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Autore: Hollister    14/01/2015    7 recensioni
Lexis, soprannominata anche Lex, è una ragazzina di sedici anni, capricciosa e avventurosa, sfacciata e amante del pericolo.
E’ sempre appartenuta alla Fazione degli Intrepidi, che ha già deciso di non lasciare.
Ma tra gli Intrepidi, sa che torreggia Eric, il freddo e calcolatore Capofazione: la colpirà nel profondo, come mai era successo; ma anche il giovane si sentirà terribilmente unito al cuore di quella mocciosa.
Un cuore di ghiaccio potrà mai essere sciolto da una ragazzina coraggiosa e piena di vita?
Lo scoprirete leggendo…
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Eric, Four/Quattro (Tobias), Jeanine Matthews, Matthew, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Ribelle.
Epilogo.




Jeanine camminava sicura verso la stanza delle riunioni.
La battaglia dei Divergenti non era ancora finita; anzi, erano solo all’inizio.
Aveva un abito di seta azzurro, fin sotto alle ginocchia, una giacchetta blu scuro e i capelli biondi raccolti in uno chignon.
Appena varcò la porta della sala, si alzarono tutti, tranne uno: Eric aveva i piedi appoggiati sul tavolo, le fece solo un cenno col capo e poi tornò ad occuparsi delle sue unghie.
Se le mangiucchiava e non prestava attenzione a ciò che dicevano gli altri, che sapevano benissimo i suoi modi di comportarsi e che non avrebbe partecipato alla conversazione.
Era lì solo perché era obbligato, per il resto non gli importava niente.
 
“Avete notato attività strane?”, domandò Jeanine, ma le risposte furono tutte negative. “Eric?”, disse la donna.
Eric alzò finalmente lo sguardo su di lei, togliendo le gambe dal tavolo con una mossa felina.
“No”, fece freddo.
Lo guardarono tutti, leggermente impauriti.
Tutti sapevano com’era fatto Eric. Scontroso, acido, severo, crudele.
“Benissimo”, disse l’Erudita. “Allora vorrei fare un controllo di persona sui vostri Iniziati”.
Il Capofazione alzò di nuovo gli occhi verso di lei, senza mostrare però nessuna emozione.
Sapeva benissimo che avrebbe scoperto all’istante Lexis. Lei era troppo Divergente per mascherare la sua vera natura.
“Penso non sia giusto”, esordì, sotto gli occhi di tutti.
“E perché?”, domandò Jeanine, leggermente infastidita.
“Significa che non ti fidi di noi, Jeanine”.
Eric la guardava convinto. Le aveva appena tolto la terra sotto ai piedi.
“I Divergenti si mascherano troppo bene, io so trovarli”, rispose lei, rimanendo composta.
“I nostri Iniziati sono già degli Intrepidi, hanno già fatto due test, mi sembra sufficiente. E comunque, qua tutti sanno come riconoscere un Divergente”.
“Stai proteggendo qualcuno, Eric?”, domandò di nuovo la donna, aspra.
“No, Jeanine. Non ne avrei motivo”.
Max ridacchiò. “E quell’Iniziata? L’altro giorno è uscita fuori dalla tua stanza, che ci faceva lì?”.
La rabbia pompava nelle vene di Eric. Fulminò con lo sguardo Max, poi sorrise. “Dovrò pur svagarmi in qualche modo”.
Alcune risate alleggerirono la tensione creatasi in quella stanza.
“E allora voglio controllare lei”, fece Jeanine, aggiustandosi una ciocca ribelle.
“Non è sotto la tua giurisdizione, ma sotto la mia. Non hai potere su di lei, è un’Intrepida, per di più Interna, hai forse intenzione di fare scandalo, mh? Non ho intenzione di sentire malelingue sul mio conto e tantomeno sul tuo o sul suo, quindi discussione chiusa.
Gli Interni sono intoccabili”.
Jeanine lo fissò per un attimo interminabile, poi sorrise. “Già, hai ragione”.
 
Ma Eric, sapeva che Lexis sarebbe stata fin troppo in pericolo.
 
-
 
Appena rientrò nella sua stanza, la ragazza era sparita.
Erano appena le sette di sera, forse era ancora in giro con i suoi amici. Ma era meglio controllare.
Scese alla mensa, ma non c’era. Al Dormitorio, nemmeno.
Il Pozzo stava diventando deserto, ma di lei, nessuna traccia. Cominciò a preoccuparsi. Che le fosse successo qualcosa?
Mentre la cercava per i tunnel e le varie stanze, sentì un piccolo urlo strozzato.
Cominciò a correre, un rumore, un piccolo gemito, poi il silenzio.
 
-
 
Lex pov.
 
Venivo trascinata da qualcuno di sicuramente molto forte, mentre io ero intontita e mezza drogata.
Non riuscivo a tenere gli occhi aperti, ma non sentivo dolore: solo paura e terrore.
Cosa stava accadendo? Mi avevano forse scoperta?
Mentre mi assopivo, sentii solo una voce dolce e calda chiamare il mio nome.
 
Jeanine.
 
-
 
Attorno a me, c’era soltanto morte.
Le strade di Chicago erano coperte da una leggera foschia, mentre l’asfalto era pieno di corpi senza vita.
Mentre vedevo quella scena, delle lacrime calde bagnavano il mio viso. Abbassai lo sguardo, sapevo che non era reale.
Sapevo che era tutto uno stupida incubo.
Mi sedetti sulla strada, urlando, gridando tutta la mia disperazione contro al cielo.
All’improvviso, la situazione cambiò: ero nel bel mezzo di una stanza poco illuminata, una pozza di sangue sotto ai miei piedi.
Mi guardai intorno, poi di nuovo le scarpe, bagnate di rosso.
Poi, sentii qualcosa gocciolarmi giù dal braccio e lo guardai, intontita.
Ero io, che sanguinavo.
Un enorme e profondo taglio sanguinava copiosamente, lungo tutto il polso.
Mi sentii sprofondare. Affondavo nel mio stesso sangue, ma quando fui completamente immersa, cominciai ad urlare con tutta la mia forza.
 
Appena mi risvegliai, sentii due braccia forti bloccarmi le spalle. Mi dimenai, ma mi tennero ferma, contro alla sedia di pelle.
 
Divergente”, disse una voce, con una mezza risata.
Mi voltai di scatto, gli occhi pieni di furia e rabbia.
Jeanine mi sorrideva tranquilla, seduta alla postazione davanti al computer. Allora era stata lei a condurmi fin qui, rapendomi per farmi un test della paura.
Ed ero stata scoperta.
“La voglio viva, mi serve. La sua Divergenza è incredibile, forse prelevando un po’ del suo sangue riusciremo a trasformare i Divergenti in Convergenti!”.
I suoi occhi brillavano di follia.
Prese fuori un ago gigantesco, e lo fissò per un attimo interminabile.
Mi dimenai ancora di più, ma i due Intrepidi che mi tenevano ferma erano troppo forti.
Jeanine mi conficcò la siringa nella vena del braccio, non preoccupandosi del dolore che mi avrebbe causato.
L’urlo che feci scosse tutta la stanza, forse anche tutto l’edificio.
Sentii la mia testa diventare pesante e il cuore che accelerava sempre di più, i polmoni che cercavano aria.
Forse stavo morendo.
Appena l’Erudita ritrasse l’ago, ero senza forze.
 
“Avvertite il consiglio che un Divergente è stato trovato tra gli Intrepidi. Ma voglio che Eric sia il primo a saperlo”.
 
Mi alzarono a forza, ma non mi reggevo in piedi.
I due Intrepidi mi trascinarono per un bel po’, ma all’improvviso fui gettata sul pavimento. La luce accecò i miei occhi, mentre alcune voci mi stordirono ancora di più.
Il dolore al braccio si faceva sempre più acuto, in quel momento avrei voluto morire.
 
“Oh, guarda, la compagna di Eric”, sibilò qualcuno nella stanza.
Riuscii a tirarmi su, sedendomi, appoggiata contro al muro.
A poco a poco, anche se il mondo girava, riconobbi Max, Quattro ed Eric.
Poi, degli altri Capifazione non ricordavo né il loro nome, né tantomeno il loro aspetto.
Alcune risate, cattive, crudeli, mentre ero sotto ai loro occhi, drogata e debolissima.
Mi sentii uno schifo. Eric continuava a guardarmi, sconvolto, mentre Quattro era dietro di lui, lo sguardo deciso, come per intimarmi di alzarmi.
 
Obbedii silenziosamente, e riuscii ad stare in piedi, davanti a tutti, con un sorriso sinistro sulle labbra.
“Se credete di essere forti, sappiate che la vostra convinzione è una stronzata. Siete dei perdenti. Avete paura di persone innocue come i Divergenti, pensate di sconfiggerle con una pistola puntata alla fronte, ma sappiate che non è così.
I Divergenti sono inarrestabili, e anche se continuerete ad ucciderli uno dopo l’altro, non si estingueranno mai. Siete solo degli ipocriti, uno peggio dell’altro, corrotti da un sistema che non è il vostro. Dov’è finita la libertà degli Intrepidi? Dov’è finito il pensiero aperto che distingueva questa Fazione dalle altre? Vi fate comandare da un’Erudita folle, pendete dalle sue labbra, vi piace non è così? Essere comandati da una pazza! Manderete tutti i vostri cari Intrepidi a combattere per lei, mh? Li manderete a morire, sotto le macerie di questa città. Avete costruito delle perfette macchine da guerra, complimenti”.
 
Stavo diventando sempre più debole, ma sembrava che il mio discorso avesse smosso qualcosa.
I Capifazione mi fissarono per un attimo, in silenzio, ma avevo bisogno di risposte.
Risposte vere.
 
“Volete farvi comandare da una pazza?”, domandai, la furia che accecava i miei occhi già offuscati.
“Jeanine ci ha promesso il potere”.
Risi, piegandomi in due. “Il potere… e poi? Quando avrete finito il vostro lavoro, cosa farete? Ovviamente gli Eruditi sono persone furbe, credono che voi siate degli stupidi ribelli del cazzo! Aprite quegli occhi, maledizione! Sappiate che io non morirò per mano di quella puttana. Combatterò contro tutti voi se è necessario. Ma non mi farò di certo dissanguare per salvare i vostri culi”.
Una mano si posò sulla mia spalla. Riconobbi Eric, che mi guardava convinto. Lui credeva in me, e mi sentii più forte che mai.
“Lexis ha ragione. Io non ho intenzione di farmi comandare da un’Erudita”, disse Quattro, venendo verso di me, sostenendomi il corpo.
Eric gli gettò un’occhiata fulminea, ma non c’era rabbia o gelosia nel suo sguardo.
“E allora morirete tutti e tre”.
 
Uno sparo.
Due.
Tre.
 
Appena toccai il pavimento, la sensazione di cadere era immensa.
Mi sembrava di essere stata gettata in un pozzo senza fine.
E il buio, mi avvolse come una coperta.


**

Buon salve a tutte!
Ecco l'epilogo, la fine di questa storia!

Come ben già sapete, 'Sangue di Divergente', fa parte di una serie, quindi non preoccupatevi.
Le avventure di Lexis non sono affatto finite, quindi state pronte: domani ci sarà il prologo del sequel.
Spero di non avervi scandalizzato e avervi fatto rimanere delusissime arcideluse per questa fine orribile, ma purtroppo un po' di crudeltà ci vuole...
Quindi, non siate silenziose e sfogatevi se siete rimaste delusissime o rendermi parte della vostra felicità se vi è piaciuta un mondo questa storia.
A presto!

 
   
 
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