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Autore: yingsu    08/01/2015    3 recensioni
Konoha è in pace e qualsiasi cosa (un profumo, un'emozione, un'immagine) presente al villaggio evoca un ricordo.
Sono i fiori, una brezza calda, le foglie dell'autunno, o una sciarpa che prende forma sotto il movimento dei ferri che danno quel senso di tranquillità agli abitanti del villaggio.
C'è un dinamismo tranquillo nelle vite di Sasuke, Sakura, Naruto e Hinata. Che li porta ad aspettare il domani - la stagione che arriverà - piacevolmente. Tanto c'è tempo per fare tutto. C'è tempo per recuperare quello perso, per stare accanto alle persone che contano davvero.
Ormai il passato è solo un ricordo e ora - con le nuove stagioni nate dalla guerra e dal dolore - a loro spetta solo un po' di riposo e di amore.
•「PROLOGO」― una stagione racchiuda tutte le altre.
•「春 – HARU」― quello che la primavera fa con i ciliegi.
•「夏 – NATSU」― il grido instancabile delle cicale.
•「秋 – AKI」― sembra solo acqua ed invece è ricordo.
•「冬 – FUYU」― voci così belle come quelle di una sera d’inverno.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sasuke/Sakura
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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風物詩

• the things — feelings, scents, images — that evoke

memories or anticipation of a particular season •

 

 

 

 

 

 P R O M P T  QUATTRO inverno + barbeQ link immagine

«L’aveva tirato a sé, guidandogli la testa nell’incavo tra il collo e la spalla.

Una volta, quando ancora non erano sposati, lui le aveva detto che quello era l’incastro perfetto,

che la sua testa era fatta per starsene infilata lì».

| la solitudine dei numeri primi – p. giordano |

 

 

 

「冬 F U Y U

Mai si danno voci così belle come quelle di una sera d’inverno,

quando il tramonto quasi nasconde il corpo, e le parole sembrano provenire da una assenza

con una nota di intimità raramente ascoltata durante giorno.

 

 

Nevicava.

Erano arrivati in quel periodo dell’anno in cui le strade di Konoha si tingevano di un pallido candore che sembrava rasserenare gli animi dei più piccoli, ma anche quelli dei grandi.

I bambini giocavano per le strade, sfidandosi in battaglie di palle di neve, oppure costruendo pupazzi. Era piacevole poterli vedere liberi di divertirsi ora che la guerra era finita.

Sakura rise prendendo un pezzo di carne dalla griglia, «Così poi finiamo ubriachi come l’ultima volta?!» domandò retorica, portandosi poi il boccone alle labbra.

Hinata sorrideva, la mano che non utilizzava per mangiare stringeva quella di Naruto, seduto accanto a lei, «Ti sei ubriacato?» chiese in tono dolce, ma scherzoso, e Naruto ridacchiò agitando le bacchette.

«Eravamo ubriachi tutti e tre, in realtà, il teme ha passato tutta la serata con la faccia nel piatto!» confessò mentre Sasuke borbottava qualcosa, continuando a mangiare.

«Tentavamo di capire che cosa ci fosse sotto la maschera del maestro Kakashi provando a farlo bere, ma abbiamo bevuto solo noi tre» spiegò Sakura, spostando lo sguardo su Sasuke.

Anche lei avrebbe voluto stringergli la mano mentre cenavano, ma dal momento che ne aveva una sola non poteva farlo, altrimenti avrebbe dovuto imboccarlo, e lui non glielo avrebbe mai lasciato fare in pubblico.

Naruto lasciò un bacio sulla guancia di Hinata, tornando poi mangiare, cercando di non scomporsi troppo quando il piede della sua fidanzata gli sfiorò il polpaccio. La guardò con un sorriso, deciso a rispondere a quel gioco di carezze che erano soliti fare quando cenavano soli, a casa sua, e così fece, allungando il piede a sfiorare la sua gamba.

Sasuke si strozzò con l’acqua, incominciando a tossire, «Dobe!» brontolò fra i colpo di tosse, mentre Hinata e Sakura li guardavano confusi.

Ci mise un po’ a realizzare di aver toccato la gamba sbagliata, ma quando lo capì arrossì di colpo, lasciando cadere le bacchette sul tavolo. «Sei tu che hai le gambe lunghe, teme!» ribatté mentre Sakura scoppiava a ridere realizzando quello che era successo.

«Beh, sempre meglio di quando vi siete baciati» disse con un certo tono di risentimento, come se ancora le pesasse di non essere stata il primo bacio di Sasuke.

«Possiamo parlare di altro?» borbottò Naruto, cambiando poi argomento.

La serata passò in fretta fra una chiacchiera e l’altra, Naruto raccontava dei preparativi per il matrimonio, del padre di Hinata che incominciava a metabolizzare e ad accettare la cosa, e al fatto che aveva visto Shikamaru e Temari baciarsi fuori dall’ufficio dell’Hokage.

«E voi due quando vi sposate?» domandò ad un tratto, facendo di nuovo strozzare il suo migliore amico, ma questa volta con il sakè.

Vide i suoi compagni di squadra arrossire all’unisono mentre Sakura ridacchiava isterica e Sasuke cercava di non morire soffocato.

«Non sono affari tuoi, dobe».

Sakura avrebbe voluto dirgli che si sarebbero sposati appena Sasuke glielo avrebbe chiesto, ma le sembrava piuttosto palese che fosse così, quindi cercò di sorridere e di passare oltre. Era già abbastanza difficile per lei pensare che sia Ino ché Hinata si sarebbero sposate l’anno dopo, e che lei le avrebbe guardate immaginando il momento in cui sarebbe toccato a lei.

Se mai le sarebbe toccato.

Fortunatamente il discorso morì lì, e lo sguardo truce di Sasuke bastò a zittire Naruto, almeno sull’argomento matrimonio.

Sakura si rilassò sulla panca, piena come un uovo, osservando la sua amica ridere mentre Naruto le poggiava il capo sulla spalla, sorridendo e dicendole qualcosa di stupido. Erano così belli assieme, sembravano fatti uno per l’altra, come se fossero stati creati apposta per incastrarsi perfettamente uno all’altro. Due metà della stessa medaglia.

Erano legati dal filo rosso, Sakura ne era certa. Poteva immaginarlo lì, stretto ai loro mignoli, ed ora che Naruto aveva riavvolto la matassa erano tornati assieme, dopo non si sa quante vite vissute.

La mano di Sasuke le sfiorò la coscia con la punta delle dita, catturando la sua attenzione. Lo capiva dall’espressione del suo viso che non aveva voglia di restare lì, e che lo aveva fatto solo per far contenta lei e non sentire le lamentele insopportabili di Naruto.

Gli sorrise poggiando la mano sulla sua, sfiorando ogni singolo dito, cercando quel filo che avrebbe dovuto unire anche loro, che lui aveva cercato di tagliare e recidere in ogni modo mentre lei si ostinava a rammendarlo, a creare nodi su nodi, a riattaccare i due capi spezzati, per non perderlo, per non perdere la sua metà, il suo incastro perfetto. Ma adesso che non aveva più la mano sinistra, non aveva senso sforzarsi di cercarlo. Se c’era un filo che li univa, se quello spago era davvero legato al mignolo sinistro di Sasuke, ora era di sicuro andato perduto. Si erano separati, e lui non sarebbe mai riuscito a ritrovarla nella sua prossima vita.

Cercava quello che non c’era più, lo cercava nel posto sbagliato.

«Grazie...» mormorò lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra, passandogli le dita della mano libera fra i capelli. Probabilmente non avrebbe capito per cosa, ma non era importante.

Non aveva il coraggio di dirgli che quella era l’ultima vita che avrebbero trascorso assieme, dopotutto era solo una vecchia leggenda.

«Andiamo?», la voce di Naruto fu come uno shuriken lanciato contro un vetro.

Crack. E la magia del momento si frantumò in migliaia di pezzi.

Sakura annuì mentre la sua mano lasciava le ciocche morbide di Sasuke, già pronto ad alzarsi per tornarsene a casa. Pagarono ed uscirono, i sandali nella neve fredda sprofondavano troppo mentre si reggeva al braccio di Sasuke, tremando per il freddo.

«Dovremmo fare più spesso queste uscite a quattro» commentò Naruto, la mano stretta sul fianco di Hinata mentre cercava di scaldarla e ripararla dall’aria gelida.

«Magari quando non ci sono cinquanta centimetri di neve» gli suggerì Sakura con un sorriso, continuando a camminare, facendo attenzione a dove metteva i piedi.

Accompagnarono Hinata e Naruto fino a casa di quest’ultimo, e poi li salutarono, fermandosi ad osservarli mentre lui la prendeva in braccio, facendola ridere.

La testa di lei incastrata nell’incavo del suo collo sembrava essere fatta per stare lì, come se quello fosse sempre stato il suo posto, e nulla al mondo avrebbe potuto cambiarlo.

«Facciamo due passi?», la voce di Sasuke era acqua calda sulla neve, balsamo sulle sue vecchie ferite.

Annuì mentre lui le prendeva la mano, stringendola alla sua e infilandola nella tasca della sua giacca. Camminarono in silenzio fino al molo, fino al luogo in cui si erano baciati per la prima volta.

Ai tempi non sapeva che cosa significava per Sasuke quel posto, ma adesso era diverso, adesso sapeva cose di lui che nessun altro conosceva, e non poteva fare altro se non conservarle con gelosia ed egoismo, sentendosi un po’ speciale. Solo lei sapeva che lì suo padre gli aveva insegnato il suo primo jutsu, che dormiva sul lato sinistro del letto, che quando facevano l’amore sospirava piano, cercando di non farsi sentire, e che ogni tanto piangeva in silenzio accanto a lei, dandole le spalle, nel letto.

Si lasciò stringere da quell’unico braccio, sul legno innevato, pensando a quella mano mancante, a quel mignolo sinistro che non c’era più, quel dito di cui la sua anima aveva un disperato bisogno.

Si lasciò abbracciare mentre il suo viso affondava nella stoffa del cappotto di Sasuke, e le sue dita gli stringevano le spalle, cercando di dargli una forma tale che solo lei, avrebbe potuto incastrarsi a lui.

Così l’avrebbe trovata sempre, anche senza quel filo rosso.

 

 

 

 

 

 

 

N O T E • F I N A L I

 

Eccoci qui. Di nuovo.

Devo dire che non era quello che volevo fare, ma che ha preso una piega strana e non ne sono molto soddisfatta, ecco. Ma pace, insomma. È saltato fuori un delirio introspettivo che non ho assolutamente cercato, scusatemi.

Ho basato tutto sulla famosissima e ultra-utilizzata leggenda del filo rosso del destino, legato appunto al mignolo della mano sinistra delle anime gemelle.

E nulla, è uscita più angst di quel che volevo, scusate.

Vi dico che si narra che chi dorma sul lato sinistro del letto matrimoniale faccia sogni più tranquilli, ed è una mia scelta, perché Sasuke fa molti incubi secondo me, e volevo metterlo nel lato del letto che – almeno in teoria – potesse attenuare questi avvenimenti.

E nulla, il mio lavoro è finito, cliccare su conclusa (anche se non sono molto soddisfatta) mi da un senso di completezza – non sono brava a portare a termine le cose, sono fatta così, lascio sempre tutto a metà.

Quindi alla prossima, vi lascio ancora la AU a quattro mani con radioactive, Colla.

Se volete farci un giro. (´`)

E poi, visto che in tanti shippate la NaruHina, vi consiglio questa stupenda storia: Le parole della Notte.

Fateci un salto, perché è bellissima, davvero.

Detto questo devo – assolutamente – ringraziare radioactive per il betaggio e per la grafica. Senza di lei non so se avrei concluso questa raccolta, dato che lei mi scandisce i tempi per scrivere sgridandomi se non lo faccio.

Quindi grazie, grazie mille. Per i prompt, per tutto, davvero tutto. È tutta dedicata a te, anche se non sono brava a fare Naruto ed Hinata come li vorresti tu, lo so.

E poi grazie a tutti voi che leggete, che l’avete messa fra le seguite/preferite/ricordate, grazie a chi ha recensito e chi recensisce. Grazie di cuore.

Alla prossima – forse. In qualsiasi caso mi trovate su papavero radioattivo. Lì sono super attiva!

Sparisco.      

                       

            ~yingsu

   
 
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