più in grado di fare le cose che un tempo gli riuscivano così bene. Tutto per quella mancanza, la nostalgia per quella persona speciale che era abituato a vedere ogni giorno e che adesso non c’era più; non riusciva a vederla nemmeno nei suoi sogni.

Quel Natale, il primo senza di lei, aveva reso tutti tristi, eppure Kurt non voleva esserlo. Il Natale era sempre stata la festa preferita della mamma e anche la sua; ogni anno, appena iniziate le vacanze, loro due insieme addobbavano l’albero di Natale e ogni volta c’erano sempre delle decorazioni nuove da appendere e mille luci da districare. Lo avevano fatto anche quell’anno… e meno di una settimana dopo… lei non c’era più.

E le luci, quelle luci che alla mamma piacevano tanto, erano rimaste spente.

Non sta bene accenderle dopo quanto è successo. Sarebbe una mancanza di rispetto.

Ma quale mancanza di rispetto! La mamma amava vedere le luci di Natale accese. Se veramente era volata in cielo come tutti dicevano, allora sarebbe stata contenta di vedere da lassù l’albero di Natale con tutte le luci accese. Invece, in nome di una correttezza che faceva piacere unicamente a chi era ancora vivo, avevano strappato ad un figlio e al ricordo di sua madre il loro ultimo Natale.

Kurt aveva ancora stretto nel piccolo pugno la piccola punta di plastica colorata. Era blu, il colore preferito di sua madre. La immaginò illuminata, più luminosa di tutte le luci di Natale messe insieme, in modo che dal cielo lei la vedesse.

- Sto accendendo questa luce solo per te. Buon Natale, mamma… Ti voglio bene.

 

 

 

Nota dell’autore

Quest’ anno nemmeno a casa mia si sono accese le luci dell’albero di Natale, anche se io lo avrei voluto tanto. Non si onora chi ci ha lasciato rinchiudendosi nel dolore e nel buio, e questo molti hanno paura di capirlo.

Ho sentito il bisogno di scrivere queste poche righe.

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Glee / Vai alla pagina dell'autore: Lusio