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Autore: Fujikofran    08/01/2015    1 recensioni
Ryo e Kaori, dopo diverso tempo, hanno finalmente un cliente. Ma è un uomo e Ryo si trova costretto ad accettare l'incarico, anche perchè colui che l'ha contattato è Goemon Ishikawa(della banda di Lupin),venuto a Tokyo per cercare un suo cugino, probabilmente finito nella yakuza. Riuscirà il duo City Hunter a risolvere questo caso? Brano da ascoltare durante la lettura: "Can I play with madness" degli Iron Maiden
Genere: Commedia, Sentimentale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaori/Greta, Reika Nogami, Ryo Saeba, Ryo Saeba/Hunter, Saeko Nogami, Saeko Nogami/Selene, Umibozu/Falco
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter, Altro contesto
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Lupin e Jigen erano nella loro camera d’albergo. Chi gliel’aveva resa disponibile era un amico di vecchia data di Fujiko. Un amico, appunto, anche se sosteneva di aver avuto un flirt con quella donna. Jigen era alla finestra a fumare, Lupin giocava con uno yo-yo e sembrava perplesso. Pensava a Goemon e a Ryo Saeba. Pensava, soprattutto, al clan Kosekai.
-Jigen, tu ne sai quanto me del Kosekai?-
-Dipende da quanto ne sai tu…-
-Poco o nulla, ma la cosa più importante la so: fanno tremare anche le viscere della terra. Lo ammetto: avrei una fifa tremenda ad affrontarli-
-Ma Saeba è pronto a farlo, per aiutare Goemon-
-Uhm, i supereroi non mi sono mai piaciuti…-
-Nemmeno a me…ed è per questo che ho pensato di potergli dare man forte. Verrai con me, Jigen?-
-Certo, altrimenti mi annoierei-

Ryo era pronto per affrontare il clan Kosekai, con un pensiero rivolto ai suoi informatori e soprattutto a Pan Li, che era intenzionato a salvare togliendola dalla strada. Come avrebbe fatto lo ignorava, ma era un impegno che era intenzionato a prendere, dopo aver risolto questa faccenda pericolosa. Doveva però rimandare tutto questo, perché doveva aiutare Goemon e, soprattutto, non voleva che Kaori equivocasse, su quella ragazza. Era stanco di farla soffrire, fingendo di essere interessato ad altre donne. Doveva dirle che l’amava, una volta per tutte. Ecco perché  la questione di Pan Li non poteva essere prioritaria. 
Si mise a mangiare di fretta, come se non assaporasse il cibo, come se un’azione meccanica come quella di ingurgitare fosse già sufficiente. Kaori lo osservava, la sua preoccupazione traspariva anche senza il suo solito modo brusco di dire al suo socio di non cacciarsi eccessivamente nei guai. Fujiko guardava la giovane con espressione sorniona, quasi per dirle che l’amore non doveva essere sinonimo di repressione del proprio stato d’animo. 
-Vedrai che Ryo saprà cavarsela in maniera eccellente- affermò la ladra, con occhi quasi maliziosi nei confronti dello sweeper –un uomo come te non potrebbe agire diversamente, specie se sa in cuor suo che la sua socia gli infonderà tutto il suo sostegno e coraggio. 
Kaori mostrò a Fujiko uno sguardo complice e allo stesso tempo dolce. Sì, per lei quella donna aveva ragione: l’amore per Ryo era per lui la sua forza più grande.  Goemon fece un cenno a Fujiko di avvicinarsi a lui, dicendole che avrebbe fatto in modo di affiancare Saeba, ma a sua insaputa. Le diede un bacio sulle labbra, accarezzandole la schiena con un movimento unico e sensuale, le disse di amarla, come faceva ogni volta che stava per affrontare una situazione di pericolo, e decise di uscire.

Ryo fu accolto dal portavoce del clan Kosekai, pronto a trattare tutti con le molle: avrebbe detto che era lì solo per parlare con Hiroki. Il luogo faceva pensare a tutto tranne che a un covo di yakuza: un giardino curatissimo, in stile giapponese, con la tipica lanterna e la fontanella in bambù, pietre piatte e disposte in modo da formare un sentiero, alberi di media altezza e bonsai ai lati. Ryo credeva di trovarsi nei pressi di un onsen di lusso e invece, non appena gli furono aperte le porte, si trovò davanti un folto gruppo di uomini dozzinali, alcuni con una stazza enorme e più muscolosi di lui. Faticava a celare il fiato che si era fatto corto e, non appena gli si avvicinò uno dei portavoce, pensò alla sua pistola e poi a Kaori.
-Ryo Saeba...il famoso sweeper...per noi del Kosekai è un onore averla qui. Insomma, vuole parlare con Hiroki...-
L’aria spavalda del portavoce, alto e zazzeruto e con una cicatrice vistosa sul sopracciglio destro, non preoccupavano Ryo, che però voleva muoversi cauto. Fingeva di essere ignaro, ma si era accorto che Goemon lo aveva seguito e forse c’erano anche Lupin e Jigen. Fu poi invitato a bere del sake e non appena arrivò il presidente del clan si inginocchiarono tutti di colpo, tranne lo sweeper, colto da batticuore, che però sapeva nascondere.  
-Saeba-san... Il suo modo di porsi con noi è stato inaspettatamente cordiale e rispettoso. I miei uomini si erano informati bene sul suo conto...Hiroki sta arrivando, sarà ben lieto di parlare con lei. Deve sapere che il nostro clan è fatto di atomi e di attimi: gli atomi compongono un insieme, senza il quale da soli sono perduti e non hanno senso di esistere. Viviamo di attimi, senza i quali noi atomi non siamo nulla. Mi deve scusare, ma con ogni persona nuova io faccio questo discorso, che le sembrerà astruso e contorto-
Ryo infatti non comprese fino in fondo le parole “filosofiche” del presidente e cercò di sorvolare.
-Ringrazio tutti voi per l’impeccabile accoglienza...Io sono qui perché una persona vuole incontrare Hiroki-
-Bene...potrei sapere di chi si tratta?-
-Suo cugino-
Quando Hiroki, paffuto, corpulento e dall’aria poco sveglia, fece la sua comparsa, si mise subito a seguire Ryo e, non appena si trovò fuori dalla covo, Goemon si palesò, ma si mostrò scosso. Vennero fuori anche Lupin e Jigen.
-Ma lui non è mio cugino!-
-Tu non sei Hiroki Ishikawa?-
-Si che lo sono!-
-Non mi dire che è un omonimo? Ho smosso mezza Shinjuku per...-
-Che cosa vorresti insinuare? Che ti ho fatto perdere tempo?- Goemon sembrava si fosse innervosito, ma poi si calmò –chiedo perdono-


A casa Saeba c’era un clima di imbarazzo generale, era presente anche Lupin, che cercava di tirare su il morale a tutti. Jigen, invece, era uscito con Reika.
-Beh, almeno sappiamo che tuo cugino non è uno yakuza e non ha la faccia da beota...- disse Il ladro francese con ironia.
-Eppure mi erano giunte voci su cui non avevo dubbi... – affermò  Goemon -Comunque, io sono un uomo d’onore e vi pagherò, come da accordo-

Due giorni dopo, Kaori si dilettava con lo shopping, mentre Ryo la seguiva svogliatamente. Ma, più la guardava sorridere e muoversi con grazia ed entusiasmo per le affollate strade di Ginza, più faticava a non dirle di essere completamente pazzo di lei. Al ritorno, decisero di passare alla stazione di Shinjuku e, controllando la lavagna degli annunci, ma frettolosamente, convinti che non avrebbero trovato alcuna richiesta di lavoro e invece... La XYZ saltò subito ai loro occhi. Nel messaggio c’era già il nome del committente: Hiroki Ishikawa.
“Aiutatemi a trovare mio cugino Goemon” recitava il messaggio.
Ryo e Kaori si guardarono.
-Noooooooo!- dissero all’unisono.
-Ryo, tu pensi che dovremmo accett..-
-No no, che se lo cercasse da solo! E poi Goemon è in giro con la banda e non voglio altre grane-
-E allora?-
-Ci prendiamo qualche giorno, non diciamo nulla a nessuno e ci andiamo a far una bella vacanza, che ne dici delle Hawaii?-
 -Ma... Tu e io?-
-Certo! E chi altro vuoi con noi?-
-Ryo, ma tu...-
-Beh, ma una volta che saremo lì tu farai quello che vuoi e io andrò a caccia di belle hawaiane...ahahhaahha-
Una martellata violenta lo colpì 
-Dillo, che sei il solito cretino, Ryo... Anche se so che scherzi, mi dai i nervi, ecco!-
“Ti dirò che ti amo, altro che!” pensò lo sweeper “se troverò il coraggio di farlo”
(C) by Fujikofran

https://www.youtube.com/watch?v=b9DBafBhDSc
   
 
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