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Autore: fanniex    12/01/2015    3 recensioni
... -Perché? Come sarebbe uno come Jared?-
Sbuffai ignorando completamente in che modo avrei potuto rispondere a quella domanda. Contemporaneamente però, sul palco, Jay era salito in bilico su una cassa, tendendo le braccia verso l'alto fino all'inverosimile. La sua maglietta sgualcita si era alzata talmente tanto da mostrare quasi per intero gli addominali perfetti e l'eccitante bordo della biancheria intima. Ovviamente tutte le altre ragazze presenti erano prossime all'infarto. ... [ da cap. 6 ]
Esplorazione della psiche di una donna, all'apparenza normale, che ha avuto la sciagurata idea di imbarcarsi con un Leto in uno dei viaggi più traumatizzanti della vita: la famiglia.
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Jared Leto
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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21: TU SEI IL BURRO SUL PANE DELLA MIA VITA

 

 

 

-JARED's pov-

 

 

Mmm… che meraviglia! C'è ancora il suo profumo ad invadermi le vie respiratorie. Erano settimane che sognavo un risveglio come questo.

Ed è semplicemente fantastico sapere che in questo momento sarebbe sufficiente spostare la mano di pochi millimetri per sentire di nuovo la sua pelle sotto le mie dita.

Lo faccio! Le lascio scivolare lungo le lenzuola e… nulla. Vuoto completo!

Spalanco giusto un occhio per arrivare alla drammatica conclusione che lei non è più a letto con me.

Rica! Amore mio, ma dove diavolo ti sei cacciata?

Ancora mezzo addormentato mi accorgo appena di un morbido calore che preme sulla mia schiena e di un tenero braccino che penzola giù dalla mia spalla.

 

-Ben svegliato, papà!-

 

Ed è l'adorabile vocetta del mio Pasticcino a darmi il buongiorno. Faccio per voltarmi verso di lei quando vengo colto da un improvviso attimo di panico. Con indifferenza sollevo leggermente il lenzuolo che mi ricopre, tirando un sospiro di sollievo. Fortunatamente indosso ancora i boxer! Buffo… non ricordavo di essermeli rimessi questa notte. Rassicuratomi di questo, ora più nulla mi impedisce di prendere in braccio la mia bambina, adagiarla sul mio petto e riempirla di coccole fino a svenire. Abbiamo troppi arretrati da recuperare, io e la mia cricetina.

-Dove è la mamma?-  Le chiedo sbaciucchiandole per bene quelle guanciotte che amo alla follia.

La piccola si siede comodamente sul mio petto fingendo di pulirsi dai miei baci, quasi infastidita. Che attrice! Lo so che adora le mie coccole.

Chissà da chi avrà mai preso?

-È uscita presto stamattina! Tu dormivi come un ghiro. Però mi ha detto di farti la guardia finché non torna.-

La vedo rabbuiarsi un istante, prima di tornare a fissarmi di nuovo negli occhi.

-... Non vai più via, vero Papi? Mai più?-

Me la stringo forte al petto, accarezzandole piano la testolina e quei capelli così uguali ai miei.

-No Alice! Non andrò mai più via!-

Replico serio, sorridendo per evitare alle lacrime di tradirmi.

Rimango accoccolato nel letto con mia figlia per tutto il tempo necessario a farle raccontare ogni dettaglio di ogni più piccola cosa le sia capitata in questi diciannove giorni durante i quali ci siamo visti solo per poche ore, e più la ascolto parlare e più mi accorgo di quanto di Rica ci sia in lei. È così sicura e riflessiva, ma allo stesso tempo appassionata verso le cose che ama. Fosse anche una banalissima ricetta per dei biscotti. Ed è stupendo vedere i suoi occhi brillare come stanno facendo proprio adesso.

Quanto è bella il nostro piccolo angelo!

Sono troppo sdolcinato, vero? Beh, non me ne frega un cazzo! Ho trascorso metà della mia vita a recitare la parte da stronzo, ora basta. Sono un cretino innamorato come un pazzo della mia famiglia e non me ne vergogno neanche un po', e allora? Crocifiggetemi!

Chissà come reagirà Ali alla notizia di un fratellino o di una sorellina? E se Rica le avesse già accennato qualcosa?

Non posso certo chiederglielo esplicitamente, se non le ha ancora detto nulla penso che potrebbe anche squartarmi. Dovrebbe avere ancora quel famigerato trinciapollo nascosto da qualche parte in cucina!

Mmmm… devo dire che non mi dispiacerebbe affatto farmi torturare un po' da lei… cazzo, sono davvero un pervertito quando mi ci metto!

-Pasticcino?-  Provo allora ad indagare, senza sbilanciarmi troppo.  -Come hai trovato la mamma in questi giorni? … Stava... bene?-

Lei mi scruta sospettosa prima di rispondere. Che avevo detto, la mia bimba è troppo furba!

-Vuoi dire a parte il fatto che era sempre triste?-

Le sorrido affettuosamente, lasciandole un piccolo bacio sulla fronte.

-Anche papà era tanto triste, sai?-

Ali annuisce con uno sguardo così serio che quasi mi mette paura. Sembra voglia sgridarmi da un momento all'altro, e me lo meriterei anche.

Ma fortunatamente non lo fa.

-Non devi preoccuparti, Papi! C'ero sempre io con lei!-

Ecco, adesso credo di non riuscire più a trattenere quelle dannate lacrime. La nostra bambina è un distillato di amore puro, come faccio a non sciogliermi?

-... E poi la zia Vicki e lo zio Babu. E la nonna. E Leo. … Anche se sono sicura che la mamma preferisse stare insieme a te. Le sei mancato tantissimo!-

Come al solito la mia bimba ha detto una cosa terribilmente dolce. Peccato che non riesca ad apprezzarla fino in fondo. Purtroppo c'è solo una parola odiosa che mi si è conficcata nel cervello.

Leo?

Che cazzo ci fa quello stronzo sempre appiccicato a mia moglie?

Scommetto che le si sarà fiondato addosso non appena avrà capito che era momentaneamente sola. Momentaneamente, grazie al Cielo!

Ehi, tranquillo Jared, datti una calmata! Non posso certo lasciarmi andare ad uno scatto di gelosia con Alice in braccio.

-Anche a me lei è mancata da morire, piccola! E anche tu! Tanto tanto tanto!-

 

-Bene! A quanto pare ce l'hai fatta ad uscire dal letargo.-

Alzo lo sguardo e vedo Rica appoggiata allo stipite della porta della nostra camera da letto. Ci sorride serena e mi sento scoppiare il cuore. Mai. Mai nella vita avrei sperato di raggiungere tutto questo. Non è solo la felicità che mi sta travolgendo tanto da lasciarmi quasi senza fiato. Finalmente ho trovato me stesso… e la pace.

Ali rotola allegramente giù dal letto andandole incontro per ricevere un abbraccio mentre mi alzo anch'io in cerca di qualcosa da indossare. Apro il cassettone del guardaroba che fino a qualche settimana fa conteneva i miei vestiti casalinghi e sogghigno trovandoli ancora tutti lì, in perfetto ordine. A parte una t-shirt, una di quelle un po' sfatte e bucherellate, che sembra parecchio stropicciata. Istintivamente la afferro e me la porto al viso annusandola. Ha sopra il suo profumo. Sicuramente Rica l'avrà indossata spesso in questi giorni. Voleva sentirmi più vicino a lei?

Cattiva! Io non avevo niente di suo da annusare nelle lunghe notti solitarie… ecco che ricomincio con le cretinate.

Sarà ora che io cominci davvero a crescere!

Prendo quella t-shirt e un pantalone della tuta e li indosso mentre osservo anche Rica cambiarsi, con Alice che le trotterella intorno facendole il resoconto di ciò che è successo in sua assenza. Chissà dove è andata? E per quanto è stata via? Incrocio di sfuggita l'orologio digitale appeso alla parete di fianco al letto. Le 10 meno 10.

-Cazzo!-  L'imprecazione mi sfugge letteralmente di bocca, e non faccio tempo ad accorgermene che ormai è già troppo tardi.

-Jay!-

Rica mi sgrida con uno sguardo carico di disappunto. Ha ragione! Anche se alle volte faccio una fatica dannata a trattenermi, abbiamo sempre concordato di evitare di dire parolacce davanti a nostra figlia.

-Scusa!-  Mi stringo nelle spalle imbarazzato.  -Mi è scappata ...-  sposto lo sguardo su Alice per verificarne la reazione ma pare tranquilla. Quasi non si fosse accorta di nulla.  -... A proposito, come mai Ali non è a scuola?-

Lei, con tutta calma mentre indossa ancora soltanto il reggiseno, cosa che come è logico sta minando seriamente la mia capacità di concentrazione, mi informa che questo sarà il nostro giorno di vacanza, lontani da tutti e da tutto. Per stare insieme, tutti e tre. E mi strizza l'occhio allusiva. Ho capito che ha deciso di dire ad Alice del bambino. Anzi che saremo entrambi a dirglielo.

-Cucciola, tu intanto comincia ad andare. C'è una sorpresa in cucina!-

Rica la spedisce al piano di sotto con un'affettuosa pacca sul sederino e non appena nostra figlia scompare saltellando come uno scoiattolino per le scale, l'istinto prende il sopravvento sulla ragione. Afferro mia moglie per i fianchi, la sollevo e la trascino sul letto, ancora così, semi svestita, con i jeans slacciati e soltanto una scarpa da ginnastica ai piedi.

Non ho intenzioni bellicose. Oddio, le avrei anche ma cerco di accantonarle, accucciate in un angolino. Non con Alice che potrebbe rientrare in camera in ogni momento. Voglio solo tenerla tra le braccia un altro po' e incantarmi a guardarla. Rendermi conto che, persino dopo stanotte e l'atroce verità che le ho sbattuto in faccia, è ancora me che vuole… per sempre.

-Dove sei stata?-  Le domando sorridendo, mentre la tengo bloccata sotto di me facendo attenzione a non premerle troppo addosso. Ancora non riesco a credere che ci sia il nostro bambino lì dentro, devo fare piano!

-In giro.-

Tenta di fare la vaga, guardandosi attorno indifferente, ma la conosco troppo bene per non capire che si sta prendendo gioco di me.

-Che mi stai nascondendo?-

Ora fissa i suoi caldi occhi bruni su di me, increspando maliziosamente le labbra.

-Mmm… qui qualcuno mi sembra un tantino geloso.-

Geloso forse no, sospettoso più che altro. Non è da Rica dileguarsi così, senza dire nulla.

-... Comunque, se proprio vuoi saperlo, sono arrivata fino a Glendora. C'è una pasticceria che fa dei donuts favolosi e stamattina volevo una colazione speciale!-

Santo cielo, dopo una notte quasi insonne si è fatta quasi 30 miglia solo per comprare delle ciambelle. Alle volte fatico ancora a comprenderla.

-... Me l'ha consigliata Leo, qualche giorno fa, e devo ammettere che aveva proprio ragione. Sono una bomba... quell'uomo è un genio!-

Okay, sì! Ora sono fottutamente geloso!

Mi scosto bruscamente da lei, rimettendomi subito in piedi vicino al letto. Porca puttana! È mai possibile che il nome di quello stronzo debba saltare fuori ogni due secondi. Ho capito che sia suo amico e probabilmente le sarà stato anche d'aiuto in questi giorni, che ne so, magari il porco le avrà offerto la sua confortevole spalla su cui piangere… speriamo solo quella… Dio, quanto lo odio!

Lo vuole capire oppure no che Rica è mia!

MIA MIA MIA MIA MIA!!!!

Abbiamo una figlia meravigliosa e presto avremo un altro bambino o bambina.

 

Ammutolisco i miei pensieri di colpo. Avrò un altro figlio da lei. Cazzo!

Può esserci niente di più importante di questo? A fanculo tutto il resto. E per primo questo rompicoglioni di Leo.

Chissà se lo ha detto anche a lui? No! Sono solo un cazzone paranoico. Rica non lo avrebbe rivelato a nessuno prima di dirlo a me, ne sono sicuro. Ci scommetto che non lo ha ancora detto nemmeno a Vicki.

Noto solo ora, e con la coda dell'occhio, che si è alzata anche lei dal letto e si è già cambiata con qualche indumento più comodo, da casa. Mi si avvicina, ridestandomi dallo stato di torpore in cui ero momentaneamente precipitato, e intreccia una mano alla mia.

-Tutto bene, Jared?-

Il soffio della sua voce è talmente delicato che non posso fare altro che annuire e sorriderle.

-Sembri sconvolto. Non è per il fatto di Leo, vero? Ti stavo solo provocando un pochino.-

Continuo a sorriderle come un idiota, scuotendo piano la testa.

-Allora… è per il bambino? Sei scioccato?-  Prosegue lei, e una nota addolorata le incrina la voce.   -Lo so che è… inaspettato. Non abbiamo mai parlato di avere un altro figlio e sinceramente nemmeno io ho capito bene come sia successo. Oddio, immagino ricorderai anche tu che avevo smesso di prendere la pillola per la pausa che il dottor Lockwood mi aveva prescritto, … e mi sa tanto che tu quella volta non sei stato così pronto ad inserire la retromarcia come avevi creduto...-

Annuisco, muto e immobile come una statua, se non fosse per il lieve dondolio della testa. Facciamo l'amore in quel modo ogni volta che deve sospendere la pillola. Voglio sempre sentirla più che posso e mi limito a non venirle dentro, ma evidentemente quella volta qualcosa non aveva funzionato a dovere.

-Tu… non lo vuoi? Oh, porca miseria! … È così?-

Le guance di Rica si inondano istantaneamente di lacrime, mentre riesce a stento a trattenere i singhiozzi.

Ma come diavolo può solo pensare una cosa del genere?

Mi fiondo su di lei, travolgendola e facendola aggrappare quasi con violenza al mio corpo.

-Rica, amore mio, calmati...-  farnetico ormai, senza più un ordine nei miei pensieri, spinto unicamente dal fuoco che mi sta riscaldando l'anima,  -... io lo voglio! Cazzo se lo voglio! … Ne voglio altri dieci o cento di figli, insieme a te!-

Si rilassa appena un po', mantenendo una presa ferrea sui miei muscoli, mentre scivola lentamente di nuovo a terra.

-Scusa se ho reagito da pazza. Saranno gli ormoni… ma vederti così catatonico mi ha terrorizzata. … Non sei sconvolto?-

-No, piccola! Non sono sconvolto.-

Mi fissa ancora per un istante. Con gli occhi lucidi e il volto arrossato per l'improvviso sbalzo emotivo.

-E allora che cos'hai? Hai una faccia strana.-

La riattiro verso di me, tenendole il viso tra le mani. Mi specchio in lei prima di baciarla, dolcemente e con ardore, come merita.

-Questa qui?-  Le domando poi, indicandomi stupidamente.

Rica torna a sorridermi rincuorata e come al solito il cuore smette di battermi nel petto per un secondo.

-Questa è la faccia dell'uomo più felice dell'universo. E ti conviene che ti ci abitui, tesoro, perché te la ritroverai davanti per tutto il resto della tua vita.-

Sto per tornare a baciarla quando una vocetta squillante proveniente dal piano di sotto ci interrompe.

-Mamma, papà! Vi sbrigate a scendere o no? …Io ho fame!-

A quanto pare Ali deve aver ereditato anche le mie corde vocali!

 

***

 

In cucina, mentre Rica riscalda il latte per Ali e appronta la sua macchinetta per il caffè, io mi dedico alla mia indispensabile tazza di rooibos mattutina. Se il bambino che nascerà dovesse sviluppare una qualche impellente passione per l'orzo, ci ritroveremmo a fare quattro colazioni diverse ogni mattina! Mi toccherà davvero darmi da fare ed aiutare Rica in cucina. Seriamente stavolta!

 

-Alice, amore ...-

Eccoci, mi sa che il momento è arrivato. Pasticcino distoglie lo sguardo dall'enorme ciambella farcita di succose fragole sciroppate per dirigerlo verso il viso di sua madre, che l'ha appena interpellata.

-...ricordi quella foto che c'è a casa di nonna Constance?-

Ali sbatte un po' gli occhi perplessa, come il sottoscritto, del resto. Capisco benissimo che magari non sarebbe il caso di essere troppo drastici.

« Alice! La mamma è incinta. Fra circa sette mesi dovrai dividere casa, genitori e giocattoli con un altro mostriciattolo! »: ecco, probabilmente un uscita del genere non avrebbe fatto un gran bell'effetto su nostra figlia.

Ma Rica la sta prendendo decisamente alla lontana. Avessi poi capito di che foto sta parlando?

-Quella che c'è nello studio di nonna, vicino al divano.-

Prosegue invece lei tranquilla e questa volta Alice annuisce.

-Ricordi che cosa mi hai detto la prima volta che la nonna ti ha parlato di quella foto?-

-Scusatemi ragazze, ma di che foto state parlando?-  Mi intrometto sentendomi lievemente escluso.

Rica mi guarda con condiscendenza, facendomi fare per l'ennesima volta la figura dell'idiota. E, con un tono di voce da tata che non usava nemmeno quando Ali aveva due anni, mi chiarisce che la foto in questione è un vecchio scatto della festa di compleanno dei tre anni di Shannon. C'era la mamma, bella e sorridente come sempre, qualche altro bambino e un paio di altre persone di cui non ricordo praticamente nulla. Ovviamente Shan, e una bella torta glassata al cioccolato. Io ero piccolino, non avevo nemmeno un anno e mezzo. Credo che fossimo ancora in Louisiana all'epoca.

-Mi spieghi che diavolo c'entra con il bambino?-  Le sussurro all'orecchio, mentre posiamo entrambi le nostre tazze nel lavello.

Ma Rica mi risponde semplicemente con un gesto della mano, come a sottintendere 'lasciami fare, so quello che faccio'.

Torniamo a rivolgere la nostra attenzione ad Ali che nel frattempo si è già spazzolata la sua ciambella, ha finito il latte ed ora ci fissa, con i gomiti poggiati sul tavolo e le manine incrociate a sostenerle il mento.

-Perché vuoi sapere se me lo ricordo, Mami?-

Dal tono divertito della sua voce mi sembra evidente che si sia goduta appieno la piccola scenetta famigliare che si è appena svolta sotto i suoi occhi. Quanto devono esserle mancate in questi giorni?

E poi da come ci guarda in questo momento non mi stupirei se Alice sospettasse già che cosa stiamo per rivelarle. È una bambina troppo sveglia!

-Io vorrei saperlo.-  Mi intrometto nuovamente, da bravo prezzemolone, interpellando direttamente mia figlia.  -Che cosa le avevi detto?-

-Che tu eri davvero buffo! Mezzo scombinato e tutto stravaccato sul tavolo per acchiapparti il bicchiere di coca!-

Perfetto, smontato anche da una bimba di otto anni. E meno male che mi vuole bene.

-... Ma anche che tu e lo zio Shan sembravate davvero felici e che piacerebbe tanto anche a me poter festeggiare i compleanni con il mio fratellino o ...-

Bingo! A quanto pare Rica sapeva benissimo dove farla arrivare. Devo ricordarmi di non dubitare mai più di lei.

Ali s'interrompe di botto, alzandosi fulminea dalla sedia per fiondarsi correndo tra le braccia amorevoli di sua madre.

-Mamma, mamma … non ci credo!-  Grida, saltellando appesa al collo di Rica.  -Avrò un fratellino!-

Lo avevo detto che era sveglia!

Sprizza gioia persino dagli occhi e il cuore mi si allarga ancora di più, se possibile. Mi sa che fra un po' dovrò andare in giro con due toraci per contenerlo tutto. Mi avvicino a loro e Ali mi salta letteralmente in braccio, sbaciucchiandomi e lasciandosi sbaciucchiare, intervallando quelle impagabili effusioni con tanti Che Bello! o Evviva!.

Maschio o femmina che sia, il nuovo Leto è già sfacciatamente fortunato! Avrà una mamma e una sorella maggiore senza uguali. Peccato che dovrà accontentarsi di un cazzone come padre, ma non si può avere tutto dalla vita, no?

E poi, perché mi autodemolisco in questo modo? Con Alice non me la sono cavata tanto male! Qualcosa di buono devo averlo pur fatto. Ho una figlia che mi adora e una moglie che mi ama, no?

Beh, una quasi moglie!

Okay! Non ci pensa per niente a sposarmi ma rimane pur sempre mia moglie!

Poi, come se stesse intercettando i miei ridicoli pensieri, Rica mi aiuta a posare Alice sul tavolo, dove rimane intenta a guardarci, e mi stringe le mani, accoccolandoci dentro le sue, così piccole e morbide.

 

-Mentre andavo a Glendora, stamattina, sono passata davanti al Giardino Botanico e ci ho fatto un giretto. Sai, l'Arboreto della Contea ad Arcadia, sulla Foothill Freeway. Hai presente?-

Le libero le mani, passando contemporaneamente le braccia intorno alla sua vita e stringendomela più vicina.  -Mmm … vagamente.-

Rica, scuotendo la testa sconsolata, si volta allora verso la bambina che ci osserva attentamente e intenerita.

-Tu hai capito di quale parlo, vero?-

-Certo Ma'!-

E ti pareva che non devo essere sempre io l'imbecille che non sa mai un cazzo!

-Ci siamo andate l'anno scorso con Lukas e la zia Vicki a vedere i pavoni e i cigni.-

-Esattamente! Ti era piaciuto, vero?-

-E tanto anche!-  Risponde ancora Ali, con una determinazione che quasi spaventa.  -Sembra il paradiso!-

Rica sorride, soddisfatta dalle parole di nostra figlia, prima di tornare a giocare con il mio sguardo. Mi sembra visibilmente commossa e, non vorrei dirlo, ma anche un filo imbarazzata.

-Stamattina ho scoperto che ci celebrano anche i matrimoni ...-  soffia, in un sospiro, quasi vergognandosene subito dopo.

Matrimonio?

Questa parola è uscita dalle sue labbra di sua iniziativa?

Senza che fossi io a tirare in ballo l'argomento?

Noooo! Devo aver preso una botta in testa e questa è solo un'allucinazione!

-... Niente di impegnativo e sfarzoso. Qualcosa di intimo. Solo noi e la famiglia … beh, e l'officiante ovviamente … non sarebbe legale, altrimenti.-

Spalanco gli occhi incredulo e credo che stia cominciando a mancarmi il respiro. Bel momento per avere un attacco d'asma. Proprio quando la tua donna, dopo una vita trascorsa ad implorarla invano, ti sta chiedendo di sposarla! …Perché è questo che sta facendo, vero? Non me lo sto immaginando?

-Rica … a-amore ...-  ci mancava pure la balbuzie ora,  -... di che cosa stiamo parlando?-

Sento la risata allegra di mia figlia in sottofondo. Presto la sua stima nei miei confronti si ridurrà unicamente ad un'enorme presa per il culo, già lo so. Poco male, potrò sempre rifarmi con il mio secondogenito. Ah, che bella sensazione!

 

-Jared, mi è venuta voglia di sposarti!-

 

 

 


 

 

NOTE FINALI: 
-il titolo del nostro epilogo cita una delle più scioglievoli battute tratte da "Julie&Julia"
-solite precisazioni NatGeoFannie: Glendora, località della contea di Los Angeles. La pasticceria esiste davvero e si chiama, molto fantasiosamente, "The Donut Man"; naturalmente esiste anche l'Arboreto o Giardino Botanico, ad Arcadia, e sì, ho controllato, ci celebrano davvero i matrimoni.
-la foto del terzo compleanno di Shan immagino ce la ricordiamo tutti no? Amorini!!! (no, no la posto, tranqui)
-e con questa direi che stavolta abbiamo proprio concluso! Ovviamente, un GRAZIE STRATOSFERICO a tutti quelli che hanno letto questa e tutte le altre storie che ho disgraziatamente x voi pubblicato. Non cito esplicitamente chi tra loro mi sono rimaste nel <3 ... spero tanto k lo sappiano lo stesso.
Però ringrazio Jared e Shannon e Tomo, a loro mi sa che lo devo. Forse sarà poco ma il coraggio e l'ispirazione viene tutta da loro, e non è una sciocchezza!
E ora, come direbbe Rayon, "Adios, Cowboy" (anke se non ce'ntra una mazza)
... o meglio "Goodbye, goodbye, goodbye ...." e proseguire x 17volte, come richiede la tradizione!
Un bacio da Fanniex! 

NOTE FINALI:

 
-il titolo del nostro epilogo cita una delle più scioglievoli battute tratte da "Julie&Julia"

 -solite precisazioni NatGeoFannie: Glendora, località della contea di Los Angeles. La pasticceria esiste davvero e si chiama, molto fantasiosamente, "The Donut Man"; naturalmente esiste anche l'Arboreto o Giardino Botanico, ad Arcadia, e sì, ho controllato, ci celebrano davvero i matrimoni.

-la foto del terzo compleanno di Shan immagino ce la ricordiamo tutti no? Amorini!!! (no, no la posto, tranqui)

-e con questa direi che stavolta abbiamo proprio concluso! Ovviamente, un GRAZIE STRATOSFERICO a tutti quelli che hanno letto questa e tutte le altre storie che ho disgraziatamente x voi pubblicato.

Non cito esplicitamente chi tra loro mi sono rimaste nel <3 ... spero tanto k lo sappiano lo stesso.

Però ringrazio Jared e Shannon e Tomo, a loro mi sa che lo devo. Forse sarà poco ma il coraggio e l'ispirazione viene tutta da loro, e non è una sciocchezza!

 

E ora, come direbbe Rayon, "Adios, Cowboy" (anke se non ce'ntra una mazza)... o meglio "Goodbye, goodbye, goodbye ...." e proseguire x 17volte, come richiede la tradizione!

 

Un bacio da Fanniex! 

 

   
 
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