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Autore: ludo22    10/01/2015    1 recensioni
La mia storia è ambientata subito dopo che Silas ha fatto la sua comparsa nel mondo dei vivi e Kol, nel presente di Caroline, nel nostro presente (oh santo cielo mi impiccio da sola e non avete ancora iniziato a leggere il capitolo) è già morto. Questa premessa mi è necessaria perché è proprio il minore dei fratelli Mikaelson il mio punto focale.
Bene, se non vi ho scoraggiato e volete proseguire nella lettura mi fa piacere, sennò pace, amore e fantasia.
Personaggi: Klaus\Caroline, Kol, Elijah, Rebekah Mikealson
Genere: Romantico, Avventura, Azione
Avvertimenti: Lemon, AU
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caroline\Klaus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Caroline si svegliò con un forte mal di testa, quella domenica mattina, non certamente dato dalla sbronza che non aveva avuto la sera prima.
"Diavolo" pensò la vampira "se bevevo cosa sarebbe successo?"
Ancora con gli occhi chiusi, realizzò che il suo comodo letto era diventato molto più duro durante la notte.
Allungò la mano per prendere la sveglia e controllare che ore fossero ma la sua mano incontrava nient'altro che aria.
Sbuffò infastidita, perché sua madre non le lasciava le cose al proprio posto quando le metteva in ordine la stanza? 
<< Mamma >> urlò << mamma, caffè! >> 
Scelse quel pessimo istante per aprire gli occhi, quel momento in cui un paio di occhi blu le si avvicinarono sospetti.
Fece un salto incredibile, prima di rendersi conto che si trattava di Klaus 
<< Tu, >> gridò in preda all'ira << stupido ibrido fanfarone >>
Si rese conto di essere legata mani e piedi alla parete che aveva di fronte e che stava dormendo… sul pavimento di una cella. 
Bleah.
Se quel maniaco di un ibrido l'aveva rapita questa volta non si sarebbe fatta remore e avrebbe cercato lei stessa un modo per ucciderlo che non includesse la sua morte e quella dei suoi amici.
<< Ibrido? >> sogghignò l'uomo di fronte a lei
<< Già, è quello che sei, e ora liberami >> disse la ragazza 
<< Mmmmh credo di non poterlo proprio fare, mia cara >> le rispose Klaus << Vedi tu sei mia prigioniera ora e da quando in qua una prigioniera ottiene la libertà senza un motivo ben preciso? >> 
Caroline pensò che dovesse essere impazzito del tutto. Prigioniera? Stava scherzando, non era vero? Lei non era sua prigioniera, non lo era mai stata e mai lo sarebbe stata, si augurò nella sua mente. 
<< E comunque cos'è il caffè? >> continuò lui, incuriosito
<< Stai scherzando vero? Si, deve essere tutto un mio strano sogno, ora mi darò un pizzicotto e mi sveglierò >>
Dopo aver detto questo la vampira si diede un forte pizzico sul braccio ma nulla accadde.
<< Strano >> si limitò a dire, sbigottita << di solito funziona, comunque ti ho detto di liberarmi, idiot… >>
<< Usi uno strano linguaggio e sei decisamente vestita da uomo oltre al fatto che sembri conoscere la mia natura, chi sei? >>
In quel momento Caroline si rese conto di come era vestito Klaus (nello specifico con una camicia bianca con uno strano collo di pizzo e con un paio di pantaloni di pelle, senza nessuna ombra delle collane che era solito portare nel ventunesimo secolo) e che i suoi capelli erano più lunghi.
"Sono finita nel passato?" rifletté, non ascoltando le parole dell'ibrido, troppo concentrata a pensare ad un'altra persona  
<< Bonnie >> sussurrò infatti 
<< Ti chiami Bonnie quindi… Uno strano nome ma se è così che ti chiam… >> ghignò Klaus. 
<< Il mio nome è Caroline, e poi Bonnie non è un nome strano! >> disse Caroline, conscia del fatto che conoscendo lo stupido ibrido che aveva davanti aveva poche chance di uscire viva da quella incresciosa situazione, a meno di non trovare subito una buona scusa. 
<< E da dove vieni Caroline? >> chiese ancora lui.
<< Ehm >> non poteva dirgli niente ovviamente, a meno che non volesse venire linciata dopo e non sapeva niente del periodo storico in cui si trovava, quindi poteva darsi che gli Stati Uniti non fossero ancora stati scoperti e in quel caso sai che ridere?!?
Così rispose con un'altra domanda:
<< Dove mi trovo? >>
Klaus si acciglio, era alquanto insolito che un prigioniero non solo non avesse paura di lui, ma addirittura si permettesse di fargli domande senza rispondere prima a quelle che poneva lui. Ma decise di proseguire il gioco e non staccarle subito la testa:
<< Sei a New Orleans, Caroline >> 
Caroline tirò un sospiro di sollievo, era in America almeno, e a quanto pareva il periodo storico era tra settecento e primi del novecento. Non sarebbe potuta essere più precisa nemmeno volendolo, data la scarse informazioni che le stava dando l'ibrido Originale e data la sua totale inesperienza sui vestiti dei secoli passati, ma sapeva che la famiglia Mickealson aveva abitato lì a cavallo tra quel periodo storico ("Grazie Katherine" pensò la vampira bionda, grata per la prima volta con la doppelganger malefica della sua migliore amica, per averle raccontato di quando aveva dovuto abbandonare l'America per oltre un secolo a causa dell'arrivo della famiglia Originale), e decise di inventare una storia
<< Stavo andando con la mia famiglia a Washington ma i lupi ci hanno attaccato! >> sperò che ci fossero veramente dei lupi in Louisiana, ma a giudicare dall'espressione di Klaus doveva aver toppato alla grande
<< Lupi, dici? E come saresti arrivata da sola, in una notte tempestosa come questa, dentro la mia stanza da letto? >>  
L'aveva presa per una sgualdrina?!?
<< Ei ma per chi mi hai preso? Non è che solo perché tu sei il potente signore degli ibridi ti puoi permettere di dare della sgualdrina ad una povera ragazza spaventata, che dopo essere scappata dai lupi e chissà che altre bestie, si è rifugiata in casa tua >>
<< Peccato che non abito in periferia ma in centro >> la rimbeccò Klaus, conscio di averla in scacco, l'espressione di un lupo che sa di avere un agnello indifeso davanti.
<< Era saltata la corrente* >> continuò ad inventare Caroline.
<< Strano, >> mormorò l'ibrido << non me ne sono accorto >> e dopo un attimo di sbigottimento continuò << comunque sei mia prigioniera e questo ti impedisce di… >>
<< Niklaus >> una voce arrivò ad interrompere il sadico ibrido che, sbuffando urlò:
<< Sono nelle segrete Elijah >>
"Elijah?!?" pensò la bionda vampira. Elena le aveva spesso parlato del vampiro Originale, onorandone la lealtà e la razionalità e Caroline si sentì leggermente più al sicuro sapendo che una persona di cui si era fidata Elena era con lei. 
Certo, lei, nel suo presente, non aveva mai parlato con il vampiro, se non delle veloci presentazioni quando Bonnie aveva disseccato lo psicopatico che aveva di fronte, ma solo sapere che qualcuno in quella casa non le sarebbe stato così ostile le bastò.
Almeno fino a quando i suoi occhi non incrociarono quelli del suddetto vampiro.
"Puro ghiaccio" pensò, mentre le iridi nocciola di lui si andavano a scontrare con quelle azzurre di lei. Gli occhi dell'Elijah attuale (o del passato o di che dir si voglia momento storico) erano infatti freddi e insensibili come il ghiaccio, appunto. 
Pensò che sarebbe potuta morire tra indicibili sofferenze e quel vampiro l'avrebbe lasciata morire, senza rimpianti o rimorsi di sorta.
<< Ti attende il consigliere Bertowsky per parlare di quell'affare… >>
<< Si, digli che tra qualche minuto sarò da lui >> lo interruppe il fratello, evidentemente non propenso a far sapere i suoi traffici alla vampira.
<< Va bene, fratello >> rispose Elijah, impassibile, uscendo dalla cella e dirigendosi verso l'uscita.
<< Dicevamo Caroline? Ah si… Ti è proibito muoverti da questa cella, fin quando o io o uno dei miei fratelli comanderà il contrario, non ti nutrirai fin quando non ti porterò io da mangiare e… >>
<< E come speri di tenermi chiusa qua dentro? >> lo interruppe Caroline << sono una vampira, come potrai aver notato… >>
<< Oh andiamo Caroline, finora mi sono voluto comportare da gentiluomo, ma se mi obblighi ti soggiogherò >> le rispose lui, ghignando << o magari preferisci essere subito punita? >>
<< Obbedirò, okay? >> rispose lei, sconfitta.
Non c'era tempo per la semantica in quel momento, pensò Klaus chiudendo la pesante porta in ferro che separava Caroline dal resto della casa e iniziando a salire le scale due a due, sennò l'avrebbe punita per aver usato un termine (no, scusate, due) a lui sconosciuti. Cosa diavolo significava "okay"? 
Intanto Caroline, nella sua cella, pensava a come e per quale motivo fosse finita in quel posto, lontano anni luce (non era solo una figura retorica per lei, pensò tristemente) da casa sua. 
E continuando a rimuginare si addormentò.

 

*Io mi rifaccio agli episodi di TO e quando si vedono le strade, sono illuminate da lampioni.

Nota dell'autrice:
La storia non è mai stata il mio forte, quindi qualsiasi suggerimento o aiuto è più che gradito.
Grazie.
Baci
Ludo  

   
 
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