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Autore: bellina3000    07/01/2015    9 recensioni
Isabella Swan farà di tutto per far ritornare la magia del Natale nella vita di Edward Cullen.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Ma saaaalve! Sono riuscita ad aggiornare finalmente.

Ho davvero tantissima ansia per questa storia. Chi mi conosce sa che è davvero da troppo tempo che non scrivo una commedia romantica. Mi sento arrugginita xD Ho paura di cadere nel banale o peggio nel ridicolo :(

Mi auguro che vi piaccia.

Prima però di lasciarvi voglio ringraziare le persone che hanno inserito la storia tra preferiti, seguiti e ricordati. Spero di non deludervi.

Grazie alle otto persone che mi hanno lasciato una recensione, dandomi carica per scrivere questo secondo capitolo.

Ringrazio con tutta me stessa Shinkari per il suo prezioso aiuto. Senza di lei questa storia sarebbe illeggibile :D

Grazie a Queen D sempre disposta a darmi una mano :D

 

Va bene... ci vediamo di sotto.

 

Buona lettura!

 

2 capitolo

 

‹‹Per me dovresti scopare.››

Per poco non mi strozzo con un pezzo di fetta di crostata appena addentata, mentre Rosalie, una delle mie migliori amiche, mi sta dando i suoi consigli di vita. Consigli che si risolvono sempre in acrobazie interessanti a letto.

Hai un problema al lavoro? Vai a letto con il tuo capo.

Vuoi dimagrire? Divertiti di più a letto.

Il tubo del lavandino si è rotto? Distraiti con del sano sesso. Magari con l’idraulico che così non lo devi nemmeno pagare. Ovviamente se è carino.

Ecco, questa è in genere la nostra conversazione, quando io inizio a lamentarmi di qualcosa.

‹‹Perché la tua soluzione a qualsiasi mio problema è questa...››.

‹‹Perché è la verità. ››Mi azzittisce lei, finendo di bere il suo caffè così da cercare di celare un suo sorriso nascente.

È da tanto, da troppo tempo che non ho un uomo nella mia vita. Spesso ne sento la mancanza, soprattutto in seguito al trasferimento della mia famiglia ed il matrimonio di mia sorella. Chi l'avrebbe mai detto che Alice si sarebbe sposata prima di me? Lei, che all'amore non ci pensava proprio, anzi, quasi ne sfuggiva presa della sua carriera a New York.

Scuoto la testa cercando di non pensarci troppo. Sono felice per mia sorella, si merita di avere accanto a sè un uomo come Jasper che l'ama alla follia, però.... cazzo! Anch'io penso di meritarmi qualcuno che mi ami ed un giorno lo troverò. Io sono una fervida sostenitrice della teoria dell'anima gemella. Deve esistere per forza.

In un mondo vasto e crudele, sporco di sangue innocente, ecco che all'improvviso due anime si incontrano e lì, in quel momento, tra i problemi e le difficoltà, si riconoscono e decidono di stare insieme per sempre, perché è così che deve essere.

Ci alziamo ed usciamo dal bar per dedicare qualche ora libera all'acquisto degli addobbi per Natale. Per me è un'attività sacra, di importanza altissima. In realtà preferisco farli da me, con cartoncini e carta pesta, ma sembra che non riesca a trovare un pomeriggio per dedicarmi a ciò.

Quando entriamo al negozio, sento subito volteggiare nell'aria note vivaci e piene di scampanelli che mi rendono subito allegra e, senza rendermene conto, mi ritrovo a canticchiare sotto voce.


 

Bells on bob-tail ring

Making spirits bright
What fun it is to ride and sing A sleighing song tonight.

Jingle bells, jingle bells Jingle all the way,
Oh what fun it is to ride In a one-horse open sleigh,

 

‹‹No, questo no. Ti ho accompagnata qui, ma ti prego non metterti a cantare.››. Rosalie mi dà una gomitata all'altezza della vita, per poi andare a prendere un cestino posto all'entrata. ‹‹Anche perché sei stonata. ››.

‹‹Uffa! Non sono così tanto stonata. ››. Sono quasi tentata di riprendere con il mio canto, ma mi trattengo nel timore che Rose mi possa lanciare addosso qualcosa ‹‹Lo sai di essere terribilmente noiosa?››

‹‹ E tu lo sai che Babbo Natale non esiste?››. ribatte prontamente.

‹‹Questo è un colpo basso!››. mi giro verso di lei e mi porto una mano al cuore, melodrammaticamente ‹‹Sei... sei un mostro››.

‹‹Non sei la prima persona che me lo dice››. replica con noncuranza.

Inizio subito a riempire il cestino di palline colorate, di vari Babbo Natale, e di adesivi colorati sotto lo sguardo sbigottito di Rosalie.

‹‹Stai esagerando››.

‹‹Dici?››.

‹‹Sì›› annuisce anche con la testa più volte, convinta ‹‹E sono davvero preoccupata per te››.

Rosalie ed io non potremmo essere più diverse di così e non solo fisicamente: lei è bionda, dalla pelle abbronzata e dagli occhi chiari ed inoltre caratterialmente è il mio opposto; siamo molto distanti, come se provenissimo da due pianeti diversi.

Eppure siamo amiche dall'asilo nido, dal giorno in cui la maestra ci ha messo nella stessa squadra di pallavolo. Subito siamo entrate in feeling grazie alla nostra incapacità di giocare a tale gioco: Io a causa della mia scarsa coordinazione nei movimenti, lei perché ha sempre odiato tale sport.

‹‹Oh, no! Albino biondino, piagnucolone ad ore dodici››.

‹‹Smettila, non lo chiamare così. Sai che non è vero!››. rimbecco subito Rosalie, dandole anche un'occhiataccia di avvertimento mentre lei mi sorride. ‹‹E poi ti potrebbe sentire!››

‹‹ È quello che voglio››.

Ancora non riesco a capire il motivo per cui Rosalie si diverte a prendere in giro il povero Mike Newton che si trova di fronte a noi, intento ad esaminare alcune stelle di vetro.

‹‹Ciao Mike!›› saluto sorridendo e lui, per un pelo, non fa cadere per terra ciò che aveva in mano. Io sono imbranata, ma anche lui non scherza.

‹‹Ciao Bella! Come stai? Hai visto come stanno addobbando la piazza principale? E l'albero quest'anno sarà gigantesco!››

Un'altra cosa in comune tra me e lui è che quando siamo in ansia iniziamo a parlare a vanvera, senza neanche più respirare. Rosalie, accanto a me, non fa neanche lo sforzo di trattenere le risate, anzi sembra che stia al cinema a vedere una commedia.

‹‹Sì, ho visto i preparativi di quest'anno››

Riesco ad interferire nel fiume di parole di Mike, interrompendo il suo monologo.

‹‹Quest'anno si fanno le cose in grande.››

‹‹Già.›› Mi mordicchio le labbra e prima che mi faccia la consueta domanda “Eh, andiamo a vedere insieme l'accensione dell'albero?” a cui rispondo sempre di no, inventandomi scuse assurde, per poi nascondermi quando lo vedo in piazza, lo blocco in tempo ‹‹Scusami, ma ora dobbiamo andare. Dollaro è rimasto a casa e mi dispiace lasciarlo solo per così tanto tempo.››

‹‹Ah, io... Ok.››

Per un attimo mi dispiace trattarlo in questo modo. Sono consapevole che è un ragazzo dolcissimo e che ha una cotta per me dai tempi dell'asilo, ma... ma non lo so neanch'io, è questo il problema. So già che mi troverei bene con lui. Io lo capisco . E lui capisce me. C'è sintonia fra di noi.

Penso che tutti, a partire dai miei genitori, si aspettino il grande giorno in cui dirò che ci siamo fidanzati. E forse è proprio questa la causa. Sembra che già tutto sia segnato, che niente cambierà, e probabilmente sarà così. Un giorno cederò e dirò di sì a Mike e dopo un battito di ciglia mi ritroverò a vivere con lui insieme ai nostri figli.

Alice invece è riuscita a filarsela, decidendo un giorno di trasferirsi e cercare fortuna fuori da qui. Io invece non ci riesco. Non posso andarmene da Forks!

Sono troppo legata a questa cittadina.

‹‹Bella torna nel mondo dei vivi!››

‹‹Ops, scusami. Ero un attimo... distratta. Mi stavi dicendo?››

Rose scuote la testa senza chiedermi nulla, consapevole che la mia risposta sarebbe una bugia. Do un'occhiata veloce a ciò che ho preso e alla fine decido che per oggi può bastare. Per il resto degli addobbi che mancano ci penserà la mia creatività.

Dopo aver pagato, Rosalie ed io ci lasciamo. Lei deve andare a fare la spesa, io devoritornare a casa ed aspettare l'arrivo di Marcus.

Oggi mi dedico esclusivamente agli addobbi della casa, lavoro che mi terrà occupata almeno fino a notte tarda. Perlomeno non penserò che sono ancora sola. I miei genitori, insieme ad Alice e Jasper con i bambini, arriveranno direttamente alla vigilia di Natale. Quindi fino a quel giorno devo avere la mente impegnata. Non riesco ancora ad abituarmi a stare da sola durante questo periodo di festa.

Il rumore sferragliante di un furgone mi distrae di colpo, bloccando il fiume dei miei pensieri. Mi fermo per osservare il veicolo, un ammasso di rottami con un cassone posteriore colmo di abeti. Il conducente si allontana a velocità sostenuta infischiandosene dei limiti di velocità e del carico che ondeggia pericolosamente sul retro... Abeti?!

Il furgone si ferma di colpo quando il semaforo passa al rosso e riesco a sentire il rumore stridente dei freni sull’asfalto. Subito corro per poter parlare con il conducente e per chiedergli con precisione a che ora passerà a casa.

‹‹Ehi, Marcus!››

‹‹Ho lasciato il tuo abete al cancello di casa.››

‹‹Che cosa? Io non ce la faccio a portalo dentro da sola!››

‹‹Bene. La prossima volta fatti trovare a casa, Bella.››

‹‹Ma dovevi passare fra due ore.››

Non mi risponde, consapevole che ho ragione io. Appena scatta di nuovo il verde sparisce dalla mia vista, senza degnarmi neanche di una scusa.

‹‹Grazie mille! E Buon Natale! È proprio grazie a tizi cafoni come te che gli Stati Uniti vanno a rotoli!››

Adesso ho due opzioni: continuare a strillare come una matta in mezzo ad una strada o ritornare a casa dove mi aspetta un albero da trasportare.

Dai, posso farcela. È solo un'abete. Quanto potrà mai pesare?

Il mio ottimismo scende quasi sotto lo zero quando trovo l'abete che ho comprato un mese fa, appoggiato come se niente fosse al cancello fuori di casa.

‹‹Maledizione!›› borbotto e in questo momento vorrei tanto essere in grado di trasformarmi in Hulk.

Usando tutta la forza che ho cerco di sollevarlo, ma ci riesco solo per un secondo ad alzare l'abete di pochi inutili centimetri.

Dollaro, sentendo tutta la confusione che sto facendo, corre verso di me per osservarmi incuriosito. Sembra quasi che stia ridendo di me.

‹‹Invece di stare lì ad osservarmi divertito, perché non viene a darmi una mano?!››

‹‹Perché lei è uno spettacolo altamente divertente. Non le ha mai detto nessuno che potrebbe intraprendere facilmente la carriera di... clown?››

Sentendo questa voce sensuale e divertita allo stesso tempo dietro di me sobbalzo, facendo ricadere di nuovo l'albero dopo lo sforzo disumano che avevo fatto. Mi giro scocciata verso di lui, consapevole che la mia giornata da questo momento in poi è rovinata definitivamente.

‹‹Buongiorno, Signor Cullen.››

Cerco di essere educata per il quieto vivere.

‹‹E' normale che qui lascino abeti fuori delle abitazioni, oppure è qualcosa che succede solo a lei?›› Fa un passo verso di me con un sorriso ad inclinargli le labbra.

Bene, neanche un saluto! È chiedere troppo da Mister Divo un saluto, seguito anche da un “come va?

‹‹Anzi, inizio a credere che il fattorino sia fuggito a gambe levate dopo aver intrapreso una qualunque conversazione con lei...››

‹‹No. È venuto qui quando io non c'ero.››

Mi pento subito di aver detto ciò, suggerendogli così una nuova e facile battutina.

E chissà perché?” Su, dillo.... tanto ormai, una battuta in più o in meno che differenza fa?

Invece mi fissa seriamente, tamburellando le dita su un fianco.

‹‹Se porta dentro Dollaro, l’aiuto.››

‹‹Come... scusi?›› domando confusa, senza sapere neanch'io se mi riferisco al suo maleducato accenno verso il mio cane o alla sua proposta di aiutami.

‹‹Non voglio mica che mi assalga di nuovo rovinando anche questi pantaloni››

‹‹Dollaro è un cucciolo. Non assale mai nessuno. Voleva solo giocare...››

‹‹Ed io sono affezionato a questi pantaloni.››

‹‹Bene, allora lei e i suoi pantaloni potete andare a quel paese.››

‹‹Come desidera.››

Invece di rintanarsi nella sua villa per stare in solitudine come un'eremita, si appoggia tranquillamente ad un palo della luce, accedendosi una sigaretta con lo sguardo fisso su di me. “Può anche scoppiare una bomba, ma io da qui non mi muovo” Questo è ciò che mi suggerisce la sua posa, innervosendomi incredibilmente.

Mi sono sempre reputata una persona tranquilla, che ha sempre visto con disgusto la violenza e la guerra, ma in questo momento vorrei avere un fucile tra le mani. Oppure una delle vecchie armi che aveva mio padre quando era sceriffo di Forks.

Sospiro pesantemente, scuotendo la testa ed ordinando alla mia mente di fare pensieri decenti.

Mi giro di nuovo per affrontare il mio albero in un duello, divenuto ancora più difficile a causa dello sguardo del Mister Divo dagli abiti costosissimi.

Sento i suoi occhi scorrere lungo il mio corpo, analizzando ogni mio movimento, e ciò mi deconcentra, provocando così un aumento della mia goffaggine. Per un pelo non cado per terra insieme all'albero.

‹‹Mi scusi, ma rimarrà tutto il giorno così a guardarmi?›› borbotto, dopo il mio ventesimo tentativo di sollevare quel dannato abete.

‹‹Chi le dice che stia guardando lei? È troppo presuntuosa, così non troverà mai un ragazzo.››

‹‹E chi le dice che non c'è l'ho?››

‹‹Allora dov'è questo fidanzato? Perché non è qui ad aiutarla?››

Mi giro subito verso di lui per fulminarlo con la mia occhiataccia di fuoco.

‹‹ Sindrome del fidanzato immaginario?››

‹‹ Basta! Come posso fare per liberarmi di voi?››

‹‹Domanda bellissima. Me lo sono chiesto spesso anch'io nei suoi riguardi.››

Insopportabile!

‹‹Comunque se intende quando lascerò la casa del mio amico, sarà dopo le vacanze.... Se invece si sta chiedendo quando smetterò di godermi questo spettacolo, in tal caso subito dopo che avrà spostato quell'albero. Sa, sono un fervido ambientalista. Non vorrei che quell'albero rimanesse in mezzo alla strada >>

‹‹Bene! Ho capito››

Alzo gli occhi al cielo e riuscendo ad oltrepassare in qualche modo l'albero con acrobazie varie, senza cadere, faccio il segno a Dollaro di seguirmi, conducendolo così dentro casa. Quanto mi dispiace! Mi sento così male per il mio amico

‹‹La colpa non è mia, ma di quell'antipatico del vicino che ci ritroviamo in questi giorni. Ma appena se ne va dedico l'intera serata a te.›› mi inginocchio alla sua altezza, dandogli una lunga carezza sul muso.

Quando esco dalla cucina trovo Mister Divo delle stelle già nell'ingresso che si guarda intorno con l’abete tra le braccia.

‹‹Natale sarebbe già passato, se l’avessi aspettata.››

‹‹Avrei trovato di certo un'altra soluzione. Comunque, l'albero va nel salone.››

Mi segue in silenzio, fino a quando posato l'albero per terra non mi chiede:

‹‹Qui va bene?››

‹‹Mmm... un po' a sinistra... No, anzi… a destra. Aspetti, lo spinga davanti...›› Do i vari ordini con voce perentoria, passeggiando avanti ed indietro per il perimetro della stanza, cercando di individuare la posizione migliore per l'albero. Dopo vari tentativi, tutti falliti, Edward si alza di scatto, esasperato.

‹‹Forse stava meglio fuori!››

‹‹Deve essere perfetto.››

‹‹Mi prende in giro?! È solo uno stupido albero››

Stupido albero?!

‹‹Ecco il problema di voi ricconi. Che dimenticate quanto siano straordinarie le cose semplici, troppo presi da eventi mondani e dai vostri progetti di come aumentare il volume del portafoglio...››

‹‹Ah, non si dimentichi anche i nostri piani di conquista del mondo e distruzione dell'universo››

Sospiro.

Devo smettere d comportarmi così. In fin dei conti è stato gentile con me. Mi ha aiutata. Se non ci fosse stato lui avrei passato di certo il resto del pomeriggio fuori, nel tentativo di trasportare l'albero.

Dunque per oggi basta comportarsi da stronza con lui. Per oggi.

‹‹Mi dispiace. Non faccia caso a quello che dico. Ho la brutta abitudine di parlare a vanvera, senza filtri››

‹‹Me ne sono reso conto››

Sta quasi per sorridere, ma poi si trattiene, forse comprendo lo sforzo disumano che ho appena fatto di ammettere che mi sto comportando da pessima padrona di casa.

‹‹Comunque, ancora non le ho detto come mi chiamo. Io sono Isabella, ma tutti mi chiamano semplicemente Bella.››

Ormai non mi ricordo neanche più il motivo di tale soprannome o chi è stato il primo a rifilarmelo. Ma so che mi piace.

‹‹Bene, se a posto io ritornerei alla mia tranquillità. Arrivederci, Bella.››

Mi dondolo sui piedi, spostando il peso da una gamba all'altra. Adesso andrà a rifugiarsi nella casa di fronte alla mia, così immensa soprattutto per un uomo solo.

Solitudine.

E ciò che si dovrebbe provare a stare lì, completamente soli.

‹‹Se vuole potrebbe aiutarmi per le decorazioni in alto.›› grido senza quasi pensarci, correndo all'ingresso e trovandolo già che ha aperto la porta. Mi fissa quasi sconvolto, cercando forse di capire se stia scherzando oppure sia seria.

‹‹Non ho mai addobbato un albero di Natale.›› mormora alla fine, quasi in imbarazzo.

‹‹Mai?›› ripeto, senza riuscire a credere alle mie orecchie. Dai, è assurdo!

‹‹Noi ricconi ci possiamo permettere qualcuno che addobbi la casa al posto nostro.››

‹‹Ma questo è... triste.››

Subito mi porto una mano sulla bocca, maledicendo più volte il mio carattere e le mie uscite sempre così fuori luogo. A volte il contatto bocca cervello cede e in quei casi, che capitano anche molto spesso, è assicurata una mia figuraccia.

‹‹Comunque c'è sempre una prima volta. E poi se vuole davvero fingere di essere una persona comune dovrebbe smettere di ostentare la sua ricchezza ogni volta che ne ha l'occasione›› Cerco di riprendermi subito, usando un tono volutamente leggero e spensierato.

A questo punto scoppia a ridere di gusto, spostando la testa di lato con i suoi occhi illuminati di una strana luce... calda....

‹‹Va bene. Mi ha convinto.››

‹‹Perfetto! Allora io vado ad indossare abiti comodi ed arrivo. Intanto inizia a sistemare i rami dell'abete. ››

Sono riuscita a convincerlo. Mi sembra di aver appena vinto un biglietto della lotteria.

Lo osservo con gli occhi sgranati, mentre si toglie il giubbotto appoggiandolo sul divano per poi osservare i rami, cercando di capire che cosa fare.

Scuoto la testa e lascio che un sorriso increspa le mie labbra.

‹‹I rami devono essere aperti e distanziati così potranno ospitare tutti gli addobbi che ho comprato.››

Prima di salire nelle stanza di sopra, così da togliermi il giubbotto e stare più comoda, controllo Dollaro sdraiato sul pavimento della cucina, in procinto di addormentarsi.

Appena finisco con le decorazioni dell'albero, lo porto con me a fare una passeggiata.

Quando arrivo in camera mia, mi permetto un attimo di pensare a tutto ciò che sta succedendo in soli due giorni.

Non ci posso credere.

Di sotto ho un attore famoso che mi sta dando una mano. Assurdo veramente. Peccato che ho promesso di non dire a nessuno della sua presenza qui. Avrei fatto morire di invidia a mia madre e a mia sorella. Che sfortuna!

Comunque ho intenzione di far scoprire al Mister Divo di come sia divertente passare questi giorni a decorare la casa, a fare regali e progetti, invece di lasciare questo compito a qualcun altro.

Apro l'armadio ed inizio a spostare i miei vestiti fino a quando non riesco a trovare la scatola di legno con perline colorate sopra, dove tengo il mio diario segreto di quando avevo sedici anni ed altri oggetti per me importanti.

‹‹Guarda che ho trovato!›› Esclamo, scendendo velocissima le scale, sbandierando un cd con vecchia musica natalizia. Ma vicino all'albero trovo solamente Dollaro. Di Edward nessuna traccia. Se n'è andato così, senza neanche salutarmi.

Che maleducato! Urlo mentalmente, sbattendo un piedi contro il muro dalla frustrazione.

Ho cercato di essere gentile con lui, di tenere sotto controllo il mio lato peggiore.

E lui che fa? Se ne va in silenzio.

Va bene, se aveva da fare posso anche capirlo... però avrebbe potuto salutarmi o lasciare anche un biglietto con delle scuse. Invece è scappato! Non penso di essere stata così tanto sgarbata da provocare la sua fuga. Ho provocato a comportarmi, alla fine, come una buona vicina.

Dovrei andare a bussare a casa sua e insegnargli la buona educazione, o almeno le basi per avere un rapporto sereno con il prossimo.

Ma alla fine che cosa mi aspettavo?

Credevo davvero che un riccone insensibile come lui sarebbe rimasto qui ad aiutarmi?

Ecco che sono caduta anch'io nella sindrome Crocerossina alla ricerca disperata di curare il solito stronzo.

No che non ci cado.

Vuole stare da solo? Bene, non sarò io a fermarlo.

‹‹Su, Dollaro, mettiamoci all'opera!›› esclamo, cercando di darmi forza.

Per una volta nella mia vita non ho così tanta voglia di addobbare l'albero. È sempre stata una delle mie attività preferite.

E tutto questo a causa di quell'antipatico, odioso...

 

 

***

 

 

Chiudo il portone di casa con un decisivo calcio, reggendo la scatola della pizza forte al mio petto, mentre Dollaro mi osserva con attenzione per poi annoiarsi del mio spettacolo e correre verso la cucina alla ricerca di cibo. Abbiamo fatto più tardi del previsto. Non pensavo di trovare fila in pizzeria. Invece sembrava che proprio nessuno avesse intenzione di stare dietro i fornelli questa sera. E mentre stavo lì ad attendere la mia pizza con Dollaro accanto a me che si godeva le coccole di alcune signore, il mio sguardo è andato oltre al vetro appannato della pizzeria per fissare il negozio di fronte, quello di videocassette e dvd. Vedere un film non c'è niente di male. Il problema è chi è l'attore protagonista.

Quanto sono patetica!

Ho ripetuto questa frase per tutto il tragitto di ritorno, picchiandomi mentalmente più volte. Un odioso come lui non si merita neanche che io perda una serata a vedere un suo film.

Già è riuscito a deturpare la mia gioia nell'addobbare la casa ed ora lo so già che vederlo in televisione non migliorerà di certo il mio umore, ma anzi temo possa peggiorare drasticamente.

Tuttavia eccomi qui spaparanzata sul divano a mangiare pizza mentre guardo un film sdolcinato che non è proprio il mio tipo. Cioè mi piacciono i film romantici, ma in questo periodo dovrei far la maratona di film natalizi.

No, non va per niente bene.

Appena parte il film, sia io che Dollaro iniziamo a mangiare.

Dovrei strillarmi per perdere tempo in questo modo, ma stranamente mi ritrovo lo stesso rapita dalla storia d'amore travolgente di un'umana con un vampiro.

‹‹ *Hai mai pensato che la mia ora doveva suonare già la prima volta, con l'incidente del furgoncino, e che tu hai di fatto interferito con il destino?›› chiede tremante Cassy, l'umana, dopo esser riuscita a fuggire da alcune streghe che la volevano trasformare in una di loro.

‹‹*Quella non è stata la prima volta›› mormora in modo criptico Edward, mostrando i suoi denti aguzzi ‹‹ *La tua ora è suonata quanto ti ho conosciuta.››

Oddio!

Persino da vampiro, Edward Cullen deve essere così antipatico. Deve essere qualcosa nel suo DNA. Cassy ascolta me, dimenticalo e mettiti con lo Zombie Zack.

‹‹*Se fossi capace di sognare, sognerei te.››

‹‹Che frase eccessivamente sdolcinata. Su, vampiro Tom puoi fare di meglio›› urlo allo schermo, prendendo il cuscino più vicino che ho e lanciandolo alla televisione come se volessi davvero colpire Edward. Ma dopo il suo comportamento da sociopatico si meriterebbe di peggio.

‹‹Cassy...›› Il mio cuore accelera di colpo, quando il regista fa un primo piano di Edward. Mi rendo subito conto che la televisione non riesce a far giustizia di fronte tutta la bellezza di quell'uomo. Può essere antipatico, odioso, strano, ma non potrei mai definirlo poco attraente, sopratutto ora che ho avuto la possibilità di vederlo dal vivo. Mi ritrovo, come la protagonista, a trattenere il fiato e il mio cuore trepida dall'emozione ‹‹ …. *arriverei a odiare me stesso, se dovessi farti del male. Non hai idea che di tormento sia stato il pensiero di te immobile, bianca, fredda.... Ora sei la cosa più importante per me. La cosa più importante di tutta la mia vita.››

Non sono una critica del cinema e di recitazione capisco davvero poco, ma lo devo ammettere. La dichiarazione d'amore del vampiro Tom mi ha colpito. Non solo per le parole, ma anche perché in quel momento sembrava davvero innamorato di Cassy. E per un attimo... per uno stupido attimo ho invidiato quell'umana, per essere così tanto amata.

Sospiro. Sì, è davvero un ottimo attore e capisco anche perché questo film ha fatto innamorare molte persone.

Peccato che invece dal vivo Edward Cullen è uno stronzo.

Do una sistemata alla sala, tanto per renderla presentabile, e vado dritta all'ampia finestra della mia camera per osservare la casa di fronte. È completamente al buio a parte una stanza al secondo piano, debolmente illuminata.

Appoggio la fronte al vetro e socchiudo gli occhi.

È un uomo che ha tutto. Successo, denaro, donne bellissime...

Perché allora ha deciso di isolarsi in questi giorni?

È come se stesse cercando di scappare da qualcosa... o da qualcuno....

Si sta imponendo questa solitudine.

Scuoto la testa, allontanandomi da lì frettolosamente percependo un senso di imbarazzo.

Ed io dovrei smettere di leggere gialli.

 

 

 

Angolo autrice

Spero che vi sia piaciuto questo secondo capitolo e che non vi abbia annoiato troppo...

Per ora Edward e Bella pare che non si sopportino. Entrambi sono davvero due personaggi testardi ed orgogliosi. Sarà davvero difficile lavorare con loro.

Nel prossimo entreranno in scena un personaggio che io adoro hihihihihi non aggiungo nient'altro.

Se vi va fatemi sapere che cosa ve ne pare di questo capy.

Un bacione enorme!

Bellina

 

* frasi tratta dal libro Twilight di Stephenie Meyer

pagina fb: https://www.facebook.com/bellina3000

   
 
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