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Autore: Hono    12/01/2015    3 recensioni
- Reed, ascoltami bene perché sarà l’ultima volta che perderò tempo per questo: Riguarda solo me e dal momento che tu non sei nessuno, non ti direi mai nulla sul mio conto. E' chiaro, mezzosangue?
I loro nasi quasi si sfioravano e la giovane strega si ritrovò a pensare che le sarebbe bastato pochissimo per far si che le loro labbra si toccassero. Tuttavia, quelle parole, le lasciarono uno strano senso di amarezza.
- Cristallino, Malfoy. – mormorò sommessamente, mordicchiando con forza l’interno della guancia per evitare di lasciare che altre parole affluissero dalla sua bocca.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco, Malfoy, George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio, Theodore, Nott
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Capitolo 30

Capitolo trenta: Decisions

“Heavy thoughts set through dust

And the lies

[Linkin Park - From the Inside]”

 

Gwendolyn aveva deciso. Sapeva perfettamente come agire e quando colpire. Aveva le idee chiare in testa e non avrebbe permesso a nessuno di interferire. Doveva solo cercare di essere prudente e di calcolare tutto con la massima precisione. Non poteva sbagliare poiché le cose sarebbero potute sfuggirle dalle mani e avrebbe corso il rischio di essere scoperta. Non poteva assolutamente lasciare spazio a dubbi o ripensamenti, non proprio ora quando era riuscita a mettere insieme un piano come si deve. Un piano che il Signore Oscuro avrebbe apprezzato e che l’avrebbe riportata, invece, in Francia, la sua amatissima e tanto agognata casa. Era anche sicura che in quel modo avrebbe distratto tutti in modo di agevolare, di qualunque cosa si trattasse, anche il compito di Draco. Potter sarebbe stato così preso dai suoi problemi che il nome di Malfoy non gli avrebbe nemmeno più sfiorato il cervello. Tutto sommato però le cose non erano così semplici come potevano apparire. Benché la Wood fosse sicura, c’era qualcosa che le impediva di procedere. In fondo, era solo una comunissima sedicenne e lanciare certi incantesimi non rientrava nelle sue priorità. Soprattutto se poi c’era la minima probabilità di far del male a lei stessa o, peggio, di esagerare e, quindi, convivere con i sensi di colpa per aver arrecato dolore ad un suo coetaneo per qualcosa di totalmente immorale e sbagliato, voluto principalmente da un pazzo fissato con il sangue puro, le profezie e Potter. Non era giusto. Questo lei lo sapeva bene. Ma quando la sua vita era minacciata da un’entità quale era quella di Lord Voldemort, il suo istinto di sopravvivenza veniva fuori e prendeva il sopravvento su qualsiasi altro pensiero. Molte persone avrebbero potuto definire i suoi pensieri, e in seguito le sue azioni, come pura codardia. Lei preferiva dare la colpa al suo spiccato “istinto di conservazione”. Si rendeva conto del fatto di essere decisamente troppo egoista ma considerava sé stessa una persona molto importante, un qualcuno che veniva prima di tutti e quindi non aveva altre soluzioni.

Quel giorno si sarebbe svolta la gita ad Hogsmeade e lei aveva organizzato il tutto nei minimi dettagli. Il giorno prima Gwendolyn, attenta non farsi vedere, aveva praticato un Imperio sulla sorella di Weasley, Ginevra. Aveva scelto lei perché aveva capito che fosse l’unica a poter incidere sulla mente degli altri con più facilità. O meglio, l’unica che non sarebbe riuscita a contrastarla così facilmente. Aveva osservato per giorni il rapporto di quei Grifondoro senza cervello e aveva capito che l’unico modo per rompere quel legame così potente fosse utilizzare l’anello debole, Ginny Weasley, come “arma”. Aveva considerato lei come la più debole non perché non fosse una ragazza sveglia o combattiva ma solamente perché non aveva fatto altro che seguire le sue prime impressioni, che di solito non sbagliavano mai. Dover controllare la mente e le azioni di quella ragazzina non si era rivelato un lavoro troppo faticoso. Fortunatamente, sembrava che lei non avesse alcun problema con il funzionamento di quella maledizione senza perdono. Si sentiva in colpa, certo, ma non abbastanza da annullare tutto.

Il cielo era molto nuvoloso quel pomeriggio e la Wood, camminando silenziosamente con Harry, Ron ed Hermione sulla stradina che conduceva ai Tre Manici di Scopa, sperò ardentemente che non si mettesse a piovere proprio in quel momento. Odiava la pioggia. Durante la mattina aveva semplicemente gironzolato per il piccolo villaggio. Se tutto sarebbe andato secondo i piani, la parte "divertente" sarebbe arrivata solamente una volta tornati al castello.

- Credete che Ally ci raggiungerà? - domandò Ron, perplesso. Harry scrollò le spalle.

- Non ne ho idea, ma spero di sì. Le gite ad Hogsmeade non sono qualcosa da perdere. - bofonchiò, ma stava pensando a tutt'altro. Ron se ne accorse ma preferì sorvolare.

Gwendolyn restava in disparte, accodata a loro unicamente per comodità che per vera necessità, e fu così che si ritrovò ai Tre Manici di Scopa, con Harry, Ron ed Hermione - la quale si teneva ad una certa distanza, rigida e distante - che si rigiravano il loro boccale di burrobirra tra le mani.

- Per te è la prima gita qui, vero, Gwendolyn?

- Mh-mh. - rispose lei, senza guardare il rosso che le aveva rivolto la domanda.

La sua testa, invece, era completamente altrove. Stava ricordando di come aveva lanciato quella maledizione a Ginny, rimuginando attentamente e chiedendosi se fosse stato davvero necessario.

- Ciao, Ginny. - la salutò. - Vai da qualche parte?

Lei scosse la testa.

 - Aspetto che Luna recuperi il suo libro di Erbologia.

Gwendolyn non l'ascoltava davvero. O meglio, era brava ad ascoltare, ma non le prestava l'attenzione dovuta. Non la prestava più a qualcuno da molto, molto tempo.

- Ti va di accompagnarmi dalla professoressa Mcgranitt? Devo parlarle di una certa faccenda.

Ginny parve esitare un secondo, poi sorrise e annuì. Cominciarono a camminare, silenziose, e Gwen la condusse in un’aula inutilizzata in prossimità dei sotterranei.

- Gwendolyn sei sicura che la professoressa sia qui?

- Weasley.

La voce di Gwendolyn la fece girare, e si sorprese - sebbene non avesse dovuto - di sentirla nuovamente fredda come il ghiaccio.

- Gwendolyn... ?

- Per quel che vale, - sussurrò lei, senza neanche sapere perché lo stesse dicendo, ma la sua voce parve atona e priva di espressione ai suoi stessi sensi. - mi dispiace.

- Cosa?

E poco dopo l'Imperio la colpì in pieno.

La voce irritata di Hermione riuscì a ridestarla. Lei e Ron si erano appena scambiati delle frecciatine e Neville e Luna, appena sbucati dall’entrata del pub, avevano messo fine a qualsiasi ipotetico scontro. I due si sedettero accanto alla riccia ed ordinarono anche loro una burrobirra. La Wood non riuscì nemmeno a prestare attenzione sui loro discorsi e solo quando il nome della Reed venne fuori, si premurò di ascoltare a cosa si stessero riferendo.

- Abbiamo visto Ally proprio prima che venissimo qui. - spiegò Neville grattandosi la testa con fare imbarazzato.

- Dove? - domandò Ron bevendo la sua burrobirra.

- A Mielandia. Strano che fosse da sola, non vi pare? - fece Luna con la sua solita vocina trasognata mentre si guardava intorno con i suoi occhi grandi e sporgenti.

- Vado da lei. - annunciò Hermione con stizza. In quel momento, Gwendolyn prese la sua bacchetta e da sotto il tavolo ruotò lievemente il polso, sussurrando qualcosa mentre si nascondeva le labbra con il bicchiere della sua bevanda. Il boccale di Hermione traballò e cadde proprio nell’esatto istante in cui lei si alzò, rovesciando il proprio contenuto sul mantello della riccia.

- Accidenti…- mormorò la Grifondoro mentre si sfilava il mantello ed Harry raddrizzava il boccale.

- Sarà meglio aspettare la Reed qui, non credete? - esalò con tranquillità la Wood, rintascando la propria bacchetta con un gesto disinvolto.

- Già. - biasciò la riccia mentre mormorava un incantesimo per pulire il suo mantello e rindossarlo subito dopo. Gwendolyn si limitò a nascondere un sorrisetto soddisfatto ritornando ad ignorare le loro chiacchiere inutili.

** 

Allyson, intanto, era appena uscita da Mielandia con una grossa busta in mano contenetene la solita scorta personale di dolciumi, quella che non si vietava mai. L’altra mano era impegnata a tenere una lunga stecca di liquerizia rossa che s’apprestava a mangiucchiare con il sorriso che solo una bambina dinanzi ad un negozio di caramelle avrebbe potuto fare.
Aveva preferito starsene un po’ per conto suo ma aveva deciso di raggiungere ugualmente i suoi amici ai Tre Manici di Scopa non appena avrebbe finito le sue compere. Voleva solo fare un’ultima capatina al Ghirigoro per dare un’occhiata ai nuovi arrivi di quel mese ma, quella volta, non riuscì nemmeno ad avvicinarsi alla rinomata libreria di Hogsmeade. Ginny, mossa da pensieri che non erano suoi, da una volontà che sembrava sommergere la propria - e che probabilmente lo faceva davvero - si diresse verso il negozio di dolciumi, dov'era più che sicura di incontrare Allyson. Sperò sola. E quando la vide, in effetti, come aveva sperato, s’avvicinò senza un attimo di esitazione. Allyson le sorride non appena s’accorse di lei.

- Ehi, Ginny. Che ci fai da queste parti? Anche tu devi fare scorta? - le fece voltandosi leggermente dietro di sé, indicando Mielandia con un cenno del capo.

- Ally. - spostò lo sguardo sulle vetrine colorate e sugli studenti che entravano e uscivano dal negozio facendo tintinnare il piccolo campanello posto sopra la porta, pensando a cosa diavolo stesse facendo. - Io... volevo solo dirti una cosa.

Allyson si fece attenta, raddrizzandosi e infilando la busta nella piccola borsa a cui Hermione le aveva fatto un incantesimo di espansione.

 - Ebbene?

Ginny si contorse le mani.

 - Sai che odio questi comportamenti, ma... sono sicura che Harry si sia rimesso a dare la caccia a Malfoy.

Allyson sgranò gli occhi, irrigidendosi e deglutendo a fatica. Fece un risolino nervoso, spostandosi con uno scatto una ciocca di capelli corvina che le era finita davanti agli occhi.

 - È impossibile, Gin. Lui se... - la rossa la interruppe, scuotendo la testa.

 - So cosa le ha promesso, Ally. Per questo sono venuta qui subito. Harry... sembra che abbia mentito.

Allyson sentì lo stomaco contorcersi, quasi ci fosse un mostro che la stesse divorando dall'interno.

- Vado a parlargli.

Ginny la bloccò, scuotendo nuovamente la testa. Un espressione che rasentava l'apatia era impressa sul suo viso ma Allyson era troppo presa con le congetture che le si riversarono nuovamente nel cervello per prestare attenzione allo strano comportamento della rossa.

- No, non credo sia una buona idea. Ti ricordo che lui non sa che noi siamo a conoscenza della loro promessa.

- Hai ragione. - bofonchiò la Reed sbuffando. Poi si rese conto che c’era qualcosa di strano nelle sue parole. Di quale promessa stava parlando? - Ginny che diavolo stai dicendo? Chi ha promesso cosa?

Ginny sentì il desiderio di imprecare e di rimangiarsi ciò che aveva detto all’amica ma qualcosa glielo impediva. Stava ardentemente lottando contro una forza esterna che la costringeva a dire e fare cose che lei non voleva. Voleva chiedere aiuto ad Allyson ma quelle che le uscirono dalla bocca furono tutt’altre parole.

- Hermione ha avuto una discussione con Harry e lei gli ha fatto promettere che, per il momento, doveva lasciar perdere sia te che Malfoy. - spiegò Ginny con uno sguardo che Allyson non le aveva mai visto. - Credo che però non sia servito a nulla. Harry ha ricominciato a seguire ogni sua mossa.

Ma che cosa stava dicendo? Di che diavolo stava blaterando? Allyson ci capiva sempre meno. Perché Hermione le aveva nascosto quella promessa? Che bisogno c’era? E perché Harry aveva ricominciato a seguire Draco nonostante quella promessa con Hermione, colei che - in teoria - avrebbe dovuto essere la migliore amica che avesse, la persona a cui non avrebbe mai nascosto nulla? Possibile che Potter avesse rotto quella promessa solo per seguire i suoi sospetti? Ma soprattutto c’era qualcos’altro che le era parso fin troppo strano, per non dire sospetto. Perché Ginny le aveva rivelato quelle cose? Perché ora? Certo, erano buone amiche che condividevano molti segreti e che si aiutavano a vicenda ma il modo in cui glielo aveva detto, la sua espressione...Allyson aveva la sensazione che vi fosse qualcosa di sbagliato in tutto quello. Ma mai avrebbe potuto dubitare di Ginny o di Hermione. Se le nascondevano qualcosa era solo ed esclusivamente per il suo bene ed era certa che non avrebbero potuto mai mentirle. Per cui fu normale per lei credere ciecamente a ciò che la rossa le aveva detto, senza però evitare di porsi tutte quelle domande.

- Ginny…se Harry lo ha promesso ad Hermione, però, è impossibile che lui…

- L’ho visto con i miei stessi occhi Ally, per questo te l’ho detto. - la interruppe automaticamente la Weasley, contro la propria volontà.

- Cosa credi sia meglio fare? - chiese dopo qualche secondo la Reed, seria, squadrando con attenzione il viso dell’amica. Non riusciva a togliersi dalla testa il fatto che vi fosse qualcosa di diverso in lei ma vi sorvolò sopra, dandosi della stupida e cacciando via quegli inutili sospetti. Non poteva mettersi a sospettare anche di lei, adesso.

- Credo che la cosa migliore per adesso sia tenere d’occhio lui e continuare a coprire Malfoy come hai sempre fatto. - le disse accennando ad un sorriso d’incoraggiamento. - Sii naturale ed è meglio non dire niente ad Hermione. Potrebbe prenderla male visto che, in teoria, avrei dovuto tenere la bocca chiusa sull’argomento della loro discussione.

- Grazie, Ginny. Non so cosa farei senza di voi.

Ally sospirò mentre si concedeva un sorriso. La minore dei Weasley le sorrise e poi la salutò. La Reed la guardò allontanarsi con un sopracciglio alzato. Si grattò la nuca con fare confuso, chiedendosi cosa stesse realmente accadendo. Ginny le era sembrata alquanto strana, forse anche troppo, ma, in quel momento, non volle dar peso a quella sua sensazione. Sapere che Harry avesse ricominciato con le paranoie su Draco, nonostante la promessa della Granger, non la metteva affatto di buon umore.

- Reed!

La voce calda di Theodore la fece sobbalzare e lo guardò male, trattenendo a stento un imprecazione. Salutò Blaise con un cenno e poi bofonchiò qualcosa di incomprensibile.

- Siamo di cattivo umore, Grifondoro? - le domandò con un ghigno il bruno.

- Non immagini quanto, Zabini.

Nott la squadrò interamente con fare critico mentre lei sospirava, nervosa. Il Serpeverde capì che c’era qualcosa che non quadrava ma, in presenza dell’amico, preferì evitare. Sicuramente sarebbe stata lei stessa a riferirgli tutto se fosse accaduto qualcosa di rilevante.

- Dove avete lasciato il grande idiota? - chiese Allyson notando l’assenza di Malfoy.

- Non si sentiva molto bene ed è rimasto a scuola. - le spiegò Theo con il suo solito tono annoiato, conscio che la ragazza avrebbe capito subito che si trattasse di una menzogna, dato che lei sapeva perfettamente di cosa si stesse occupando Draco.

- Perché, Reed? T’interessa? - la stuzzicò Blaise con un ghigno divertito stampato sulle labbra.

- Oh, certo che si. - cominciò la ragazza con fare sarcastico mentre iniziavano ad avviarsi sulla stradina del villaggio. - La vita dei furetti mi sta tanto a cuore.

- Uh, questa devo segnarmela. - esclamò Zabini sghignazzando.

- Stai decisamente migliorando, Ally. - finse orgoglio Theodore circondandole le spalle con un braccio. - Dici che dovremo passare ad un più livello avanzato?

- Dico che la vostra influenza mi fa davvero male. - ribadì per l’ennesima volta lei senza nascondere il divertimento nella voce.

- Così ci ferisci nell’orgoglio. - esalò con fare teatrale Blaise, toccandosi il petto e fingendo un espressione addolorata.

- Un vero peccato. - si limitò a commentare lei sogghignando e stringendosi nelle spalle. - Theo dopo devo parlarti.

Gli sussurrò lei a voce bassa, in modo che solo l’amico recepisse le sue parole.

- L’avevo immaginato. - mormorò Theodore scuotendo appena la testa. Ormai pensava di conoscerla persino meglio di sé stesso. E la cosa impressionante era che avevano cominciato a parlare così assiduamente solo da pochi mesi, divenendo inevitabilmente amici ancor prima di poterlo desiderare.

- Voi due, piantatela di amoreggiare. - s’intromise Zabini con un sorrisetto.

- Cos’è, sei geloso, Zabini? - domandò Allyson alzando il mento con fare altezzoso.

- No, ma lasciatelo dire: sei un genio. Non so come fai a sopportare quest’idiota. - rispose a tono Blaise con un mezzo sorriso.

- In realtà sono una santa, Zabini. Riesco a sopportare tre serpi, anche in contemporanea, quindi dovrebbero darmi qualche premio. - affermò la Grifondoro.

- Anche io allora dovrei ricevere un premio per tutte le volte che ho sopportato le tue crisi, Allyson. - controbatté Theo ridendo.

- Uhm. Dettagli, Nott, dettagli.

I due scoppiarono a ridere sotto lo sguardo confuso di Blaise, il quale scosse appena la testa.

- Sembrate due piccioncini. - borbottò ficcando le mani in tasca, accennando ad una smorfia a metà tra il divertito e l’incredulo. - Io sto congelando. Ci vediamo al pub, Theo. Ci si vede, Reed.

- Ciao. - ricambiò distrattamente il saluto la ragazza mentre strofinava le mani alla ricerca di calore.

Una volta che fu completamente sicura che nessuno potesse udirli prese un grosso sospiro e, camminando senza una meta precisa, raccontò a Theodore cosa le avesse detto Ginny a proposito di Harry.

- Capisci? Non lo so è che…non credo che sia possibile. Harry non verrebbe mai meno ad una promessa. Soprattutto con Hermione.

- Le persone cambiano, Ally. - disse il ragazzo dopo qualche istante di silenzio. - Magari Potter non riesce più a sopportare questa situazione e quindi vuole smascherare Draco una volta per tutte.

- Se è davvero come dici tu, Theo, questo è un gran bel casino. Sono nella merda perché non so assolutamente come comportarmi. Se ricomincio a difendere Malfoy a spada tratta Harry comincerà sicuramente a fare domande e io non posso assolutamente permetterlo. Almeno, non ancora.

La Reed si ritrovò a stringere con forza i pugni, quasi a far conficcare le unghie nel palmo delle sue mani. Se solo avesse potuto avrebbe rivelato ogni cosa sia ad Harry e Ron che a Malfoy, avrebbe risolto gran parte dei suoi problemi. Non le importava che, poi, sarebbero sorte altre problematiche ancora più grandi ma almeno non si sarebbe ritrovata in una situazione di stallo come quella. Praticamente, non poteva far altro che stare a guardare ed evitare inutili grane a Draco che, di per sé, era già fin troppo occupato. Si sentiva un’inutile ipocrita che non faceva altro che attirare a sé disastri e sofferenze, trasferendone le conseguenze anche agli altri e, quindi, arrecando dolore alle persone che le stavano intorno. La sua anima era sporca e quasi senza nemmeno accorgersene stava diventando sempre più scura, consumandola dall’interno, provocandole incubi terribili e facendola diventare, giorno dopo giorno, sempre più diversa dalla Allyson che gli altri avevano conosciuto e amato.

- Non possiamo far altro che stare a guardare.

- Dici che dovrei dirlo ad Hermione? In fondo è lei ad aver fatto quella promessa…- fece Ally fermandosi a guardare negli occhi l’amico. Quest’ultimo fece per dire qualcosa, sul viso la solita espressione annoiata, quando una voce interruppe qualsiasi potenziale risposta.

- Dirmi cosa?

I due si voltarono ritrovandosi davanti Hermione, con le guance rosse e il respiro affannato. Sembrava aver appena finito di correre. La sciarpa le penzolava sul lato sinistro, in procinto di scivolare a terra ma lei si mise ad aggiustarla e, nello stesso tempo, cercò di recuperare il fiato.

- Hermione, che succede? - le chiese l’amica osservandola con sguardo critico.

- Ti stavo cercando. Ero appena uscita dai tre Manici di Scopa e vi ho visti. Ho fatto una bella corsa per riuscire a raggiungervi, sai? - spiegò la riccia, tentando inutilmente di ammaccare con le mani i capelli che le si erano increspati più di quanto già non fossero a causa della corsa. - Comunque, a cosa ti stavi riferendo prima? Cos’è che devi dirmi?

Allyson emise un borbottio nervoso mentre si tirava la sciarpa fin sopra al naso, rivolgendo un’occhiata di sbieco al Serpeverde che in risposta si limitò a stringersi nelle spalle, facendole capire che la decisione di rivelare o meno all’amica della conversazione con la Weasley, era solamente sua. La mora annuì appena, guardandolo più apertamente con una muta richiesta che lui percepì al volo. Biascicò un saluto alla Granger e avvisò l’amica che si sarebbero visti più tardi. Entrambe attesero che il ragazzo si allontanasse prima di scambiarsi un’occhiata.

- Spiegami una cosa. - iniziò Hermione. - Da quand’è che tieni così aggiornato quello lì?

- Più o meno da qualche mese - le rispose con l’ombra di un sorriso Ally prima di assumere un espressione seria. - Ciò che sto per dirti, Hermione, deve rimanere tra di noi e mi devi promettere che non andrai a chiedere spiegazioni a Ginny. Lei non deve sapere che te ne ho parlato.

La Granger annuì, incrociando le braccia al petto.

- Spiegati.

Qualche metro più in là, Gwendolyn aveva poggiato la schiena sulla corteccia di un albero, a braccia conserte. Dal suo metro e sessanta scarso osservò la minore dei Weasley di fronte a lei, un sopracciglio inarcato e lo sguardo annoiato. Prese a giocare con uno dei suoi boccoli rosso fuoco mentre cominciava a guardare le due Grifondoro senza un vero e proprio interesse.

- Weasley, devi impegnarti di più. Così non andremo da nessuna parte.

- Come desideri. - esclamò con voce atona e lo sguardo vacuo Ginny abbassando appena il capo.

- Non sono abituata a certe formalità, Weasley. Limitati ad eseguire gli ordini, piuttosto. Devi distruggere tutto ciò che c’è di buono tra di loro con qualsiasi mezzo a tua dispozione. - sbottò la Wood con tono inflessibile, rivolgendole un’occhiata scocciata.

- Sarà fatto.




  
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