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Autore: CheshireClown    18/11/2008    2 recensioni
Noia. Verso il proprio mondo. Noia. Ciò che lega uno Shinigami in cerca di divertimento e un umano stanco dei soprusi che lo circondano. [Citazioni tratte dalla canzone "Epiphany", dal musical "Sweeney Todd"]
Genere: Dark, Song-fic, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Light/Raito, Ryuuk
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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noia Noia


Il treno delle sette e mezza sferragliò, arrestandosi dinanzi al binario.
Le porte si aprirono con uno sbuffo, subito assalite dalla folla.
Un’anziana signora spintonò due uomini davanti a lei, salendo con arroganza sul vagone trascinandosi dietro un trolley in tela blu.
In un angolo della stazione, un malconcio senzatetto si sistemò meglio sui giornali su cui era seduto, continuando a fissare la gente intenta a salire sul treno.
Agile, un ragazzino si mescolò nella bolgia, spostando freneticamente lo sguardo da destra a sinistra, tenendo sempre d’occhio le tasche dei pantaloni e delle giacche che lo circondavano.
In sottofondo, la voce di un giornalista, proveniente da uno schermo fissato al muro del sottopassaggio, riportava con minuziosità tutti i casi di cronaca nera avvenuti nei tempi più recenti.
Come di consuetudine.
Il solito, monotono, quasi nauseante siparietto che Yagami Raito era costretto a vedere ogni mattina.
Due ragazzini lo spintonarono per salire poi sul treno, sottolineando con parole volgari la sua lentezza.
Non li degnò di uno sguardo, si limitò a prendere posto vicino ad un gruppetto di ragazzine starnazzanti.
Sbadigliò.
Forse per il sonno.
Forse per la noia.


They all deserve to die.
Tell you why, Mrs. Lovett, tell you why.


Ossa rotolarono per la conca in legno, in una macabra melodia.
Scarlatte iridi seguivano il teschio fino al suo arresto al centro del contenitore.
Una piatta esclamazione d’esulto si levò verso il buio cielo.
Un’imprecazione scivolò rasoterra, udita solo dai più attenti.
Si alzò, Ryuuk, allontanandosi dal circolo di Shinigami intenti a trastullarsi in attesa della necessità di scrivere il nome di qualche sfortunato sul loro quaderno nero.
Il solitario dio della morte si incamminò per le valli desolate, lo sguardo perso nel vuoto, le labbra piegate nel solito sorriso sinistro.
Tutt’attorno i suoi compagni giacevano quasi senza vita ai lati delle strade, ai piedi dei burroni, abbandonati in una sorta di stato di rassegnazione.
L’unico momento di divertimento era dettato dalla scrittura del nome di qualche stupido umano sul Death Note.
Ma ormai nemmeno quello bastava.
Erano come sprofondati in un oblio da cui non potevano fuggire, una condanna che sanciva per l’eternità il loro legame di prigionia verso quel mondo desolato.
Sbadigliò, Ryuuk.
Come al solito, vittima della noia.


Because in all of the whole human race Mrs Lovett, there are two kinds of men and only two.
There's the one with his foot in his proper place And the one with his foot in the other one's face.



Il piccolo supermercato era deserto. Il vecchio orologio appeso al muro segnava le undici di sera.

Silenziosamente, Raito sgusciava fra gli scaffali, fermandosi di rado per afferrare con noncuranza un pacchetto, una bibita, un barattolo.
Non badava a ciò che prendeva, la sua attenzione era catturata da tutt’altro.
Lo sguardo scivolava all’interno del piccolo locale, scandagliandolo.
Il responsabile del negozio rimproverava il nuovo assunto per un errore non commesso.
Alla cassa, una signora ricopriva d’insulti la commessa, sicura che questa avesse sbagliato di proposito il conto, aggiungendo qualche yen in più.
Oltre le vetrate, poco fuori dal supermercato, tre ragazzotti erano intenti a infastidire una donna di passaggio.
Scosse la testa, Raito, distogliendo lo sguardo da quello spettacolo.
La scatola di cereali pareva aver catturato tutta la sua attenzione, ma le sue orecchie erano ancora intente ad origliare i litigi attorno a lui.
Chiuse gli occhi, sospirando.
Li riaprì, per poi dirigersi con calma verso la cassa.
Pagò e lasciò in fretta il negozio.
Nel tragitto verso la sua abitazione, un’espressione di disgusto aleggiava sul suo volto.
Disprezzo e noia verso il ridicolo spettacolo che l’umanità gli mostrava ogni giorno.


Immerso in un mondo dall’aspetto desolato, vagabondo senza una meta precisa.
Fra rovine e Shinigami rannicchiati ai lati delle strade, Ryuuk proseguiva a passo lento.
Imboccò una stradina, chiusa fra due pareti a strapiombo.
Ne raggiunse la fine, ritrovandosi in un piccolo spiazzo.
Al centro vi era un laghetto dalle scure acque agitate.
Si avvicinò, Ryuuk, sporgendosi verso la pozza.
In risposta, ricevette solo l’ombra opaca e indefinita del suo riflesso.
Lo sguardo scarlatto, curioso, penetrò la superficie, guardandovi oltre.
Il silenzio calò tutt’attorno. Il dio della morte seguiva interessato la vita oltre la superficie acquosa.
Spettacoli di morte, inganni e dolore danzavano oltre lo specchio color pece.
D’improvviso, una risata riempì l’aria.
Prima bassa, spezzata. Poi sempre più forte, decisa.
Rise, Ryuuk, rise di gusto.
Aveva trovato il trastullo ideale.
Senza esitare, estrasse il Death Note.
Tenendone un angolo stretto fra pollice e indice, lo sollevò fin sopra lo scuro laghetto.
Spostò un paio di volte lo sguardo dal quaderno nero allo stagno ai suoi piedi.
Un sorriso si dipinse sul suo volto.
Le lunghe dita liberarono il quaderno, lasciandolo precipitare verso le dense acque.
Con un rumore sordo scontrò la superficie della pozza, oltrepassandola.
Sprofondò nel nero oblio che lo attendeva, seguito dallo sguardo eccitato di Ryuuk.
Non avrebbe più sofferto la noia, sicuramente.


There's a hole in the world like a great black pit,
And it's filled with people who are filled with shit,
And the vermin of the world inhabit it.
But not for long...




Tutti meritano di morire, L.
Chi ha commesso peccati, chi è reo di aver infranto la legge.
Non sono degni di vivere in questo mondo

La giustizia sono io, L.
E secondo le mie leggi, solo le persone più pure rimarranno in vita.
Avvererò un sogno di pace bramato da millenni dagli umani.










****


L'idea era venuta guardando la prima puntata di Death Note, infatti la sequenza nel supermercato è ispirata alla scena dell'anime. L'unica differenza è che Raito, in questa fic, non ha il potere di cancellare ciò che lo annoia o lo disgusta.
Le citazioni in corsivo alla destra sono tratte dalla canzone "Epiphany", del musical "Sweeney Todd". A mio parere si inserivano bene nel contesto.
Più o meno, come risultato, mi soddisfa questa storia. Volevo descrivere il singolare legame fra Ryuuk e Raito e la causa comune che ha portato al loro incontro.


That's all, folks.
  
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