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Autore: millyray    12/01/2015    3 recensioni
Pare che finalmente la vita di Max e del suo Stormo stia per prendere una svolta decisamente importante e, forse, persino irreversibile con l'incontro di due ragazze, Jo e Shary, non molto diverse da loro, che sanno cosa significa essere in fuga, rischiare la vita e vivere nella paura.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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LA LUCE DEI MIEI OCCHI

CAPITOLO VENTISSETTE

 “Secondo me ci dovresti parlare. In fondo, prima le parli meglio sarà, no? Chiarirete prima e vi risparmierete un sacco di sofferenze tutti e tre, non credi?”

“Non lo so, Shary. Non lo so”.

Shary e Charly si trovavano in cucina, una impegnata a lavare i piatti e le posate utilizzate per fare colazione e l’altra appoggiata al piano da lavoro accanto all’amica, lo sguardo basso e un’espressione piuttosto mogia in volto.

“Insomma, mia madre mi ha mentito per tutto questo tempo, non ha mai voluto dirmi chi è veramente mio padre e…”. continuò la mora, guardando davanti a sé in preda a una parlantina che non era molto tipica di lei. Non era silenziosa come Fang, certo, ma non si poteva certo dire che fosse una ragazza loquace. E adesso, invece, sembrava che avesse molto da dire. Be’, in fondo, uno sfogo le avrebbe fatto bene.

“Tu almeno una madre ce l’hai ancora”, la interruppe Shary, rimettendo nella credenza un bicchiere di vetro con gesto quasi rabbioso.

Charly si voltò verso di lei colta improvvisamente da un senso di panico e la guardò con gli occhi spalancati, preoccupata di averla ferita.

“S…scusami, Shary… non volevo…”.

“Tranquilla, non ti preoccupare”, la tranquillizzò l’amica con un sorriso. “Posso capirti, Char… ti senti arrabbiata e tradita, lo so. Non ti aspettavi questo da tua madre. Però cerca anche di capire lei. Molto probabilmente era spaventata e aveva paura che, dicendotelo, l’avresti odiata o biasimata. Oppure che l’avresti incolpata”.

Be’, non è che adesso le cose siano tanto diverse, fu il pensiero acido di Charly, ma si curò bene dal dirlo ad alta voce. Non è che adesso odiasse sua madre, anzi. Era arrabbiata con lei, certo, e si sentiva tradita, soprattutto tradita.
Aveva bisogno di un po’ di tempo per realizzare e digerire tutto.

“Hai ragione, Shary”, concesse alla fine la mora, tornando a guardare di fronte a sé con sguardo un po’ perso. “Le parlerò, prima o poi. Adesso devo solo pensare un po’, capire che cosa fare. In fondo, ho appena ritrovato un fratello e mia madre neanche lo sa”.

In quel momento dalla porta della cucina sbucò la chioma bionda di Iggy che rivolse un sorriso strafottente alle due ragazze.

“Ehi! Di che parlavate?” chiese, andando a sedersi sul tavolo della cucina dove di solito mangiavano.

“Stavo cercando di convincere Charly a parlare con sua madre”, rispose Shary mentre si dirigeva verso il frigorifero per mettere via la busta di latte.

“Oh, e ci sei riuscita?”

“Ragazzi! Non parlate come se io non ci fossi”, si lamentò la ragazza lanciando occhiatacce ad entrambi. “E ti ho detto che mi serve del tempo, Shary! Vado a farmi una nuotata”, aggiunse dirigendosi verso la porta sul retro della cucina.

“Aspetta, vengo con te”, la seguì Iggy che, probabilmente, aveva voglia di farsi qualche giro in surf.

 

 

“Ehi!” esclamò Max, entrando nella stanza che condividevano i ragazzi dello Stormo e trovandovi Fang seduto a gambe incrociate sul letto con la chitarra della sorella poggiata in grembo.

“Ciao”, la salutò lui con un sorriso dolce, spostandosi una ciocca di capelli scuri dalla fronte. Erano diventati decisamente troppo lunghi.

“Che combini?” chiese lei, sedendosi su una sedia con le ruote e portandosi di fronte a lui.

“Tentavo di scrivere una canzone”.

“E ci stai riuscendo?”

“Be’, più o meno”.

Fang tentò con qualche altro accordo di chitarra, sbirciando delle note su un foglio un po’ sgualcito che aveva davanti, poggiato accanto alle gambe.
Max, invece, si accomodò sulla poltroncina portando le ginocchia al petto e restando a fissare il ragazzo concentrato sul lavoro. Quando aveva quell’espressione le sembrava ancora più bello, i lineamenti del viso tesi, gli occhi scuri così profondi ma difficili da leggere, i capelli che gli scendevano in lunghe ciocche sul viso… sembrava molto più maturo, non li dimostrava affatto i suoi quattordici anni.

“Che c’è?” le chiese lui ad un certo punto, notando che la ragazza lo stava fissando già da un bel po’.

Max si sentì imporporare le guance per l’imbarazzo e voltò lo sguardo per non farlo notare a Fang.

“Ah, no… niente”, balbettò. “Ehm… posso leggere?” cercò poi di cambiare argomento, indicandogli con lo sguardo il foglio che aveva davanti dove, probabilmente, doveva esserci scritta una canzone.

“Ehm… ecco”, esitò il ragazzo. “Veramente non l’ho ancora finita”.

“Oh, non importa. Voglio solo vedere quello che avevi in mente di scrivere”.

Fang esitò un attimo prima di porgerle il foglio, ma alla fine glielo passò anche lui leggermente in imbarazzo. Era la prima canzone in assoluto che scriveva, non credeva che sarebbe mai arrivato a farlo un giorno, ma Charly gli aveva passato questa strana voglia di mettere i suoi pensieri su un pezzo di carta e semplicemente, quel giorno, lo aveva fatto.

“E’ solo una bozza, veramente”.

Max studiò un attimo il foglio prima di leggere ciò che vi era scritto, notando un sacco di scarabocchiature, frasi cancellate, asterischi e segni vari.

Show me how to lie 
You're getting better all the time 
And turning all against the one 

Now dance, fucker, dance 
Man, he never had a chance 
And no one even knew 
It was really only you 

With a thousand lies 
And a good disguise 
Hit 'em right between the eyes 
Hit 'em right between the eyes 
When you walk away 
Nothing more to say 

“E’ carina”, commentò alla fine la ragazza, restituendogli il foglio. “Almeno dal testo credo sia bella. Quando l’avrai finita me la dovrai far sentire”.

Fang non poté fare a meno di rispondere al sorriso stranamente allegro di Max. Era stranamente dolce quella mattina, ma non capiva esattamente perché. Forse era per tutto quello che era successo in quelle poche ore, magari pensava che lui fosse già abbastanza nervoso di suo e che aveva bisogno di qualcuno che lo trattasse con un po’ di gentilezza o dolcezza o forse, semplicemente, da quando stavano insieme, Max era diventata decisamente più tenera, soprattutto nei suoi confronti.

“Parla delle bugie”, continuò la ragazza senza guardarlo negli occhi. Nonostante stessero insieme, c’era comunque dell’imbarazzo tra di loro. Forse era dovuto al fatto che la loro storia era un po’ strana e fuori dalle loro prospettive, visto che, per anni, erano sempre stati come fratelli e che diventare fidanzati non li aveva mai nemmeno sfiorati per l’anticamera del cervello. Erano ancora un po’ impacciati, non sapevano ancora bene come comportarsi. “Ti riferisci a quella che ha raccontato tua… madre?”

“Ahem… non proprio”, fece il ragazzo. Era vero: non si riferiva a sua madre, né a Charly o alle bugie riguardanti loro. In realtà non ci voleva proprio pensare a quella storia, si era messo a scrivere e suonare per non pensare ad Amy, per estraniarsi un attimo dal mondo e si era accorto che funzionava abbastanza bene questo metodo.

Ma sembrava che Max non avesse fatto molto caso alla sua risposta. Però, non era il caso che le dicesse che cosa volevano dire in realtà quelle parole.

“Sai, secondo me dovresti tentare di parlarci, con Amy, intendo. Insomma, non puoi lasciare le cose così. E anche Charly… dovete chiarirvi”.

“Non lo so, Max”. le rispose lui abbassando lo sguardo. In quel momento non gli andava proprio di affrontare quell’argomento.

“Tu che hai intenzione di fare?”

“Non ci ho pensato. Credo che attenderò una decisione di Charly e mi comporterò di conseguenza”.

“Ma, insomma… non vorresti conoscerla meglio tua madre? È sempre stato il nostro sogno”.

“E’ sempre stato il vostro sogno”, la corresse Fang, questa volta guardandola negli occhi con fare deciso. “A me in realtà non è mai importato molto. Mi bastava soltanto essere fuori da quella prigione e riuscire a procurarmi del cibo per sopravvivere. Ho sempre pensato che mia madre fosse una drogata che a diciassette anni ha avuto la brillante idea di scopare senza usare precauzioni e che mi avesse abbandonato. Be’, non sono andato molto lontano dalla realtà”.

Max sgranò gli occhi a quelle parole e lo guardò incredula. Non aveva mai saputo che Fang pensasse questo, in realtà aveva sempre dato per scontato che pure lui desiderasse ritrovare i suoi genitori, come il resto dello Stormo, sebbene non avesse mai detto o accennato niente in merito.

Improvvisamente, ebbe come la sensazione di non conoscerlo affatto e ciò le dispiacque non poco. Lo conosceva solo all’apparenza, sapeva ciò che lui lasciava che si vedesse, ma in realtà, nel profondo… Fang, effettivamente, era sempre stato un ragazzo misterioso, non lasciava trapelare nulla nemmeno dalle espressioni. Non era come Iggy che, anche se non diceva niente, si capiva ciò che provava perché glielo si leggeva in faccia o negli occhi e non era nemmeno come Nudge che parlava sempre e non si preoccupava di esprimere a gran voce i suoi sentimenti.

“Amy ha solo commesso uno sbaglio. Ne facciamo tutti, no?”

“Sì, sì, certo”, la liquidò semplicemente lui, tornando a concentrarsi sulla sua chitarra.

 

 

“Come fai ad abbronzarti così facilmente?” chiese Charly rivolta a Iggy quando entrambi si furono sdraiati sulla spiaggia dopo essersi fatti un bel po’ di giri col surf.

“E che ne so? Chiedilo alla mia pelle”.

La ragazza rimase un attimo ad osservarlo, facendo scorrere lo sguardo sul suo corpo abbronzato coperto solo da un paio di boxer da mare che già erano, nonostante l’età, dotati di pettorali e addominali abbastanza evidenti, sul viso dai lineamenti giovanili e sui capelli biondi e ancora umidi per l’acqua che gli ricadevano leggermente sugli occhi chiusi.

Era proprio un bel ragazzo, doveva ammetterlo. Uno di quelli per  i quali Shary perdeva facilmente la testa.
Poteva addirittura fare concorrenza a Sean, il ragazzo che tutti dicevano essere il più bello della sua scuola, il capitano della squadra di basket, nonché il ragazzo del capitano delle Cheerleader.
Era sicura che se avesse frequentato il suo liceo, anche Iggy avrebbe avuto la sua bella schiera di ragazze che gli sbavavano addosso e il fatto che fosse cieco andava tutto a suo favore: gli dava un fascino da ragazzo tenero e bisognoso di coccole che le sue compagne adorano tanto.

“Perché continui a fissarmi?” le chiese lui ad un tratto senza minimamente spostarsi da quella posizione, il viso sempre rivolto verso il sole.

“Pensavo”, rispose laconicamente Charly, non sentendosi affatto in imbarazzo per essere stata scoperta.

“E a cosa pensavi? A quanto è bella la mia pelle bronzea?” fece ancora lui con tono strafottente. “Attenta, che Shary potrebbe ingelosirsi”.

“Ti piacerebbe”.

 

 

MILLY’S SPACE

Eccomi tornata!!! Finalmente un capitolo leggero… fatemi sapere che ne pensate.

La canzone composta da Fang si intitola “You’re gonna go far, baby” e ve la consiglio, è molto bella.

Detto questo non ho altro da dirvi. Se avete domande chiedete pure ^^

Bacioni,

M.

MAXFANGFOREVER: oddio, sono così contenta che la mia storia ti piaccia. Grazie mille per la recensione, spero di risentirti. M.

MAXBARBIE: grazie per la recensione. Per quanto riguarda la madre di Fang e Charly… be’, ci sarà ancora da aspettare. Continua a seguirmi. Baci. M
  
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