Capitolo trenta:
Decisions
“Heavy thoughts
set through dust
And the lies
[Linkin Park -
From the Inside]”
Gwendolyn
aveva deciso. Sapeva perfettamente come agire e quando colpire. Aveva
le idee
chiare in testa e non avrebbe permesso a nessuno di interferire. Doveva
solo
cercare di essere prudente e di calcolare tutto con la massima
precisione. Non
poteva sbagliare poiché le cose sarebbero potute sfuggirle
dalle mani e avrebbe
corso il rischio di essere scoperta. Non poteva assolutamente lasciare
spazio a
dubbi o ripensamenti, non proprio ora quando era riuscita a mettere
insieme un piano
come si deve. Un piano che il Signore Oscuro avrebbe apprezzato e che
l’avrebbe
riportata, invece, in Francia, la sua amatissima e tanto agognata casa. Era anche sicura che in quel modo
avrebbe distratto tutti in modo di agevolare, di qualunque cosa si
trattasse,
anche il compito di Draco. Potter sarebbe stato così preso
dai suoi problemi
che il nome di Malfoy non gli avrebbe nemmeno più sfiorato
il cervello. Tutto
sommato però le cose non erano così semplici come
potevano apparire. Benché la
Wood fosse sicura, c’era qualcosa che le impediva di
procedere. In fondo, era
solo una comunissima sedicenne e lanciare certi incantesimi non
rientrava nelle
sue priorità. Soprattutto se poi c’era la minima
probabilità di far del male a lei
stessa o, peggio, di esagerare e, quindi, convivere con i sensi di
colpa per aver
arrecato dolore ad un suo coetaneo per qualcosa di totalmente immorale
e
sbagliato, voluto principalmente da un pazzo fissato con il sangue
puro, le
profezie e Potter. Non era giusto. Questo lei lo sapeva bene. Ma quando
la sua
vita era minacciata da un’entità quale era quella
di Lord Voldemort, il suo
istinto di sopravvivenza veniva fuori e prendeva il sopravvento su
qualsiasi
altro pensiero. Molte persone avrebbero potuto definire i suoi
pensieri, e in
seguito le sue azioni, come pura codardia. Lei preferiva dare la colpa
al suo
spiccato “istinto di conservazione”. Si rendeva
conto del fatto di essere
decisamente troppo egoista ma considerava sé stessa una
persona molto
importante, un qualcuno che veniva prima di tutti e quindi non aveva
altre
soluzioni.
Quel
giorno si sarebbe svolta la gita ad Hogsmeade e lei aveva organizzato
il tutto
nei minimi dettagli. Il giorno prima Gwendolyn, attenta non farsi
vedere, aveva
praticato un Imperio sulla sorella di Weasley, Ginevra. Aveva scelto
lei perché
aveva capito che fosse l’unica a poter incidere sulla mente
degli altri con più
facilità. O meglio, l’unica che non sarebbe
riuscita a contrastarla così
facilmente. Aveva osservato per giorni il rapporto di quei Grifondoro
senza
cervello e aveva capito che l’unico modo per rompere quel
legame così potente
fosse utilizzare l’anello debole, Ginny Weasley, come
“arma”. Aveva considerato
lei come la più debole non perché non fosse una
ragazza sveglia o combattiva ma
solamente perché non aveva fatto altro che seguire le sue
prime impressioni,
che di solito non sbagliavano mai. Dover controllare la mente e le
azioni di
quella ragazzina non si era rivelato un lavoro troppo faticoso.
Fortunatamente, sembrava che lei non avesse alcun problema con il
funzionamento di quella
maledizione senza perdono. Si sentiva in colpa, certo, ma non
abbastanza da
annullare tutto.
Il
cielo era molto nuvoloso quel pomeriggio e la Wood, camminando
silenziosamente
con Harry, Ron ed Hermione sulla stradina che conduceva ai Tre Manici
di Scopa,
sperò ardentemente che non si mettesse a piovere proprio in
quel momento.
Odiava la pioggia. Durante la mattina aveva semplicemente gironzolato
per il
piccolo villaggio. Se tutto sarebbe andato secondo i piani, la parte
"divertente"
sarebbe arrivata solamente una volta tornati al castello.
-
Credete che Ally ci raggiungerà? - domandò Ron,
perplesso. Harry scrollò le
spalle.
-
Non
ne ho idea, ma spero di sì. Le gite ad Hogsmeade non sono
qualcosa da perdere.
- bofonchiò, ma stava pensando a tutt'altro. Ron se ne
accorse ma preferì
sorvolare.
Gwendolyn
restava in disparte, accodata a loro unicamente per comodità
che per vera
necessità, e fu così che si ritrovò ai
Tre Manici di Scopa, con Harry, Ron ed
Hermione - la quale si teneva ad una certa distanza, rigida e distante
- che si
rigiravano il loro boccale di burrobirra tra le mani.
-
Per
te è la prima gita qui, vero, Gwendolyn?
-
Mh-mh. - rispose lei, senza guardare il rosso che le aveva rivolto la
domanda.
La
sua
testa, invece, era completamente altrove. Stava ricordando di come
aveva
lanciato quella maledizione a Ginny, rimuginando attentamente e
chiedendosi se
fosse stato davvero necessario.
- Ciao, Ginny. - la salutò. -
Vai da qualche parte?
Lei scosse la testa.
-
Aspetto che Luna recuperi il suo libro di
Erbologia.
Gwendolyn non l'ascoltava
davvero. O meglio, era brava ad ascoltare, ma non le prestava
l'attenzione
dovuta. Non la prestava più a qualcuno da molto, molto tempo.
- Ti va di accompagnarmi dalla
professoressa Mcgranitt? Devo parlarle di una certa faccenda.
Ginny parve esitare un secondo,
poi sorrise e annuì. Cominciarono a camminare, silenziose, e
Gwen la condusse
in un’aula inutilizzata in prossimità dei
sotterranei.
- Gwendolyn sei sicura che la
professoressa sia qui?
- Weasley.
La voce di Gwendolyn la fece
girare, e si sorprese - sebbene non avesse dovuto - di sentirla
nuovamente
fredda come il ghiaccio.
- Gwendolyn... ?
- Per quel che vale, - sussurrò
lei, senza neanche sapere perché lo stesse dicendo, ma la
sua voce parve atona
e priva di espressione ai suoi stessi sensi. - mi dispiace.
- Cosa?
E poco dopo l'Imperio la colpì
in pieno.
La
voce irritata di Hermione riuscì a ridestarla. Lei e Ron si
erano appena
scambiati delle frecciatine e Neville e Luna, appena sbucati
dall’entrata del
pub, avevano messo fine a qualsiasi ipotetico scontro. I due si
sedettero
accanto alla riccia ed ordinarono anche loro una burrobirra. La Wood
non riuscì
nemmeno a prestare attenzione sui loro discorsi e solo quando il nome
della
Reed venne fuori, si premurò di ascoltare a cosa si stessero
riferendo.
-
Abbiamo visto Ally proprio prima che venissimo qui. - spiegò
Neville
grattandosi la testa con fare imbarazzato.
-
Dove? - domandò Ron bevendo la sua burrobirra.
-
A
Mielandia. Strano che fosse da sola, non vi pare? - fece Luna con la
sua solita
vocina trasognata mentre si guardava intorno con i suoi occhi grandi e
sporgenti.
-
Vado
da lei. - annunciò Hermione con stizza. In quel momento,
Gwendolyn prese la sua
bacchetta e da sotto il tavolo ruotò lievemente il polso,
sussurrando qualcosa
mentre si nascondeva le labbra con il bicchiere della sua bevanda. Il
boccale
di Hermione traballò e cadde proprio nell’esatto
istante in cui lei si alzò,
rovesciando il proprio contenuto sul mantello della riccia.
-
Accidenti…- mormorò la Grifondoro mentre si
sfilava il mantello ed Harry
raddrizzava il boccale.
-
Sarà
meglio aspettare la Reed qui, non credete? - esalò con
tranquillità la Wood,
rintascando la propria bacchetta con un gesto disinvolto.
-
Già.
- biasciò la riccia mentre mormorava un incantesimo per
pulire il suo mantello
e rindossarlo subito dopo. Gwendolyn si limitò a nascondere
un sorrisetto
soddisfatto ritornando ad ignorare le loro chiacchiere inutili.
Allyson,
intanto, era appena uscita da Mielandia con una grossa busta in mano
contenetene
la solita scorta personale di dolciumi, quella che non si vietava mai.
L’altra mano era
impegnata a tenere una lunga stecca di liquerizia rossa che
s’apprestava a
mangiucchiare con il sorriso che solo una bambina dinanzi ad un negozio
di
caramelle avrebbe potuto fare.
Aveva
preferito starsene un po’ per conto suo ma aveva deciso di
raggiungere
ugualmente i suoi amici ai Tre Manici di Scopa non appena avrebbe
finito le sue
compere. Voleva solo fare un’ultima capatina al Ghirigoro per
dare un’occhiata
ai nuovi arrivi di quel mese ma, quella volta, non riuscì
nemmeno ad
avvicinarsi alla rinomata libreria di Hogsmeade. Ginny, mossa da
pensieri che
non erano suoi, da una volontà che sembrava sommergere la
propria - e che
probabilmente lo faceva davvero - si diresse verso il negozio di
dolciumi,
dov'era più che sicura di incontrare Allyson.
Sperò sola. E quando la vide, in
effetti, come aveva sperato, s’avvicinò senza un
attimo di esitazione. Allyson
le sorride non appena s’accorse di lei.
-
Ehi,
Ginny. Che ci fai da queste parti? Anche tu devi fare scorta? - le fece
voltandosi leggermente dietro di sé, indicando Mielandia con
un cenno del capo.
-
Ally. - spostò lo sguardo sulle vetrine colorate e sugli
studenti che entravano
e uscivano dal negozio facendo tintinnare il piccolo campanello posto
sopra la
porta, pensando a cosa diavolo stesse facendo. - Io... volevo solo
dirti una
cosa.
Allyson
si fece attenta, raddrizzandosi e infilando la busta nella piccola
borsa a cui
Hermione le aveva fatto un incantesimo di espansione.
- Ebbene?
Ginny
si contorse le mani.
- Sai che odio questi
comportamenti, ma... sono
sicura che Harry si sia rimesso a dare la caccia a Malfoy.
Allyson
sgranò gli occhi, irrigidendosi e deglutendo a fatica. Fece
un risolino
nervoso, spostandosi con uno scatto una ciocca di capelli corvina che
le era
finita davanti agli occhi.
- È impossibile,
Gin. Lui se... - la rossa la
interruppe, scuotendo la testa.
- So cosa le ha promesso,
Ally. Per questo
sono venuta qui subito. Harry... sembra che abbia mentito.
Allyson
sentì lo stomaco contorcersi, quasi ci fosse un mostro che
la stesse divorando
dall'interno.
-
Vado
a parlargli.
Ginny
la bloccò, scuotendo nuovamente la testa. Un espressione che
rasentava l'apatia era impressa sul suo viso ma Allyson era troppo
presa con le congetture che le si riversarono nuovamente nel cervello
per prestare attenzione allo strano comportamento della rossa.
-
No,
non credo sia una buona idea. Ti ricordo che lui non sa che noi siamo a
conoscenza della
loro promessa.
-
Hai
ragione. - bofonchiò la Reed sbuffando. Poi si rese conto
che c’era qualcosa di
strano nelle sue parole. Di quale promessa stava parlando? - Ginny che
diavolo
stai dicendo? Chi ha promesso cosa?
Ginny
sentì il desiderio di imprecare e di rimangiarsi
ciò che aveva detto all’amica
ma qualcosa glielo impediva. Stava ardentemente lottando contro una
forza
esterna che la costringeva a dire e fare cose che lei non voleva.
Voleva
chiedere aiuto ad Allyson ma quelle che le uscirono dalla bocca furono
tutt’altre parole.
-
Hermione ha avuto una discussione con Harry e lei gli ha fatto
promettere che,
per il momento, doveva lasciar perdere sia te che Malfoy. -
spiegò Ginny con uno sguardo che Allyson non le aveva mai
visto. - Credo che però non sia
servito a nulla. Harry ha ricominciato a seguire ogni sua mossa.
-
Ginny…se Harry lo ha promesso ad Hermione, però,
è impossibile che lui…
-
L’ho
visto con i miei stessi occhi Ally, per questo te l’ho detto.
- la interruppe
automaticamente la Weasley, contro la propria volontà.
-
Cosa
credi sia meglio fare? - chiese dopo qualche secondo la Reed, seria,
squadrando
con attenzione il viso dell’amica. Non riusciva a togliersi
dalla testa il
fatto che vi fosse qualcosa di diverso in lei ma vi sorvolò
sopra, dandosi
della stupida e cacciando via quegli inutili sospetti. Non poteva
mettersi a
sospettare anche di lei, adesso.
-
Credo che la cosa migliore per adesso sia tenere d’occhio lui
e continuare a
coprire Malfoy come hai sempre fatto. - le disse accennando ad un
sorriso
d’incoraggiamento. - Sii naturale ed è meglio non
dire niente ad Hermione.
Potrebbe prenderla male visto che, in teoria, avrei dovuto tenere la
bocca
chiusa sull’argomento della loro discussione.
-
Grazie, Ginny. Non so cosa farei senza di voi.
Ally
sospirò mentre si concedeva un sorriso. La minore dei
Weasley le sorrise e poi
la salutò. La Reed la guardò allontanarsi con un
sopracciglio alzato. Si grattò
la nuca con fare confuso, chiedendosi cosa stesse realmente accadendo.
Ginny le era
sembrata alquanto strana, forse anche troppo, ma, in quel momento, non
volle
dar peso a quella sua sensazione. Sapere che Harry avesse ricominciato
con le
paranoie su Draco, nonostante la promessa della Granger, non la metteva
affatto
di buon umore.
-
Reed!
La
voce calda di Theodore la fece sobbalzare e lo guardò male,
trattenendo a
stento un imprecazione. Salutò Blaise con un cenno e poi
bofonchiò qualcosa di
incomprensibile.
-
Siamo di cattivo umore, Grifondoro? - le domandò con un
ghigno il bruno.
-
Non
immagini quanto, Zabini.
Nott
la squadrò interamente con fare critico mentre lei
sospirava, nervosa. Il
Serpeverde capì che c’era qualcosa che non
quadrava ma, in presenza dell’amico,
preferì evitare. Sicuramente sarebbe stata lei stessa a
riferirgli tutto se
fosse accaduto qualcosa di rilevante.
-
Dove
avete lasciato il grande idiota? - chiese Allyson notando
l’assenza di Malfoy.
-
Non
si sentiva molto bene ed è rimasto a scuola. - le
spiegò Theo con il suo solito
tono annoiato, conscio che la ragazza avrebbe capito subito che si
trattasse di
una menzogna, dato che lei sapeva perfettamente di cosa si stesse
occupando
Draco.
-
Perché, Reed? T’interessa? - la
stuzzicò Blaise con un ghigno divertito
stampato sulle labbra.
-
Oh,
certo che si. - cominciò la ragazza con fare sarcastico
mentre iniziavano ad
avviarsi sulla stradina del villaggio. - La vita dei furetti mi sta
tanto a
cuore.
-
Uh,
questa devo segnarmela. - esclamò Zabini sghignazzando.
-
Stai
decisamente migliorando, Ally. - finse orgoglio Theodore circondandole
le
spalle con un braccio. - Dici che dovremo passare ad un più
livello avanzato?
-
Dico
che la vostra influenza mi fa davvero male. - ribadì per
l’ennesima volta lei
senza nascondere il divertimento nella voce.
-
Così
ci ferisci nell’orgoglio. - esalò con fare
teatrale Blaise, toccandosi il petto
e fingendo un espressione addolorata.
-
Un
vero peccato. - si limitò a commentare lei sogghignando e
stringendosi nelle
spalle. - Theo dopo devo parlarti.
Gli
sussurrò lei a voce bassa, in modo che solo
l’amico recepisse le sue parole.
-
L’avevo immaginato. - mormorò Theodore scuotendo
appena la testa. Ormai pensava
di conoscerla persino meglio di sé stesso. E la cosa
impressionante era che
avevano cominciato a parlare così assiduamente solo da pochi
mesi, divenendo
inevitabilmente amici ancor prima di poterlo desiderare.
-
Voi
due, piantatela di amoreggiare. - s’intromise Zabini con un
sorrisetto.
-
Cos’è, sei geloso, Zabini? - domandò
Allyson alzando il mento con fare
altezzoso.
-
No,
ma lasciatelo dire: sei un genio. Non so come fai a sopportare
quest’idiota. -
rispose a tono Blaise con un mezzo sorriso.
-
In
realtà sono una santa, Zabini. Riesco a sopportare tre
serpi, anche in
contemporanea, quindi dovrebbero darmi qualche premio. -
affermò la Grifondoro.
-
Anche io allora dovrei ricevere un premio per tutte le volte che ho
sopportato
le tue crisi, Allyson. - controbatté Theo ridendo.
-
Uhm.
Dettagli, Nott, dettagli.
I
due
scoppiarono a ridere sotto lo sguardo confuso di Blaise, il quale
scosse appena
la testa.
-
Sembrate
due piccioncini. - borbottò ficcando le mani in tasca,
accennando ad una
smorfia a metà tra il divertito e l’incredulo. -
Io sto congelando. Ci vediamo
al pub, Theo. Ci si vede, Reed.
-
Ciao. - ricambiò distrattamente il saluto la ragazza mentre
strofinava le mani
alla ricerca di calore.
Una
volta che fu completamente sicura che nessuno potesse udirli prese un
grosso
sospiro e, camminando senza una meta precisa, raccontò a
Theodore cosa le avesse
detto Ginny a proposito di Harry.
-
Capisci? Non lo so è che…non credo che sia
possibile. Harry non verrebbe mai
meno ad una promessa. Soprattutto con Hermione.
-
Le
persone cambiano, Ally. - disse il ragazzo dopo qualche istante di
silenzio. - Magari Potter non riesce più a sopportare questa
situazione e quindi vuole
smascherare Draco una volta per tutte.
-
Se è
davvero come dici tu, Theo, questo è un gran bel casino.
Sono nella merda
perché non so assolutamente come comportarmi. Se ricomincio
a difendere Malfoy
a spada tratta Harry comincerà sicuramente a fare
domande e io non posso assolutamente
permetterlo. Almeno, non ancora.
La
Reed si ritrovò a stringere con forza i pugni, quasi a far
conficcare le unghie
nel palmo delle sue mani. Se solo avesse potuto avrebbe rivelato ogni
cosa sia
ad Harry e Ron che a Malfoy, avrebbe risolto gran parte dei suoi
problemi. Non le
importava che, poi, sarebbero sorte altre problematiche ancora
più grandi ma
almeno non si sarebbe ritrovata in una situazione di stallo come
quella.
Praticamente, non poteva far altro che stare a guardare ed evitare
inutili
grane a Draco che, di per sé, era già fin troppo
occupato. Si sentiva
un’inutile ipocrita che non faceva altro che attirare a
sé disastri e
sofferenze, trasferendone le conseguenze anche agli altri e, quindi,
arrecando
dolore alle persone che le stavano intorno. La sua anima era sporca e
quasi
senza nemmeno accorgersene stava diventando sempre più
scura, consumandola
dall’interno, provocandole incubi terribili e facendola
diventare, giorno dopo
giorno, sempre più diversa dalla Allyson che gli altri
avevano conosciuto e
amato.
-
Non
possiamo far altro che stare a guardare.
-
Dici
che dovrei dirlo ad Hermione? In fondo è lei ad aver fatto
quella promessa…-
fece Ally fermandosi a guardare negli occhi l’amico.
Quest’ultimo fece per dire
qualcosa, sul viso la solita espressione annoiata, quando una voce
interruppe
qualsiasi potenziale risposta.
-
Dirmi cosa?
I
due
si voltarono ritrovandosi davanti Hermione, con le guance rosse e il
respiro
affannato. Sembrava aver appena finito di correre. La sciarpa le
penzolava sul
lato sinistro, in procinto di scivolare a terra ma lei si mise ad
aggiustarla
e, nello stesso tempo, cercò di recuperare il fiato.
-
Hermione, che succede? - le chiese l’amica osservandola con
sguardo critico.
Allyson
emise un borbottio nervoso mentre si tirava la sciarpa fin sopra al
naso,
rivolgendo un’occhiata di sbieco al Serpeverde che in
risposta si limitò a
stringersi nelle spalle, facendole capire che la decisione di rivelare
o meno
all’amica della conversazione con la Weasley, era solamente
sua. La mora annuì
appena, guardandolo più apertamente con una muta richiesta
che lui percepì al
volo. Biascicò un saluto alla Granger e avvisò
l’amica che si sarebbero visti
più tardi. Entrambe attesero che il ragazzo si allontanasse
prima di scambiarsi
un’occhiata.
-
Spiegami una cosa. - iniziò Hermione. - Da
quand’è che tieni così aggiornato
quello lì?
-
Più
o meno da qualche mese - le rispose con l’ombra di un sorriso
Ally prima di
assumere un espressione seria. - Ciò che sto per dirti,
Hermione, deve rimanere
tra di noi e mi devi promettere che non andrai a chiedere spiegazioni a
Ginny.
Lei non deve sapere che te ne ho parlato.
La
Granger annuì, incrociando le braccia al petto.
- Spiegati.
-
Weasley, devi impegnarti di più. Così non andremo
da nessuna parte.
-
Come
desideri. - esclamò con voce atona e lo sguardo vacuo Ginny
abbassando appena il capo.
-
Non
sono abituata a certe formalità, Weasley. Limitati ad
eseguire gli ordini,
piuttosto. Devi distruggere tutto ciò che
c’è di buono tra di loro con
qualsiasi mezzo a tua dispozione. - sbottò la Wood con tono
inflessibile,
rivolgendole un’occhiata scocciata.
- Sarà
fatto.