Always here.

<< Cos'hai, mio adorato Reborn? >> Bianchi sussurra direttamente sulle sue labbra, gli respira sopra la bocca. Se volesse, potrebbe ucciderla all'istante. Ma Reborn si limita a sorridere falsamente, ha uno sguardo triste che contrasta il suo volto da bambino.
Sa benissimo quali siano le intenzioni di Bianchi, così come sa benissimo che non si spingerà oltre l'essere così vicina alla sua faccia, oltre ad accarezzargli le gote paffute.

<< Lei, non è qui. >> la frase si conclude nel vuoto, Reborn ne percepisce la cacofonia implicita.

<< Se provassi qualcosa per te, ti direi che mi sento in colpa. >> esordisce, duro, algido. << Hai esagerato con quella storia del matrimonio. >> aggiunge poi, rimproverandola.

Il fatto è che, a dire il vero, per quanto Reborn cerchi di scappare, Luce c'è sempre. Lei che è pronta a perdonarlo, perché questo è quanto il cielo deve fare, un tetto limpido in grado di accettare ogni cosa. E lui, quei valori, tenta di insegnarli a Tsunayoshi, perché, dopo tutto, lui è nient'altro che un sole non più in grado di splendere dentro un cielo morto.

A conti fatti, anche solo il grembo materno di Luce avrebbe dovuto in qualche modo avvisarlo, e si era posto innumerevoli volte la domanda che ancora lo angoscia, ripensando alla figura di Aria.

<< Cos'hai, signor assassino? >> gli aveva chiesto scherzosamente Luce, quando lui l'aveva bloccata contro il muro del portico, piegandosi su di lei così da poterle respirare a pochi millimetri dalle labbra. La bambina dentro Luce era rimasta immobile, come se anche lei avesse potuto avvertire la sua aura omicida farsi troppo vicina.
Reborn l'aveva soltanto guardata negli occhi zaffiro, senza dire una parola.
Se avesse voluto, avrebbe potuto ucciderlo all'istante. Ma Luce si limitò a sorridere falsamente, aveva uno sguardo triste, perché aveva capito cosa lui le stava chiedendo mutamente, e Reborn decise che sarebbe stato meglio venir ammazzato subito, piuttosto che convivere per sempre sotto forma di bambino maledetto con la risposta che lei gli aveva dato.

A conti fatti il sorriso di Luce era quanto di più straordinario esistesse al mondo, e questo perché aveva qualcosa che gli faceva venire voglia di ridere e piangere allo stesso tempo. E di stringerla il più forte possibile, soprattutto di stringerla il più forte possibile.

Ma a morire era stata lei, alla fine. E lui aveva perso quel briciolo di umanità che gli era rimasto.

Ricorda di non aver versato nemmeno una lacrima, durante il suo funerale. Forse la mancanza per lui era un fattore talmente gravoso che gli sarebbe stato semplicemente impossibile esternarlo a parole, o per mezzo di un pianto. O forse, in quanto assassino, aveva semplicemente perso la facoltà di esprimere disperazione per una morte.
Da quel giorno Luce non aveva mai smesso di camminargli alle spalle.

Quindi lascia che Bianchi gli accarezzi le guanciotte rosee di bimbo, senza riuscire a provare rimorso nei suoi confronti. E proprio perché non potrebbe mai più avere modo di sentire nulla, nei confronti di nessun altro, parla di nuovo, prima di addormentarsi come fa sempre per togliersi dalle situazioni scomode, incurante di come potrebbe reagire Bianchi.

<< Lei, è sempre qui. >>



Note di Vortex: Allora, salve!
Era tanto che non mi facevo viva in questo fandom... e niente, ho pensato di tornare dedicando qualcosa a una coppia che personalmente adoro, ma che è fin troppo snobbata. Avevo bisogno di qualcosa che parlare di questi due e allora ho provveduto da sola ahahah!
Il tutto è da contestualizzare (mi riferisco all'anime, perché del manga non sono certa) a quell'episodio tra i filler verso gli episodi che stanno sulla cinquantina, se non sbaglio, dopo i Varia, quando Bianchi inscena il proprio matrimonio con Reborn e lui, ovviamente, la percula. Per quanto riguarda il flashback di Reborn io mi sono riferita a quell'episodio in cui lui si ricorda di lei sulla veranda, il giorno prima di ricevere la maledizione, durante la saga degli Arcobaleno, per intenderci.