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Autore: ArashiStorm    11/01/2015    1 recensioni
Devo colpirlo...devo...
Non ho più voce, sulla gola le sue mani stringono sempre più forte, eppure riesco ancora a respirare. Attorno a noi solo fumo, i colpi di cannone si susseguono, ma alle nostre orecchie suonano come un eco lontana. Davanti ai miei occhi vedo solo il volto di mio padre. Sopra di me, mi sta offrendo infinite possibilità di ferirlo, di ucciderlo anche...è completamente scoperto, basterebbe solo alzare il braccio e azionare la lama eppure...io...
Io non...
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Connor Kenway, Desmond Miles, Haytham Kenway, William Miles
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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DESINCRONIZZAZIONE



Devo colpirlo...devo...

Non ho più voce, sulla gola le sue mani stringono sempre più forte, eppure riesco ancora a respirare. Attorno a noi solo fumo, i colpi di cannone si susseguono, ma alle nostre orecchie suonano come un eco lontana. Davanti ai miei occhi vedo solo il volto di mio padre. Sopra di me, mi sta offrendo infinite possibilità di ferirlo, di ucciderlo anche...è completamente scoperto, basterebbe solo alzare il braccio e azionare la lama eppure...io...

io non...

AHHHHHHHHHHHHHHH


----DESINCRONIZZATO----


L'urlo risuonò per tutta la caverna nel momento stesso in cui l'animus perdeva il contatto, schermi rossi con il segnale di desnicronizzazione lampeggiante su di esse. L'onda mentale destabilizzata.

Shaun e Rebecca si alzarono dalle loro sedie in tutta fretta avvicinandosi a Desmond che ancora sdraiato ansimava, sudando in preda a deliri verbali.

«E' in pieno effetto osmosi!»  decretò Rebecca cercando di sfilargli il visore dal volto, ma Desmond continuava a dimenarsi, scacciandola con una bracciata. Lei cadde indietro andando a sbattere sulla nuda pietra del terreno.

Shaun le fu subito vicino aiutandola ad alzarsi.

«Non aiutare me, aiuta lui!» gridò lei infuriata.

In quel momento arrivò di corsa anche William che pochi istanti prima era davanti alla porta sigillata per poterla analizzare.

«Che succede?» chiese con tono allarmato avendo anche lui sentito le urla del figlio.

«Desmond è sotto un effetto osmosi e non riusciamo a calmarlo» dichiarò Shaun mentre finalmente riusciva a sfilare il visore dal volto del ragazzo.

«No, no, NO!!! Non posso!» gridava lui tenendosi la testa tra le mani. «...è mio padre, non posso! Anche se è lui a volerlo io non...»

«DESMOND!» urlò William sedendosi di fronte al figlio.

Il tono del più grande dei Miles sembrò funzionare. Desmond si bloccò di colpo, aprì gli occhi ponendoli sulla figura paterna.

«Non posso...» continuava a ripetere, ma ora sembrava più un mantra senza senso che una vera intenzione.

«Dobbiamo cercare di riportarlo in sè. Direi che Connor non era poi così determinato nel voler uccidere suo padre» constatò l'unica donna del gruppo.

«Oh ma non mi dire, Rebecca, non lo avevo notato...» Shaun rispose ironico, guadagnandosi un'occhiataccia dalla giovane Assassina.

«Non era mai successo prima... non in questo modo almeno» commentò lei cercando di trovare una soluzione nei collegamenti dell'Animus.

«Connor e Desmond hanno entrambi dei piccoli problemi paterni, è possibile che la similitudine della situazione abbia scatenato...»

«Shaun!!» urlò lei alzando gli occhi dallo schermo e ponendoli verso William. Il collega seguì lo sguardo della consorella e si morse la lingua.

«Oh mi scusi Mr Miles...»tentò, ma William non se ne curò. Mise le mani sulle spalle di Desmond e le fece scendere lungo le braccia del figlio, si fermò a metà e diede uno scossone.

«Desmond, figliolo mi riconosci?»

«Lui vuole che lo uccida, Anche se non lo dice, anche se le sue parole dicono il contrario ... Haytham, mio padre vuole che io...» continuò il ragazzo, lo sguardo vacuo indirizzato verso il volto del vero genitore ma senza al contempo guardarlo sul serio.

«Haytham non è tuo padre Desmond!!» il vecchio Miles scosse ancora una volta il corpo del figlio alzando nuovamente il tono.

«Sono io tuo padre Desmond! Ascolta la mia voce!»

«Rakeni, nontié:ren?»

«Oh bene adesso passiamo al mohawk» commentò Shaun con un gesto di frustrazione.

«Shaun! dannazione, fa qualcosa invece di star li a guardare» lo riprese la donna con un sguardo di fuoco

«Cosa vuoi che faccia? Che mi metta a prendere un tè con lui parlando in mohwak dei suoi problemi familiari?»

«FATE SILENZIO TUTTI E DUE!»

Lo voce di William tuonò per la caverna. I due giovani Assassini ammutolirono all'istante, mentre il vecchio Maestro abbassò il capo, sempre tenendo forte la presa sulla braccia del figlio.

«Ti prego Desmond, torna in te... non c'è nulla che possiamo fare per aiutarti ad uscire da un effetto osmosi... Solo tu puoi uscirne... Ti prego, Connor e Haytham sono morti da secoli... Noi... Io... sono qui ad aspettarti...»

Desmond non disse più nulla. I due Miles si guardarono, lo sguardo del più giovane ancora perso, le pupille dilatate e la sofferenza nelle iridi scure. Sofferenza che si rispecchiava però simile negli occhi più stanchi dell'altro.

William resse quello sguardo per qualche istante ancora...

«Rak...»cercò di sillabare Desmond, ma suo padre fu più veloce delle sue parole. Lo trasse a sè con un movimento veloce, abbracciandolo forte, come mai ricordava di aver fatto.

«No, non Rakeni... non è quella la tua lingua... Sono tuo padre, quel pezzo di merda di tuo padre!! Desmond dannazione, torna in te!» urlò il vecchio Assassino al culmine della frustrazione. Era solo colpa sua se suo figlio stava passando tutto questo, avrebbe dovuto proteggerlo... Non sarebbe mai dovuto cadere nella mani di Vidic, non avrebbe mai dovuto provare tutto ciò. Non suo figlio, non...

«Padre...»

La voce del ragazzo lo riscosse dai suoi pensieri, era ancora debole come prima ma William sentì una certa fermezza in quella parola. Lo allontanò da sè e questa volta vide gli occhi del figlio guardarlo dritti nei suoi.

«Desmond - tentò- mi riconosci?»

Lui sbattè gli occhi un paio di volte. «Sei quel pezzo di merda di mio padre...» rispose il ragazzo con un mezzo sorriso, aprendo gli occhi nuovamente vivi.

Il vecchio Miles lasciò andare un sospiro di sollievo che non si era nemmeno reso conto di aver trattenuto fino a quel momento.

«Mi hai spaventato, figlio degenere!» disse poi, imitando il sorriso del ragazzo e dandogli una leggera pacca sulla spalla destra.

«Hai spaventato tutti Desmond!» rincarò la dose Rebecca alzandosi dalla sua sedia e avvicinandosi al giovane Assassino per controllare le sue condizioni.

«Io non ero particolarmente spaventato» sottolineò Shaun incrociando le braccia sul petto. Rebecca lo guardò, poi si abbassò verso Desmond e sussurrò nell'orecchio del ragazzo a voce abbastanza alta da farsi sentire anche da qualcun'altro.

«Non ascoltarlo... quando tuo padre ha urlato son sicura che si sia pisciato nei pantaloni»

«Cos...? Rebecca!!!»

 E mentre Shaun stava per dimostrare il contrario, gli altri tre presero a ridere di gusto, nel tentativo di dimenticare ciò che era appena accaduto.

Quando le risa scemarono, rimase nell'aria un silenzio imbarazzante che nessuno si sentiva di dover spezzare. Ma era vero che c'era un mondo da salvare e l'orologio continua ad avanzare noncurante dei sentimenti di nessuno...

«Figliolo, lo so che per te è duro... probabilmente, no anzi, sicuramente è per colpa mia che la storia, la situazione di Connor e Haytham ti sia rimbalzata contro in quel modo, - cercò di articolare il vecchio Miles, guardando di sottecchi Shaun ripensando al suo commento di qualche istante prima - ma non possiamo fermarci ora. Connor e Haytham sono già morti da secoli e qualunque cosa tu voglia fare non puoi cambiare il passato...»

Desmond annuì.

«Il fatto è che Connor non voleva...»  cercò di spiegare il ragazzo guardandosi le mani e la lama celata che anch'egli aveva legata al polso «Mentre ero nella mente di Connor e cercavo di farlo muovere è stato come se sentissi anche i pensieri di Haytham. Non so se sia perchè ho avuto una sessione di Animus anche con lui e quindi il DNA , beh, boh non ci capisco nulla di queste cose, ma...»

Alzò gli occhi verso il padre e gli altri due Assassini, guardandoli uno dopo l'altro.

«Era Haytham che voleva essere colpito... stava lasciando il fianco scoperto apposta... La realtà è che avrebbe potuto uccidere Connor se lo avesse voluto, avrebbe potuto far vincere i templari in quel momento, ma ha scelto la vita di suo figlio e...»

«Desmond...» fu la voce della ragazza a bloccare il fiume di parole del giovane. «Tuo padre ha ragione... Loro non ci sono più... non c'è nulla che tu possa fare per Haytham o Connor. Ma puoi fare molto per noi, per tutti noi, per il mondo intero.»

Il ragazzo la osservò a lungo. «Loro non sanno - pensò- loro non sanno che varcare quella porta per me significa quasi sicuramente lasciarci la pelle... Loro non lo sanno...ma...» e i suoi occhi cercarono il padre. Lo vide, ancora seduto di fronte a lui, guardare verso il terreno, una mano stretta in un pugno appoggiata sulla gamba. Stringeva quel pugno così forte da imbiancarne le nocche.

«Tu lo sai papà? - si chiese - o forse lo intuisci soltanto, forse vorresti anche tu scoprire il fianco...?»

Desmond sorrise amaramente e si rivolse nuovamente verso la ragazza. «Hai ragione - disse con fermezza - forza finiamola una volta per tutte!»

«Figliolo...» la voce di suo padre fu un sospiro, ma il volto parlò per lui. Desmond gli sorrise con sicurezza. «Farò la mia parte papà, non preoccuparti»

William annuì... le mani ancora strette in pugni.

«Bene... vediamo dov'è questo medaglione allora...» disse il ragazzo riprendendo in mano il visore, mentre gli altri due Assassini tornavano alle loro postazioni.

«Sei pronto Desmond?» chiese Rebbecca dopo aver ripristinato i collegamenti del DNA.

«Si» rispose il giovane prescelto.

«Connor, Haytham ... perdonatemi» fu il suo ultimo pensiero prima di rivedere attorno a sé Fort George e sentire nuovamente le palle di cannone fischiargli nelle orecchie. In quel momento sperò che fossero abbastanza rumorose da non fargli più sentire i suoi pensieri...




  
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