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Autore: G RAFFA uwetta    09/01/2015    2 recensioni
Mi sono sempre chiesta come Babbo Natale scegliesse le sue renne. Questa è la storia di Buddy e di come è diventata una renna volante.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La renna di Babbo Natale

 

L'aria tersa di fine giornata si colora di rosso. Le pietre, coperte dai licheni freschi di stagione, pungono lì dove il piccolo corpo giace stanco.

Il muso adulto pungola l'esserino spronandolo ad alzarsi. Membra scosse dal torpore mugolano infastidite. Un liquido nauseante si va ad essiccare, mischiato alla saliva premurosa di un'adulta renna.

Occhi colmi di sonno si aprono alla nuova vita, osservando circospetti la radura.

Finalmente, dopo l'ennesimo disperato colpo di naso della mamma, quattro zampette esili tremano nel tentativo di sostenere il resto del corpo. Un passo, un altro, i primi germogli verso l'indipendenza.

Con passo malfermo il cucciolo segue la madre fino all'interno del rumoroso branco, che accoglie con felicità il nuovo venuto. Annusato e palpeggiato da tutti il piccolo di renna si accoccola arruffato vicino alla madre per bere avido la sua prima poppata.

All'ombra del sole estivo cresce indisturbato, lasciandosi alle spalle il latte materno per un pasto più solido. La madre, premurosa, gli lascia sempre i germogli più teneri, che scopre con le possenti zampe.

Il cucciolo cresce circondato dal branco, dove altri giovani esemplari zampettano curiosi di scoprire il mondo.

E' giunto il tempo di abbandonare le ricche riserve per spostarsi più a nord, attraversando valli e seguendo percorsi impervi. Lungo le sponde del freddo fiume vedono dissetarsi bizzarre creature dai denti affilati. Il capo branco li guida lontano, attraverso la boscaglia, dove i sentieri si inerpicano a strapiombo. Dall'alto le creature sottostanti non fanno così paura.

L'inverno rigido cala la sua coltre, improvviso, gelando il brullo terreno. I duri zoccoli raschiano in cerca del prezioso cibo, mentre i giovani si accodano per imparare dai grandi.

Solo il più piccolo rimane indietro, distratto dalle novità. Prima un fiocco di neve danzante, poi un batuffolo di pelo bianco saltellante, poi un profumato fiore dimenticato in un cespuglio ormai spoglio.

Preso dall'esplorazione, non si accorge della sera che cala repentina.

Lontano dal branco, sbuca al limitare di un prato dove strane luci danzano al soffio del freddo vento. Incuriosito si nasconde dietro un grosso tronco quando uno strano rumore lo mette in allerta. Una di quelle strane rocce colme di luce si spalanca e dal ventre ne escono delle renne adulte con dei maestosi palchi. Strani filamenti pendono dai forti colli per finire tra le fauci di un essere tutto rosso come il sole morente.

- È Babbo Natale - dice una voce dolcissima alle sue spalle, facendolo sobbalzare spaventato - insieme alle sue renne volanti. -

Come a conferma, dopo uno schiocco, le renne scattano in avanti prendendo la rincorsa per poi, con un balzo, librarsi nel cielo stellato, libere come le libellule lungo i torrenti più a valle.

Con gli occhi pieni di stelle e renne, non presta attenzione ai rimproveri della madre, dichiarando infine:

- Sarò la renna di Babbo Natale. -

Un sospiro rassegnato arriva dall'animale più grande. Con decisione lo sospinge per fare rientro al branco. In lontananza giungono i latrati affamati di un gruppo di lupi.

La vita scorre lenta. Le stagioni si susseguono senza scosse. I cuccioli crescono lasciandosi alle spalle l'irrequietezza.

Solo una renna brilla per la sua diversità.

Dove gli amici passavano il tempo a seguire le orme del capo branco imparando a riconoscere le tracce dei nemici, lui passava ore a rimirarsi negli specchi d'acqua. Come se osservandosi spesso le corna spuntassero più alla svelta. Invece di comprendere come procurarsi cibo, nelle lunghe notti invernali, corre tra la vegetazione spiccando salti degni di uno stambecco.

Percepisce viva l'ilarità dei suoi simili, ma caparbio asserisce che per lui il futuro è stato scritto dalle stelle. Quelle stelle che scruta bramoso alla ricerca di un segno tangibile per come concretizzare il suo sogno.

È perso in una di queste fantasticherie quando si rende conto dell'ululato di un lupo a poca distanza.

Guardandosi intorno si accorge che tra lui e il branco vi sono una decina di lupi. Immobile spia attraverso il fogliame quei musi lunghi rovistare ed annusare freneticamente il suolo e l'aria. Percepisce l'ingordigia aumentare insieme alla frustrazione della fame insaziabile.

Il silenzio viene squarciato da alcuni richiami allarmati di renna. I bramiti si susseguono mettendo in allerta i lupi che, con le orecchie ritte, si acquattano in attesa. Dal folto della foresta la madre, della nostra sciocca renna, fa sentire il suo accorato richiamo. Dal profondo della gola avverte salire il suo urlo che prontamente cerca di ricacciare indietro. Ormai gli zoccoli possenti della renna sono udibili e già il fogliame si muove in sincronia con i passi.

I lupi strisciano dentro i cespugli spinosi pronti a tendere l'agguato.

La paura inchiodava Buddy, questo il buffo nome che la madre gli aveva affibbiato. Il cuore galoppa frenetico nel petto ripercuotendosi nelle orecchie assordandolo. Vuole urlare, agitarsi, avvertire la madre, ma, annichilito, non riesce nemmeno a pensare.

E quando scorge il manto castano a pochi metri dalle fauci spalancate dei lupi che qualcosa di ancestrale si muove in lui.

Vecchi ricordi, sepolti nella mente sconvolta, affiorarono lentamente dandogli la giusta direttiva per poter salvare la madre.

Scalpitando sulla pietra viva, emettendo sbuffi fumosi di fiato, distrae il branco abbastanza da farli accorgere della sua presenza. Mosso dall'istinto struscia il dorso del corpo lacerando lo spesso manto procurandosi una lieve ferita.

Nel silenzio ovattato della neve, la prima goccia cade facendo un boato che riscuote fino alle fondamenta il terrore della renna. Guardando per l'ultima volta il profilo materno, spicca un balzo verso i lupi per poi voltare repentinamente contro vento, lasciando che la scia dell'odore del sangue vivo impregni l'aria.

Senza voltarsi corre con tutto il fiato in corpo, corre fino a quando le zampe reggono, corre fino a quando i polmoni collassano lasciandolo sfinito ai piedi di una radura.

Striscia al centro dello spiazzo mentre i lupi affamati lo circondano irrequieti. A turno avanzano, per poi retrocedere difronte agli zoccoli.

Maestosa la renna, con le ultime volontà nelle membra, si erge sovrastando i lupi sfidandoli per l'ultimo assalto. Inclina il capo mostrando orgoglioso il forte palco intricato e tagliente sbuffando sonoro tutto il suo ardore.

I lupi raschiavano il duro terreno ringhiando e sbavando dalle fauci serrate.

Per un lungo istante la vita sembra congelarsi.

Poi, con un lungo salto, il lupo più grosso spicca il volo concentrandosi sulla tenera carne del dorso della renna, che schiva in tempo l'attacco per poi cadere rovinosamente in terra dalla stanchezza.

È in quel momento che si avverte un forte scoppio.

Ai margini della vegetazione degli esserini muovono i bastoni lungo le venature delle piante producendo un fastidioso rumore che innervosisce i lupi.

Una figura colorata di rosso svuota una cesta nella soffice neve. Carne succulenta macchia il candore del terreno attirando su di se i famelici lupi. Questi vi si fiondano scodinzolando ed abbaiando felici come fedeli cagnolini addestrati.

La renna, con un ultimo barlume di lucidità, cerca di rialzarsi per affrontare il nuovo nemico. Nella nebbia della stanchezza avverte una delicata mano accarezzare il manto del lungo collo.

Una voce profonda sussurra: - Il tuo coraggio verrà premiato giovane renna. -

Detto questo nella valle risuona la risata piena della figura. Con uno schiocco magico svanisce lasciando dietro di se il suo strascico sonoro e dei lupi sazi.

La renna non fece più ritorno al branco. Le sue gesta vennero cantate per secoli dai lupi che, ululanti alla luna, raccontano di come il giovane Buddy divenne una delle renne di Babbo Natale.

 
   
 
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