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Autore: FairyQueen78    09/01/2015    61 recensioni
Secondo voi potevo risparmiarvi l'ennesima FF-sequel di Inuyasha? Ovviamente no! :-P
In tanti prima di me hanno detto la loro e io non potevo essere da meno! ;-)
Si fa presto a dire “E vissero tutti felici e contenti”, ma che succede in realtà dopo la parola FINE di una storia. Ciò che sulla carta è una fine, nella vita reale è un nuovo inizio e allora perché non provare a dare una sbirciatina in quello che ci è stato presentato come “il futuro” dei nostri personaggi preferiti? Sarà davvero tutto rose e fiori?! Felici e contenti per tutta l'eternità?! O dietro l'angolo li aspetterà qualche nuova avventura?!
Mettetevi comodi perché, vi avviso, non sarà una storia breve! Questa volta ho proprio voglia di fare le cose con calma. Spero di non annoiarvi troppo. ^_^
RATING ARANCIONE a partire dal capitolo 12.
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome
Note: Lemon, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pre-angolo dell'autrice

Eccoci, ci siamo! Siamo arrivati all'ultimo (?) capitolo di questa storia che mi ha impegnata per quasi un anno... Non riesco a crederci! O.O Riuscirà la vostra Fairy a deludervi proprio sul finale??? Temo proprio di sì T_T Aiuto, sono terrorizzata!!! No, ho cambiato idea, non ve lo faccio leggere!!! >.< Nooo, dai, non puoi, Fairy! ^^' I numerosi e immeritati fan della tua storia attendono, non puoi deluderli. *^* Settimana dopo settimana siete diventati tantissimi, non me lo aspettavo davvero, mi avete fatto felicissima e vi ringrazio davvero tutti di cuore per il sostegno e l'incoraggiamento su ciò che vi è piaciuto; le osservazioni e le domande su ciò vi ha lasciato perplessi (mi scuso se non sempre vi ho risposto in maniera esaudiente, ma non volevo spoilerare troppo :P) che in alcune occasioni mi hanno concesso di aggiustare un po' il tiro; l'aver sopportato il fatto che sicuramente, tentando un evoluzione dei personaggi, a tratti più o meno ampi vi saranno sembrati anche OOC, ma nonostante questo in molti vi siete “affidati alla mia follia” e avete accettato di lasciarvi guidare in quella che è la mia personalissima visione del post-manga e che non ambisce ad essere niente più di questo. E infine mi scuso con chi invece non ha apprezzato, trovando i personaggi troppo diversi, posso solo dire che ho cercato di fare del mio meglio, ma non sempre è facile tradurre in parole ciò che si ha in testa.

Basta chiacchiere! Vi lascio alla storia e ci sentiamo dopo... mentre voi leggete io vado a recuperare l'attrezzatura antisommossa XD

Buona lettura ^_^

Fairy


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Cara mamma,

come passa veloce il tempo! Questi ultimi mesi sono volati! Mi sembra ieri che è nato Masaru e invece ormai siamo già in estate. Il tuo nipotino ha iniziato a gattonare e ci tiene svegli per colpa dei dentini... Povero tesoro, ho l'impressione che con le zanne sia ancora peggio, cerca di rosicchiare qualsiasi cosa gli capiti a tiro... il problema è che ci riesce! Ma a parte questo sta bene e per ora sta crescendo al ritmo di un bambino normale, Inuyasha dice che è stato così anche per lui, evidentemente madre natura sa il fatto suo: con una madre umana non può certo permettersi un'infanzia lunga come quella di un demone (Shippo è cresciuto pochissimo da quando lo conosco), deve rendersi indipendente in fretta.

Qualche giorno fa ci siamo presi una piccola vacanza, per così dire: con Miroku, Sango e i bambini siamo tornati alla ex-tomba del Nue, per controllare la situazione. I sigilli e la barriera che avevamo apposto a protezione del tempio e del goshintai tengono bene, ma hanno bisogno di essere rinnovati di quando in quando. C'è ancora una gran desolazione che non invoglia nemmeno la gente in fuga dalle guerre a tornare a popolare quel luogo, che infatti è ancora disabitato, ma lentamente la vita inizia a tornare, nella vegetazione e tra i piccoli animali del bosco. Come c'era da aspettarsi, il mare e la spiaggia sono stati i primi luoghi a recuperare un aspetto normale... Avessi visto la faccia di Masaru quando ha visto il mare! E' rimasto a fissarlo incantato e poi di colpo ha iniziato a lanciare gridolini e a sgambettare felice in braccio a Inuyasha: era pronto a buttarsi dentro senza nessuna paura! Coraggioso e incosciente come il suo papà! Però anche le gemell...


 

- Aaahhh!!! Nooo! Masaruuu!!! - la interruppe il grido di Rin, seduta al tavolino di fianco a lei, intenta nei suoi esercizi di calligrafia.

Kagome si guardò intorno alla frenetica ricerca di suo figlio, che fino a un attimo prima pisolava tranquillo nel futon, mentre la zuppa per il pranzo già bollicchiava sul fuoco, e lo individuò quasi subito, come c'era da aspettarsi, intento a rosicchiare la zampa del tavolino tra lei e Rin, silenzioso e circospetto come solo suo padre riusciva ad essere, quando voleva.

- Nooo... tesoro... - si lamentò Kagome – Quante volte devo dirtelo: non si fa! - lo rimproverò prendendolo tra le braccia, nonostante le proteste del bimbo – Oh che disastro! Di questo passo prima dell'inverno ci vorrà un tavolino nuovo! - sbottò guardando sconsolata i segni dei denti di suo figlio che ormai ricoprivano tutte e quattro le zampe del tavolo.

Il bimbo fece un faccino triste, senza staccare gli occhi dall'oggetto del suo desiderio, e tirò su col nasino un paio di volte prima di scoppiare a piangere disperato.

- Sono ancora le zanne, Signora Kagome? - chiese Rin preoccupata

- Sì, Rin... - rispose sconsolata Kagome guardando rapidamente nella bocca spalancata di suo figlio e notando due piccolissime puntine bianche fare capolino dalle gengive arrossate, ai lati degli incisivi che erano già perfettamente usciti.

Si alzò con Masaru urlante tra le braccia e andò ad aprire uno dei vasetti della cucina:

– Mi domando quanto ancora andrà avanti questa storia... Tieni, tesoro, questo puoi morderlo! - sussurrò al suo bambino mostrandogli un pezzetto di legno chiaro.

Appena Masaru lo vide smise subito di piangere e lo afferrò felice mettendoselo in bocca.

– Speriamo bene... abbiamo quasi finito la radice di iris... - mormorò Kagome lanciando un'occhiata preoccupata all'interno del vasetto, prima di richiuderlo – Se ti fanno male i dentini devi dirmelo, Masaru... devi dire “Mamma, bua!”... prova... BUUAA! -

Masaru la guardò curioso, mentre schiacciava tra le gengive infiammate la sua radice, le rivolse un sorriso radioso con i suoi quattro dentini ed esclamò felice:

- Mamma! -

Kagome non riuscì a trattenere un sorriso.

- Certo che adesso lo dice proprio bene, eh! - esclamò Rin sorridendo orgogliosa.

- Eh già!- sospirò Kagome.


 

Poche settimane prima, stava facendo il bucato nel fiume davanti a casa, quando Inuyasha l'aveva raggiunta, con Masaru tra le braccia, impaziente di riavere la sua veste rossa.

- Un po' di pazienza, tesoro, te la sto lavando. Tanto fa caldo, puoi restare con lo yukata per oggi, no?! - gli aveva risposto senza nemmeno voltarsi, presissima dal suo lavoro.

L'aveva sentito rispondere con un grugnito poco convinto e poi, come un fulmine a ciel sereno, la vocetta di suo figlio s'era fatta sentire:

- MAMMA!!! - aveva gridato di colpo, facendola trasalire e mozzandogli il fiato.

Poco c'era mancato che la veste di Inuyasha venisse trascinata via dalla corrente: s'era voltata di scatto, mollando tutto, ed era corsa ad abbracciare il suo bambino, con le lacrime agli occhi, strappandolo dalle braccia di suo padre, che lo guardava sconvolto, e riempiendolo di baci:

- Sì! Sì! Amore mio... Sono la mamma! Sono la mamma! - aveva mormorato piangendo di gioia – Hai sentito, Inuyasha?! Mi ha chiamato Mamma! Mi ha chiamato Mamma!!! -

Ma Inuyasha non la stava più ascoltando:

- Masaru! Masaru, guardami! Io sono papà! Prova a dirlo, dai! PAAPA'! Dai, non è difficile! PA-PA'! - aveva gridato emozionato, cercando di attirare l'attenzione di suo figlio che li guardava entrambi prima perplesso e poi divertito come per dire “Ma che è successo? Qualcosa di bello?” - Dai, Masaru! PA-PA'! - aveva insistito Inuyasha.

Masaru gli aveva sorriso e aveva ripetuto felice:

- MA-MA'! - tutto soddisfatto come per dire “Era questo che volevi, papà?! Sono stato bravo?”

- Nooo... PA-PA'! - aveva insistito disperato – Lei è la mamma, io sono papà!! - aveva cercato di spiegargli indicando prima Kagome e poi sé stesso – Riprova: PA-PA'! -

Il bambino gli aveva sorriso di nuovo ripetendo:

- MA-MA'! -

- Dagli tregua, Inuyasha! Ha appena detto la sua prima parola, gioiamo intanto di questo... per la seconda ci sarà tempo, vero Masaru?! - era intervenuta Kagome ancora raggiante.

- Mmhh... Parli bene tu... perché ha detto Mamma... se avesse detto Papà... - aveva smucciato scontento e, ovviamente, aveva passato i giorni successivi cercando con ogni mezzo di strappare un “Papà” a suo figlio, ma senza successo.


 

- Allora Masaru, hai capito?! BU-A! E' così che devi dire. - ricominciò a spiegargli Kagome.

- MA-A! - ripeté Masaru soddisfatto, Kagome scoppiò a ridere, ma quando tornò a guardare il visetto di suo figlio lo trovò di colpo serio, poi sorrise di nuovo, si voltò verso la porta chiusa e cercò di slanciarsi felice in quella direzione.

- Masaru... che succede? Calmati, tesoro! - esclamò Kagome stupita da quella reazione.

- Ma... ma... - ripeteva il bambino emozionato

- Tesoro, sono qui. Cosa c'è? - chiese perplessa Kagome

- Ma... pa... - insistette Masaru – pa... pa... -

- Ha detto “papà”! - esclamò Rin stupita

- Pa... pa... - insisteva ancora Masaru

Da fuori si sentì il placido uggiolino di Kuro e Shiro, Kagome conosceva bene quella reazione dei suoi lupi, facevano sempre così quando era di ritorno Inuyasha e infatti di lì a pochi istanti la voce del padrone di casa si fece sentire:

- Kagomeee... sono tornato! - gridò dal prato davanti a casa

- Allora aveva detto proprio... - esclamò Rin, ma Kagome le fece segno di stare zitta, mettendosi un dito davanti alle labbra: se dopo i calci, Inuyasha avesse scoperto di essersi pure perso il primo “papà” di suo figlio sarebbe successo il finimondo! Adesso sarebbe entrato da quella porta, suo figlio gli avrebbe gridato “Papà” e lui avrebbe camminato a un metro da terra per almeno una settimana. Semplice e indolore, uno di quei casi in cui l'ignoranza è un bene!

- Ehilà c'è nessuno?! - ripeté Inuyasha allegro aprendo la porta scorrevole – Dov'è il mio cucciolo?! -

“3... 2... 1...” pensò Kagome incrociando le dita

- Mamma! - esclamò felice Masaru tendendo le manine verso Inuyasha.

Poco ci mancò che Kagome finisse per terra.

Inuyasha, ignaro di tutto, sospirò rassegnato, senza però riuscire a trattenere un sorriso:

- Papà, tesoro! Sono papà! Quand'è che imparerai? - lo canzonò prendendolo tra le braccia

- L'ho sempre detto che è un bambino intelligente. - gli fece eco una fredda voce alle sue spalle

- Ehi! Che vorresti insinuare?! - ribatté Inuyasha scocciato

- Signor Sesshomaru! - gridò felice Rin correndogli incontro

– Allora?! Tutto a posto?! Sei stato attento alla mamma mentre non c'ero? - chiese allegro Inuyasha a suo figlio, che si stingeva felice a lui, tornando a rosicchiare la sua radice di iris.

- E voi?! Com'è andata? - gli chiese Kagome preoccupata.

- Come doveva andare, tesoro! Spazzati via in un secondo! - rispose Inuyasha soddisfatto – Aveva ragione papà: non ci ferma nessuno quando siamo tutti insieme, vero fratellone?! - aggiunse orgoglioso.

- E allora ricordatelo, idiota, prima di partire all'attacco per i fatti tuoi! - lo rimproverò con freddezza Sesshomaru – Dagli un'occhiata, Kagome. - aggiunse deciso

- Sei stato ferito?!! - gli chiese allarmata

- Bah! Quante storie! E' solo un graffio! - sbottò Inuyasha

- Sì, perché avevi l'armatura. - insistette Sesshomaru

- Ok, siediti e fammi controllare! - esclamò decisa Kagome togliendogli Masaru dalle braccia e mettendolo seduto sul tatami

- Ma ti dico che sto bene! - ribatté Inuyasha – Mi basterà riposarmi un po'... -

- Niente da fare! Se Sesshomaru si è preso da briga di riaccompagnarti fino a casa, non può essere una cosa da niente. - lo rimproverò Kagome costringendolo a sedersi mentre recuperava alcuni vasetti di erbe medicinali dalla sua dispensa.

Inuyasha obbedì sbuffando, sfilandosi Tessaiga dal fianco, appoggiandola in un angolo e sedendosi accanto a Masaru, che lo osservava togliersi il suikan curioso, rosicchiando la sua radice. Nel frattempo Rin aveva trascinato Sesshomaru dentro casa e gli stava mostrando i suoi progressi nello studio, felice e orgogliosa come se lui la stesse riempiendo di complimenti anche se in realtà si limitava ad osservare attento e silenzioso ciò che lei gli mostrava.

- Oh santo cielo! - esclamò Kagome disgustata guardando la brutta ferita alla spalla di Inuyasha: anche se non sanguinava più era terribilmente arrossata e i margini stavano assumendo un sinistro colorito verdognolo - Che roba era? Artigli avvelenati? - chiese preoccupata sfiorandolo appena

- No, zanne. Ahi! - sibilò trattenendo a stento il dolore quando Kagome iniziò pulirgli la ferita e ad applicarvi sopra le sue erbe medicinali.

Alla parola “zanne”, come se avesse capito, Masaru si sfilò di bocca la sua radice mezza mangiucchiata e la tese a suo padre con un faccino serio, quasi preoccupato. Inuyasha gli sorrise intenerito:

- Grazie, piccolo, ma tienila tu quella. Alle mie “zanne” ci pensa la mamma. - gli rispose accarezzandogli la testolina scura. Il bimbo lo guardò poco convinto, ma poi gli sorrise e si rificcò in bocca la sua radice.

- Rimani a pranzo Sesshomaru? - gli chiese Kagome dopo aver finito di bendare la ferita di Inuyasha – Oggi, abbiamo anche Rin con noi. - precisò, sicura che così l'avrebbe invogliato a restare.

- Oggi faccio la babysitter! - esclamò orgogliosa Rin – E quando Masaru dorme, studio. La prego rimanga anche lei, Signor Sesshomaru... - mugugnò - Certo... se non ha troppi impegni... - si affrettò ad aggiungere con un visetto dispiaciuto.

L'espressione di Sesshomaru si fece di colpo più distesa, rilassata, sembrava quasi sorridesse, era quella che Kagome chiamava “l'espressione di Rin” perché solo lei riusciva a tirargliela fuori, a prima vista non era molto diversa dal solito, Inuyasha diceva che non ci vedeva differenza, eppure c'era quel qualcosa che...

- No, non ho molto da fare. - rispose semplicemente – E sia, Rin: resterò. -

- Evviva!!! - esclamò felice la bambina – Hai visto Masaru?! Oggi c'è anche lo Zio Sesshomaru! -

Masaru guardò suo zio agitando le manine felicissimo. Kagome e Inuyasha non riuscivano a spiegarselo, ma per qualche strana ragione Masaru sembrava molto affezionato allo zio, anche se in realtà non si vedevano molto spesso e Sesshomaru, ovviamente, non aveva mai fatto niente per ingraziarselo o manifestargli affetto, ma non l'aveva nemmeno mai scacciato.

Mangiarono intorno al focolare, tra le chiacchiere di Rin e le risate di Masaru che si divertiva a vedere sua madre che lo imboccava facendo l'aeroplanino, mentre Inuyasha protestava che una roba del genere ancora non esisteva e che lei gli stava riempiendo la testa di sciocchezze. Alla fine del pranzo, Kagome e Rin si recarono al fiume per lavare i piatti, Kagome era convinta che Sesshomaru sarebbe ripartito subito, invece al loro ritorno lo trovò ancora in casa che discuteva con Inuyasha della battaglia appena conclusa e dei prossimi nemici. Non fece in tempo a stupirsi di questo, che sentì Rin, al suo fianco, dargli appena di gomito e ammiccare in silenzio verso la vaporosa coda di Sesshomaru, elegantemente sistemata intorno a lui sul tatami. Solo allora Kagome si accorse del suo bambino che dormiva tranquillo, col dito in bocca, sulla pelliccia dello zio. Che fosse per quello che Sesshomaru non accennava ad andarsene? Quando lo sguardo di suo cognato incrociò il suo, Kagome gli sorrise appena notando la sua gelida occhiataccia che evidentemente doveva celare un imbarazzato “Zitta! Non dire niente!”, quindi si guardò bene dal fare commenti o qualsiasi altra cosa potesse attirare l'attenzione su ciò che stava succedendo tra zio e nipote, ma il risultato fu che Sesshomaru si ritrovò bloccato a casa di suo fratello finché Masaru non si svegliò dal suo pisolino, a pomeriggio inoltrato.

- Rin, direi che per oggi hai studiato abbastanza, che ne diresti se ci facessimo una bella passeggiata alla ricerca di iris? - propose Kagome mentre serviva il tè a tutti, dopo aver allattato Masaru.

- Verrei volentieri, ma avevo promesso alla nonna che non sarei tornata tardi. - rispose rammaricata la ragazzina - Dice che ormai sono quasi una signorina e che non è bene che io giri da sola... ma non ho capito che vuol dire. - aggiunse perplessa.

Kagome le sorrise, anche se Rin aveva assistito spesso lei e Kaede durante i parti, c'erano ancora tante cose che non sapeva su certe questioni, ma finora non aveva manifestato particolari curiosità: anche se esteriormente iniziava a crescere, dentro era ancora una bambina.

- A che ti servono gli iris? - chiese curioso Inuyasha

- Per Masaru e le sue zanne, tesoro, se non vuoi che ci distrugga casa. - rispose sconsolata indicando le zampe del tavolino coperte di graffi e segni di denti.

Parlando di suo figlio le venne spontaneo far correre lo sguardo intorno, alla sua ricerca, e di colpo impallidì trattenendo il fiato e indicando, con un dito tremante, qualcosa alle spalle di Inuyasha: Masaru era gattonato, zitto zitto, fino all'angolo della stanza dove Inuyasha lasciava sempre Tessaiga, e adesso il bimbo la stringeva soddisfatto tra le manine paffute rosicchiandone l'elsa tutto felice.

- No! Masaru! Piccola peste! - sibilò Inuyasha allungandosi sul pavimento e afferrando la sua spada per il fodero – E' pericoloso! Lasciala! - ordinò cercando di strappargliela di mano con uno strattone. Mossa sbagliata: tutto ciò che ottenne fu il fodero, mentre la spada rimase saldamente tra le manine di Masaru, che continuava a morderne l'impugnatura soddisfatto.

- Inuyasha!!! - gridò Kagome terrorizzata all'idea che suo figlio si tagliasse, anche se di norma Tessaiga non era molto affilata.

Non fece in tempo a consolarsi con quel pensiero, però, perché la lama di Tessaiga iniziò a pulsare e la spada sprigionò di colpo tutto il suo potere acquisendo la sua forma demoniaca.

- Inuyashaaa!!! - gridò ancora più terrorizzata Kagome

- Maledizione! - imprecò il mezzodemone scattando in piedi insieme a Sesshomaru. L'avevano quasi raggiunto quando la spada pulsò di nuovo e la lama divenne rosa, bloccandoli di colpo dallo stupore.

- Ma che diavolo... - sussurrò Inuyasha incredulo

- Masaru, lasciala! - ordinò deciso Sesshomaru, non c'era rabbia nella sua voce, ma il bimbo lo guardò per un istante preoccupato prima di rivolgergli un'espressione triste e scoppiare a piangere lasciando cadere a terra Tessaiga, che riacquistò all'istante il suo aspetto normale.

Kagome corse subito a prendere suo figlio tra le braccia, mentre Inuyasha recuperava la sua spada e la rimetteva al sicuro nel fodero.

- Quante volte t'ho detto di non lasciarla in giro! - lo rimproverò Kagome stringendo a sé Masaru ancora piangente – Sshhh... No, tesoro, non è successo niente, per fortuna... lo zio non è arrabbiato, vero? - chiese rassicurante a Sesshomaru che guardò il nipotino con un'ombra di rammarico negli occhi.

- Ma certo che no! - rispose Rin al posto suo - Non piangere, Masaru. Lo Zio Sesshomaru fa molta più paura quando si arrabbia, fidati! - cercò di tranquillizzarlo prendendolo per la manina.

Il bimbo smise di piangere guardando il sorriso rassicurante di Rin, ma lanciò un'altra occhiata preoccupata allo zio che distolse lo sguardo e sospirando appena gli mise una mano sulla testolina. Il primo vero gesto affettuoso che gli avesse mai rivolto! Masaru lo guardò di nuovo e gli rivolse un sorriso radioso al quale Sesshomaru concesse addirittura “un'espressione di Rin” prima di affermare semplicemente:

- Non farlo più -

- Non riesco a crederci... - mormorò sbalordito Inuyasha rigirandosi la sua spada tra le mani - ... insomma, non era più successo che Tessaiga si trasformasse così, vero Kagome?! - le chiese stupito estraendo di nuovo la spada, che si trasformò come al solito tra le sue mani e porgendola a Kagome.

- No... - confermò Kagome impugnando anche lei Tessaiga.

L'aspetto della spada non cambiò di una virgola, ma quando Inuyasha lasciò la presa, lasciando l'elsa interamente nelle mani di Kagome, la lama assunse di nuovo il suo triste aspetto vecchio e arrugginito.

- E' ovvio, senza il potere di Masaru. - rispose semplicemente Sesshomaru

- Ma anche se io e Kagome la impugniamo contemporaneamente non funziona! Il potere purificatore non si è più manifestato! - ribatté Inuyasha

– Te lo ripeto, fratello scemo: quel potere non dipende da te e da Kagome, ma da vostro figlio. Anche quella volta, Kagome fu un semplice strumento nelle mani di Tessaiga e di Masaru. Mi sembrava evidente. - rispose laconico.

- Vuoi dire che... in realtà è stato Masaru... solo Masaru a sconfiggere tutti quei Nue??!!! - chiese incredula Kagome.

- In pratica sì. - rispose di nuovo Sesshomaru – Ma credevo lo sapeste. Non è per questo che l'avete chiamato Masaru? - aggiunse poi sollevando appena un sopracciglio, perplesso.

- Beh... Non esattamente... - mormorò Kagome pensierosa, guardando il visetto di suo figlio che le sorrideva quasi come nel suo sogno; “Io sono Masaru” era così che le aveva detto, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.

- Ma se si è attivata la Tessaiga purificatrice, con il solo tocco di Masaru, questo significa che... non ha ereditato solo il mio sangue demoniaco, ma anche i poteri spirituali di Kagome?! - chiese perplesso e stupito Inuyasha.

- Un demone con dei poteri spirituali... - mormorò incredula Kagome – ma è davvero possibile una cosa del genere? -

- Evidentemente... - rispose semplicemente Sesshomaru – Bene. E' ora che me ne vada. Rin, vieni, ti accompagno a casa. - aggiunse poi avviandosi deciso verso la porta.

- Sì! - esclamò la ragazzina pronta a seguirlo – A domani, Signora Kagome, e grazie per oggi. - si congedò con un inchino prima di seguire Sesshomaru fuori casa.

- Grazie a te, Rin. Ci vediamo domattina al villaggio. - la salutò Kagome con un sorriso, non vedeva l'ora di sapere l'opinione della Vecchia Kaede su quella novità – E dopo questa sconcertante scoperta... andiamo in cerca di iris?! - chiese rivolta al suo bambino che, non trovando di meglio, aveva rimesso in bocca un dito, mentre guardava Rin e lo zio che si allontanavano – Povero amore mio... per quanto tu sia speciale, resti sempre un bimbo tormentato dai dentini – mormorò intenerita baciandogli la testolina – Ci fai compagnia, papà?! Te la senti?! Come va la ferita? - chiese poi a suo marito, in piedi di fianco a lei ad osservare pensieroso suo fratello che spariva nel bosco con Rin al suo fianco.

- Bah! E' solo un graffio, te l'ho detto! Niente che mi impedisca di farmi una bella passeggiata con voi! E poi, senza il mio fiuto, col cavolo che li trovi gli iris! - la canzonò Inuyasha

- Beh, c'è sempre il fiuto di Masaru! Sai che ti ha sentito arrivare, prima?! Addirittura prima di Kuro e Shiro! - ribatté fiera Kagome recuperando il suo cestino delle erbe dalla parete di fianco alla porta

- Davvero?! E bravo il mio cucciolo! - esclamò orgoglioso prendendo Masaru dalle braccia di Kagome e mettendoselo seduto sulle spalle – Però aspetta ancora un po' prima di superare il tuo papà, eh! - precisò avviandosi felice verso il bosco insieme a sua moglie e a suo figlio.

Passeggiarono con calma lungo il sentiero che si arrampicava sul fianco della bassa montagna dietro casa loro, sulla cima della quale c'era un piccolo altopiano dove di solito, lungo il fiume che lo attraversava, crescevano spontaneamente degli iris, ben visibili a primavera, quando erano in piena fioritura, ma che adesso si confondevano con il resto della vegetazione.

- Allora, Masaru, riproviamo! PAAAPA'! - insisteva Inuyasha seduto sul prato con in braccio suo figlio, mentre Kagome sradicava iris poco distante da loro, ripulendoli dalla terra e ridacchiando sotto i baffi ascoltandoli – Dai, piccolo! Sai usare la mia spada, sai fiutare il mio odore... vuoi imparare anche a chiamarmi?!!! - sbottò spazientito.

- Abbi pazienza, tesoro, sono sicura che presto dirà anche “papà”, vedrai... - cercò di rabbonirlo Kagome quando una fastidiosa sensazione alla bocca dello stomaco la colse all'improvviso, una sensazione che non avvertiva da più di un anno ormai. Si voltò di scatto a guardare il cielo allarmata, era sereno e assolutamente sgombro fino a un attimo prima, ma adesso cupe nubi iniziavano a profilarsi all'orizzonte, avvicinandosi a gran velocità.

- Inuyasha! - gridò allarmata, ma ormai se ne era accorto anche lui e l'aveva già raggiunta con un balzo.

- Maledizione! - imprecò tra i denti - Prendi Masaru e cercate un riparo. Mi occupo io di quelle bestiacce! - esclamò deciso passandogli il bambino

- Ma non puoi! Sei ferito! - gridò Kagome preoccupata

- Niente che mi impedisca di fare a fette un paio di scimmioni mal riusciti! E soprattutto di proteggere voi! - ribatté sicuro sguainando Tessaiga

- Ma Inuyasha... - cercò di protestare Kagome guardandolo disperata.

- Vai, amore, pensa a Masaru... - le sussurrò lui con un mezzo sorriso, dandole un bacio velocissimo sulle labbra, prima di chinarsi a baciare anche la testolina di suo figlio che lo guardava preoccupato – Mi raccomando, cucciolo, ti affido la mamma! - si raccomandò accarezzandogli il visetto imbronciato.

Nel frattempo il cielo sopra di loro si era fatto nero e il canto del tordo aveva iniziato a risuonare tenue nell'aria.

- Andate! - ordinò Inuyasha indicando la fitta boscaglia ai margini della radura.

- Stai attento... - mormorò Kagome con gli occhi pieni di lacrime, prima di allontanarsi, maledicendo sé stessa per non aver portato con sé le sue frecce. Si riparò con suo figlio tra l'erba alta, sotto un arbusto fiorito, sperando che il profumo dei fiori fosse sufficiente a coprire il loro odore; era un punto da cui Kagome riusciva comunque a tenere d'occhio la situazione.

- Non aver paura, Masaru. C'è papà con noi, ci proteggerà. Vedrai com'è forte il tuo papà! - ripeteva al suo bambino, ma soprattutto a sé stessa cercando di tranquillizzarlo e tranquillizzarsi a sua volta mentre la paura l'assaliva: quanti sarebbero stati questa volta? E se non si fossero mostrati? Se avessero attaccato solo con il loro grido? Inuyasha sarebbe stato alla loro mercé... e Masaru?! Che effetto avrebbe avuto su di lui, così piccolo?! A questo pensiero si mise suo figlio sulle ginocchia e gli cinse la testolina con le mani, coprendogli le orecchie e cercando di proteggerlo col suo potere, mentre osservava suo marito che studiava nervoso il cielo scuro, sopra di lui: un demone cane, ferito in battaglia, che nonostante questo sfodera la sua spada per proteggere suo figlio e la donna che ama... Dove aveva già sentito questa storia? Pregò con tutta sé stessa che il destino non volesse farsi beffe di loro fino a questo punto.

- Avete il coraggio di mostrarvi di nuovo, schifose bestiacce! - iniziò a gridare contro il cielo, Inuyasha, evidentemente stava cercando di provocarli per spingerli ad uscire allo scoperto, in modo da poterli attaccare – Non ne avete avuta abbastanza, allora! Siete proprio decisi a farvi sterminare! -

- Taci, insetto! - rispose una voce tonante sopra di lui – Non è certo un insulso mezzodemone come te che ci interessa, ma la tua sgualdrina! -

- Che diavolo volete da mia moglie? - ribatté Inuyasha furente di rabbia per quelle parole

- Non è evidente?! La sua testa!!! Quella maledetta femmina deve morire! - ruggì il Nue decidendosi infine a balzare fuori dalle nubi e lanciandosi su Inuyasha a tutta velocità.

- CICATRICE DEL VENTO! - gridò Inuyasha dirigendo prontamente il suo attacco contro il mostro che stava per aggredirlo e facendolo a pezzi, ma un altro Nue fu subito pronto a prenderlo alle spalle scaraventandolo a terra con una zampata.

Kagome soffocò a stento un grido portandosi una mano alla bocca. Non poteva... Non poteva restare a guardare! Si sfilò il suo anello e prese la manina di Masaru, provò a metterglielo al pollice, ma era enorme.

- Oh ti prego! Ti prego, proteggilo! Proteggi lui, almeno per un po'! - sussurrò disperata al suo anello che, come rispondendo alla richiesta della sua padrona, pulsò per un attimo tra le sue dita e si restrinse fino a fasciare strettamente il ditino di Masaru, che lo guardò un attimo perplesso prima di ficcarsi il dito in bocca e cercare di mordere quello strano oggetto.

- Masaru, ascoltami! Ascoltami bene, è molto importante: io adesso vado da papà, tu resta qui nascosto e non muoverti per nessun motivo, sono stata chiara?! - bisbigliò a suo figlio – Non devi farti vedere da quei mostri cattivi! -

Masaru la guardò senza capire, ma non c'era tempo. Kagome sperò che il bimbo le ubbidisse, o che fosse troppo preso dall'anello per curarsi di lei, gli dette un bacio sulla fronte e corse verso i Nue che avevano bloccato a terra Inuyasha e adesso lo circondavano minacciosi:

- Dov'è la tua femmina, stupido cane? - tuonavano adirati, evidentemente non riuscivano davvero a fiutare il suo odore.

- Crepa bastardo! - imprecò per tutta risposta Inuyasha cercando di divincolarsi, con il braccio che impugnava Tessaiga bloccato tra gli artigli del Nue.

- Esci fuori, donna! - sbraitò in aria il Nue – Sappiamo che ci sei! Esci fuori o quest'insetto morirà al posto tuo! -

- Fermi! - gridò Kagome – Lasciatelo andare! - aggiunse uscendo dalla boscaglia e mostrandosi a loro.

- NO! KAGOME!! - gridò Inuyasha terrorizzato ancora schiacciato sotto la zampa del Nue – Lasciami andare! Non osare toccarla, maledetto! - ringhiò furente.

Il ricordo di ciò che era avvenuto durante la battaglia conto i Nue, tornò più vivido che mai nella mente di Inuyasha: aveva quasi perso Kagome quella volta e aveva giurato a sé stesso che non sarebbe più rimasto a guardare una scena come quella, non avrebbe più permesso né ai Nue né a nessun altro di mettere in pericolo la vita della donna che amava! A qualsiasi costo.

Mentre i Nue spostavano la loro attenzione su di lei, pronti ad attaccarla, Inuyasha lasciò andare Tessaiga e facendo appello al suo sangue demoniaco ringhiò furibondo:

- SANKON-TESSOU!!! -

Il grido di dolore del Nue che lo aveva imprigionato riecheggiò nell'aria mentre questi si accasciava a terra ritirando a sé l'arto mutilato dagli artigli di Inuyasha, che nel frattempo aveva raggiunto Kagome con un balzo e adesso le si era parato davanti facendole scudo col suo corpo.

- Inuyasha... - mormorò Kagome guardando allarmata i segni demoniaci sul volto di suo marito.

- Presto, Kagome, chiama Tessaiga! - le sussurrò Inuyasha, che per riuscire a liberarsi aveva dovuto abbandonare la sua spada.

- Non posso... non ho l'anello. - rispose terrorizzata

- Preferite morire insieme, dunque?! Per noi non fa differenza, ma prima... dicci chi diavolo sei donna!!! - ruggì con astio un altro Nue, mentre quelle creature iniziavano di nuovo ad avanzare minacciose verso di loro cercando di accerchiarli, saranno state sette o otto in tutto.

- Ancora con questa storia! Ma si può sapere perché continuate a chiedermi chi sono? - sbottò Kagome sperando di distrarli e di guadagnare tempo per riuscire ad uscire da quella situazione, mentre lei e Inuyasha indietreggiavano lentamente verso il bosco.

- Non sei tu che fai domande, qui! - ringhiò un altro Nue – Rispondi, insulsa femmina umana, sei tu la predestinata, vero?! Non si spiega altrimenti la disfatta dei nostri compagni! -

- Una donna... chi l'avrebbe mai detto... - commentò sarcastico un altro Nue rileccandosi come se già pregustasse il suo sapore.

- Kagome, riesci a togliermi il rosario o almeno ad annullare il suo potere? - le chiese Inuyasha in un sussurrò mentre i Nue continuavano ad avanzare minacciosi.

- E se anche fosse?! Che problema c'è?! Siete anche maschilisti oltre che brutti?! - rispose Kagome mentre, cercando di non farsi notare, faceva scivolare una mano tra i capelli di Inuyasha fino a raggiungere il rosario sulla sua nuca e sussurrandogli tra i denti – Che vuoi fare? - ma assecondando la sua richiesta e richiamando a sé il suo potere purificatore conservato nel rosario.

- La pagherai maledetta!!! - ringhiò il Nue pronto a scagliarsi su di lei, ma venne bloccato da una vocetta alle spalle di Kagome.

- Mamma! -

Si voltò terrorizzata e vide il suo bambino gattonare, tranquillo ma deciso, verso di lei:

- NO!!! MASARUU!!! - gridò disperata

- Maledizione! - sibilò Inuyasha sentendo il panico assalirlo.

- Masaru???!!! - esclamò stupito il Nue voltandosi verso i suoi compagni che si guardavano a loro volta stupiti ripetendo quel nome.

- Masaru?!-

- Che sia lui, il predestinato?! -

- Possibile?! -

- Un moccioso?! -

si chiedevano perplessi

- Silenzio!! - ordino uno di loro – Predestinato o no, in ogni caso, morirà comunque! - ruggì lanciandosi contro di lui.

- Giù le mani da mio figlio!!! - ringhiò Inuyasha con una voce che non sembrava nemmeno la sua, lanciandosi sul Nue con un balzo e ferendolo al volto con i suoi artigli – Voi... non toccherete... la mia famiglia!!! - aggiunse con una voce sempre più cupa che sembrava uscire a fatica.

Ma bene... quanta rabbia abbiamo qua... e anche una gran voglia di uccidere” sussurrò divertito il demone nella sua testa.

“Esatto, brutto idiota! Sono pronto a sterminare chiunque osi anche solo provare a torcere un capello a mia moglie e a mio figlio! Qualcosa in contrario?!” sbottò Inuyasha furibondo

Oh no... al contrario... sembra divertente... e poi... non scordarti che sono anche la mia donna e mio figlio!” ringhiò con rabbia

“Sei con me quindi?” chiese Inuyasha

Puoi giurarci!” rispose deciso il demone

Kagome nel frattempo, aveva raggiunto Masaru e si era gettata a terra vicino a lui, stringendolo tra le braccia per proteggerlo. Quando si voltò a guardare Inuyasha impallidì di colpo: era più alto e più imponente, sarà stato più di due metri, le mani artigliate erano coperte da una folta pelliccia argentata e grossi artigli spuntavano dalla sommità delle dita contratte, ormai sembravano più zampe che mani, così come i piedi, coperti anch'essi di pelliccia, i cui talloni ormai erano veri e propri garretti e lasciavano poggiare a terra solo le dita canine; dalla parte posteriore dell'hakama, poi, spuntava una vaporosa coda simile a quella di un lupo, che si agitava nervosa, e anche il suo viso era completamente trasformato in un vero e proprio muso allungato che non aveva più niente di umano. Lo vide guardarla con la coda dell'occhio rosso e ringhiare minaccioso per un attimo prima di lanciarsi di nuovo contro i Nue e staccare la testa a quello che aveva ferito, con una sola zampata.

- Uccidetelo! - ordinò il Nue con la zampa mutilata, che lo aveva atterrato per primo – Uccideteli tutti! Non lasciatevi sfuggire il bambino! E' lui! Non può che essere lui!!! - gridò furibondo.

Altri due Nue si lanciarono su Inuyasha ad artigli sguainati, ma lui fu più rapido: li evitò abilmente con una serie di agili salti e li atterrò entrambi, squarciando loro il petto con un colpo dei suoi artigli, prima di lanciarsi sugli altri ringhiando furioso.

Kagome lo guardava senza riuscire a muoversi, paralizzata dal terrore: Inuyasha era irriconoscibile e stava abbattendo i suoi avversari uno dopo l'altro con una ferocia che non aveva mai mostrato prima. Era davvero suo marito, quello?! Il mezzodemone che amava tanto?! Il padre di suo figlio?! Strinse a sé il suo bambino atterrita, stupendosi per un attimo di vederlo stranamente calmo in quella situazione, ma non ebbe tempo di crogiolarsi in simili riflessioni perché, mentre Inuyasha era impegnato a combattere, le ultime nubi scure sopra di loro presero consistenza trasformandosi in altri due Nue e si avventarono decisi verso di lei a bocca spalancata. Chiuse gli occhi gettandosi sopra Masaru per nasconderlo col suo corpo e gridò con quanto fiato aveva in gola, ma proprio quando credeva che avrebbe sentito le zanne di quei mostri raggiungerla, un possente ringhio risuonò nell'aria e un gigantesco cane bianco si avventò sui Nue scaraventandoli sul prato poco distante da loro.

- Sesshomaru... - mormorò Kagome riaprendo gli occhi e sospirando di sollievo, con suo figlio tra le braccia. Il grosso cane si voltò appena a guardarla con la coda dell'occhio e non disse niente, ma Kagome sembrò capire al volo.

- Vogliono Masaru! Ce l'hanno con lui! - gridò disperata a suo cognato.

Sesshomaru tornò a rivolgere la sua attenzione ai mostri che si stavano rialzando e sembravano pronti a tornare all'attacco e si frappose tra loro e Kagome. Ne afferrò uno alla gola e lo schiacciò a terra con forza mentre l'altro veniva raggiunto dagli artigli di Inuyasha, che nel frattempo aveva fatto a pezzi tutti gli altri, senza pietà. Sesshomaru ringhiava minaccioso con le zanne ancora strette intorno al collo del Nue che si agitava cercando di liberarsi, ma il Demone Cane sembrava deciso a trattenerlo in quella posizione in attesa che il veleno delle sue zanne iniziasse a fare effetto su quel mostro.

Sembrava finita, ma Kagome non riusciva a staccare gli occhi da Inuyasha che adesso avanzava piano verso di lei, con le mani che grondavano sangue, ringhiando sommessamente e ansimando appena, mentre la guardava con due terrificanti occhi rossi. Avrebbe voluto urlare, ma il terrore le aveva tolto la voce. Che sarebbe successo? Avrebbe ucciso anche lei e il loro bambino? A quel pensiero strinse ancora più forte a sé Masaru, ma si stupì sentendolo divincolarsi e lanciare gridolini felici ed emozionati in direzione di Inuyasha che ormai li aveva raggiunti e si era accucciato vicino a loro sporgendosi verso di lei e ringhiando di nuovo a pochi centimetri dal suo viso. Le sembrò d'essere sul punto di svenire, quando vide Masaru tendere le manine verso Inuyasha e balbettare felice:

- Ma... ma... pa... Pa-pà! -

Inuyasha si voltò verso di lui e iniziò a uggiolare, socchiudendo gli occhi e lasciandosi toccare il muso dalle manine di suo figlio prima di allungare le braccia verso di lui per stringerlo a sé, stando però attento a non toccarlo con le mani insanguinate. Una tenue luce azzurra si sprigionò dalle manine di Masaru e, sotto il tocco di suo figlio, Inuyasha iniziò a riacquistare il suo solito aspetto, il muso rientrò e i peli sparirono lentamente insieme ai marchi demoniaci mentre anche quell'uggiolio venne gradualmente sostituito dal dolce mormorare della sua voce calda e roca:

- Ce l'hai fatta... Ce l'hai fatta, piccola peste! - sussurrava felice al suo bambino con le lacrime agli occhi – Sì... sono papà... sono il tuo papà... e ti proteggerò sempre! - concluse stringendolo forte a sé mentre il bimbo ripeteva felice:

- Papà! Papà! -

Infine Inuyasha tornò a rivolgersi a sua moglie e le sussurrò amorevole:

– Allora, come stai? Tutto a posto? - le chiese preoccupato

- I-io... T-tu... - balbettò Kagome senza riuscire a rispondere – T-tu... s-stavi... ringhiando... - mormorò con un filo di voce.

- Davvero?! - le chiese sorridendole appena – Scusa, non volevo... Ti stavo solo chiedendo se stavi bene. - le spiegò rammaricato.

Kagome annuì guardandolo ancora spaventata:

- M-ma tu... avevi... perso il controllo? - riuscì a chiedergli incerta.

Inuyasha la guardò accigliandosi un attimo, quasi offeso da quella mancanza di fiducia nei suoi confronti:

- No, mai! - rispose sicuro – Io volevo solo proteggere con tutte le mie forze ciò che ho di più caro: voi. - spiegò con un sorriso.

A quelle parole Kagome gli gettò le braccia al collo mormorando felice e commossa:

- Inuyasha... Inuyasha... - mentre lui la stringeva a sé insieme al loro bambino.

- Allora, maledetti! Che altro volete da noi? Che volete da mio nipote?!! - li raggiunse la voce furente di Sesshomaru che, nel frattempo, aveva riacquistato il suo solito aspetto e adesso scrutava minaccioso il Nue steso a terra davanti a sé, ormai paralizzato dal suo veleno – Parla, miserabile! O trasformerò la tua lenta e dolorosa agonia in un'agonia ancor più lenta e dolorosa! - ringhiò freddo e spietato sollevando in aria Bakusaiga, pronto ad abbatterla su uno degli arti del mostro.

- Dovevamo capirlo che voi stupidi cani c'avreste causato solo noie... - rantolò il Nue guardando Sesshomaru con disprezzo – infatti è tra voi che si nasconde il predestinato a quanto pare... -

- Predestinato?!!! Ma di che diavolo stai parlando?!! - sbraitò Inuyasha sciogliendosi dall'abbraccio di sua moglie e avvicinandosi a quel mostro, con Masaru tra le braccia.

- Di ciò che si tramanda dalla notte dei tempi, fin dalla nascita del primo Nue... - rispose guardando anche Inuyasha con disgusto, per poi lanciare un'occhiata di puro odio a Masaru e sibilare tra i denti:

Sangue di demone e sangue regale

daranno origine a una stirpe speciale.

Misto di sangue ed un'aura sacrale,

l'unico al mondo a poterci fermare.

Colui del quale parlarvi non oso

contro di noi ne uscirà vittorioso.


 

- Masaru??!!! - esclamò incredula Kagome

- Proprio così, stupida femmina... il figlio di una sacerdotessa e di un mezzodemone... solo un essere del genere può avere il potere di distruggerci con un colpo solo... era così semplice... siamo stati incauti, avremmo dovuto eliminarvi subito entrambi, prima che questo piccolo mostro vedesse la luce... ma rimedieremo stanne certa! - rantolò minaccioso prima di esalare un ultimo strozzato gemito e morire soffocato.

- Ma che significa? - mormorò stupefatto Inuyasha

- Divina Kagome! Inuyasha! State tutti bene?!! - li raggiunse la voce trafelata di Miroku che stava correndo verso di loro insieme a Sango.


 


 


 


 

Più tardi, dopo aver purificato i resti dei Nue e tranquillizzato gli abitanti del villaggio, che durante l'attacco si erano rifugiati al tempio dove Kaede e Miroku avevano subito eretto una barriera, si ritrovarono tutti nella capanna dell'anziana sacerdotessa: Inuyasha e Kagome con il piccolo Masaru, Miroku, Sango, Sesshomaru, Rin e il capovillaggio.

- Allora, che significa? Cos'è questa storia? - sbraitò di nuovo Inuyasha – Perché quegli esseri schifosi sono tornati di nuovo e minacciano ancora la mia famiglia?!! -

- Evidentemente non abbiamo interpretato correttamente la profezia – rispose laconico Sesshomaru, come se fosse ovvio – Misto di sangue ed un aura sacrale è destinato a sconfiggere il male.* Quella frase si riferisce a Masaru, sarà lui a sconfiggere definitivamente i Nue e ciò che è successo oggi con Tessaiga ce lo conferma. - spiegò

- Vostro figlio racchiude in sé sia il tuo potere demoniaco, Inuyasha, che il potere spirituale della Divina Kagome – puntualizzò Miroku – Un demone con un potere spirituale... un caso più unico che raro... e una seria minaccia per quelle creature, il loro nemico naturale. Inoltre, il giorno in cui Masaru sarà in grado di impugnare Tessaiga non avranno modo di sfuggirgli o di difendersi da lui, sarà in grado di purificarli all'istante, in qualunque forma si presentino, a centinaia con pochi fendenti. E' naturale che lo temano. -

- Lo hanno chiamato “il predestinato”... - mormorò Kagome preoccupata guardando il visetto di suo figlio che mordicchiava tranquillo l'ennesima radice, tra le sue braccia.

- Se è vero ciò che mi hai raccontato sulle intenzioni dei Nue, Kagome, forse tuo figlio potrebbe essere addirittura destinato a salvare il mondo dalla distruzione totale. - ribatté Kaede - Forse è per questo che ti è stato concesso di tornare in quest'epoca, anche dopo la scomparsa della Sfera, quando sembrava che il tuo compito fosse ormai concluso. -

- Questo significa che il suo destino è segnato? - chiese triste Kagome

- Infondo è lui che ti è apparso in sogno rivelandoti la profezia e il suo nome, che a quanto pare lo lega a sua volta alla profezia tramandata tra i Nue. In questo senso, sembra che fosse consapevole del suo destino prima ancora di venire al mondo e... forse lo ha già accettato. - rispose Kaede con un sorriso

Kagome sospirò:

- Io... vorrei solo che fosse felice... - mormorò preoccupata

- Avere uno scopo nella vita, non impedisce necessariamente d'essere felici, no?! - cercò di consolarla Sango – Insomma guardati: tu eri destinata a proteggere e distruggere la Sfera dei Quattro Spiriti e l'hai fatto egregiamente, ma questo non ti ha impedito di trovare la felicità. - aggiunse rivolgendo un'occhiata a Inuyasha seduto di fianco a Kagome.

- A me no... ma a Kikyo? - mormorò Kagome.

- Kikyo ha solo fatto le scelte sbagliate, ma tu sei tornata per rimediare. – rispose mestamente Kaede

- Tu crescerai Masaru insegnandogli a fare le scelte giuste, vedrai! Ne sono sicura! - la rincuorò Sango

- Hai ragione, Sango, questo è il mio compito... il compito di ogni madre... non sarà facile ma... farò del mio meglio! - rispose Kagome sorridendo più serena.

- Piuttosto dovremmo preoccuparci del fatto che ci sono altri Nue in giro, a quanto pare. Ci hanno minacciati chiaramente, questo significa che torneranno. - esclamò Inuyasha preoccupato – E io che speravo di averli eliminati tutti in quella battaglia, uno di loro deve essersi dato alla fuga. - ammise con rammarico.

- Ho paura che non sia solo questo. - mormorò Kagome chinando il capo – Quando tornammo dalla battaglia, rilessi il volume dell'Heike Monogatari che avevo portato con me... l'avevo dimenticato da quando lo studiai a scuola, ma... i Nue di cui si parla nella storia... in realtà erano tre e attaccarono anche altri due imperatori prima e dopo Konoe. Vostro padre affrontò il secondo di quei Nue e sappiamo come andò, ma gli altri? Secondo la storia il primo fu sconfitto da un antenato di Yorimasa e il terzo di nuovo da Yorimasa stesso, ma non sappiamo cosa successe realmente. Per il terzo possiamo sperare che siano stati presi i dovuti provvedimenti, memori delle indicazioni del Generale, anche se ne dubito, ma il primo?! -

- Quindi stai dicendo che potrebbero essere più numerosi di quanto crediamo? - chiese preoccupato Inuyasha.

Kagome annuì mestamente:

- Temo di sì... è impossibile sapere quanti sono... e torneranno... finché non riusciranno a uccidere Masaru - sussurrò terrorizzata Kagome con le lacrime agli occhi e un groppo in gola, stringendo a sé il suo bambino

- Questo lo ritengo improbabile. - rispose calmo Sesshomaru – Se è come credo, siamo stati fortunati. Probabilmente torneranno, è vero, ma solo il gruppo che ci ha attaccato oggi dovrebbe essere venuto a conoscenza della verità su vostro figlio, e li abbiamo uccisi tutti, quindi gli altri dovrebbero esserne all'oscuro e se torneranno sarà solo per il rancore che li lega a noi Demoni Cane. Inoltre sono propenso a pensare che ci vorrà del tempo, mesi o addirittura anni, almeno a giudicare dal modo in cui ci hanno attaccati finora e dalla loro “strategia riproduttiva”, non dimenticare che sono necessarie tre lune piene perché nasca un Nue, e noi ci siamo dimostrati in grado di tenere testa a migliaia di loro. Non ci attaccheranno avventatamente – concluse sicuro.

- Ma prima o poi lo faranno... anche solo per tormentarci, come oggi. - mormorò afflitta Kagome

- E noi ci difenderemo! Non permetterò a quei maledetti di farvi del male! - esclamò deciso Inuyasha abbracciandola.

- E nemmeno io! - rispose deciso Sesshomaru.

Si voltarono tutti a guardarlo, quasi stupiti, e allora proseguì:

- Masaru è un membro del clan e chi minaccia un membro del clan, minaccia il clan intero! Dobbiamo a lui la nostra vittoria, le nostre vite e la rinascita del clan. Inoltre... credi davvero, stupido fratello, che gli altri se ne staranno a guardare sapendo che il figlio del Comandante è stato preso di mira?! - gli chiese accennando un sorrisetto sprezzante.

Inuyasha arrossì vistosamente sentendosi chiamare in quel modo e Kagome gli sorrise: era il titolo che spettava di diritto al braccio destro del Generale, tutti i Demoni Cane lo chiamavano così e lo facevano con sincero rispetto e ammirazione, segno che Inuyasha era stato davvero accettato dal clan , ma lui non ci si era ancora abituato.

- La cosa più saggia sarebbe che vi trasferiste a palazzo, insieme al resto del clan, dove sareste più protetti. Oggi è stato un puro caso che io fossi qui. - riprese serio Sesshomaru.

- Ma... io... sono la sacerdotessa... Ho dei doveri... Ho preso un impegno con l'intero villaggio... loro... mi hanno accolta, accettata, protetta quando non ero in grado di proteggermi da sola... qui c'è la nostra casa... - mormorò Kagome – Però... In effetti restando qui li metteremmo solo in pericolo. - aggiunse rammaricata chinando il capo.

- Per noi non è un problema, Venerabile Kagome. - rispose il capovillaggio – Ho parlato con gli altri e siamo tutti daccordo. Il nostro piccolo villaggio vi deve tantissimo: da quando ci siete voi, demoni e briganti hanno smesso di attaccarci, troppo spaventati dalla vostra fama e da quella di Inuyasha; i raccolti sono abbondanti, grazie alle vostre preghiere; i bambini nascono e crescono, sani e sereni e, in generale, la gente è più in salute, grazie alle vostre cure e alla carne che ci procura sempre in abbondanza Inuyasha. In poche parole, grazie a voi il villaggio prospera. Non temiamo questi Nue se voi siete con noi e il piccolo Masaru è anche uno di noi e noi non abbandoniamo un membro del villaggio! Se vorrete restare ancora, per noi sarà un onore e un piacere. Il villaggio è casa vostra! - concluse senza indugio.

Kagome gli sorrise commossa prima di tornare a guardare dubbiosa Inuyasha, che le sorrise e rispose al suo sguardo:

- Non so tu, ma io non ho nessuna intenzione di farmi buttare fuori da casa mia da quegli stupidi scimmioni! - esclamò strafottente.

Allora anche Kagome gli sorrise e si voltarono entrambi verso Sesshomaru che commentò impassibile:

- Come dicevo, sarebbe la scelta più saggia... ma voi due non fate mai scelte sagge. E sia, inutile fratello! Ma d'ora in avanti, Kagome, proibisco a te a tuo figlio di restare da soli! Tu e Masaru verrete con Inuyasha e resterete a palazzo ogni volta che sarà necessario, i Nue non sono gli unici nemici del clan, dobbiamo occuparci anche degli altri e riconquistare i territori che avevamo perduto, e Inuyasha non può esimersi dal suo ruolo. - concluse con un tono che non ammetteva repliche.

Kagome gli sorrise. Cos'era quello? Un caloroso invito, una richiesta piena di apprensione o un incontestabile ordine del Generale? Probabilmente tutte queste cose contemporaneamente, così gli rispose semplicemente:

- Ok. Grazie Sesshomaru. -


 


 


 

- Si è addormentato, finalmente. - bisbigliò Kagome quella sera, sistemando la coperta a Masaru che dormiva tranquillo a braccia aperte coi pugnetti chiusi vicino alla testa, nel futon di fianco al loro.

- Ho parlato con Daisuke, oggi – bisbigliò Inuyasha, mentre Kagome si stendeva di fianco a lui, con la testa appoggiata al suo petto – Dice che il legname è pronto quindi... visto che abbiamo deciso di restare... stavo pensando che magari domani mi metto al lavoro e... vediamo di aggiungere quella famosa stanza, che ne dici? Ci vorrà qualche giorno, ma ha detto che mi darà una mano anche lui... - le chiese abbracciandola

- Ok, ma la spalla?! Come va?! - gli chiese preoccupata sollevando la testa per guardarlo in faccia.

Inuyasha le sorrise e scostò un po' la sottoveste dal collo:

- Ta-dan! Come nuova! - annunciò divertito mostrando la pelle di nuovo integra, rosea e priva di qualsiasi cicatrice – Te l'avevo detto che era solo un graffio! Sono un mezzodemone, lo sai -

- Mmmhhh... di' piuttosto che è tutto merito delle mie amorevoli cure! - scherzò Kagome tornando, però, seria subito dopo – Sei un mezzodemone? Davvero? Voglio dire... lo sei ancora? - gli chiese preoccupata

- Ma certo! Che ti salta in testa! - la riproverò Inuyasha.

- E che oggi... ho avuto paura! Paura di perderti... Paura di averti perso... - mormorò con un sospiro

- Ero così brutto? - scherzò Inuyasha

Kagome gli sorrise appena:

- No, brutto no... questo mai... - scherzò anche lei – però... eri spaventoso! Ho temuto che volessi fare del male anche a noi... - confessò in un sussurrò chinando il capo e abbassando lo sguardo, lanciando una rapida occhiata a Masaru che continuava a dormire tranquillo.

- Ehi! - la richiamò Inuyasha mettendole un dito sotto il mento e costringendola a rialzare lo sguardo su di lui – Non importa che io sia un uomo, un mezzodemone o un demone, c'è una cosa che non cambierà mai: io ti amo, Kagome! Amo te e amo Masaru più di qualsiasi altra cosa al mondo e non vi farei mai del male. - concluse semplicemente.

Kagome annuì e gli sorrise sospirando sollevata.

- Ah! Che sciocca! Dimenticavo... il tuo rosario... - esclamò allungando una mano per sfiorarlo, ma Inuyasha la bloccò stringendola dolcemente nella sua.

- Sai... credo che non serva più. - ammise con un sorriso – Quella voce... la voce del demone nella mia testa... è come se fosse sparita o meglio... è diventata la mia... non so come spiegarlo, ma sento che adesso non c'è più conflitto tra noi, è come se l'uomo fosse diventato un po' più demone e il demone un po' più uomo... ci siamo... incontrati a metà strada. - “E sei tu il punto d'incontro, amore mio! Tu e il nostro splendido bambino...” pensò sorridendole felice.

- Davvero?! - gli chiese Kagome stupita.

Inuyasha le sorrise ancora e annuì deciso, allora Kagome lo guardò un attimo sospettosa e, ridendo sotto i baffi, bisbigliò:

- Attento, però, ricordati che posso sempre mandarti... a cuccia -

- Auch! - esclamò Inuyasha trovandosi schiacciato contro il cuscino mentre Kagome ridacchiava – Che scherzi del cavolo! - sbottò prima di prenderla per i fianchi e rovesciarla sul futon, sotto di sé – Adesso mi arrabbio e mi trasformo in un brutto mostro spaventoso... - la minacciò ridendo sotto i baffi

- Piano o Masaru si sveglia! - lo rimproverò lei ridacchiando sottovoce - E poi non eri brutto... e se dici che mi ami non mi fai nemmeno paura - aggiunse guardandolo con amore

- E allora com'ero? - le chiese lui curioso

- Beh... eri alto e avevi la coda e il muso... sembravi un uomo-lupo! - rispose Kagome emozionata

- Ah! Un lupo... - commentò Inuyasha con una strana luce negli occhi

- Sì, con due mani grandi... - riprese Kagome

- Mh-mh... per toccarti meglio, Cappuccetto Rosso... - rispose Inuyasha provocante, iniziando a slacciarle la sottoveste e ad accarezzarle i fianchi e la schiena.

Kagome rise di nuovo e proseguì:

- E una bocca grande... -

- Per mangiarti meglio... - rispose Inuyasha con voce roca mordicchiandole dolcemente il collo, facendole il solletico.

- Veramente preferirei essere baciata... dal mezzodemone che amo - sussurrò Kagome divertita

- Ti accontento subito... - rispose Inuyasha tornando a guardarla negli occhi e baciandola dolcemente sulle labbra

- Ti amo tanto, Inuyasha – sussurrò Kagome

- Anch'io ti amo tanto, Kagome – rispose lui felice chinandosi a baciala di nuovo

- Mamma... - mugugno una vocetta vicino a loro

Kagome scoppiò a ridere mentre Inuyasha lasciava ricadere il viso nell'incavo del suo collo, sospirando sconsolato:

- Domani faccio quella stanza... Giuro che faccio quella stanza... - bofonchiò contro il cuscino

- Mi dispiace, lupo cattivo, si è svegliato il cacciatore!- lo canzonò Kagome

- Papà... - aggiunse poi Masaru, che nel frattempo si era messo seduto e con una manina si stropicciava gli occhietti assonnato, mentre con l'altra si frugava in bocca.

- Baaahhh... Vieni qua, piccola peste! - esclamò Inuyasha rianimandosi di colpo, prendendo al volo suo figlio, sollevandolo in aria e strappandogli un risolino, e tornando a sdraiarsi supino con la schiena appoggiata al muro, Kagome al suo fianco, con la testa appoggiata alla sua spalla, e Masaru seduto sulla sua pancia che li guardava divertito – E amo anche te, cucciolo... - sospirò felice avvicinandolo al suo viso e lasciandosi abbracciare – Crescerai forte e un giorno spazzerai via per sempre quegli scimmioni, ne sono sicuro! - asserì convinto e orgoglioso – Ma fino ad allora, ti proteggerà papà... Vi proteggerò entrambi! - aggiunse stringendo anche Kagome nel suo abbraccio – E saremo felici -

- Sempre? - gli chiese lei

- Sempre! -


 


 


 

FINE


 


 


 

(prima parte)


 


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* se la cosa vi lascia perplessi, sappiate che in giapponese non esiste la coniugazione dei verbi in base alla persona: il verbo essere al presente è sempre “desu” indipendentemente dal soggetto (io, tu, egli ecc.) che se non viene specificato rende le frasi molto fraintendibili (cosa che contribuisce a rendere la vita un inferno ai traduttori di manga XD). Quindi, immaginando la frase in giapponese, il verbo poteva significare sia “è” che “sono”. Scusate se vi sembra il trappolone dell'ultimo momento, ma non sono riuscita a rendere quella frase in modo “più neutro” in italiano... concedetemi un ultimo piccolo colpo di scena (se non l'avevate già capito prima) ;)


 

Angolo dell'autrice

Trincerata dietro il divano, con lo scolapasta in testa, la Fairy sventola bandiera bianca (in realtà il suo fazzoletto legato all'antenna del telecomando di una macchinina), mentre le urla la travolgono:

- Ma che cacchio di finale è???!!! -

- Non è finito un tubo!!! -

- E' aperto che più aperto non si può!!! -

- Non puoi mollarci così!!! -

Sì, lo so, scusate... se non mi ammazzate... (- E invece sì che ti ammazziamo!!! - ) volevo dire che in realtà l'ultimo capitolo sarebbe un altro, ma non è questo il luogo dove piazzarlo.

- E allora tiralo fuori!!! -

No, alt, non è così semplice, fatemi spiegare T_T

Allora... avrei altre idee in testa, ma niente di così “definito” e organizzato come è stato finora. La scelta era:

- continuare la storia come niente fosse, ma il tono sarebbe cambiato molto, ciò che ho in testa al momento è ancora al livello di piccole cose, episodi autoconclusivi, per lo più slice of life e, scegliendo questa opzione, avevo paura di rovinare quanto scritto finora, che invece ha una trama piuttosto complessa, e poi mi sono detta “E se mentre scrivo mi viene un'altra illuminazione per collegare anche queste idee con un unico filo conduttore? Ormai me le sarei bruciate!”

- mettere la parola fine, con la fine della “Saga dei Nue”, che alla fin fine ci può anche stare, dopo aver spiegato fino in fondo il mistero (ovvero il ruolo di Masaru) e poi continuare altrove la storia. (notare l'abuso della parola “fine” XD )

Dopo lunga riflessione e consultazioni popolari, ho scelto la seconda. Ancora non so se sarà una vera e propria “seconda parte” o una raccolta di one-shot, diciamo che intanto mi prendo una pausa da questa storia (che dopo un anno mi fuma un po' il cervello), inizierò piano piano a buttare giù le idee che ho (ma senza pubblicarle subito) e vedrò se nel frattempo mi si accende la lampadina e riesco a dargli una forma più decorosa. In ogni caso... tornerò! T_T (Sì, è una minaccia :P)

Vi dico subito però che non avrei intenzione di scrivere le imprese di Masaru (o almeno al momento non ho assolutamente idee in questo senso)

Tornando al capitolo:

- radice di iris e “erbette varie”: sappiate che la Fairy non frigge con l'acqua! Quanto citato da me in fatto di “rimedi”, in questa storia, sembra essere vero, cioè mi sono un po' documentata prima di scrivere, anche se personalmente non amo l'omeopatia e robe del genere.

- Heike Monogatari e Nue: sono veramente tre in quella storia, ma leggendo poi nell' “Enciclopedia dei mostri giapponesi” (sì, sono stata di parola: l'ho comprata! XD) sembra che in generale ci siano state anche altre “apparizioni” di queste misteriose creature, sia prima che dopo (con tanto di date). Per quelli dopo... chissà... magari sono quelli che affronterà Masaru O.O XD (giuro: non era calcolato, l'ho scoperto dopo XD)

- Trasformazione di Inuyasha: è la mia versione definitiva della sua forma demoniaca, ovvero, essendo un mezzodemone non credo che potrebbe mai diventare un vero e proprio cane gigantesco come gli altri e così mi è venuta l'idea di una forma del genere. Se non riuscite a immaginarvelo vi metto il link a un'immagine simile a ciò che ho in mente: http://fairyqueen78.deviantart.com/art/Moonlight-Samurai-88727920


 

Mentre aspetto la fiumana di bandierine bianche e rosse, vorrei tediarvi ancora un po' con la mia personale riflessione/autocritica su questa storia.

 

Postfazione

Avevo iniziato a partorire l'idea di questa storia, partendo da alcune riflessioni di cui vi avevo, purtroppo per voi, già reso partecipi all'inizio. La domanda che ovviamente mi pongo a questo punto è: ci sono riuscita? Ho raggiunto gli obbiettivi che mi ero prefissata? Mixare sapientemente i miei ingredienti preferiti? Quelli che mi piace leggere nelle storie degli altri?

Ni! La storia nel complesso mi piace (bella forza! :P) però su alcune cose avrei voluto fare di meglio, Sesshomaru in primis sul quale non sarò mai soddisfatta del tutto e capisco chi mi “minaccia di morte” ma d'altra parte volevo che si creasse un vero rapporto tra lui e Inuyasha, non mi piacciono molto quelle storie dove sono entrambi relegati al ruolo di eterna macchietta l'uno dell'altro, tirati fuori solo per il gusto della scaramuccia e fine lì. Per la piega che avevano preso gli ultimi capitoli del manga ho osato pensare che un giorno sarebbero cresciuti entrambi, in qualche modo, ma tra il dire e il fare... :(

Poi c'è anche un'altra cosa che invece nessuno di voi mi ha mai fatto notare finora: mi sono sentita a tratti “ripetitiva”. Ho messo di fronte più volte i personaggi agli stessi scenari: riunioni, cene, battaglie (e lì va beh, per forza -.-'). Col senno di poi avrei voluto avere qualche idea migliore per ritagliare momenti di dialogo, calmo e/o ragionato, ma non sono riuscita a pensare a niente di meglio... o meglio, mi è venuto spontaneo scrivere così e anche adesso, se provo a pensarci, non mi viene in mente nessuna alternativa. T_T

Cmq “ogni scarrafone è bello a mamma sua”, come diceva il grande Pino, quindi alla fine non rinnego niente, sarebbe potuta venire meglio, ma è venuta così e mi piace lo stesso. ^_^

Ringrazio tutti quelli che l'hanno sopportata fino a qua. ^_^

   
 
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