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Autore: Pabitel    14/01/2015    8 recensioni
Mi mancavano i nostri pomeriggi passati insieme a far volare gli aquiloni, le storie che mi raccontava la sera e le sue carezze affettuose. Mi sentivo più sola che mai, ma nessuno sembrava accorgersene. Credevo che non sarei più stata felice, ma per fortuna arrivò Daniel.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Oh for the first time,
yeah for the first time,
just now got the feeling that we're meeting
for the first time
 







La prima volta che incontrai Daniel avevo poco più di otto anni. Fu la mamma a presentarmelo: era il figlio di James, il suo nuovo amico.
James Sullivan aveva una faccia simpatica: capelli spettinati, occhi castani nascosti leggermente da una montatura dorata, sguardo paterno e un sorriso sempre stampato sul viso. La prima impressione che mi fece fu quella di uno dei tanti che ci provava con mia madre, dopo che papà se n’era andato, ma mi sbagliavo. Me ne accorsi quando li vidi tenersi per mano in veranda, in silenzio.
Non avevo mai visto una persona guardare così intensamente qualcuno e ne rimasi profondamente colpita; negli ultimi tempi, papà non sembrava nemmeno accorgersi della mamma.
Nonostante mi fosse simpatico, non gradivo molto la presenza di James. Sapevo che la mamma gli voleva molto bene, ma avevo paura che lui prendesse il posto di papà. Non volevo che ciò accadesse, sentivo molto la sua mancanza, ma la mamma parlava di lui con un tono che lasciava intendere una separazione eterna.
Continuavo, però, a sperare che un giorno smettessero di litigare e che papà tornasse ad essere parte della nostra famiglia. In quegli anni fu quasi un eroe per me. Se non fu un ottimo marito per mia madre, seppe essere un grandioso padre per me.
Nei primi mesi dopo la separazione, mi fu molto difficile vederlo, a stento riusciva ad entrare in casa per via di mia madre. I primi tempi sembrava voler riconquistare lei e la mia fiducia, ma dopo un paio di settimane, si rassegnò e le sue visite furono soltanto per me.
Credeva che io non avessi più fiducia in lui, ma si sbagliava. Nutrivo ancora profonda stima nei suoi confronti, non sapevo perché se ne fosse andato, ma mi dicevo che sicuramente aveva avuto le sue buone ragioni.
Qualche anno dopo mia madre mi disse il motivo del loro divorzio. Papà l’aveva tradita con un’altra donna. Una certa Jamie. Quando me lo disse, ne rimasi molto ferita. Non credevo che il mio eroe potesse compiere un gesto simile. Pensavo che non avrebbe mai fatto nulla che non fosse per il mio bene. Quando gli chiesi perché, non capii la sua risposta.
“Vedi Sam, quando si è grandi le cose sono un po’ diverse. Io volevo molto bene alla mamma, ed è ancora così, ma stavolta è diverso. Non è più come prima, ma forse è meglio così. Adesso siamo sinceri.”
I nostri incontri erano brevi, come le nostre conversazioni che si riducevano a poche battute. In quei pochi attimi, c’era sempre tensione… Ricordo ancora una particolare sera, quando papà venne a casa mentre c’era anche James.
Aveva una scusa così debole che me ne accorsi anch’io, ma gli saltai lo stesso al collo. “Papà!”
“Sam, piccola mia! Guarda un po’ come sei cresciuta! Fa vedere? Ehi non hai più la finestrella tra i denti! Brava la mia piccola.”
“Si papà, hai visto? Dai vieni a giocare un po’, senza di te muoio di noia, mi sei mancato tanto in questi giorni…”
Accarezzandomi la testa, mio padre mi regalò uno dei suoi sorrisi, di quelli speciali che riservava soltanto a me, la sua piccola Sam.
Ma come sempre, mia madre si mise d’impegno per rovinare ogni momento tranquillo tra me e lui, credeva che mio padre fosse un cattivo esempio per me.
“Avanti Richard, prendi la tua roba e va fuori di qui. Abbiamo ospiti.”
Stare nella stessa stanza con i miei genitori, James e una litigata minacciosa e imminente era veramente difficile, ma volevo difendere papà, che però sembrava d’accordo con le parole cariche di disprezzo di mia madre. Gli sguardi pieni di odio, regalo esclusivo per mio padre, rimasero impressi nella mia mente per i mesi successivi, che furono per me ricchi di emozioni.
Nonostante volessi assistere alla conversazione, James mi portò con sé nel salotto dove sentii soltanto le urla soffocate di mia madre e il rumore di qualche piatto rotto sul muro. L’argomento della loro discussione ero sempre io, tant’è che pensai di essere la causa della loro separazione. I miei genitori non erano più una coppia, l’avevo capito anche a quel tempo, ma nutrivo ancora buone speranze, finché quella sera lei non uscì in lacrime dalla cucina urlando: “Non lo capisci che non abbiamo più bisogno di te? Sam sta bene così, lei non ti vuole, IO non ti voglio! Va fuori di qui e non farti rivedere!”
Quelle parole mi ferirono profondamente. Non era vero, non stavo bene senza il mio papà. Mi mancavano i nostri pomeriggi passati insieme a far volare gli aquiloni, le storie che mi raccontava la sera e le sue carezze affettuose. Mi sentivo più sola che mai, ma nessuno sembrava accorgersene. Credevo che non sarei più stata felice, ma per fortuna arrivò Daniel.
Dopo numerosi appuntamenti, innumerevoli litigate tra i miei genitori e altrettante discussioni con me che chiedevo sempre di papà e sembravo indifferente a James, arrivò la sera che mi avrebbe cambiato la vita.

Il 12 dicembre 1982, James si presentò a casa con suo figlio Daniel. All’inizio l’idea non mi entusiasmava molto, credevo che anche lui fosse un altro sconosciuto a cui avrei dovuto abituarmi, lo immaginavo come un bambino incapace di capire me e la mia solitudine. Ma contro ogni mia aspettativa, Daniel si rivelò meraviglioso.
Era un bambino vivace, con i capelli neri sempre arruffati e gli occhi di un azzurro intenso come il ghiaccio che brillavano ad ogni accenno di entusiasmo. Gentile ed impacciato, ci mise diverse ore prima di aprirsi e svelarsi nella sua vera natura esuberante e adorabile. La nostra prima conversazione fu imbarazzante e quasi ridicola. “Sam, ti presento Daniel.”
“Ehi Dan, non fare il timido: vieni a conoscere la tua nuova amica, forza.” Rosso in viso e quasi riluttante, mi porse la sua manina. “Ciao. Io sono… Dan. Daniel, cioè.”
“Ciao Daniel, io sono Sam.”
“Sam?”
“Si, Sam.”
“Uao, bel nome.”
Mi sentii subito conquistata dalla sua persona e ancora adesso mi diventa difficile capire cosa scattò in noi. Quella sera trovai un amico che mi avrebbe accompagnano per tutta la vita. Quando mi chiese di mio padre, rimasi molto sorpresa: c’era qualcuno che si interessava a me, qualcuno che credeva che il mio fosse un trauma, e a farlo era un bambino come me. Era possibile?
“Ehi Sam… Come ti senti tu?”
“Che vuoi dire?”
“Non senti mai la mancanza del tuo papà?”
“Si… Continuo a sentirmi perduta senza di lui… Gli voglio così bene. Ma tu… Perché me l’hai chiesto?”
“Beh… Anche io ho perso la mia mamma sai? Se n’è andata un anno fa, dicendomi che sarebbe rimasta per sempre con noi, ma non è più tornata. Papà dice che si trova in un posto tutto bianco, dove sono tutti buoni e felici. Dice che è lassù in cielo, vicino agli angeli e che ci guarda sempre, è al nostro fianco per tutto il tempo.”
“Tu ci credi? Pensi che ora sia qui?”
“Sì.”
“Ci credo anch’io.”
“Grazie.”
“Grazie a te per avermi capita.”
“La nostra sarà una grande amicizia Sam.”      
Quella sera, fu la prima volta, dopo settimane, che sentivo qualcuno di sincero vicino a me. Dan mi capiva come mai nessuno aveva fatto e nacque così la nostra amicizia, che mi cambiò la vita.

 




25 dicembre 1982

Fu il primo di una lunga serie di Natali meravigliosi. Tutto merito di Dan.



18 gennaio 1984

La prima volta che dedicai una poesia a qualcuno, avevo 10 anni. Dan ne rimase così sorpreso, che si sentì in dovere di inventarne una. La conservo ancora oggi.



10 settembre 1988

La prima volta che andai alle superiori, avevo Dan al mio fianco. Mi tenne la mano per tutto il giorno.



25 aprile 1989

La prima volta che assistetti ad un matrimonio, fu il giorno in cui i nostri genitori si sposarono e James e Miley diventarono un nome solo. Grazie a Dan, imparai ad accettare James, capii che non voleva prendere il posto di mio padre, lui ci sarebbe sempre stato per me.



Gli anni passavano e la nostra amicizia si fortificava, più disastri combinavamo, più eravamo uniti, più emozioni provavamo, più diventavamo una cosa sola. Noi due. Dan e Sam. Sam e Dan. Eravamo inseparabili, avevamo l’uno bisogno dell’altra per andare avanti, per esistere. Tra noi, c’era una chimica perfetta.



24 maggio 1989

La prima volta che baciai un ragazzo, Dan non era con me. Non mi parlò per settimane, senza che io ne capissi la ragione.



18 giugno 1989

La prima volta che Dan baciò una ragazza, capii perfettamente il perché del suo silenzio. Ricordo che gli tirai diversi oggetti contro. Qualche giorno dopo, il nostro tenerci per mano assunse un significato diverso.



21 ottobre 1990

Fu la prima volta che papà ebbe un infarto. Quel giorno, rimasi tutto il tempo seduta sul pavimento dell’ospedale e Dan mi stette accanto ancora una volta. Magicamente, non ebbe bisogno di parole per consolarmi, bastarono i suoi gesti a frenare il mio pianto. Papà si salvò per miracolo.



24 novembre 1990

La prima volta che mio padre morì avevo 16 anni e Dan mi teneva per mano. Il mio eroe se n’era andato un pomeriggio con un sorriso. La mia unica consolazione è che la nostra ultima giornata era stata meravigliosa, papà. Il giorno del funerale, le mie lacrime si mescolarono alla pioggia. La seconda volta che mio padre morì fu pochi giorni dopo, quando capii che non avrei più potuto parlargli di Daniel e che non ci sarebbero più state le nostre telefonate. Persi un pezzo di me, ma Dan mi disse: “Non preoccuparti per lui, sta bene. È lassù, ci penserà mia madre ad accoglierlo. E ogni giorno anche lui scenderà per venirci a trovare e continuerà a tenerti per mano per tutta la vita. Ti vorrà sempre bene, ricordatelo.”



13 febbraio 1991

Quel giorno, fu la prima volta che vomitai sangue. I medici mi dissero che la mia era una rara forma di leucemia, dissero che potevamo sperare, che i farmaci mi avrebbero fatto soffrire meno, ma che sarei diventata ogni giorno meno cosciente. Volevo vivere i miei ultimi momenti intensamente, non volevo medicine che mi avrebbero strappato via dalla realtà.

 



Oggi, 23 agosto 1991

Caro Dan,
sento che le ultime forze mi stanno abbandonando. Credo sia arrivato il momento di tornare da papà. Conoscerò tua madre. È da lei che hai preso le fossette, vero? Non ti arrabbiare con me, non è colpa mia, sai che se potessi non ti lascerei per nulla al mondo. In questi anni sei stato come un fratello per me, ogni giorno ti ho amato un po’ di più. Lasciarti è la cosa più difficile che mi sia capitata.  Un giorno mi hai detto che le persone care non ci abbandonano mai e vegliano sempre su di noi. Lo farò anch’io Dan. Sarò sempre con te. Alla tua laurea, io lancerò il cappello con te, esulterò quando riuscirai a trovare un lavoro, ti accompagnerò all’altare e ti affiderò ad una donna che saprà meritarti, mi commuoverò quando nasceranno i tuoi figli. E ti aspetterò, per sempre. Non mi perderai, non ti dimenticherai mai di me. I nostri ricordi non si cancelleranno, per nessuna ragione.
Perché tra noi, Dan, c’è una chimica perfetta.
Io sono parte di te, sono parte del tuo cuore. Non dimenticarlo. Mai.
 
Con amore, Sam.
Per sempre.


 


 
25 agosto 1991

Daniel è fermo davanti alla bara nera e lucida. Piange in silenzio. Ha la sua lettera in mano e pensa che non potrà mai andare avanti senza Sam.



28 luglio 1996

Dan si è laureato. Il suo cappello volteggia in aria, assieme a quello di Sam. Sorride. Sono insieme ancora una volta.



15 aprile 1999

Dan sta guardando verso il grande portone della cattedrale. Crede che Emma non arriverà e lo pianterà in asso. Poi appare, bellissima. Per un attimo Dan crede di vedere la sua Sam, ma poi sente un tocco leggero e familiare sul suo braccio. Non c’è nessuno, ma lui è sicuro di averla sentita. Sam è lì con lui e fa da testimone al suo matrimonio.



23 agosto 2001

Cara Sam, 
è nata. Ha i piedini piccolissimi e le orecchie così belle che ho voglia di mordicchiarle tutto il tempo.
Ha gli occhi verdi, come quelli di sua madre e le fossette sulle guance. È bellissima. Non posso credere che sia nata oggi, il giorno in cui te ne sei andata per sempre. È una semplice coincidenza? L’abbiamo chiamata Sam. Le parlerò di te. Di noi. E saprà che persona meravigliosa sei. Grazie Sam, per essere nella mia vita. Grazie. Saluta mia madre e il tuo eroe da parte mia, mi mancano. Come te. Aspettami. Per sempre.


 
 



 



Traduzione delle frasi all'inizio della storia, mi sono affidata a Google perciò mi scuso per eventuali errori.
(Tratte da 'For the first time' - The Script)

Oh per la prima volta,
yeah per la prima volta,
Proviamo ciò che provammo quando ci incontrammo
per la prima volta
 


Angolo autrice:
Ho scritto questa storia ben due anni fa, per un concorso letterario. L'ho ripescata stasera nei meandri più oscuri del mio pc e ho voluto pubblicarla. Spero vi piaccia.
Grazie a chi recensirà e apprezzerà questa storia.
Se volete contattarmi potete trovarmi qui: facebook twitter e ask :)
 
Pabitel ♥
   
 
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