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Autore: Master Chopper    14/01/2015    6 recensioni
'Conosci i motivi per cui sono convinto che la collaborazione, l’importanza dell’alleanza e la fiducia debbano essere il nuovo cavallo di battaglia per la Famiglia.
Per tanto comprenderai la mia stolta richiesta di collaborare, nuovamente, a favore di questa causa che intendo portare avanti finché morte non me lo conceda:
In Giappone, precisamente nella mia città natale, Nanimori, ho lasciato da cinque anni mio figlio:
Tengoku Marco Sawada.
Confido nelle tue capacità, Reborn.
Tuo Eterno Amico, Sawada Tsunayoshi
VONGOLA X ‘
- CONCLUSA - Attualmente in corso su: ' [SoF] Saga dei Sette Peccati Capitali '
ATTUALMENTE IN REVISIONE. ATTENZIONE, ALLA FINE DELLA REVISIONE I CAPITOLI POTREBBERO ESSERE STATI MODIFICATI RISPETTO ALLA VERSIONE ORIGINALE. Capitoli revisionati: 3.
Genere: Azione, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Reborn, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Stories of a Family [SoF]'
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‘ Caro amico, ti scrivo dopo parecchio tempo per motivi di cui tu sei già a conoscenza.  Sono passati tredici anni dalla tua ultima comparsa alla Magione, quindi spero che la tua vacanza ‘ In giro per il mondo ‘ sia andata bene. Conosci i motivi  per cui sono convinto che la collaborazione, l’importanza dell’alleanza e la fiducia debbano essere il nuovo cavallo di battaglia per la Famiglia.
Per tanto comprenderai la mia stolta richiesta di collaborare, nuovamente, a favore di questa causa che intendo portare avanti finché morte non me lo conceda:
In Giappone, precisamente nella mia città natale ,Nanimori, ho lasciato da cinque anni mio figlio
Tengoku Marco Sawada.
Ormai ne ha quindici di anni, ma il vostro ultimo incontro risale al suo battesimo. Ma ora non intendo divagare oltre:
Mi piacerebbe controllassi come vive la vita che io ho vissuto per poco tempo, anche se solo e in tristezza. Mi piacerebbe che, non come il padre, si fosse già fatto degli amici e che il mondo della mala non lo abbia ancora ghermito. Mi fido della tua competenza e giurerei su qualsiasi tesoro che sei rimasto e rimarrai l’amico fedele che ha portato la mia infanzia verso la luce di un mondo migliore. Mi piacerebbe continuare questa lettera, ma non vorrei privarti dei tuoi impegni.
Confido nelle tue capacità, Reborn.
 
                                                                                                                                                           Tuo Eterno Amico, Sawada Tsunayoshi
                                                                                                                                                                                                              VONGOLA X  ‘

 


Una paffuta manina appoggiò la lettera inondata dalla calda Fiamma del Coraggio di Morire  su di una scrivania in ebano. Era piena di carte stropicciate, tazze di caffè vuote e calamai, lasciando soltanto pochi centimetri di spazio libero da quel disordine.
 
La luce filtrava attraverso una finestra coperta da una serranda verde scuro, illuminando parte del mobile ed una poltrona nero lucido di fronte ad essa, sopra la quale una figura osservava ancora lo scritto rischiarato dalla Fiamma, simbolo di un potere più unico che raro.

Non si poteva definire un uomo, tanto quanto un bambino: la corporatura era esile, come quella di un’infante, mentre la testa era sproporzionata rispetto al collo e agli arti. La mascella era morbida ed il mento affusolato, rivelando una pelle rosea, quasi perlacea. Gli occhi erano color pece, profondi come un abisso e riluttanti nel rivelare emozioni.
Quella creatura era vestita di un completo nero lucido, sopra ad una camicia giallo chiaro. Indossava una fedora dello stesso colore dell’abito, segnata da una fascia arancione. Il cappello era alto la metà del suo corpicino, ma lo portava con estrema facilità, nel mentre alcuni ciuffi mori ed un paio di basette arricciate erano gli unici aspetti visibili della sua capigliatura.
 
Finalmente sorrise e sbatté le palpebre, rivelando dopo tempo dei segni di vita.
 
“ Guarda un po’ cosa mi tocca fare. Speriamo che questo sia meno problematico dell’ultimo ...“ disse, emettendo un leggero fremito che si poteva interpretare come una risatina.
 
 
 
 
 
 
 
 
...
 
 
 
 
“Ten-kuun ! Ten-kuuun !”
 
Una giovane donna erra accostata dietro una porta, chiamando a gran voce la persona che si trovava nella camera di fronte a lei.
Era molto affascinante, lunghi riccioli castano scuro le ricadevano dietro la schiena, lasciando scoperto un viso dai lineamenti delicati. Per quanto in realtà fossero splendidi, i suoi occhi azzurro chiaro erano stanchi e non brillavano come nei momenti di felicità, dove invece rivelavano la loro bellezza. Indossava una normale maglietta bianca a righe verdi e dei pantaloni grigi.
 
Dopo l’ennesimo richiamo una vena iniziò a pulsare sulla sua fronte e decise di entrare nella stanza.
Solitamente abituata a trovarla buia come una caverna a quell’ora del mattino, rimase stupefatta nel vedere la finestra spalancata ed un ragazzino seduto davanti al PC, con in testa delle cuffie nere.
 
Non era molto alto, probabilmente sul metro e sessantacinque massimo ed i capelli bruni erano sollevati all’indietro,  rivelando un curioso ciuffo albino al centro della chioma, simile ad una foglia. Indossava un pigiama dai motivi di paperelle e i suoi occhi verde scuro erano incollati allo schermo.
Il computer proiettava un MMORPG che emetteva suoni altissimi, ed immagini sanguinolente, piene di effetti grafici esagerati.
 
La donna si avvicinò nervosamente al ragazzo e gli tolse quegli aggeggi dalle orecchie, facendolo sobbalzare per la paura.
 
“ A-AHH! Veronica-sama!! Cosa c’è ?“

La voce spaventata prese di sorpreso pure la castana. .
 
“ Come ‘Cosa c’è ?’. Ti rendi conto di che giorno è oggi, testa di rapa ?!” gli disse, prendendolo per il collo e tirandolo in piedi con la forza.
 

“  Augh-ugh così mi strozzi …“
 
“ Rispondi Tengoku Sawada !“

'Ahi, ahi.' Pensò il ragazzo in questione. 'Quando mi chiama per nome intero non è mai buon segno!' Nonostante il poco respiro che premeva sui suoi polmoni, venne costretto a rispondere prima di perdere i sensi.
 

“ D-domenica-a-a …? ” farfugliò con fare interrogativo, mentre la vista gli si annebbiava.
 
Ma Veronica anziché felicitarsi del fatto che il bruno fosse ancora in vita, si arrabbiò ancora di più e lo scagliò sul letto, facendogli urtare la faccia al muro.
 
“ E’ lunedì scemo! E sei in un ritardo MADORNALE !!” gridò indicando la sveglia a forma di astronave.
Indicava le otto passate e lui era ancora in pigiama.
 
“ AAAH !!” delle urla decisamente poco virili riecheggiarono nella vecchia casa di periferia.
Ten si scagliò giù dalle scale, afferrando al volo dei panni puliti da un cesto in bagno. Fatto questo cercò di vestirsi mentre faceva colazione, cadendo quattro volte e rovesciando tre quarti della ciotola di latte e cereali sul pavimento appena lavato.

 
Sotto uno sguardo demoniaco da parte della castana, il ragazzo si mise i pantaloni ormai in cortile, fuggendo all’ira funesta che si sarebbe scatenata altrimenti.
 
 




Dopo diversi minuti di cammino era a pochi isolati dalla scuola superiore di Nanimori, mentre uno strano caldo autunnale rendeva il silenzio nella strada, ancor più opprimente .
 
“ E anche oggi –uff- non ho preso la macchina -pant. Sono in ritardo di mezz’ora –uff- e non ho fatto colazione. Può andare peggio ?!” urlò il bruno esasperato. Probabilmente non  era abituato a percorrere quel tragitto a piedi.
 
Improvvisamente qualcosa lo destò dalla sua trance dove ripeteva come un mantra ‘Ahiaahiaahiaahia…’.
 Il suo zaino… non era mai stato così leggero, soprattutto di lunedì dove i libri più pesanti spezzavano la schiena dei suoi compagni di classe.

“ Nononnono…NOOOOO!!!” Urlò esasperato, scoprendo che la borsa a tracolla, sua fidata compagna… era vuota. Non c’era nemmeno la merenda o il diario!

 
 Che giornata orribileehhh “ piagnucolò gettandosi in ginocchio, mentre alcuni passanti lo guardavano con sguardo incuriosito.
 
“ Cosa faccio? Cosa faccio?! Se torno a casa Veronica mi ammazzerà… e se aspetto che vada a lezione per tornare in classe ci metterò troppo tempo. Non posso tardare anche oggi, la mia media è disastrosa !”
Il giovane si sporse oltre il muretto che separava la strada dall’edificio, provando a vedere se il corridoio iniziale era sgombro dal personale scolastico.

Quello che vide però, gli mozzò il fiato, facendolo ritornare al suo nascondiglio con il volto paonazzo e il fiatone.
 

“ I teppisti di Kevin! Cacchio pure questa ci voleva !!” 
 
Infatti quelli a cui si riferiva Ten erano una decina di alti ragazzi, probabilmente sui sedici o diciasette anni, tutti rigorosamente vestiti di blu scuro e pieni di borchie, piercing e capelli tirati con il gel.
Stavano sostando nell’aiuola, chi seduto sugli scalini all’ingresso, chi su grandi motociclette nere e grigie.
 
Non avevano la fama di essere dei soggetti tranquilli, dato che poche non erano poche le volte che riuscivano a fermare gli studenti all’uscita per poi portarli lontano ed estorcergli denaro oppure oggetti personali.
Nessuno in quella scuola provava anche solo a deriderli per la loro esagerata somiglianza con i tipici bulletti americani dei film degli anni cinquanta. 


Ed uno come Tengoku non avrebbe potuto nemmeno confrontarsi contro quegli individui, di due spanne più alti di lui e dalla fama di teppisti senza pietà.
 


“ Non sei stufo della vita da perdente, Tenbaka ?” una vocina buffa e quasi acuta lo chiamò dal basso.

“ Chi altro conosce il mio sopran-AHHH !” e il bruno si ritrovò di nuovo a terra, dopo aver lanciato l’ennesimo grido poco mascolino.
 

Una vecchia signora bassissima lo fissava da molto vicino, mentre con i suoi occhiali lo teneva costantemente sotto controllo, avvolta com’era in un mantello grigio cenere.
Era grande come un’anguria e si era arrampicata sul ragazzo, avvicinandosi sempre di più al suo volto, ancora spaurito dall’entrata furtiva della donna.
 
“ Rispondi: non sei stanco di questa vita da perdente ?” lo incalzò oscillando la grande testa.
 
“ S-sii... ” sembrava più una domanda che un’affermazione, visto il tono incerto che aveva usato.
 
“ Uhm ...” annuì la vecchia, mentre frugava nella  veste che le copriva interamente il corpo, lasciando intravedere solo lo scintillio dei suoi occhialini tondi.
 

“ ... cosa fa ?” mormorò appena Tengoku.

“Ti ucciderò, così finirai questa patetica vita da pappamolla” disse infine l'improbabile vecchina, tirando fuori dal telo una pistola di piccolo calibro e puntandola contro la fronte dello studente.
 
“ Co-Cosa ?!”
Il bruno era nel panico, ma i suoi muscoli reagirono in ritardo.
 


Il suono di uno sparo scosse la gente nei dintorni dalle loro attività quotidiane, facendoli voltare nella direzione della scuola media.
 

“ Cos’è stato?”
“Non si staranno preparando con i fuochi d’artificio per la festa del mercato ?”
“Sembrava un botto!”
“Sarà successo qualcosa?!”
 
 



“ Ma che cazz …!” uno dei teppisti di Kevin si mosse dall’albero dove stava sonnecchiando, chiamando gli amici ad assisterlo.
Girato il muro videro il corpo di Tengoku Sawada steso per terra, con un’espressione terrorizzata in volto e un segno di bruciatura molto sottile sulla fronte.
 

“ Guardate ragazzi, è Tenbaka!!” uno della combriccola, dalla alta cresta tinta di rosso afferrò l’alunno, scoppiando a ridere.
“ Sarà svenuto, la checca. Ahahahaha!”
“ Alzati Tenbaka, non fare il bello addormentato, tanto sappiamo che sei sveglio.”
“Già, sveglio apposta apposta per darci un po’ di soldini, così per fare ancora più contento Kevin !”
 


I ragazzi continuavano a strattonarlo mentre c’era chi gli frugava nelle tasche o nello zaino, ma trovando entrambi vuoti, persero la pazienza.
 
“ Oi nanerottolo! Ci prendi in giro,eh? Cos’è questa stroia che non porti i più i soldi?”
“Non ci vorrai fare un dispetto ?!”
 
 
Dopo diversi pugni e ginocchiate, la banda si accorse che il malcapitato non si muoveva più e il suo sguardo era perso nel vuoto.
Pupille dilatate.
Assenza di respiro o battito cardiaco.
Uno strano presagio si mosse tra il gruppo.



“Cazzo, che sia morto?”
 
La risposta non tardò ad arrivare.
 
Improvvisamente lo stomaco del ragazzo iniziò ad ingrandirsi a dismisura, come se qualcosa tentasse di uscire dalla sua pancia, spingendo con forza disumana.
Alla fine, la divisa scolastica e il busto di Tengoku si divisero in due parti, lasciando che un qualcosa ne uscisse di scatto.
Era la stessa persona che ora giaceva un po’ più in la, accartocciata come una busta, con la differenza che questo non indossava i vestiti, ad esclusione di un paio di boxer blu Inoltre, una fiamma color arancione bruciava in cima alla sua capigliatura, al posto dei ciuffi albini. 

 
“RINASCITA !"

Un grido spacca timpani venne emesso dalle corde vocali di quell’’essere’, mentre gli occhi erano animati da un vigore estremo.
“Che cazzo è ?!" Uno dei teppisti indietreggiò, imitato dai compagni, mentre osservavano un’energia fenomenale contorcersi nei muscoli di quello che era lo studente più tranquillo del primo anno della Nanimori.

“ENTRERO’ A SCUOLA A COSTO DELLA VITA !”


E con dei rapidi manrovesci stese la banda di ragazzi con una facilità disumana, per poi dirigersi a tutta velocità verso l’atrio
 
 
Nel mentre la vecchina di un istante prima lo osseravava dal tetto di un palazzo adiacente all'edificio scolastico. 
“ Ci ha messo un po’ a risvegliarsi. Ma guarda che fiamma! " fischiò, accennando un sorriso. 


Intanto Ten si muoveva rapidamente nell'edificio, mentre con il suo sguardo fiammeggiane spaventava chiunque passasse nei corridoio. Salì le scale, arrivando davanti alla sua aula e ne spalancò la porta scorrevole in legno.
I presenti rimasero ammutoliti, mentre Tengoku riprendeva fiato, vedendo che la fiammella che fino a poco prima troneggiava sopra la sua fronte, era ridotta a del sottile fumo che iniziava a svanire.
 
La prima reazione fu dei compagni di classe, che scoppiarono in una fragorosa ed assordante risata, arrivando a far tremare i muri . Poi il professore, rosso in volto per la rabbia, cercò di parlare, ma qualsiasi cosa provasse a dire era simile ad un grugnito a denti stretti. 
 
“S-S-SAWADAAAAA !"
 
 
 ...
 

Veronica chiuse la porta di casa, dopo aver fatto entrare il giovane ancora sconsolato. La donna si diresse verso la cucina e si sedette per terra, appoggiandosi al muro per poi lasciarsi scivolare verso il pavimento.
Il bruno rimase fermo davanti a lei, con lo sguardo rivolto verso terra e la faccia piegata in una smorfia di esasperazione.
 
“Pfff…”
“Uh?” un strano suono lo costrinse ad alzare la testa. Sembrava sentire un palloncino quando gli si fa fuoriuscire l’aria.
 


AHAHAHAHAHAHAHAHAH!!!! S-Sa-Sawada Tengoku AHAHAHA sospeso per tredici giorni per atti osceni in ambito scolasticoOHOHOHOHO!!”

La castana era piegata in due dal ridere, con la faccia paonazza per le risate e le lacrime agli occhi.

AHHAAHAHAH ma se tu-EEHEHEH-se tu hai paura persino ad attraversare la strada da solo AHAHAAHAH!!” era contorta per terra, cercando inutilmente di controllarsi. 
 

“ Non ho fatto niente io! Mi sono sentito come se non riuscissi a controllarmi !" il  era disperato, ragazzo cercando di spiegarsi. D’altronde era vero: non aveva mai combinato problemi agli altri, tantomeno era un tipo manesco.
 


“ Già, sono stato io a darti quella spinta”
 
Il silenzio scese nella casa.
Entrambi si ammutolirono all’istante. Lui aveva già sentito quella voce nasale e buffa, ma proprio non ricordava dove …

 
“Tu sei la vecchia !” esclamò infine, voltandosi e rimanendo stupefatto.
 
“Ciaoss!”

Aveva le fattezze di un neonato ed indossava un completo nero con una fedora fasciata d’arancione. Le mani erano piegate dietro la schiena ed un camaleonte verde dai grandi occhi gli faceva compagnia, appoggiato sul suo cappello.
 
“ Il mio nome è Reborn e sono stato inviato da tuo padre, Decimo Boss della famiglia mafiosa Vongola, per farti da tutor." annunciò, lisciandosi la basetta sinistra, che ogni volta riacquistava quella forma a spirale.

 

Di tutta risposta il ‘figlio del Decimo Boss’ svenne con un rivolo di bava che iniziò da subito a colargli dalla bocca spalancata.
 
“ Deboluccio ..."
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

   
 
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