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Autore: kike919    13/01/2015    2 recensioni
Da non intendere la mia ff come una specie di riscatto per Gale. Sarò sempre contenta che infine abbia scelto Peeta; ma a un compagno d'avventure, questa la dovevo concedere.
"Dovevo solo bere il mio calice di dolore fino alla fine. Con te, per te. Ma non ne sono assolutamente stato capace."
Genere: Introspettivo, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao, Catnip.

Più ripercorro mentalmente la nostra “storia”, più mi chiedo in che punto ho sbagliato davvero con te, più mi ritrovo a pensare che è stato tutto un enorme errore. A partire dagli inizi.
Al nome di Peeta alla mietitura, dovevo solo farmi largo tra la calca e offrirmi al posto suo. Dovevamo ancora essere una squadra e io non l'ho capito. Dovevo capirlo, che ogni donna in fondo è così fragile che in certi punti, con le parole giuste la puoi spezzare. Invece no: ho continuato tranquillamente a trattarti come un uomo o forse peggio: come se tu non avessi più l'anima da nessuna parte. Ho infierito su di te perché la gelosia non mi faceva capire più nulla. Dovevo solo bere il mio calice di dolore fino alla fine. Con te, per te. Ma non ne sono assolutamente stato capace.
Dovevo solo proteggerti. Almeno una volta per farti capire che non sono un nemico. Almeno una volta, perché così saresti stata indulgente nel giudicarmi. Ma io ovviamente non lo sono stato nel giudicare te. Mi pento anche di quello che non sai, quando ho detto a Peeta che avresti scelto quello più utile alla tua sopravvivenza. Una parte di me sperava di spaventarlo a colpi di cinismo; credeva che dipingendoti nettamente poco umana, lui mollasse la presa o comunque perdesse interesse.
Non potevo sbagliarmi più di così. Lui non ha mancato nemmeno un tuo respiro, mentre la mia testa è sempre stata altrove.
Dov'ero io, quando avevi bisogno di parlare, di dormire, di piangere, respirare?
Sempre da un'altra parte e mai con te. Nemmeno con la testa sono rimasto allineato alla tua fino alla fine. Eppure ti bastava poco: uno che fosse esattamente il contrario di te.
Ancora non so rivolgermi alla tua persona senza farmi travolgere dalla rabbia della perdita. Se chiudo gli occhi la notte, mi viene in mente solo che se avessi cambiato anche solo una mia mossa, l'esito sarebbe stato completamente diverso.
Ora c'è una sorta di pace per tutti; non per me. Io vago perennemente nell'Inferno dei miei errori irrecuperabili. E non è vero che si viene perdonati: tu con me non ci sei riuscita. Il tempo passa e puoi solo sputare sui ricordi felici che talvolta ti ho lasciato e che non erano abbastanza profondi.
Perché non ti ho mai afferrata quando ti avevo completamente in pugno?
Ero troppo certo di te; ti ho agguantata di forza quando scivolavi già.

Cosa diamine mi pietrificò alla mietitura? Era così ovvio quello che dovevo fare...
Sono solo più spietato di te; credevo di poter recuperare in un secondo tempo, che non c'è stato. Ed ora mi ritrovo a fare un'analisi di coscienza atroce, sdraiato sul letto, fissando il soffitto.
Mi alzo in piedi.
Ho proiettato su di te qualsiasi mio difetto. Non mi sono mai posto sinceramente, il dubbio di essere il peggiore dei due. Ma tu non hai ucciso i miei fratelli.
Io sarò sempre macchiato di quel sangue puro.
Ho vanificato per sempre tutte le pene che hai sopportato al fine di salvare Prim: la mia ambizione te l'ha portata via.
Lo avrebbe capito anche un cretino, che attaccando i soccorsi avrei probabilmente attaccato lei; ma io non ho guardato abbastanza lontano. Penso solo alla vendetta senza vedere l'intero quadro.
Sono disumano.
Non ho mai capito che a ogni ferita che ti ho inflitto, c'era già da tempo qualcuno che ti aiutava a ricucire.
A volte immagino come avrei dovuto essere per farti realmente felice... e non mi riconosco più. Forse se fossi stata mia, avremmo solo forzato il destino. Però ho un'anima come te, e non faccio che arrancare, a strapparmi su ogni dettaglio che ho trascurato e continuo a farmi uscire sangue.
È una continua psicanalisi. Un continuo processo a me stesso, da quando Prim non c'è più.
Soffoco tra rimpianti e rimorsi come non ci fosse un domani. Ma è vero: per me il domani non c'è.
Vorrei perlomeno poterla riportare indietro e al posto suo scomparire. Almeno saresti davvero felice e non dovresti sforzarti ogni giorno per dipingerti in volto un pallido sorriso.
Ho con me un punteruolo aguzzo, arrugginito. Lo posiziono più volte sulla gola, sul cuore. Scelgo il modo giusto per andarmene da qui alla svelta. Faccio lunghi respiri per capire a mente lucida se è la trappola giusta per me: a volte ho l'ansia anch'io.
Poi lo getto a terra, prendo la porta e così, semplicemente vado via.

È proprio perché non so sacrificare me stesso fino alla morte per te, che irreparabilmente, per sempre, ti ho persa.

   
 
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