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Autore: alexisriversong    09/01/2015    4 recensioni
“Vendesi: Mycroft Holmes, alto, grasso e noioso… Sherlock non puoi vendere tuo fratello sul giornale!”
“Perché no? È stato noioso!”
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
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https://www.facebook.com/groups/302817833173305/577247312397021/?notif_t=group_comment_reply
Scritta perchè ho visto questo post su fb ^ e una mia amica ha detto che se lo sarebbe segnato per promptarlo a qualcuno ed io ho deciso di scrivere questa fic perchè si u.u è una Mystrade con un po' di Johnlock :D

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“Mycroft, non posso più continuare in questo modo!” sbottò il più giovane degli Holmes “Non sono il tuo detective personale che puoi chiamare ogni volta che uno dei tuoi stupidi sottoposti non sa fare il proprio lavoro”

“Ti ho già detto che siamo occupati con un’importante trattative con la Russia. Non abbiamo il personale adeguato, i fondi scarseggiano e questo caso è abbastanza interessante perché tu possa trovare piacevole la sua risoluzione. Non ti chiedo mai favori fratellino ma questa volta mi trovo costretto a farlo” rispose il maggiore, la schiena dritta, la posizione di chi non ama dover dire ciò che sta dicendo e i denti stretti. In tasca il suo cellulare continuava a vibrare ignorato.

Sherlock osservò il fratello, roteò gli occhi e gli porse la mano. “E va bene! Poi mi dovrai un favore però”

Con un sospiro di noia e sollievo Mycroft gli passò il file del caso. L’altro lo aprì immediatamente e iniziò a leggere i dettagli. Il politico si alzò dalla poltrona in cui si era seduto, prese il proprio cellulare e iniziò a rispondere agli sms che gli aveva mandato Anthea mentre era impegnato a discutere con suo fratello.

Dopo essersi accertato che effettivamente Sherlock sembrava preso dall’enigma che gli aveva posto, si avviò verso la porta. “Attendo tue notizie a riguardo” aggiunse prima di uscire dall’appartamento e scendere le scale per tornare al proprio ufficio.



Sherlock lesse e rilesse il file, discusse le sue teorie con John ed ignorò il suo cellulare che continuava a squillare. Andò a parlare come suo solito con i testimoni, facendone arrabbiare la metà, e fu costretto a chiedere aiuto a Lestrade perché uno di loro era finito in cella per furto.

Ci mise tre giorni a risolvere il caso e catturare il colpevole. Tutto il tempo Mycroft lo aveva tartassato di chiamate e, quando si era rifiutato di rispondere, di messaggi, anche quelli ignorati. Era stato veramente noioso.

La risoluzione del caso era veramente stata più semplice del previsto. Tanta fatica per niente. Lasciò a Lestrade l’onere di consegnare il criminale al MI6 e tornò al 221B insieme a John. Già meditava come far pagare il tempo perso a suo fratello. Era ovvio che Mycroft aveva usato il caso per distrarlo da altri eventi. Era infatti sospetto l’omicidio di un esponente dell’ambasciata sovietica, che era stato archiviato e passato alla polizia russa. Sherlock non aveva dunque alcun modo di indagare.

“L’hai fatto apposta!” strillò il detective al telefono.

“Ti prego di non strillare fratellino. Non so di cosa stai parlando” rispose l’altro.

“Lo sai benissimo… Parlo del tuo caso che non mi ha permesso di indagare sull’omicidio dell’uomo russo”

“Anche se fosse… Non sono cose di cui ti dovresti preoccupare”

Sherlock sbuffò infastidito ed attaccò il telefono. Incrociò le braccia al petto e chiamò il Times. Era infantile lo sapeva, ma doveva fare qualcosa per non impazzire. Quel qualcosa doveva essere contro suo fratello.


Il mattino dopo John era seduto sul divano e leggeva il giornale quando qualcosa gli catturò lo sguardo.

“Vendesi: Mycroft Holmes, alto, grasso e noioso… Sherlock non puoi vendere tuo fratello sul giornale!”

“Perché no? È stato noioso!”

John scosse la testa annoiato e divertito. “Lo sai che è molto infantile vero? Non ne sarà molto felice…”

In effetti, alla luce del giorno, sbollita la rabbia, Sherlock si era reso conto di quanto fosse stato immaturo. Se ne pentiva veramente, ma ormai era fatta. “Tanto non lo vorrà mai nessuno…”

John ridacchiò si alzò dal divano e lo abbracciò da dietro. Sherlock si sciolse contro di lui. “Così come nessuno potrebbe mai volere te Sherl?”

“È diverso…”

“No, non lo è…”

“Lui è grasso e brutto e ha manie di controllo” John lo fece girare e alzò un sopracciglio “Ok… anche io ho manie di controllo… ma meno di lui!” il suo compagno ridacchiò e gli poggiò un lieve bacio sulle labbra.

“Sei impossibile Sherlock Holmes”

“Ma tu mi ami uguale?”

“Certo che ti amo scemo” concluse John con un sorriso. Poi non parlarono per un po’, troppo intenti a baciarsi e completamente ignari di ciò che stava accadendo in un’altra parte della città.



Il detective ispettore Lestade stava bevendo un caffè su una panchina del parco leggendo il giornale quando vide l’articolo. Non c’era dubbio chi ne fosse l’artefice, ridacchiò desiderando di poter vedere l’espressione di Mycroft quando se ne fosse accorto. Non immaginava che ci sarebbe sul serio riuscito.

Un ombra gli si parò davanti poco dopo e lui alzò gli occhi sorpreso. Mycroft Holmes era di fronte a lui, alto, bello, elegante come sempre nel suo impeccabile vestito su misura. Ormai l’ispettore aveva smesso di domandarsi se c’era un qualche motivo per cui Mycroft insistesse a portare cravatta, camicia, panciotto e giacca anche d’estate. Era semplicemente nella sua personalità.

“Buongiorno Detective Ispettore” disse l’uomo, cortese come al solito “È inusuale trovarla qui a fare colazione, non deve lavorare?”

“Buongiorno anche a lei Mr Holmes. A dire il vero no, oggi è il mio giorno libero” rispose il detective sorridendo e facendogli segno di sedersi accanto a lui. “Viene qui spesso?”

“Mi chiami pure Mycroft, ci conosciamo da anni è il minimo… Comunque vengo qui eccezionalmente, quando il mio lavoro me lo permette…”

“Bene allora io sono Greg. È una fortunata coincidenza direi. Stavo proprio pensando a te Mycroft”

“Per quale motivo Gregory?” L’ispettore sorrise all’uso del suo nome completo.

“Non hai visto il giornale? Che cosa hai fatto a Sherlock se posso chiedere?”

Mycroft sembrava confuso così l’altro gli mostrò il quotidiano. Il politico sembrò arrossire, poi arrabbiarsi, poi fece un espressione ferita. Greg ne era affascinato.

“Pare che il mio infantile fratello non abbia nulla da fare se non umiliarmi” disse rassegnato.

“Sherlock non fa mai nulla senza un motivo… anche se stupido”

Non sapeva nemmeno lui perché ma Mycroft si ritrovò a spiegare all’ispettore gli avvenimenti, sorvolando sulle informazioni che già aveva conosciuto durante il caso e quelle top secret. Il politico si ritrovò sollevato di poter parlare con qualcuno. Si ritrovarono a parlare di più cose del previsto, avevano più passioni in comune di quanto fosse possibile credere.

Senza sapere chi lo aveva proposto si ritrovarono a passeggiare per il parco, pranzare insieme, parlare del più e del meno. Mycroft propose di continuare la piacevole giornata al cinema, c’era un nuovo film d’azione che entrambi volevano vedere. Usciti dal cinema continuarono a chiacchierare. Mycroft non si era mai trovato così a suo agio con una persona in tutta la sua vita.

Pareva che entrambi avessero dimenticato l’articolo completamente. A fine giornata si ritrovarono a casa del politico, era una bella casa a due piani, non la villa che ti aspetteresti dal Governo Inglese in persona, una casa normale, con mobili normali, niente servitù (solo una domestica che andava a fare le pulizie ogni due giorni) ed il solito disordine familiare che si poteva trovare in casa di un uomo single.

Greg era veramente felice di poter vedere questo aspetto della vita dell’altro uomo solitamente così glaciale e farlo aprire. Aveva desiderato fin da quando lo aveva conosciuto di poter vedere quel lato di lui che lo rendeva un essere umano e non l’uomo di ghiaccio che tutti credevano.

Fu seduti nel salotto di Mycroft, entrambi vicini sul divano, bicchieri di brandy in mano, che finalmente il politico si ricordò dell’articolo e si incupì un po’.

“Gregory… Non vorrei trattenerti oltre… Non era mia intenzione occupare tutto il tuo giorno libero…”

“Scherzi Mycroft? Mi sono divertito molto di più con te che in tutti gli altri miei giorni liberi o non…” Si avvicinò a lui e gli poggiò una mano sul ginocchio “Lo so che ti preoccupa qualcos’altro, puoi nasconderlo quanto vuoi ma sono pur sempre un ispettore di polizia”

Il maggiore degli Holmes fissava scioccato la mano del detective. Erano anni che qualcuno non apprezzava la sua compagnia e lo toccava in un modo così familiare. Nessuno osava prendersi certe confidenze, nessuno vedeva oltre la sua maschera di uomo di ghiaccio, nessuno tranne Greg a quando pareva.

“Ripensavo all’articolo… Mio fratello mi odia a tal punto da volermi vendere e descrivere in tale maniera… Non devo aver fatto un bel lavoro con lui... E poi… Chi mai mi vorrebbe dopo tutto?”

Greg gli prese il viso tra le mani, lo guardò negli occhi e disse la cosa che desiderava poter dire da quando aveva letto il giornale quella mattina. “Io”

Era una parola sola, una semplice parola monosillabica che conteneva tutto l’amore e i desideri repressi che aveva provato fin quasi da subito verso l’uomo di ghiaccio.

Mycroft lo guardava senza parole, la bocca leggermente aperta dallo stupore. Greg decise di cogliere al volo l’occasione e se ne appropriò. Le sue labbra coprirono quelle del politico in un bacio cauto a labbra aperte, lasciando all’altro la possibilità di approfondire il contatto.

Dopo un attimo di indecisione, Mycroft gli cinse il volto con le mani e premette con forza le loro bocche, le mani di Greg si strinsero attorno alla vita del suo nuovo amante? Fidanzato? Qualunque cosa fossero appena diventati… Le loro lingue si incrociarono a metà strada e si avvinghiarono tra loro in una danza che pareva eterna.

Si staccarono dopo un po’, le labbra che iniziavano ad arrossarsi per i baci. “Resta?” Chiese il politico esitante.

“Con molto piacere” fu la pronta risposta. I loro corpi si riavvicinarono, sembrava fossero calamite inevitabilmente attratte tra loro, sembravano volessero sparire l’uno nel corpo dell’altro, diventare uno.


“Lestrade, a che devo il piacere di questa telefonata? Hai un caso per me?” chiese Sherlock infastidito. L’ispettore lo aveva chiamato proprio mentre stava per chiedere a John se voleva andare a letto, non gli andava di sentire l’Ispettore, era già abbastanza annoiato che suo fratello non avesse dato segni di rabbia per via dell’articolo.

“Volevo dirti che sei un idiota”

“Cosa?” doveva certamente aver sentito male.

“Non si vende il proprio fratello sul giornale dopo tutto ciò che ha fatto per te… Comunque sai una cosa? Non è affatto grasso, anzi direi proprio il contrario, non tutti siamo scheletri come te!”

“E tu che conoscenze pretendi di avere in campo Lestrade?”

“Molte più di te in questo momento fratellino…” disse la voce affannata di Mycroft in sottofondo. Sherlock poteva sentire… era un gemito quello? Spalancò gli occhi.

“Non… Oddio! Mi hai chiamato mentre… Che schifo! Cancellare, cancellare!” sentì le risa degli altri due poco prima di attaccare il telefono.

Questo era il motivo per cui odiava rispondere e chiamare le persone con il telefono.

“Chi era? Greg?” chiese John entrando in camera da letto dove Sherlock sedeva ancora disgustato “Stai bene?”

Sherlock annuì. “Pare che qualcuno che vuole mio fratello ci sia dopotutto…”

“Di che stai…? Oh!” John guardò a bocca aperta il telefono in mano al detective “Beh! Buon per loro direi!” Il detective non pareva contento ma lasciò perdere. Furono necessarie vari round di sesso con John prima di riuscire completamente a cancellare dalla propria testa l’idea di suo fratello che faceva l’amore con Lestrade mentre parlava al telefono con lui.

   
 
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