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Autore: AlexisRose    12/01/2015    1 recensioni
" Cosa succede quando ad un certo punto della tua vita, ti accorgi che le scelte che hai fatto non ti porteranno mai ad essere felice?
E cosa succederebbe se improvvisamente ti rendessi conto che tu, quelle scelte, non le hai fatte di tua spontanea volontá, ma che in realtá qualcuno ti ha condizionato?
Cosa succederebbe?
Io sono scappata. Non da un passato difficile, ma da scelte difficili che qualcuno ha preso al posto mio.
Sono scappata lasciando alle spalle tutti i "se", i "ma" e i "forse". "
La storia di una ragazza che cerca di ritrovare se stessa, lasciandosi tutto alle spalle.
Ma dopotutto, ricominciare tutto da capo, in una città come Helsinki, non sarà poi così facile...
o forse no.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Cosa succede quando ti lasci alle spalle il passato pensando solo ed esclusivamente al futuro?

Cosa succede quando ad un certo punto della tua vita, ti accorgi che le scelte che hai fatto non ti porteranno mai ad essere felice?

E cosa succederebbe se improvvisamente ti rendessi conto che tu, quelle scelte, non le hai fatte di tua spontanea volontá, ma che in realtá qualcuno ti ha condizionato?

Cosa succederebbe?

Io sono scappata. Non da un passato difficile, ma da scelte difficili che qualcuno ha preso Al posto mio. Sono scappata lasciando alle spalle tutti i "se", i "ma" e i "forse".

Sono scappata lasciando alle spalle la sicurezza, sia in campo lavorativo, che in campo amoroso.

Si dice che si sa quello che si lascia, ma non si sa cosa si trovi.

Io ho scelto l'ignoto, il salto nel vuoto, l'insicurezza e sicuramente, la strada più difficile.

Questa è la storia della persona che vorrei essere.

Una persona forte, determinata e combattiva... Ma soprattutto egoista.

Perchè quando ti accorgi che la tua vita é sempre ruotata intorno ad altre persone al di fuori di te stessa, l'unica cosa che puoi fare è scappare a gambe levate, oppure continuare a vivere tra i "se", i "ma e i "forse". Io il coraggio di mollare tutto non l'ho ancora avuto, ma conto di evadere dalla realtá scrivendo questa storia... E magari capirci anche qualcosina di più della mia vita e di quello che dovrei farci veramente.


 

Capitolo 1 

Nonostante sia a casa mia, mi sento un'estranea.

Forse sará che gli ultimi cinque anni della mia vita li ho passati a fare la spola tra casa mia e casa del mio ragazzo, e quando dico tutti i giorni, intendo tutti i sacrosantissimi giorni.Tutti i weekend ho dormito da lui, tutte le festivitá le ho passate a casa sua, notti inlcuse.

Ora mi ritrovo qui, per la prima volta in cinque anni, da sola in casa mia.
Cosa ne è stato della mia vita? Cosa ne é stato dei miei sogni?
In un'italia in cui nessuno ormai si può più permettere nulla, nemmeno di sognare, io mi ero rassegnata. Mi ero rassegnata a vivere secondo i canoni, i criteri e l'educazione che la mia famiglia mi ha severamente impartito.

Non fraintendetemi, i miei genitori sono i migliori del mondo, ma purtroppo la mia indole é sempre stata remissiva.
La mia famiglia da 6 anni a questa parte sta passando un periodo molto difficile con mio fratello maggiore.

La storia di mio fratello si può riassumere così:
Aveva una ragazza, hanno avuto una bambina.
Tre anni dopo, la ragazza decide di tornare a Torino, suo paese natale, portandosi dietro la bambina.
I primi sei mesi sono stati difficili, in quanto quella stronza impediva a mio fratello d vedere sua figlia.
Mesi dopo, gli avvocati stipularono degli accordi per far vedere la bambina a mio fratello.
Mi trasferii da lui l'anno della maturitá, perchè la depressione lo stava consumando.

Quell'anno non studiai, non dormii e soprattutto non pensai mai ad altro al di fuori di mio fratello, che purtroppo iniziava a rifugiarsi nell'alcool.
Le notti lui le passava ubriaco ed io le passavo a tenerlo d'occhio.

Risultato? Finii la scuola uscendo con un 82. 
Non male, dato che non avevo nemmeno il tempo di studiare a casa.
Gli unici momenti di vita vera li passavo a scuola e me li godevo tutti, stando attenta 6 ore su 6. Non che amassi particolarmente studiare, diciamo che la scuola era l'unico luogo dove potevo evitare di pensare a quello che avrei trovato una volta tornata a casa.

Lo stesso anno mio fratello perse il lavoro, e da allora ad oggi, non ha più trovato un impiego.
Ormai sono trascorsi cinque anni, le cose sono mutate, ma a che peggiorate.

Aggiungiamo il fatto che oltre al circolo dell'alcool, cadde anche in quello della droga. 

Ora capite?

No, non credo. 

Ma va bene cosí, è molto meglio cosí.
Vi auguro di non poterlo mai capire.


 

Avrete notato che non chiamo mio fratello per nome. Non lo faccio piú. 
Non lo faccio più da quando ho smesso di sperare che prima o poi ne sarebbe uscito.
Dopo tutte le paternali, i pianti e migliaia di euro prestati e mai rivisti, ho smesso di chiamarlo per nome. 
Lo amo con tutto il cuore, ma per preservare me stessa ho dovuto allontanarlo.
Parliamo, lui si confida e mi dice molte cose che i miei non vorrebbero mai sentire, ma tutto è dietro un muro. Per salvare me stessa, pian piano, mattone su mattone, ho imparato a non soffrire più per lui, ma ad isolarlo dal mio cuore.
Mio fratello attualmente ha 34 anni ed io 22... I ruoli dovrebbero essere invertiti, avrebbe dovuto essere lui, quello a tirarmi fuori dai guai, ma non è mai successo.
Perchè vedete, io sono quella affidabile, razionale, dal cuore sempre aperto, disponibile, pratica e con i piedi per terra... Ovvio che tutti abbiano delle aspettative nei miei riguardi.
Sono quella che appena ha finito la scuola ha trovato lavoro come impiegata e che a distanza di anni ha avuto il coraggio di iscriversi all'universitá, iniziando contemporaneamente a cercare casa per andare a convivere con il futuro marito.

Ebbene si! Ho 22 anni, ho un lavoro a tempo indeterminato, un fidanzato che sposerò e dei genitori meravigliosi!

Vi chiederete allora cosa voglio di più dalla vita.

Vi chiederete allora, come mai questa qua, che ha tutto quello che attualmente un italiano vorrebbe, si sta lamentando?

Il mio unico problema, é che non sono libera.


 

La libertá per me significa poter fare ciò che voglio della mia vita, andare contro la mia indole razionale ed inseguire l'orizzonte alla ricerca dei miei sogni.
Il mio sogno, da due anni a questa parte è andarmene.
Da due anni a questa parte, due volte all'anno, io ed il mil fidanzato andiamo in vacanza nello stesso posto, a Fuerteventura.
Ricordo ancora la prima volta che misi piede in quella terra selvaggia: mi sentivo giá a casa.
Pian piano che i giorni e le settimane passavano, mi innamorai perdutamente di quell'isola, ponderando su un possibile trasferimento.
Studiando lingue, lo spagnolo non sarebbe stato un problema.
Avendo uno spirito di adattamento molto alto, non avrei avuto guai, mi sarei adattata a qualsiasi lavoro avessi trovato.... E di lavori ne ho anche trovati.
Dalla cameriera alla receptionist all'animatrice di villaggio turistico. Nessun problema per me.

Il guaio però è nel mio fidanzato.

Lui ha alternato periodi in cui andare era il suo sogno ed altri in cui andare via era l'ultimo dei suoi pensieri. Due anni tra si, no e forse.

Fino a qualche tempo fa.

Finalmente i miei genitori erano entrati nell'ottica di farmi vivere la mia vita, lasciandomi andare, dicendomi che loro non erano nessuno per impedirmi di spiccare il volo e andarmene per inseguire il mio sogno.

Mi sentii libera e fottutamente piena di gioia.

Il tutto durò poche ore, in quanto il mio fidanzato aveva finalmente preso la sua decisione:

Lui non si sarebbe mosso dall'Italia.

Aveva sempre contato sul fatto che i miei genitori mi avrebbero trattenuto qui, senza avere le palle di dirmi le cose come stavano realmente.

Sono passati mesi da quel momento, e durante tutto questo tempo cercai di riprendere la mia vita come prima.

Dentro di me però avevo il completo caos. I pensieri negativi mi stavano divorando...

lui mi sta costringendo a vivere una vita che non voglio"

" chi è lui per decidere della mia vita?"

"Mi sento in catene. Perchè io mi devo sacrificare per lui? Perchè devo farlo io? Non può farlo lui?"

" non è amore"

"Non mi ama abbastanza"

"Non lo amo abbastanza"


 

Ed eccomi qui, di nuovo nella mia stanza, in quella che avrebbe dovuto essere la mia casa da sempre. Mi sento solo fuori posto e incredibilmente triste, costretta in una vita che non sento più mia. Accanto ad un ragazzo che non sento più mio.

Molti giorni ero rimasta li, in contemplazione della mia stanza, chiedendomi cosa ci fosse di veramente mio la dentro.

Molti giorni ero rimasta ad osservare la mia camera, cercando il coraggio di fare le valigie ed andarmene.


 

Feci un respiro profondo e presi la mia decisione.


 

Chiusi la porta, scrissi un biglietto e me ne andai.


 

Non avevo bisogno di nulla. Solo di me stessa.


 

09/01/2015 ~ Aeroporto di Milano Malpensa 


 

-vorrei un biglietto di sola andata per Helsinki- dissi affacciandomi allo sportello della Finnair

- signorina il prossimo volo parte tra mezz'ora, non ce la fará mai ad imbarcare i bagagli. Dovrá tornare lunedì, mi dispiace - disse l'impiegata dispiaciuta

- come lei stessa può constatare, viaggio leggera - dissi scostandomi

- ho un solo posto disponibile nella business class- disse la ragazza titubante

- andrá benissimo. Amo viaggiare comoda - dissi trattenendo a stento il sarcasmo

- allora dobbiamo sbrigarci. Avviso di non chiudere il gate - disse gentilmente, probabilmente impietosita dalla mia faccia stravolta o ingolosita da tutti i soldi che stavo per spendere.

Ritirai il biglietto, pagai e mi avviai ai controlli.
Per fortuna quel venerdì l'aeroporto era deserto, pertanto riuscii ad imbarcarmi puntualmente come una qualsiasi altra passeggera.
L'unica pecca di questo volo era che mi era costato la bellezza di 558€.
Le mie riserve monetarie non erano messe male, ma contando che sarei stata in un paese dove trovare lavoro sarebbe risultato molto difficile data la mia mancanza di conoscenza della lingua, avrei dovuto sicuramente stare molto attenta a come spendere i miei soldi.
Nel bagaglio a mano avevo solo pochi vestiti, e sicuramente non pesanti, quindi avrei dovuto mettere in conto il rifacimento del mio guardaroba.
Non che mi dispiacesse, per caritá! Da tre anni ormai il mio armadio era pieno solo di roba comoda o tailleur da perfetta impiegata.
Oltre alla mia libertá, volevo rivendicare anche la mia indole sbarazzina e talvolta anche sexy.

Ah giusto! Perchè voi non lo sapete!

Secondo il mio fidanzato, o forse dovrei dire ormai ex-fidanzato, una scollatura poteva arrivare solo fino all'osso della clavicola e le gonne rigorosamente sotto il ginocchio (molto più apprezzate erano le gonne lunghe ed informi e le magliettone giganti).

Presi posto sull'aereo e mi misi comoda. Viaggiare in business class aveva i suoi vantaggi!
Scoprii subito che avevo accesso ad internet ed al bar gratuitamente.
Tutte quelle storie sul "spegnete assolutamente i telefoni in fase di volo oppure cade l'aereo" erano una gran presa per il culo.
Il bello, era che avendo cinque ore di volo davanti a me, avrei potuto spulciare su internet alla ricerca di una casa in affitto e perchè no, anche di qualche negozio di vestiti decente.
I miei pensieri vennero interrotti dall'assistente di volo che ci intimava di prendere posto ed allacciare le cinture, mentre l'ultimo passeggero saliva a bordo.
Guardai l'orologio e notai che avremmo giá dovuto essere in volo da 20 minuti.

Possibile che avessero aspettato davvero un passeggero?

La ragazza della Finnair aveva detto che il volo era al completo, ma posto accanto al mio era vuoto.
Pensai che probabilmente, dato che si trattava di un biglietto in business class pagato fior di soldi, i piloti avessero potuto fare uno strappo alla regola ed aspettare il passeggero.

Sentii un macello provenire dal corridoio, ma a prima vista non vidi nulla.

Fu solo quando spostai il mio sguardo a terra che realizzai due cose contemporaneamente:

L'ultimo passeggero era caduto di faccia nel corridoio dell'aereo.

L'ultimo passeggero era Ville Valo.


 

Una hostess si precipitò ad aiutare il cantante, mentre io rimanevo pietrificata.
Una parte di me era scioccata, ma purtroppo, l'altra parte di me, quella con la vena sadica, scoppiò a ridere.
La hostess, udendo la mia grassa risata, mi fulminò con lo sguardo ed io mi zittii subito, tornando composta e fingendo di allacciarmi meglio la cintura.
Mi sentivo osservata. Alzai lo sguardo ed incrociai gli occhi pieni di odio dei uno dei miei cantanti preferiti.
Ricambiai lo sguardo spaesata, non capendo se ce l'avesse con me perchè avevo riso della sua caduta o per qualche altro motivo.
Si rivolse a me in un inglese perfetto:

- mi sa che lei ha sbagliato posto - disse acidamente

- le posso assicurare che questo posto è esattamente il mio - dissi piccata

Senza nemmeno degnarmi di uno sguardo chiamò la hostess e chiese spiegazioni.
Dal discorso che stavano facendo dedussi che il qui presente signor Valo, non aveva mai ("and when I say never, I mean NEVER" citato testualmente) condiviso il posto con qualcuno.
La hostess si scusò, ma purtroppo la signora (io) aveva pagato il biglietto ed aveva diritto a prendere questo volo tanto quanto lui. Disse inoltre che avrebbe fatto presente la cosa e che gli avrebbero rimborsato il biglietto.

Dio! Manco gli mancassero i soldi! Rimborsatemelo a me il biglietto, se proprio ci tenete!

Pensai.

Il ragazzo, ormai rassegnato, prese posto accanto a me.
Per non smentire la sua indole di cafone, mi fulminó con lo sguardo e si mise le cuffie.
Lo imitai e mi misi gli auricolari, non prima di averlo guardato male.
Ok che era un idolo, ma anche vaffanculo! La gente non si tratta cosí!
Accesi l'ipod e saltai disgustata la cartella dedicata alle canzoni degli HIM.
Manco morta gli avrei detto che ero una loro fan!
Scelsi la cartella dei Nightwish e mi lasciai trasportare dalle note di "Last ride of the day", giusto per rimanere in tema.
Durante il decollo, percependo dei movimenti strani, lanciai un'occhiata al cantante.
Stringeva così forte i braccioli che temevo si staccassero da un momento all'altro, inoltre la sua faccia era diventata blu e tremava considerevolmente.

Preoccupata dalla reazione, dimenticai l'astio e gli chiesi se andava tutto bene.

- ho un problema con i decolli e gli atterraggi - affermo stringendo i denti

- posso fare qualcosa? - chiesi azzardando

- se proprio vuoi fare qualcosa, parlami. Cerca di distrarmi, e ti prego, fa che sia un argomento interessante - disse lui guardandomi male

Decisi di ignorare il tono e lo sguardo, cercando invano un'ispirazione.
Le parole uscirono dalla mia bocca prima che me ne rendessi conto

- sono scappata - affermai andando nel panico

- cosa? Sei un'evasa di prigione? - rispose lui

- più o meno. Ho mollato la mia vita di punto in bianco e me ne sono andata, senza guardarmi troppo indietro. - affermai realizzando per la prima volta quello che avevo fatto.

- perchè? - chiese lui allentando la presa sui braccioli e girandosi verso di me per guardarmi meglio

- perchè non ero libera - dissi flebilmente

Lui scoppiò in una fragorosa risata ed io mi imbestialii.

- cosa c'è da ridere? - chiesi irritata

- ragazzina, qua nessuno è libero! - disse lui smettendo di ridere e guardandomi seriamente.
Sapevo benissimo che aveva ragione, ma quello della quale stavo parlando, era il mio personale concetto di libertá, ma siccome non conoscevo questo tizio, decisi di lasciar cadere l'argomento.

L'aereo si era stabilizzato e il volo procedeva tranquillo.
Decisi di iniziare la mia ricerca di un appartamento nella capitale.
Appena vidi gli affitti spalancai gli occhi e sbiancai. 
1200€ al mese per un monolocale di 40 metri quadrati?
Chiesi alla hostess di portarmi dell'acqua al più presto, in preda alle vertigini.
Trangugiai l'acqua e ripresi la mia ricerca. Man mano che gli appartamenti scorrevano, mi sentivo sempre di più senza speranza.
Avevo a disposizione 20000€, ma avendo pensato di trasferirmi ad Helsinki per più di un anno, sicuramente non mi sarebbero mai bastati.
Partivo dall'ottica che non avrei mai trovato lavoro, non sapendo la lingua.
I miei progetti erano stati quelli di imparare in due anni la lingua e poi trovarmi un lavoro. Poi, quando le acque si sarebbero calmate, avrei potuto trasferirmi nel mio piccolo angolo di paradiso...Fuerteventura.
Illusa! Deficiente! Per quale cavolo di motivo non avevo guardato prima su internet?
Adesso mi toccava cambiare cittá, trovandone una più abbordabile.

Vi starete chiedendo per quale cavolo di motivo sto andando a Helsinki.
Vi starete domandando: ma questa pazza mica voleva andare a vivere alle Canarie?
Per quale assurda ragione sto andando in un posto che é l'esatto opposto di quel paradiso?

Ebbene, vi spiego...

Fuerteventura sarebbe il primo posto dove verrebbero a cercarmi, pertanto, per non farmi trovare, ho deciso di andare nell'ultimo posto al mondo dove io sarei in grado di vivere: al freddo. Sono sicura che a nessuno verrebbe in mente di cercarmi al nord.
Ho scelto Helsinki anche perchè é in Europa e se i miei avessero avuto bisogno, avrei potuto raggiungerli in giornata.
Ma tornando a noi, il problema ora era che dovevo cambiare destinazione.
Sconsolata, aprii un'altra finestra e cercai un appartamento a Dublino.
Perchè non Londra? Perchè quando io e il mio ex ci eravamo stati, mi era piaciuta un sacco e quello sarebbe stato il secondo posto dove sarebbero venuti a cercarmi.
Trovai delle offerte niente male, scovando un monolocale in affitto a 300€. Salvai la pagina e aprii un'altra finestra, cercando un volo per Dublino.


 

La notizia che mi si presentò davanti mi fece definitivamente perdere la pazienza.

" aereoporto di Dublino chiuso a causa della cenere presente nell'atmosfera dovuta all'eruzione vulcanica avvenuta questa notte a Reykjavik" 


 

- fottuta Islanda! - sbottai mettendomi le mani nei capelli

E ora cosa cavolo faccio? 
Magari posso rimanere qua un mesetto, visitare la cittá e prendermi una vacanza.
"Ma io non voglio buttare via soldi per niente! " pensai contemporaneamente
Un conto è passare tanto tempo in un posto ed imparare la lingua, un altro è buttare via soldi in una vacanza dalla quale non posso imparare nulla.
Mi devo rifare una vita, non starmene con le mani in mano!

- ci sono problemi? - chiese il mio compagno di viaggio

- no, nulla. Pensieri... - dissi criptica

- ho visto che guardavi gli appartamenti a Helsinki e che poi cercavi un volo per Dublino per oggi stesso. Hai per caso una doppia personalitá? - chiese alzando un sopracciglio

- avevo pensato di trasferirmi ad Helsinki per qualche anno, ma ho appena scoperto che a livello di affitti, i finlandesi sono dei ladri! Così ho pensato, perchè non cambio destinazione? E da qui Dublino... Cerco un volo e cosa scopro? Che l'aeroporto é chiuso per un eruzione vulcanica! Il mondo é contro di me... -  dissi esasperata

- passami il tablet. Ci penso io - disse lui

Confusa glielo passai, lasciandogli campo libero.

Digitò un indirizzo web e davanti ai miei occhi si aprì una pagina interamente in finlandese.

- di male in peggio! Non capisco una cippa di quella lingua! - dissi io cercando di riprendermi l'ipad, ma lui lo trattenne

- per quello ci sono io! Non ti preoccupare, ti faccio da interprete - disse rivolgendomi per la prima volta un sorriso. Quasi mi sciolsi e mi schiaffeggiai mentalmente cercando di darmi un contegno.

Spulciando nel sito, trovammo alcuni appartamenti a 500€ al mese, forse un po' più distanti dal centro, ma chissenefrega!

Fu quando i miei occhi catturarono la cifra di 350€ che gli saltai quasi in braccio.

- fermo! Fermo! Li c'è scritto 350€!! - dissi felicissima

- non se ne parla. Questo posto non va bene per te. - disse fermamente

- scusa, ma per quale motivo? - dissi io indignata

- perchè sono 5 RAGAZZI che cercano un coinquilino o una coinquilina. E qua specificano anche che se è donna é meglio. Mi rifiuto di tradurti il resto. - disse lui fermamente, cambiando pagina.

Lo lasciai fare, pensando che effettivamente, l'idea di convivere con qualcuno di sconosciuto, specialmente con dei ragazzi, non mi andava proprio.

- questo è un affare! - esclamò lui 

- cosa dice? - chiesi curiosa

- 400€ al mese. Affittasi mansarda abitabile fornita di cucina con sala open space, bagno con vasca, camera da letto. 65 metri quadrati ed è pure in un bel quartiere. Non ha la lavanderia, ma non è male, no? - disse lui speranzoso

Presi il telefono e feci due conti, pensando che in qualsiasi caso avrei potuto andare a lavarmi i panni in una di quelle lavanderie a gettoni.
Dopo qualche minuto di riflessione, convenni anch'io che era decisamente una buona occasione.
Lui scrisse rapidamente una mail all'agenzia, comunicandogli il mio interesse nell'affittare la casa.
Fu solo quando ebbe inviato l'email che realizzai che io non sapevo il finlandese e che quindi non avrei potuto capire la risposta dell'affittuario.

- scusa ma, e io come faccio a capire cosa mi rispondono? Non parlo finlandese - dissi io

- occavolo! Mi ero dimenticato... Beh, facciamo così, ti lascio il mio numero e quando ti rispondono mi chiami e ti traduco io, ok? - chiese lui divertito

- stai scherzando vero? - dissi scettica

- a dir la veritá no. Qualche problema? - chiese lui innocentemente

- io non do il mio numero a uno sconosciuto! - dissi fermamente

- ma infatti non sei tu che mi stai dando il tuo numero, sono io che ti sto dando il mio! Puoi anche chiamarmi da una cabina telefonica, se proprio non vuoi darmi il tuo. - disse lui sempre più divertito

- ma non sai nemmeno come mi chiamo - dissi cercando di farlo ragionare

- beh, rimediamo subito allora. Piacere, io sono Ville - disse porgendomi una mano

- piacere mio, io sono Chiara - risposi stringendogli la mano.

- ora che abbiamo formalizzato la nostra conoscenza, ti lascio il numero, così appena hai risposta dall'agenzia ti do una mano. Ora scusami, ma essendo appena stato in America, ho un jet lag da recuperare. Non mi svegliare se stiamo atterrando. - disse strizzandomi l'occhio e mettendosi una ridicola marscherina da sonno viola.
Annuii e tornai ad ascoltare musica.

Mi resi conto che si atteggiava proprio da divo, cosa che a dire la verità mi dava abbastanza fastidio.
È proprio vero che il più delle volte, quando conosci una persona famosa, non è mai come te la sei immaginata.
Io, per esempio, avevo sempre immaginato Ville come una persona sfuggente, riservata, ombrosa e abbastanza normale nel complesso, invece mi era apparso scorbutico, poi disponibile e soprattutto con manie da star... Insomma, un bel guazzabuglio contrastante.
Decisi di dedicare le ultime ore di volo imparando qualche frase in finlandese.
Due ore dopo, il capitano annunciò che saremmo atterrati a breve.
Mi resi conto che la lingua era a dir poco impossibile e mi ritrovai ad aver memorizzato solo qualche parola di cortesia.

Ville si svegliò solamente quando le ruote toccarono terra, ma la sua espressione fu impagabile. Avrei giurato di aver visto i suoi occhi uscire dalle orbite mentre si aggrappava con tutte le sue forze alla poltrona. Quando l'aereo si fermò, lo trovai nella stessa posizione.

- ehi, Ville... Siamo arrivati - dissi io scuotendogli una spalla

- ehm si giá. Grazie - rispose lui ancora verde in viso

Scendemmo dall'aereo e la prima cosa che pensai, o meglio, urlai, fu " cazzo che freddo!".
Ville mi guardò interrogativo ed io scossi la testa per lasciar perdere.
Mi avvolsi nella sciarpa rossa e mi calai in testa il cappellino coordinato.

- se andrai in giro per Helsinki vestita così ti congelerai dopo due ore - constatò il cantante mentre ci avviavamo dentro l'aeroporto.

- ero di fretta e non ho fatto le valige. Conto di rifarmi il guardaroba questo pomeriggio, mentre cerco un albergo - cercai di spiegargli

- hai giá prenotato? - chiese lui 

- no, contavo di trovare il più comodo e chiedere li. Ho un paio di nominativi comunque. - risposi

- il più comodo é l'Hilton... - cerco di convincermi lui

- eh no! Qua non mi freghi! Al di la del fatto che all'Hilton non ci metto nemmeno piede, so benissimo che si trova nel quartiere dei ricconi piuttosto fuori dal centro. - dissi io trionfante

- ma andando all'Hilton sarebbe più comodo anche per me, visto che dovró aiutarti con l'appartamento. - disse lui ombroso

- Ville, non ti preoccupare. Me la caverò in qualsiasi caso. Comunque è arrivato il momento dei saluti. Le nostre strade si dividono qua. Tu devi ritirare i bagagli ed io ho un albergo da trovare e un guardaroba da rifarmi. Grazie di tutto, davvero. - dissi fermandomi e porgendogli la mano
Lui la strinse titubante e mi guardò dritto negli occhi.

- in caso avessi bisogno, il mio numero ce l'hai. In qualsiasi caso, è stato un piacere conoscerti, Chiara - 

Il modo in cui aveva pronunciato il mio nome, la curva delle sue labbra mentre parlava, mi mandò un istante in visibilio. Nascosi tutto dietro la mia maschera di impassibilità e continuai il teatrino.

-stammi bene, Ville - dissi un attimo prima di andarmene


Nda: ed eccomi qua con un'altra ff. Diciamo che sono in un periodo abbastanza produttivo.
Questa storia nasce un po' dalla mia vita. Il motivo per la quale la pubblico è che davvero voglio fare chiarezza nella mia mente.
Mi sono resa conto che le soluzioni sono sempre abbastanza a portata di mano, ma nel mio caso, non le voglio vedere.
Con questa storia cerco di evadere la realtà, che al momento mi sta schiacciando. 
L'altro giorno, mentre scrivevo un capitolo dell'altra mia ff, mi sono imbattuta nel personaggio di Ville Valo, che ovviamente adoro.
In quel momento, ho deciso che volevo dedicargli un po' più di spazio, che non potevo fargli fare una comparsa nella mia storia e basta.
Mi sono resa conto che volevo analizzare a fondo il personaggio.
Cacchio! lui è Ville Valo!
lui è un protagonista, non un una misera comparsa!
Quindi... ecco l'idea di combinare la mia storia con Ville.

Hope you enjoy ;-)

 

  
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