ARIGATOU, NA-CHAN ~
La luna era alta nel
cielo sul villaggio di Konoha, i suoi raggi si specchiavano sul lago presente a
pochi passi da quel luogo tranquillo. Ai piedi del lago, sotto un albero,
poteva scorgersi una piccola ombra accovacciata. L’unica cosa che era
visibile in quell’ombra era un luccichio proveniente dal suo volto.
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Il villaggio era quiete e solitario
a quell’ora della sera, se si sporgeva l’orecchio fuori dalla
propria abitazione si poteva sentire il fruscio del vento e il volare di gufi
in cerca di riparo per la notte. Ma le
apparenze parecchie volte possono ingannare.
- l’avete trovata? – domandò in preda
alla preoccupazione una donna a un gruppo di persone li presenti.
- ho cercato praticamente ovunque ma niente. –
rispose rammaricato uno di loro.
- maledizione non può essersi volatilizzata.
Cercate meglio, deve pur essere da qualche parte. – inveì
ulteriormente la donna.
- tesoro sta tranquilla, è una ragazza
responsabile. Vedrai che starà bene e se si è allontanata
avrà avuto le sue buone ragioni. – cercò di
tranquillizzarla in marito.
- so che sta bene. Ma dobbiamo comunque trovarla.
Dividiamoci di nuovo, noi adulti perlustriamo la periferia e voi bambini per
favore, date un occhiata ai posti dove generalmente
giocate.
- va bene, faremo del nostro meglio. – risposero
all’unisono i ragazzini presenti per poi prendere strade diverse dagli
adulti.
Ma nessuno si era reso conto che nell’angolo oscuro
di una casa, c’era ad osservarli una piccola ombra. Appena tutti ebbero
lasciato il luogo di poco prima, la suddetta ombra si volatilizzò,
sparendo nella notte.
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- io vado verso la montagna –
inveì uno.
- io invece ispeziono il portone di entrata.
– sentenziò l’altro.
- fate tutto quello in vostro potere ma
trovatela. – urlò in preda al panico la donna mentre tutto il
gruppo si disperse.
- cara devi calmarti – disse dolcemente
il marito avvolgendola in un abbraccio.
- tesoro non ci riesco. Lei è li fuori, al freddo e non…non so dove sia. Non so dove
sia mia figlia capisci? – iniziò a piangere – mia figlia
è scappata, ha forse qualche problema e non è venuta da me. Che
razza di madre sono se mia figlia non si fida di me?
- non sarà nulla di quello che
pensi!avrà litigato con qualche suo amichetto e vorrà stare un
po’ da sola. Del resto da piccola tu facevi la stessa cosa.
- adesso basta blaterare. Muoviamoci.
Anche loro, come i precedenti compagni,
sparirono alla ricerca di quella creatura che aveva fatto perdere le sue tracce
senza apparente motivo. Ma le cose non
sono mai come sembrano.
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Nel frattempo anche i bambini del villaggio si stavano dando da fare per trovare la loro amica. Le ragazze soprattutto si chiedevano il motivo della loro improvvisa fuga da casa.
- mi domando che diavolo le sia preso – sbottò la biondina, sua migliore amica.
- suvvia Ino-chan calmati. Vedrai che starà bene. – le rispose a tono la moretta di fianco a lei.
- io non sono preoccupata, Ten Ten. Ti sembra possibile che io, Ino Yamanaka, possa essere in pensiero per qualcuno?I pensieri corrugano la pelle e quest’ultima si riempie di rughe. Non posso permettermelo. – disse lei in maniera altezzosa.
- si si come dici tu Ino. L’importante è crederci. – rispose alzando gli occhi al cielo.
- su ragazze n-non litigate. Dobbiamo trovare Sakura-chan – disse una bambina di fianco a loro timidamente.
- Hinata ha ragione, non perdete tempo e soprattutto non perdete di vista l’obbiettivo. – sentenziò un piccolo ragazzino dagli occhi perlati.
- Neji lascia perdere. Parlare con loro è una perdita di tempo. Ragazze, chi le capisce! – disse un ragazzo con una coda alta sbadigliando – che seccatura, meno male che almeno il cielo è limpido e si vedono le nuvole. Questo mi rilassa.
- Shikamaru sei il solito pigrone. Sentite, sappiate che appena trovo quella fronte spaziosa io la faccio a pezzi.
- piano con le minacce Ino e pensa a cercare. – le ultime parole famose di Ten Ten prima di continuare le ricerche.
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La sagoma sotto l’albero continuava a stare immobile in posizione seduta. Le sue mani, che dapprima si trovavano lungo i fianchi, adesso erano state portate sul viso oscurando quelle perle scintillanti che scorrevano impetuose poco prima.
A distoglierla dai suoi pensieri un leggero frusciare di cespugli e una sagoma dietro di essi. La bambina si stava spaventando, di notte il bosco si riempiva di animali feroci e la boscaglia poteva essere luogo sicuro per nascondere criminali. Si alzò di scatto e impugnò un kunai preso dal suo porta oggetti alla gamba destra.
- chi sei?Vieni fuori. – imprecò terrorizzata la bambina.
Ma l’ombra non parlava, avanzava sempre di più verso di lei. La bambina ormai era in preda al terrore e iniziò a tremare visibilmente fino a quando la sagoma nera non iniziò pian piano a prendere colore scoprendo finalmente il volto di un bambino dagli occhi celesti e i capelli color dell’oro.
- Na-Naruto…che ci fai qui? – domandò incredula la bambina.
- Sakura-chan dovrei chiederlo io a te. Lo sai che ti stanno cercando tutti al villaggio?
- io…io…. – ma non riuscì a parlare e iniziando a piangere si gettò nelle braccia del biondino che la strinse subito forte a se.
- che cosa ti è successo? – domandò ma senza ottenere risposta – Sakura-chan se non parli non posso aiutarti.
- ecco…oggi delle bambine…mi hanno detto che tu…sei cattivo e che…se continuo a stare con te loro lo dicono alla mamma e lei mi vieta di giocare con te. E io non voglio. – continuò a dire tra le lacrime.
- Sakura-chan ascolta – disse il bambino allontanandola dal suo petto e guardandola negli occhi – qualsiasi cosa quelle vipere possano dire o pensare, io e te non ci separeremo mai.
- ma se loro…
- ma se loro niente. Tu devi avere fiducia in me, ti ho fatto una promessa e intendo mantenerla.
- sei sicuro che manterrai la tua promessa? – disse lei fissandolo in quelle immense iridi celesti.
- ne sono sicurissimo. Io e te saremo amici per sempre, andremo all’accademia
insieme, faremo squadra, andremo in missione insieme e insieme saremo sempre
vincitori. E un giorno, quando diventerò Hokage…quel giorno io
potrò finalmente chiamarti per nome e dire a tutti che la ragazza
magnifica che diventerai…
- io ti credo. E anche se adesso sono fragile, inizierò a migliorarmi solo per essere all’altezza dell’Hokage migliore del mondo. Non scordare mai il mio nome, Naruto. E quando arriverà il momento gridalo così forte da spaccare le montagne, cossìchè anche io potrò urlare il nome dell’unica persona importante della mia vita.
E così i due bambini, rinnovando la loro promessa solenne, si tengono per mano sotto un cielo notturno la cui luna illumina due sagome che felici, si allontanano per raggiungere quello che un giorno sarebbe diventato il luogo che avrebbero protetto con tutta la loro vita.
FINE