Storie originali > Introspettivo
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Autore: Valerie Clark    11/01/2015    0 recensioni
Lettere, lettere alla polvere. Lettere alla stessa persona, lettere che non invierò mai. Lettere, sigarette e ricordi di un amore nato morto.
ATTENZIONE: potrebbe restare incompleta, noi due potremmo restare incompleti.
Genere: Drammatico, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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La fine
primo gennaio duemilaquindici
 
Non mi hai dato nemmeno la possibilità di venire da te, di abbracciarti un’ultima volta, di baciarti, un’ultima volta.
Hai detto solo ‘È la fine’, ma tanto me l’ero già detto da sola, tempo prima, ed ormai non bruciava più.

Tu lo sai bene, è solo uno il difetto a cui non ho mai rinunciato: leggere l’ultima pagina di un libro subito dopo il prologo. Lo so, è stupido, è insensato, è deleterio spesso, ma a me piace.
In realtà non è che mi piaccia, è solo che, sin da piccola, ho sempre avuto paura della fine di un libro, ho sempre temuto di non poterlo portare sempre con me. Allora leggevo la fine e mi dicevo ‘Ok, finisce, prima o poi finisce, ma per ora è tuo’ e, in un certo senso, mi rassicurava avere quel piccolo oggetto tutto per me, almeno per un po’, almeno per godermelo, prima della fine.
Molte volte, prima di prendere una decisione, avrei voluto leggerne la fine. Molte volte ho avuto paura di non sapere se la fine fosse la cosa giusta. Poi pensavo a quel detto; ‘Andrà tutto bene alla fine; se non va bene, allora non è la fine’.
Mi sembrava che la fine non arrivasse mai. Per settimane, mesi, anni ho avuto l’impressione che io non me la meritassi, una fine. Non che non meritassi un lieto fine, no; semplicemente credevo di non meritare una fine, di non meritare la parte più bella. Credevo che l’unica cosa che mi aspettava, o che mi spettava, fosse vagare per l’eternità in un mondo confuso e indefinito, a metà tra le scelte sbagliate e la paura.
Altre volte invece, poche, pochissime volte, prima di prendere una decisione, conoscevo già la fine, e non mi importava arrivarci: volevo godermi il viaggio.

Dopo tutte le mie scelte, dopo tutti i miei errori, dopo tutti i miei successi, è arrivata la fine. Il momento subito prima, lo ricordo bene, è stato un po’ come una nascita ed una morte insieme; sembrava come se, nello stesso momento, una parte di me fosse morta ed un’altra fosse nata, come se la luna avesse fatto posto al sole. Ma non eravamo più io e te.
In un momento mi è sembrato tutto chiaro.
In un momento mi è sembrato come prendere un vecchio libro, sentirne il profumo, dimenticarne il contenuto e leggerlo, leggerlo tutto, in un momento, dalla prima all’ultima pagina, senza saltare nulla, senza preannunciare nulla.
In un momento non ho più avuto paura, ed ora, ora che c’è il sole, mi sembra di non avere nemmeno bisogno di finirlo, quel libro, mi sembra che non mi spaventi più la fine; non lo voglio un ‘per sempre felici e contenti’. In un momento sono diventata io la fine.
   
 
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