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Autore: Little Redbird    10/01/2015    5 recensioni
Dieci flashfic faranno parte di questa raccolta, che partecipa alla challenge su EFP “Think Angst” con il set Luoghi.
#1 Vasca da bagno Damon x Bonnie;
#2 Camera da letto Meredith x Alaric;
#3 Pavimento Damon & Stefan;
#4 Cucina Damon x Bonnie;
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore, Quasi tutti | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#4 Cucina

L’odore di frittelle appena fatte che proveniva dalla cucina fu la prima cosa che Bonnie percepì al suo risveglio. Sbatté le palpebre più di una volta, per assicurarsi di non essere ancora nel mondo dei sogni. In casa sua non c’era nessuno a parte lei – o almeno così avrebbe dovuto essere. E allora chi stava cucinando al piano di sotto?
Dalla porta aperta della sua camera poteva sentire il rumore di mestoli e padelle maltrattati da mani inesperte. Si sedette sul letto, infilò velocemente le ciabatte ai piedi ed afferrò la prima cosa solida che le sue mani incontrarono sulla scrivania. Con la sua spazzola preferita ben stretta tra le mani, si diresse silenziosamente al piano di sotto. Si affacciò di nascosto sulla soglia della cucina, ma l’intruso era abbassato dietro il bancone ed armeggiava ancora con le sue stoviglie. Bonnie si nascose, appiattita contro il muro, e considerò le sue opzioni. Poteva: a) scappare a gambe levate e gridare aiuto come una forsennata, in ciabatte e con il pigiama con i coniglietti; b) chiamare telepaticamente Damon per pregarlo di liberarla di chiunque stesse cucinando in casa sua; c) tentare di combat–
Le sue riflessioni furono interrotte dall’inaspettato gorgoglio del suo stomaco affamato. Il rumore di stoviglie cessò e Bonnie trattenne il respiro, in preda al panico.
Dei passi risuonarono sul pavimento nella sua direzione e chiuse gli occhi, pronta a picchiare alla cieca l’invasore.
“Streghetta?”
Bonnie cacciò un urlo e sventolò la sua spazzola nell’aria di fronte a sé. Poi riaprì gli occhi e scoprì Damon, appoggiato con nonchalance allo stipite al suo fianco, le braccia incrociate sul petto ed il suo sorriso affettato che gli incurvava le labbra.
“Damon?” domandò, incerta sull’identità del ragazzo.
“In tutto il mio splendore” confermò il vampiro sorridendole.
“Ma-“ cominciò Bonnie, incapace di formulare una frase sensata. “Ma che ci fai qui?”
Il moro si scostò dallo stipite e si diresse verso i fornelli, da cui si alzava un fumo scuro poco invitante.
“Vengo a farmi perdonare per ieri sera” rispose, impiattando ciò che aveva cucinato.
Bonnie gli si avvicinò, sorridendogli lusingata. “Mi hai preparato la colazione?”
Damon si portò le mani sui fianchi ed osservò le frittelle scure nel piatto. “Ci ho provato” ammise imbarazzato.
“Credevo fossi un ladro” lo rimproverò Bonnie, ricordandosi della paura che aveva provato.
Il vampiro la guardò confuso. “E da quando i ladri cucinano nelle case in cui rubano?” domandò. “E comunque” aggiunse subito, “cosa credevi di fare, in caso fossi davvero stato un ladro? Pettinarmi?” Indicò la spazzola che ancora stringeva tra le mani e Bonnie la nascose dietro la schiena.
“È la prima cosa che ho preso” si difese.
Damon scosse la testa, in un misto di divertimento e rassegnazione.
“Siediti, dimmi cosa ne pensi delle mie doti culinarie.”
Bonnie ubbidì, accomodandosi al bancone ed assaggiando la poltiglia dura nel suo piatto. Mandò giù a fatica il boccone e fece una faccia disgustata. “Ottimo” mentì.
Damon la guardò spazientito e le si avvicinò. “Non sono mai stato un bravo cuoco” ammise.
Bonnie annuì.
“Dovrò trovare un altro modo per farmi perdonare” le mormorò scostando il piatto e rigirandola sullo sgabello. Le posò un leggero bacio sulle labbra rosa e poi su una guancia arrossata.
“Ti perdono” sussurrò Bonnie.
Damon le sorrise e si avvicinò di nuovo alle sue labbra. “Per una volta” sussurrò, “gradirei che ci mettessi un po’ di più a perdonare le mie cattive maniere.”
Bonnie arrossì fino alle punte dei piedi ed ingoiò il groppo che le si era formato in gola. “Ora dovresti farti perdonare per questa terribile colazione” propose.
Damon la baciò di nuovo, un po’ più a lungo.
“E per avermi spaventata a morte di prima mattina.”
Lui la baciò ancora, lasciando un piccolo morso sul suo labbro inferiore.
“E scommetto che nella tua testa hai disprezzato parecchio il mio pigiama.”
Damon sorrise e la baciò, schiudendo le labbra contro le sue ed invitandola a fare altrettanto, poi si ritrasse e, con voce rauca, confessò: “Odio anche quelle ciabatte.” La baciò ancora e fu l’ultima volta: non la lasciò più andare, se non parecchi minuti più tardi.
 
 


 

Un piccolo tributo ai Bamon telefilmici. Purtroppo, il vampiro cartaceo non è un bravo cuoco come il suo omonimo televisivo.
   
 
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